Posts written by MatrixNeo96

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    Salve a tutti! Approfitto di questa sezione per presentarvi il mio canale YouTube "MatrixNeo".
    E' un canale aperto da circa 3 anni ma che per svariati motivi non ha mai ingranato come si deve. Da poco ho deciso di dedicarmi quasi esclusivamente al manga di One Piece!!! Se anche voi siete fan del pirata col Cappello di Paglia vi invito a farci un saltino!!!

    Vi lascio il link del Canale: www.youtube.com/channel/UCOG9J-aQyIVlENwyOn7ZQtA

    Vi aspetto!!!
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    Salve gente! E' da taaaanto tempo che non posto nulla qui, eh?!
    Comunque, ecco di seguito la mia seconda fan fiction su Dragon Ball. Stavolta vi propongo la storia di Paragas e Broly, da quando si salvarono dalla distruzione del pianeta Vegeta all'incontro con Vegeta sulla Terra. Durante la lettura troverete parti presenti nell'OAV 8 di Dragon Ball Z che sono state integrate alla mia storia.
    Beh, non c'è altro da dire se non Buona Lettura!!!

    Dragon Ball


    Storia di Padre e Figlio



    Capitolo 0 - Prologo
    "Sei diventato una minaccia figlio mio, purtroppo sei diventato un mostro e subirai lo stesso destino di Kakaroth e dei suoi amici, mi spiace ma devo" pensava tristemente un uomo, Paragas il padre del "mostro".
    "Non mi resta altro da fare, addio" fece come se parlasse col figlio che non era lì.
    Pronunciate queste difficilissime parole, si diresse verso una navicella Saiyan monoposto già pronta a decollare.
    'Ormai manca poco all'impatto, devo fare in fretta' pensava Paragas mentre entrava nella sua navicella.
    Chiuso il portello e comodamente seduto, era pronto al decollo, quando...
    "Dove pensavi di andare, eh?" fece una voce con tono a dir poco minaccioso.
    "Io mi stavo preparando per fuggire insieme a te figliolo" si difese Paragas, ormai impaurito.
    "Con una navicella monoposto?" domandò retoricamente il figlio
    "Oh beh io..." borbottava il padre.
    Il figlio non fece caso al padre e sollevò di peso la navicella col padre all'interno e cominciò stritolarla come fosse una lattina.
    "E' così che deve finire? Venire ucciso dal proprio figlio" pensava Paragas nelle sue atroci sofferenze.
    La navicella venne poi scagliata con una forza dirompente contro una enorme cometa e Paragas, in fin di vita e prossimo all'impatto mortale col corpo celeste, in quei pochi secondi che lo separavano dalla fine, rivide tutta la sua vita passata col figlio...

    Questa è l'affascinante storia di Paragas e di Broly come non l'avete mai letta.


    Capitolo 1 - Broly, figlio di Paragas
    Un Saiyan era nato, era l'anno 737.
    "Si chiamerà Broly" disse Paragas.
    "Un bel nome" rispose la madre, Nakira, che rimase a letto ancora un pò.
    "Nakira, io vado con i medici ad accompagnare Broly nel suo lettino, voglio vedere che livello di combattimento ha nostro figlio" disse Paragas, che subito dopo lasciò la sala parto.
    Percorsero un corridoio, lungo almeno una dozzina di metri, pieno di porte. Da una di queste uscì un'altro Saiyan. Aveva una tuta blu scuro con un'armatura verde e nera e alle braccia degli scaldamuscoli rossi e i capelli all'aria. Anche lui quel giorno ebbe un figlio.
    "Ciao Bardack, auguri per il bambino" fece Paragas.
    "Tks, un livello di appena due, che me ne faccio" rispose aspramente Bardack, che se ne andò in missione con la sua squadra sul pianeta Canassa.
    Broly venne sistemato in un lettino alla cui destra vi era una bambino, con i capelli uguali a quelli di Bardack, che piangeva ininterrottamente. 'Kakaroth' c'era scritto sul lettino.
    "Il figlio di Bardack, eh? Un tipo assai agitato!..." pensò Paragas "... Beh, dovrà smettere, quindi puoi stare qui Broly".
    Dopodiché Paragas fece per andarsene, ma prima pigiò un tasto sul suo Scouter per misurare il livello di suo figlio. Non credette a ciò che vide quando lo misurò.
    "N.. Non può essere, dev'esserci un guasto, andrò a cambialo" disse, deluso dal malfunzionamento dello Scouter.
    Tornò dopo un po con un altro Scouter e ritentò.
    "Non ci posso credere, diecimila..." disse stupefatto "...mio figlio ha un livello di diecimila".
    Entrarono i medici per assistere i neonati e "misurarli", quindi Paragas uscì dalla stanza.
    Non se n'era accorto ma era già sera e tornò da Nakira. Nel frattempo, in quella stanza...
    "Guarda, quello è il figlio di Bardack, ha un livello di appena due" disse il primo medico.
    "E guarda quello accanto, un livello di diecimila. Incredibile" continuò il secondo medico.
    L'indomani, la notizia che il neonato Broly avesse un così alto potenziale fece il giro della città e, di conseguenza, nel Palazzo Reale, al cui Trono sedeva Re Vegeta.


    Capitolo 2 - L'Ordine di Re Vegeta
    "Non possiamo rischiare che la leggenda del Leggendario Super Saiyan si realizzi, sarebbe troppo pericoloso. Chiamate Paragas e conducetelo al mio cospetto" ordinò Re Vegeta, una volta venuto a conoscenza della vicenda.
    "Immediatamente" fece un suo servitore.
    Paragas, nel frattempo, stava riposandosi, dopo un allenamento con la moglie, che aveva lanciato una sorta di sfida.
    "Diecimila, niente male come primo figlio, non sei d'accordo?" disse Nakira.
    "Già, non me lo asp..." stava per dire, quando venne raggiunto dal servitore Reale.
    "Paragas, è atteso al cospetto di Re Vegeta immediatamente" disse fermamente.
    "D... D'accordo" fece Paragas, colto alla sprovvista. "A dopo, Nakira" disse, e seguì il servitore. Purtroppo non sapeva che quella era l'ultima volta che la vedeva.
    Arrivati al Palazzo e, successivamente, alla Sala del Trono, l'attendeva il Re.
    "Salve Paragas" salutò.
    "Saluti a Voi, mio Re" fece, inchinandosi.
    "E' giunto alle mie orecchie che tuo figlio ha un potenziale pari a diecimila" fece tranquillamente il Re.
    "E' verissimo, e ne sono orgoglioso, mio Re" rispose.
    "E non hai mai pensato che potesse essere il Saiyan di cui narrano le leggende" continuò il Re.
    "Non vorrà dire il Leggendario Super Saiyan?" disse, cominciandosi ad agitare.
    "Sì. Sai benissimo che non possiamo compromettere la sicurezza del popolo, pertanto dovrò ordinare la sua esecuzione" disse il Re.
    A quelle parole, Paragas fu preso da un'inimmaginabile disperazione, cercando in tutti i modi di far cambiare idea al Re.
    "La supplico, non lo faccia. Prometto che addestrerò Broly per metterlo al Suo servizio" continuava a dire, in preda alla disperazione e alla paura. Ma, nonostante le ripetute suppliche, il Re rimase impassibile, anzi...
    "Sono stufo dei tuoi piagnucolii" disse il Re, avvicinandosi a Paragas e adagiando la propria mano allo stomaco di Paragas. "Addio" disse, e dalla sua mano scaturì un raggio viola che trafisse il Saiyan, che venne scaraventato a metri di distanza.
    "Tu!" fece il Re, aspro a causa della vicenda.
    "Sissignore" rispose il servitore.
    "Vai a cercare questo Broly..." disse, e consegnò un pugnale al servitore "... e uccidilo".
    "N... Non farlo. T... Ti prego, n.. non farlo" faceva Paragas, steso a terra e sofferente.
    "E portate Paragas 'al suo destino' " disse il Re.
    'Al suo destino' era così che al Re piaceva chiamare il luogo in cui venivano gettati i corpi, vivi (e in quel caso, morenti) o morti, di coloro che erano stati condannati a morte.
    Fu così che, quella notte, il servitore si recò da Broly, lo prese per un piede e, mentre il piccolo piangeva, lo pugnalò e, successivamente, lo gettò 'al suo destino'.
    Padre e figlio si ritrovarono buttati via come fossero spazzatura. Il caso volle che qualche sera dopo, Freezer giungesse inatteso sul Pianeta Vegeta. Pochi Saiyan videro il mal ridotto Bardack andargli incontro. Dopodiché, dall'astronave di Freezer, si formò un'imponente sfera arancione che venne scagliata sul pianeta, provocandone la distruzione. Ma la sorte riservò a Paragas e a Broly, sofferenti ma vivi, un destino differente.


    Capitolo 3 - Sopravvissuti!
    Il pianeta cominciava a disfarsi, grossi squarci, che s'ingrandivano sempre più, v'erano sulla sua superficie. In quel momento Broly, ridestatosi, riuscì in un'impresa impossibile per la sua tenera età.
    Pochi secondi prima dell'esplosione del pianeta, Broly afferrò il braccio del padre, che era accanto a lui, e si librò in aria, trascinando con se il padre. Come se ciò non fosse già davvero stupefacente, riuscì anche a creare uno scudo d'energia che li avvolgeva. Poco dopo, il pianeta esplose e l'onda d'urto scaraventò entrambi nel Vuoto.
    Vagarono nello spazio per quella che parve loro un'eternità, ma Broly resisteva e tenne lo scudo. Dopo circa tre giorni dalla distruzione del loro pianeta natale, lo scudo venne attratto dalla forza di gravità di un pianeta. Cominciarono a precipitare e, in poco tempo, acquisirono una notevole velocità. L'impatto fu inevitabile, seppur non mortale, e svennero. Quando si risvegliarono, si ritrovarono in dei comodi letti, dentro una stanza che aveva tutta l'aria di essere di un ospedale. Erano stati medicati. A quanto pareva, quel pianeta non era stato conquistato da Frezeer, altrimenti sarebbero stati curati nella Vasche di Guarigione.
    "Broly. Figlio mio, dove sei?" disse Paragas, ancora intontito.
    "Oh, ti sei svegliato finalmente. Molto bene" disse qualcuno, che era in quella stessa stanza, ma che Paragas non aveva notato.
    "Salve..." riprese "... sono il Dr. Shachi. "Dov'è tuo figlio chiedi? Sta bene, non preoccuparti. Al momento sta riposando".
    "Bene" fece Paragas, rilassandosi.
    "Come ci sono arrivato qui?" domandò.
    "Ah sì. Vedi, tutto il villaggio vi ha visto. Vi siete schiantati nella foresta fuori dal villaggio. Naturalmente tutti sono andati a vedere cosa fosse accaduto, e hanno visto voi due. Vi hanno trasportato qui e adesso siete in perfetta forma".
    "Bene" ripeté Paragas. "Ma dov'è 'qui' ?".
    "Sei sul pianeta Minovel" rispose.
    "Se lo desideri, puoi andare da tuo figlio. E' nella stanza qui accanto" riferì il Dr. Shachi.
    Paragas, allora, si alzò, uscì dalla stanza e andò in quella accanto. Lì Broly dormiva in un piccolo lettino, tranquillo e sereno come non mai.
    Una volta rimessi in sesto, Paragas cercò un luogo in cui vivere col figlio. Ne trovò uno a circa cento miglia dall'ospedale in direzione nord-est. La casa era in stato di abbandono, ma Paragas riuscì a renderla abitabile e comoda.


    Capitolo 4 - I primi allenamenti di Broly
    Alcuni giorni prima della distruzione del pianeta Vegeta, il figlio del Re, Vegeta, partì per un'altro pianeta che avrebbe conquistato per ordine di Freezer. Questo, Paragas, lo sapeva, quindi poteva ancora avere la sua vendetta contro la famiglia Reale. Nonostante ciò, Paragas decise che si sarebbe vendicato in futuro insieme a Broly, quindi, in attesa di quel giorno, rimasero sul pianeta Minovel.
    Lì Broly crebbe con la guida del padre. Paragas cominciò ad allenare il figlio all'età di quattro anni.
    "Broly, è arrivato il momento che tu ti alleni per diventare sempre più forte" disse Paragas un giorno.
    "Ascoltami bene e fai come faccio io. Intesi?" fece Paragas.
    "Sì, papà" fece Broly.
    "Cominciamo dalle basi, siediti" disse Paragas. Si sedettero entrambi e incrociarono le gambe.
    "Ascoltami bene, prima di tutto dobbiamo far uscire la tua Aura ma per farlo devi concentrarti e cercare di generare una sfera di energia... ecco così..." disse, mentre in una mano concentrava la sua Aura e generava una piccola sfera gialla "...e non preoccuparti se non ti riesce subito".
    Il piccolo ci provò, tese una mano e chiuse gli occhi, e...
    "Bravo Broly, ecco la tua Aura, il tuo Ki!" disse Paragas. 'Apprende molto più in fretta del previsto' pensò, e mentre lo faceva...
    "Papà, guarda!" disse Broly. Tese la mano davanti a se, verso una roccia, e con una piccola sfera energetica la distrusse. Della roccia era rimasto solo il ricordo, ma al suolo un piccolo cratere.
    'Non ho parole' continuava a dirsi Paragas.
    Con la stessa, sovrannaturale, velocità di apprendimento imparò a levitare, a combattere e a non distruggere ciò che toccava, poiché, a causa della sua eccessiva forza, sgretolava le rocce al tocco.
    Il tempo passava e Broly aveva già otto anni.


    Capitolo 5 - Broly l'incontrollabile
    A quell'età, Broly cominciò a mostrare segni d'irrequietezza, ma nessuno conosceva il perché. Era solito isolarsi per ore e pensare a chi sa cosa.
    "Broly..." disse un giorno Paragas "...dovresti allenarti, altrimenti rammollirai. Su andiamo".
    "No ne ho voglia" rispose il figlio.
    Il padre non insistette, ma dopo settimane di inattività di Broly, notò qualcosa di strano: il livello del figlio aumentava continuamente.
    Paragas ripensava continuamente alle parole di Re Vegeta E non hai mai pensato che potesse essere il Saiyan di cui narrano le leggende, suscitando in lui del timore.
    'E se diventasse davvero incontrollabile?' pensava.
    Alcuni giorni dopo Broly andò dal padre.
    "Papà, vorrei allenarmi" disse.
    "Era ora!" rispose Paragas.
    I due si diressero in una pianura senza alberi, e iniziarono a combattere.
    "Iniziamo" disse Paragas.
    Padre e figlio si scontrarono a mezz'aria, liberando una notevole quantità di energia tale da deformare l'ambiente circostante. Dopodiché si passò agli attacchi energetici. A Broly bastava poco per scagliare una o due dozzine di piccole ma potenti onde di energia. Paragas, da parte sua, dovette impegnarsi molto per non rimanere colpito.
    "Padre dovresti colpire, non fuggire" urlò Broly d'un tratto, e continuò a scagliare onde da tutte le parti.
    "Figliolo fermati" gridò Paragas. Aveva infatti notato che il figlio si era scatenato, ma che non accennava ad arrestarsi.
    'E non hai mai pensato che potesse essere il Saiyan di cui narrano le leggende' parole che risuonavano nella mente di Paragas.
    "NO" rispose Broly "Ah ah ah ah ah".
    "Devo fare qualcosa, altrimenti si mette male. Ma cosa fare?" domandò a se stesso Paragas, e poi la soluzione fu la più ovvia. Scattò verso Broly e gli sferrò un pugno sullo stomaco. Broly cadde al suolo e rimase li steso per alcuni minuti.
    "Hai una potenza smisurata figliolo, ma devi ancora accurare la difesa" disse allo svenuto.
    Alcuni minuti dopo, Broly si svegliò e si ritrovò il padre seduto accanto a mangiare.
    "C... che cosa è successo? Perché qui è tutto distrutto?" chiese Broly.
    "Ma come? Non ricordi? Sei stato tu e se non ti avessi fermato mi avresti ucciso. Figliolo hai un potere enorme, più unico che raro, ma non sai gestirlo, non sai controllarlo" disse il padre.
    "Scusami, cercherò di non farlo più" disse tristemente.
    " 'Non farlo più', ma è questo il punto. Non voglio assolutamente che tu ti reprima, dico soltanto che devi controllarti. Usare quel potere senza perdere il controllo".
    "Ci proverò, diventerò potentissimo".
    "Questo è lo spirito giusto" concluse Paragas.


    Capitolo 6 - La trasformazione
    Broly, giorno dopo giorno, si allenava controllandosi sempre più. Aveva raggiunto un livello pari a 55.000, un livello posseduto, in passato, da pochissimi Saiyan. Paragas assisteva agli allenamenti per vedere come agisse il figlio da solo, e non se la cavava male!
    "Bravo Broly mi hai superato, lo sai?" fece Paragas.
    "Dici sul serio? Non me lo credevo" rispose.
    Giunta la sera, Broly e Paragas tornarono nella loro abitazione e cominciarono a cenare. Finito, uscirono all'aria aperta.
    "Papà, mi hai detto che siamo stati inviati su questo pianeta, ma quando ritorniamo sul nostro?" chiese Broly, cogliendo alla sprovvista Paragas.
    "Sapevo che un giorno o l'altro me l'avresti chiesto. Quando te lo dissi eri ancora piccolo e non potevi capire, ma ora ti dirò la verità. Comincerò dall'inizio" e raccontò di come il Re aveva ordinato la loro esecuzione dopo aver appreso che Broly avesse un potenziale di 10.000 e di come si furono salvati dall'esplosione.
    "Io... Io ho fatto questo?" disse Broly.
    "Sì".
    "Ma perché il pianeta Vegeta esplose?" continuò Broly.
    "Non ne ho idea" rispose.
    "Eh, ricordo che lo stesso giorno in cui nascesti tu nacque anche il figlio del mio amico Bardack, se non ricordo male si chiamava Kakaroth" disse pensieroso.
    Al pronunciare quel nome, Broly fu come se si fosse fermato a guardare la luna (che fortunatamente su Minovel non c'era) e nella sua testa apparvero diverse immagini di lui quand'era neonato. Vedeva un bambino che piangeva, e piangeva, e piangeva e se stesso come impaurito-infastidito tanto da fargli uscire una o due lacrime.
    Il ricordo, per lui traumatico, fece scattare in lui un impeto di rabbia tale da farlo scatenare, ma non distruggendo l'area circostante, bensì accrescendo il suo potere. Giunto ad un limite sembrava quasi soffrire, come se non potesse liberarsi di tutta la sua rabbia. Ma poi, tutto d'un tratto, liberò tutta la sua potenza.
    Trasportato dal vento tutto il polverone che si era creato, Broly apparve diverso, molto diverso.
    Più muscoloso, capelli azzurri luminescenti, un'Aura verde e un livello incalcolabile, in quando lo Scouter di Paragas era esploso nel tentativo di misurare il livello del figlio.
    Tenne quella forma per alcuni istanti, poi cadde a terra svenuto.


    Capitolo 7 - Cos'era successo a Broly?
    Passarono alcuni giorni prima che Broly, accudito da Paragas, si ridestasse.
    Quando si svegliò era leggermente intontito, ma per il resto era tutto a posto. Paragas era uscito dalla stanza alcuni minuti prima e al ritorno vide Broly seduto sul letto.
    "Finalmente..." cominciò il padre "...erano già tre giorni che dormivi, ne avrei abbastanza spero!"
    "Ma cosa è succusso, l'ultima cosa che ricordo è che stavamo parlando del nostro pianeta e di qualcos'altro" fece lentamente Broly.
    "Non ricordi cosa è successo? Eri cambiato, non eri più in te" disse il padre.
    "Cambiato?"
    "Sì, e di molto. I tuoi capelli erano azzuri, la tua forza incalcolabile e poi sei svenuto" spiegò Paragas, che pensava di cosa potesse trattarsi quel fenomeno, poi realizzò 'deve essere diventato il leggendario Super Saiyan, non vedo altre spiegazioni'.
    "Bene ora riposati, riprenderemo gli allenamento domani" disse Paragas, che fece per andarsene per lasciare il figlio da solo.
    "No padre, domani è tardi. Voglio allenarmi questo pomeriggio" disse Broly, che si era reso conto che era ancora mattina guardando fuori dalla finestra.
    "Daccordo" rispose Paragas che se ne andò subito dopo.
    La mattine trascorse lentamente per Broly che non riuscva a capire cosa fosse successo in lui, sapeva che qualcosa era cambiato, ma cosa? Sforzandosi di ricordare, apparve nei suoi ricordi un ragazzo simile a lui, ma che rassomigliava a quello descrittogli dal padre: capelli azzuri e una forza devastante.
    Poi tornò indietro, pensano alla discussione dopo cena.
    "Eh, ricordo che lo stesso giorno in cui nascesti tu, nacque anche il figlio del mio amico Bardak, se non ricordo male si chiamava Kak..." erano queste le parole che gli frullavano in testa, ma a chi apparteneva quel nome, anzi come finiva quel nome?
    "Kak... Kak... non ricordo più nulla" fece tra se e se.
    Paragas nel frattempo era fuori, nella foresta, a pensare la stessa cosa.
    "Ma come può essere successo?" era la domanda a cui non trovava risposta e a cui rimuginava da tre giorni.
    Stavolta però a qualcosa pensò, una probabile causa che avrebbe spiegato l'accaduto.
    "Ricordo che da neonato dormiva accanto al figlio di Bardack, Kakarot si chiamava, e piangeva sempre. A qualunque ora io andavo a trovare Broly, Kakaroth piangeva. Probabilmente è rimasto come traumatizzato da quel pianto. Ma se anche così fosse, come può ricordare ancora quel nome? Aveva ancora meno di una settimana di vita. Tutto ciò è pazzesco". Una soluzione che apriva le porte ad un nuovo enigma.
    "Deve essere stato un forte shock per ricordare ancora quel nome. Forse è meglio non nominarlo più" fece infine.
    Era arrivato il pomeriggio.
    Broly non aveva atteso il padre. Quando Paragas tornò, trovò il figlio mentre si allenava, dando calci e pugni ad altissima velocità di esecuzione.
    "Vedo che hai già cominciato!"
    "Sì, però volevo farti vedere una cosa, guarda bene" disse Broly.
    Per qualche strana ragione, Paragas immaginava già di cosa si trattasse, ma...
    'Pensavo si trasformasse, ma meglio così al momento' pensava Paragas, dopo aver compreso che il figlio voleva solo fargli vedere delle nuove tecniche di combattimento, che consistevano in precise sequenze di calci e pugni.


    Capitolo 8 - Voglia di distruggere
    Era notte fonda e Paragas non riusciva a dormire. Era poggiato sul tronco di un albero ancora scosso da ciò che era successo.
    "Come può aver fatto una cosa del genere?" pensava Paragas mentre con la mano si teneva l'occhio sinistro. "Perché?" continuava di dire. Poi si guardò la mano, c'era ancora sangue."Come hai potuto?"
    Quel giorno accadde l'impensabile, qualcosa che nemmeno nei sogni più oscuri degli abitanti del pianeta Minovel sarebbe mai potuta accadere.
    Mentre Paragas era a caccia nella foresta, il giovane Broly si era dedicato ai suoi allenamenti.
    Aveva appena finito di esercitarsi su pugni e calci e decise di superare il proprio limite aumentando la sua Aura. Le sue grida echeggiarono per centinaia di metri mentre la sua forza cresceva. Giunto al suo limite decise di andare oltre fino a quando...
    "Bip, Bip..." lo scuoter di Paragas suonò, indicando una forza di 2.950.000. "Questo è Broly!!!" esclamò.
    Ma subito dopo si rese conto che non c'era nulla di cui rallegrarsi. Infatti, dalla zona in cui venne rilevata quella forza cominciarono a sorgere mastodontiche nuvole di terra, come se ci fosse stata un'esplosione. L'espressione felice di Paragas si tramutò presto in folle preoccupazione.
    "Deve aver perso di nuovo il controllo e adesso che riesce ad essere un Super Saiyan è ancora più pericoloso" pensava.
    Giunto sul posto vide il figlio al centro di quello che sembrava un cratere. Broly notò l'arrivo del padre e con uno strano sguardo, come se fosse compiaciuto della sua opera distruttrice, fissò Paragas per un'interminabile secondo.
    "Mfh" fece Broly che, avvolto nella sua Aura dorata, spiccò il volo.
    Paragas non perse tempo e si mise sulle tracce di Broly, solo che Broly era molto più veloce del padre. Presto Paragas vide con i suoi occhi un'esplosione verde a non meno di dieci chilometri da lui e raggiunto quel punto vide distintamente Broly che osservava il proprio operato. Quando Paragas tentò di avvicinarsi, Broly si diresse in un'altra città a uno o due chilometri di distanza da dove si trovavano. Lanciata una piccola sfera verde, la città venne facilmente rasa al suolo. A questo punto Paragas afferrò Broly alle spalle.
    "Broly fermati" gridava Paragas.
    "NO!" disse una volta per tutte Broly che si scrollò il padre dalle spalle assestandogli una violenta gomitata sull'occhio sinistro.
    Paragas urlava di dolore mentre il figlio rideva sadicamente.
    Broly continuò così per ore e Paragas, sofferente, gli stava alle calcagna e ogni volta che provava a fermare il figlio, questi gli assestava violenti colpi allo stomaco e al petto.
    "Basta così Broly, ora smettila" continuava invano e solo quando Broly si ritenne soddisfatto perse i sensi e cadde. Paragas con le poche forse che aveva, riuscì comunque a prendere il figlio in volo.
    La loro abitazione era stata distrutta ma era l'ultimo dei loro problemi, quello che contava in quel momento era riposarsi. Passarono la notte nel bosco vicino all'ultima città distrutta.
    "Non posso tenergli testa a lungo, oggi ho rischiato grosso. Ma forse ho trovato la soluzione al problema".


    Capitolo 9 - La soluzione
    Quella notte Paragas non chiuse occhio, ancora troppo scosso per l'accaduto.
    "Ci deve pur essere un modo per tenerlo a bada, non può andare avanti così. Mio figlio deve essere calmato a qualsiasi costo". Continuò a pensare ad una probabile soluzione, alcune erano impossibili da realizzare, altre troppo complicate.
    "Come posso fare? Non posso tenergli testa a lungo, oggi ho rischiato grosso..." poi giunse improvvisamente un'idea "...ma forse ho trovato la soluzione al problema" disse tra se e se.
    La mattina seguente Paragas sollevò Broly che era ancora svenuto e lo portò con se. Lo mise al riparo da eventuali pericoli e si diresse in una città.
    "Ciò che cerco non è qui" si disse e si diresse in un'altra città. Appena giunto chiese informazioni alla gente.
    "Ah si è nel posto giusto..." gli rispose un abitante del luogo "...giri alla terza a destra e di fronte lo troverà".
    "La ringrazio"
    "Di nulla, si figuri"
    Seguite le indicazioni, trovò ciò che cercava.
    Era uno studio medico e un'insegna riportava il nome del dottore scritto con strani segni.
    "Cerco il dottor Nishiba" disse appena entrato.
    "Sono io!" disse una voce alla sua sinistra. Era uno strano personaggio, sembrava un polipo viola con un cappuccio "... e per l'appunto io non sono un dottore ma uno scienziato".
    "Bene voglio che mi faccia due cose per me. La prima: costruiscimi un'astronave, sono stufo di questo posto; la seconda: voglio un dispositivo mentale per tenere sotto controllo una persona. Voglio che tutto sia pronto fra un mese, altrimenti saranno guai" e mentre con la mano destra teneva lo scienziato, con la sinistra formò un piccola sfera di energia blu, dopodiché chiuse la mano formando un pugno e piccola sfera scoppiò come fosse un palloncino, ma senza il botto. "Credo di essere stato abbastanza chiaro, ci si vede".
    Non appena Paragas volò via, il povero Nashiba restò esterrefatto per molti minuti, ma poi temendo per se il peggio, cominciò e eseguire gli ordini.
    Broly riprese conoscenza tre giorni dopo. Non ricordava nulla se non urla indistinte, forse le urla delle sue vittime.
    Quel mese passò in fretta e Paragas ritornò dallo scienziato.
    Con voce leggermente tremante lo scienziato mostrò a Paragas i frutti pel suo lavoro "Andiamo per ordine..."
    "Beh devo dire che mi hai sbalordito, chi l'avrebbe mai detto" questo fu il commento di Paragas alla vista della sua astronave. Era gigantesca, aveva la forma di un uovo ed era praticamente impenetrabile.
    "E' costituita da una speciale lega che la rende resistente perciò anche se urtaste dei meteoriti non si farebbe neppure un graffio" spiegò Nashiba.
    "Bene, davvero un bel lavoro, e adesso il dispositivo..." fece Paragas.
    "Eccolo qui" disse mostrando quella che sembrava una coroncina d'oro.
    "Mi prendi in giro?!" fece Paragas con una nota di rabbia nella voce.
    "Oh non mi permetterei mai. E' uno speciale dispositivo per il controllo e il mantenimento della mente".
    "Mantenimento?" disse Paragas, che non afferrò immediatamente il significato.
    "Oh si ecco vede, quando un mese fa lei parlò di tenere sotto controllo una persona ho capito subito che era per controllare il potere di una persona".
    "Hai fatto centro, come ci sei arrivato?"
    "Mi è sembrato più che una semplice coincidenza che un uomo venisse a chiedermi un dispositivo del genere la mattina dopo che ben diciotto città sono state distrutte misteriosamente" disse.
    "Mh, perspicace" fece Paragas.
    "La ringrazio! Comunque della coroncina non se ne fa niente se lei non usa questo" e mostrò una specie di bracciale.
    "Se non l'ha notato, le faccio vedere che sia al centro di questo bracciale che al centro della coroncina c'é una gemma verde" disse lo scienziato.
    "E quindi?" fece Paragas.
    "Quando vuole controllare o mantenere il soggetto che indosserà la coroncina, tutto quello che dovrà fare è puntare la sua gemma contro quella della coroncina".
    "Molto bene..." disse Paragas che poi aggiunse "...siccome ho visto che lavori molto bene, ti propongo di lavorare per me sull'astronave e visto che oggi sono magnanimo ti permetto di portare la tua famiglia e altri scienziati per lavorare. Verrò domani per avere la risposta" e tornò da Broly.


    Capitolo 10 - Operazione Vendetta
    Il giorno dopo Paragas e Broly erano pronti per lasciare il pianeta Minovel, ma per farlo dovevano andare da Nashiba, che li attendeva.
    Una volta arrivato, Nashiba dichiarò di voler andare con Paragas e Broly.
    "Sei davvero curioso, lo sai? E pensare che la prima volta ti ho minacciato" fece sarcastico Paragas.
    "Oh non è niente, noi scienziati veniamo presi sempre di mira da qualcuno, non è la prima volta" disse Nashiba, poi continuò "Ma non è mai accaduto che qualcuno mi proponesse di viaggiare".
    "Non porti nessuno con te?" disse Paragas.
    "Sono già dentro l'astronave ad aspettarci. C'é una squadra di quindici scienziati che ha accettato di venire, mentre la mia famiglia ha preferito restare qui."
    Ultimati i preparativi, Nashiba fece decollare l'astronave e in meno di un minuto si ritrovarono già nello spazio aperto.
    "Nashiba, seguimi" fece improvvisamente Paragas.
    "Subito".
    Paragas portò lo Nashiba lontano dagli altri scienziati e da Broly.
    Mentre Paragas e Nashiba parlavano, Broly si mise a curiosare in giro facendo a volte delle domande su cosa fossero certi dispositivi.
    "Avete lavorato anche voi per realizzare questa astronave?" disse incuriosito il giovane.
    "Non sempre, Nashiba solitamente preferisce lavorare da solo, ma da un mese circa ha cominciato a richiedere sempre più, come dire, aiuto o se preferisci, delle dritte" rispose uno scienziato.
    Immediatamente dopo tornarono Paragas e Nashiba.
    "Ok, non dovrei impiegarci tanto a localizzarlo. Mh, forse è meglio che porti qualcuno con me per le ricerche".
    "Fai pure come vuoi" rispose Paragas.
    "Vado a riposare" disse Broly.
    "Va bene" fece il padre.
    Quando Broly se ne andò, Paragas chiese a Nashiba quando sarebbe stato il momento migliore per far indossare al figlio il dispositivo mentale.
    "Non c'é ne di bisogno al momento, qui non può allenarsi e di conseguenza non può sfogarsi. Direi che il momento migliore sarebbe quando atterriamo su qualche pianeta. Sì è la cosa più giusta da fare" poi aggiunse "Ora è meglio che vada a cominciare le ricerche. Con permesso!" e se ne andò.
    Dalla loro partenza per lo spazio erano già passate cinque settimane e quel giorno Nashiba si diresse da Paragas con delle novità.
    "Abbiamo localizzato un pianeta che fa al caso nostro. Secondo i nostri calcoli, tra diciotto anni dovrebbe scontrarsi con una gigantesca cometa".
    "Diciotto anni, eh? Beh la vendetta è un piatto che va servito freddo ma soprattutto lentamente. Presto avrò la mia vendetta" fece Paragas tra se e se.
    "Allora che ne dice?"
    "Dico che hai svolto un lavoro eccezionale, non avrei desiderato di meglio. Allora è deciso, dirigiamoci lì".
    "Procedo subito. Prevedo un atterraggio su quel pianeta tra non meno di sedici giorni".
    "Eccellente!" pensò Paragas.
    Durante questi sedici giorni, Paragas non pensava ad altro che non fossero i dettagli del suo piano di vendetta.
    "Signor Paragas ho gli ultimi aggiornamenti riguardanti le condizione del pianeta" disse Nashiba al tredicesimo giorno.
    "Di pure, ti ascolto"
    "Sembra che il pianeta non sia più abitato, ci sono solo città abbandonate" informò Nashiba.
    "Tanto meglio, almeno non dovremo perdere tempo con massacri e sottomissioni. Vuol dire che cercheremo la 'mano d'opera' altrove" disse Paragas con noncuranza.
    I restanti tre giorni passarono velocemente e la previsione di Nashiba si rivelò esatta, così atterrarono.
    Era un pianeta disabitato e disastrato, proprio come detto da Nashiba.
    Viste le condizione del pianeta, Paragas cominciò a spiegare le prime operazioni.
    "Questo posto é l'ideale per costruire un Palazzo Reale, esattamente in cime a quel dirupo" disse indicando il dirupo in questione.
    "Bene, adesso che sappiamo come e dove lavorare, serve solo un esercito e la schiavitù" spiegò Paragas.
    "Vede quel pianeta lassù, è il pianeta Shamo. So che è un pianeta molto popolato e gli abitanti potrebbero fare al caso nostro" disse Nashiba.
    "Già, ottima idea..." disse sorridendo Paragas "...dirigiamoci lì. Con un solo viaggio porteremo all'incirca tre forse quattro centinaia di schiavi".
    "Signore non si dimentichi il dispositivo" gli ricordò Nashiba.
    "Per il momento non c'é fretta, qui può distruggere quel che vuole" rispose semplicemente Paragas.


    Capitolo 11 - Il Pianeta degli Eserciti
    Schiavizzare la popolazione di Shamo è stato tutt’altro che complicato, Paragas e Broly impiegarono soltanto un giorno e portarono con loro più di trecento schiavi. Erano delle creature basse, di colori differenti e con un animo pacifico e l'arrivo dei conquistatori fu per loro una disgrazia inaspettata. Non venne risparmiato nessuno, a bordo dell'astronave vennero caricati anziani e bambini.
    Giunti sul pianeta destinato agli schiavi, vennero dati ordini.
    "Miserabile spazzatura ecco cosa siete voi. Da adesso lavorerete giorno e notte senza sosta e ecco cosa farete nei prossimi diciotto anni: Entro i primi due anni voglio che venga costruito un Palazzo Reale in cima a quel dirupo e poi, successivamente, voglio che facciate in modo che nel raggio di 5 chilometri sorga una foresta, una verdeggiante foresta, avete capito? Ah un'ultima cosa, godetevi questi primi giorni perché stiamo creando un esercito Reale che tra i suoi compiti avrà anche quello di sorvegliarvi costantemente. Bene adesso... Buon Lavoro! Ah ah ah ah ah!!!!!!!!" e andò da Nashiba.
    "Nashiba andiamo a cercare un esercito, fa comodo mi capisci, vero?"
    "Certo".
    "Non è che per caso conosci un pianeta in cui ci sia ciò che faccia a caso nostro?"
    "Io non saprei, posso parlarne con i miei colleghi" disse Nashiba che subito dopo si allontanò.
    'Tutto procede a gonfie vele, che meraviglia' pensava Paragas.
    Nashiba tornò da Paragas dopo circa dieci minuti e portò buone notizie. A quando pare un suo collega conosceva bene un pianeta che vende eserciti.
    "In che senso vende eserciti? E' uno scherzo?"
    "No affatto! Ma per noi non è un grosso problema, possiamo sempre prelevare quando serve a Shamo" disse Nashiba.
    "Daccordo".
    Tornarono nell'astronave e si diressero nuovamente a Shamo e obbligarono gli abitanti a consegnare loro tutto ciò che possedevano, oltre naturalmente a ripulire le loro banche.
    "Chi l'avrebbe mai detto che avrei dovuto fare il ladro un giorno?" fece ridacchiando Paragas.
    Ad ogni banca o attività a cui Paragas rubava diceva sempre "La fine della vostra economia un piccolo prezzo da pagare per farne sorgere una nuova!" e spariva.
    "Abbiamo riempito la stiva di preziosi e robe varie, credo possano bastare" disse Nashiba dopo che Paragas tornò con l'ultimo bottino.
    "Adesso partiamo alla volta di Sheken, il Pianeta degli Eserciti. Ci vorrà una settimana per arrivare lì" disse Nashiba.
    Otto giorni dopo arrivarono a destinazione.
    "Ah che iella, se non ci fosse stata quella tempesta di asteroidi saremo arrivati ieri" si lamentò uno degli scienziati.
    "Non fare così, in fondo è stato un nostro piccolo errore di calcolo e poi è stato solo un giorno, non è così grave" disse Nashiba.
    "Adesso dobbiamo raggiungere la capitale ,Rosky, che secondo il radar è a ventisette chilometri a sud sud-ovest da qui.
    "Ottimo, andiamo" comandò Paragas che fu il primo a spiccare il volo, seguito da Nashiba con il suo jet monoposto.
    Era un bel pianeta: il cielo era di color rosso e le città caotiche, dovunque erano visibili foreste con alberi le cui foglie erano blu, rosse e raramente verdi. Viste dall'alto, le foreste sembravano macchie colorate mescolate e non rare erano le volte in cui le foglie rosse di alcuni alberi si confondevano con le gialle di altri alberi, creando, per chi guardasse da lassù, un arancione stupendo. Tale mescolanza di colori creava effetti davvero unici, tanto unici che per trovare un'altro pianeta con caratteristiche simili, si doveva viaggiare per anni nello spazio alla stessa velocità massima dell'astronave di Paragas.
    "Eccoci arrivati, quella è Rosky la capitale" informò Nashiba dal suo jet.
    Dall'alto, la prima cosa che spiccava della città era un'imponete costruzione al centro della città ed era lì che gli eserciti venivano acquistati e venduti.
    Appena entrati sembrava essere un albergo con tanto di reception all'entrata.
    "Desidera" fece la donna.
    "Vorremmo acquistare un esercito" dichiarò Paragas
    "Di quante unità?" chiese la donna.
    "Quando viene a costare una unità?"
    "Ho capito è la vostra prima volta, beh un'unità è composta da cento soldati e viene a costare cento mila Danez, indipendentemente dal luogo in cui viene effettuata la consegna"
    "Come immaginavo..." disse Nashiba a Paragas "...nella stiva dell'astronave ho stimato che i preziosi valgano all'incirca ventitre milioni e mezzo di Danez".
    "Credo che abbiamo esagerato. ma non per forza dobbiamo spenderli tutti".
    "Senta è possibile pagare con dei preziosi?"
    "Naturalmente" fece la donna.
    "Allora è fatta. Faccia arrivare cinquanta unità a queste coordinate. Sono di un pianeta che si trova a una settimana di viaggio".
    "Bene, quindi sono altri dieci mila Danez per le spese di spedizione, dato che la consegna è su un'altro pianeta" aggiunse la donna.
    "Non c'é problema" disse Paragas.
    "L'esercito arriverà tra quindici giorni assieme ad un nostro collaboratore che riscuoterà la somma in denaro".
    "Allora noi possiamo anche andare, buona giornata" disse Paragas.
    Tornati all'astronave, decollarono per il loro pianeta.


    Capitolo 12 - Diciotto anni dopo
    Sono trascorsi i diciotto anni e all'impatto con la cometa manca poco più di due mesi.
    In questo lungo periodo Paragas ha ottenuto diverse informazioni da Nashiba. Una delle più incredibili gli è giunta due anni fa, quando Nashiba lo informò che due anni prima Freezer era stato sconfitto da un Saiyan e che era stato lo stesso Freezer a distruggere il pianeta Vegeta. Ma la cosa che più lo elettrizzava era la possibilità di conquistare il più bel pianeta dell'Universo, un pianeta situato nella Galassia del Nord: la Terra.
    A dir la verità non è stata una scoperta recente, Nashiba la incrociò nel suo computer dopo qualche mese dall'arrivo su Neo Vegeta, in nome che aveva dato al suo pianeta.
    Paragas e Broly, ormai adulto, sono in viaggio per lo spazio diretti rispettivamente nella Galassia dell'Est e nella Galassia del Sud, a conquistare pianeti in attesa del momento giusto per attuare il piano.
    Paragas era nella sua navicella Saiyan e ricordava il giorno in cui mise al figlio il dispositivo mentale.
    In quell'occasione, Paragas entrò nella stanza in cui riposava Broly.
    'Stai diventando pericoloso figlio mio...' pensò Paragas "...lo faccio per il tuo bene'
    Non appena l'ombra di Paragas coprì gli occhi del figlio, questi si svegliò.
    "Cosa cerchi di farmi padre?" disse con tono calmo, ma subito dopo "AHHH?" urlò.
    Fu difficile per Paragas mettere il dispositivo nella fronte di Broly ma alla fine ci riuscì e attivando il dispositivo, Broly fu calmato.
    "Adesso che siamo diretti in due galassie differenti, cosa succederà" diceva a se stesso.
    In effetti le preoccupazioni di Paragas erano fondate infatti...
    Non appena Broly posò il piede in un pianeta della Galassia del Sud, cominciò a fare strage di civili. Poi si levò in aria e si trasformo in Super Saiyan, lanciando poi colpi energetici a caso. I guerrieri di ogni pianeta non avevano neanche il tempo di rendersi conto di cosa stesse succedendo, che il loro pianeta veniva distrutto.
    Distrutte alcune centinaia di pianeti, Broly aumentò a dismisura il suo potere. Ad ogni secondo aumentava sempre più, sempre di più fino a quando... si trasformò.
    Era irriconoscibile. I suoi capelli erano tesissimi come il guscio di un riccio e di un colore giallo-verde luminescente, la sua muscolatura raddoppiò e la sua potenza era inimmaginabile. L'intera Galassia del Sud tremò e poco tempo dopo... non esisteva più la Galassia del Sud. Broly, il Leggendario Super Saiyan, aveva distrutto un'intera galassia.
    Broly e Paragas rientrarono nel loro pianeta un mese prima dall'impatto.
    "Nashiba, serve un'altro dispositivo per Broly, quello vecchio l'ha distrutto".
    "Obbedisco" rispose Nashiba.
    'Un'altra volta' pensò Paragas, ricordando quello che accadde mentre cercava di mettere il primo dispositivo a Broly.
    L'indomani il dispositivo era pronto e Paragas dovette ripetere quella stessa operazione di anni prima, solo che stavolta Broly non si era svegliato.
    "Nashiba voglio l'astronave pronta per domani mattina. A bordo voglio te e cento soldati. Destinazione: Pianeta Terra".
    "Tutto quello che dobbiamo fare è convincere il figlio del Re Vegeta a venire qui, lasceremo che la cometa faccia il resto. Finalmente dopo questi lunghissimi trent'anni avrò la mia vendetta sulla famiglia Reale, dopodiché conquisteremo la Terra! Ah ah ah ah ah!"


    Capitolo 13 - Epilogo
    Paragas stava per schiantarsi con la cometa e, prima di esalare l'ultimo respiro...
    'E' finita... per me e per l'intero Universo. Ormai neanche Kakaroth può fare nulla..." e si schiantò con violenza tale di non accorgersi di nulla.
    "Mfh, povero illuso, speravi di svignartela" disse Broly malvagiamente rivolto al padre.
    "Ah, ma allora sei ancora vivo inutile insetto" fece d'un tratto Broly vedendo Goku ancora vivo "Vedo che la lezione non ti è bastata".
    Il duro ed estenuante combattimento proseguì. Goku trasformato in Super Saiyan aveva ricevuto l'energia dai suoi amici tranne che da Vegeta, e per ciò Goku stava avendo la peggio.
    "Vegeta dammi la tua Energiaaaaaaa" urlò Goku.
    "Io non prendo ordini da Teeeeeee" rispose Vegeta a tono, ma sollevò la mano e trasferì la sua energia a Goku.
    Un'improvvisa esplosione di forza scaturì da Goku che di colpo si ritrovò più potente del suo avversario. Un rapido scambio di colpi e Goku riuscì a sferrare un potentissimo pugno allo stomaco di Broly, avendo così la meglio.
    "Kakarooooot" urlava disperatamente Broly.
    "Le nostre energie hanno vinto!" gridò Goku mentre il pianeta veniva travolto dalla cometa.
    Nello spazio, diretta verso la Terra, l'astronave di Paragas si riempì di colpo. Goku aveva vinto e prima dell'impatto portò in salvo i suoi amici e gli abitanti del pianeta Shamo, anche se il pianeta Shamo era stato distrutto da Broly durante il combattimento con Goku, Gohan e Trunks, usando il suo Teletrasporto.
    Ma c'era una cosa che Goku e gli altri non sapevano... Broly era ancora vivo.


    FINE

  3. .
    Visto, che ti dicevo?!
  4. .
    Sì Multiverse, è un Fan Manga creato da due fan Salagir e Gogeta jr.
    Ecco il link: www.dragonball-multiverse.com/it/accueil.html

    Visitalo, non te ne pentirai!
  5. .
    Grazie.
    In verità sono un grande, grandissimo Fan di Dragon Ball.
  6. .
    Salve a tutti!
    In questo topic vi propongo la mia creazione, una Fan Fiction di Dragon Ball.
    La storia viene collocata tra la fine di Dragon Ball Z e l' inizio di Dragon Ball Multiverse.

    Buona lettura!

    Dragon Ball FS

    Capitolo 1 - Molto tempo fa...
    Una trentina di navicelle Saiyan atterrò sul pianeta Mitret, un pianeta non tanto diverso dalla Terra. I Saiyan uscirono dalle navicelle, iniziando il compito per cui erano atterrati: schiavizzare la popolazione locale per conto del tiranno Freezer.
    Fu uno spettacolo tremendo, le città furono distrutte come niente fosse, mentre la folla urlava terrorizzata.
    Nel frattempo, in una zona del pianeta non ancora colpita, un Saggio incaricò il combattente più forte del pianeta a fermare l'invasione. Fu così che Reycho partì in direzione degli invasori. Reycho era incredibilmente potente e riuscì da solo a sconfiggere tutti i Saiyan. Orgoglioso del suo trionfo, prese una cintura da uno dei corpi dei Saiyan. Quello sarebbe stato il suo trofeo, un trofeo che avrebbe simboleggiato la propria superiorità.
    Stava per ritornare dal Saggio, quando questi gli chiese, telepaticamente, di riportare il corpo di un Saiyan. Eseguì l'ordine.
    Tornato dal Saggio dispose il corpo d'innanzi a lui. Il Saggio si mise in ginocchio, con una mano sulla fronte del Saiyan e una sulla sua, e chiuse gli occhi. Quando li riaprì, alcuni minuti più tardi, disse di aver visto un certo Freezer che ordinava al gruppo di Saiyan atterrato su Mitret di fare ciò che ha fatto.
    Reycho, accecato dall'ira, voleva andare a cercare Freezer e distruggerlo, ma non sapeva dove fosse. Il Saggio lo calmò e poi gli disse che in quel momento Reycho non era assolutamente in grado di sconfiggere Freezer.
    "E tu come lo sai, sono molto potente!" disse Reycho.
    "Sai perfettamente che i miei poteri mi consentono di sapere questo e altro, dopotutto sono uno dei quattro Saggi di questo mondo. Come so bene che tu sei potente, ma non abbastanza per Freezer" rispose tranquillamente il Saggio, poi riprese "ma se hai veramente intenzione di vendicarti, qualcosa sono in grado di farla io, ma dovrai attendere molto a lungo, circa cinquanta anni. E un tempo lunghissimo. Tutto dipende dalla tua scelta. Sei disposto ad allenarti per cinquant'anni?"
    "Certamente" rispose Reycho "ma in cosa consiste l'allenamento?"
    "Ho visto che hai portato una cintura con te, mi servirà per il tuo allenamento"disse il Saggio.
    "Si, ma cosa c'entra?" domando.
    "Adesso lo vedrai. Passami quella cintura" disse il Saggio.
    Reycho glie la diede, il Saggio la prese, si sedette e dispose l'oggetto davanti a sé. Recitò un rito, poi dalla terra fuoriuscì una nube nera che si addensò a mezz'aria, poi, come risucchiata, entrò nella cintura.
    "In questa cintura vi è racchiuso Abdel, in altre parole quello che tu conosci come "Dio della Forza" rivelò il Saggio "e quando combatterai, stai bene attento a non farla nemmeno incrinare o Abdel sarà liberato, seminando panico e distruzione in TUTTO l'Universo".
    "Il tuo allenamento consisterà nel saper padroneggiare alla perfezione il Talismano, ovvero la cintura, e ti assicuro che non è cosa facile considerando che l'ultimo che usò un Talismano impiegò circa sessant'anni per padroneggiarlo bene, ma penso che per te ne bastino cinquanta" spiegò il Saggio.
    Reycho, conclusa la conversazione, si alzò dicendo "Imparerò ad usarlo e quando sarò pronto, MI vendicherò DEI SAIYAN!!"

    Capitolo 2 - Il dubbio di Dende
    Sono passati cinque anni dall'ultimo Torneo di Arti Marziali, quello in cui partecipò la piccola Pan, e Goku si era stabilito nel Palazzo del Supremo per allenare il giovane Ub, la reincarnazione buona di Majin Bu.
    Un giorno, dopo uno scontro di allenamento, Goku e Ub si dirigono in sala da pranzo, dove li aspettava una tavola colma di cibo. Mentre i due discutevano furono interrotti da Popo, il quale era venuto per riferire a Goku che Dende era seriamente preoccupato in seguito ad un recente avvenimento.
    Goku si diresse da Dende, che era in piedi sul bordo della piattaforma fluttuante.
    "Cos'è successo Dende?"
    "E' appena atterrata un'astronave identica a quella di Freezer e inoltre dal suo interno scaturisce un’immane potenza" riferì Dende che era decisamente allarmato.
    "Darò un'occhiata" disse Goku. Individuò subito il luogo dell'atterraggio, circa tre miglia a nord-est dalla casa di Baba la Chiaroveggente, e, usando il Teletrasporto, vi si recò.
    Adesso era in una zona desertica e afosa, ma molto vicino al suo obiettivo. Salì in cima ad una duna e vide, ai piedi di essa, l'astronave. Guardando, Goku non credette ai suoi occhi. Dalla navicella era appena uscito VEGETA.
    "Non è possibile, ma quello è... è Vegeta!" si alzò in volo e lo raggiunse.
    "Ciao Vegeta" urlò.
    "Oh ma guarda che coincidenza" rispose Vegeta "cosa ti porta da queste parti Kakaroth?".
    "Oh niente, avevamo sentito un'Aura enorme da queste parti, ma ora che ci penso, che ci fai tu con l'astronave di Freezer?" fece incuriosito Goku.
    "Sono partito per allenarmi per lo spazio come in passato, ma ho dovuto fare un atterraggio di emergenza su uno dei pianeti di Freezer perché l'astronave si era guastata. Ho trovato questa e l'ho presa. Non credo che a Freezer serva a qualcosa ormai".
    "Già!" rispose Goku "Allora ci vediamo Vegeta" e si riteletrasportò da Dende.
    "Arrivederci" disse Vegeta.
    Tornato al Palazzo, Goku raccontò tutto, eppure Dende non era ancora convinto.
    "Ma allora, se quello era Vegeta, perché non l'abbiamo riconosciuto subito?" domando Dende. La domanda lasciò tutti riflettere a lungo. In effetti, l'avrebbero dovuto riconoscere, ma allora perché ciò non accadde?
    Infine Goku azzardò un'ipotesi: probabilmente Vegeta si era allenato così intensamente da rendersi irriconoscibile.
    Un'ipotesi, però, che non convinse nessuno, neanche Goku.
    Da quell'episodio passarono tre anni, e il mistero permaneva.
    Mancavano meno di due settimane per il nuovo Torneo di Arti Marziali e naturalmente Goku e compagni inscrissero per mettere alla prova i frutti dell'allenamento. Era un'occasione d'oro per Ub, poiché poteva far vedere agli altri come in otto anni fosse diventato potente.

    Capitolo 3 - Il 30° Torneo di Arti Marziali
    Come previsto, Goku, Vegeta, Goten, Trunks, Pan, Crili, C-18, Ub e Majin Bu si qualificarono.
    I sedici finalisti si diressero verso l'edifico dove ad attenderli c'era l'arbitro, mentre Bulma, Chichi, Videl, il Genio delle Tartarughe e Oscar si diressero verso le tribune. Gohan attendeva fuori dall'edificio per unirsi agli altri sugli spalti.
    "Buongiorno a tutti voi e benvenuti a questa nuova edizione del Torneo di Arti Marziali. Come di consueto formeremo le coppie tramite sorteggio, scriveremo il vostro numero su questa lavagna. Cominciamo. Crili!
    "Eccomi!" fece in risposta, poi pescò il suo numero.
    "Crili pesca il numero 12. Adesso Moshiba!"
    Moshiba si fece avanti, dirigendosi verso la scatola contenente i numeri. Era un uomo dalla statura normale, con corti capelli neri e arruffati, portava un abbigliamento da atleta. Prese il numero.
    "E Moshiba pesca il numero 14. Pan!"
    "Sono qui, un attimo" urlò. Disse velocemente qualcosa a Majin Bu e quest’ultimo gli rispose semplicemente "D'accordo".
    Pan, con il sorriso stampato in faccia, prese il suo numero.
    "Pan ha il numero nove. Mr. Bu!"
    Majin Bu andò a prendere il suo numero, ebbe, però un piccolo contrattempo, la sua mano era troppo grossa e non riusciva a prendere il numero dal buco nella scatola.
    "Vuole che la prenda io a posto suo Mr. Bu?" chiese l'arbitro.
    "No, non c'è bisogno" rispose.
    Majin Bu volle dare spettacolo. Mise la sua mano destra davanti al petto, stringendo il pugno. La mano cominciò a ondeggiare e a restringersi, fino ad assumere le dimensioni di una mano umana.
    Chiaramente Goku, Vegeta, Goten, Trunks, Pan, Crili, C-18, Ub non si stupirono e a quanto pare neanche l'arbitro, che probabilmente aveva visto fare cose del genere a Majin Bu, ma gli altri presenti nella stanza rimasero a bocca aperta.
    "Ho il numero 7" rivelò.
    Ora era il turno di Trunks. Prese il suo numero e disse "Mm, 10, vuol dire che sono contro..." guardò la lavagna "...PAN! Non è possibile!"
    "Così impari a non impegnarti negli allenamenti!" pensò Pan.
    "Grazie Bu, ma non truccheremo più va bene?" disse Pan a Bu.
    "Va bene".
    "Vincerà sicuramente lei" pensò Trunks "cosa dirà mio padre?".
    "Might Mask!" chiamò l'arbitro. A quanto pare Might Mask non partecipò più da quella volta che Goten e Trunks gli rubarono il travestimento.
    "Ei Goten ti ricordi di lui" chiese Trunks.
    "Come poteri dimenticare il grande Might Mask!!!"
    Might Mask prese il numero due.
    Era il turno di Dragon Man!
    Dragon Man era un uomo mascherato da drago blu e rosso. Aveva anche il mantello.
    Pescò il numero 13.
    Andò avanti con Ub che pescò il numero uno, Goku, numero 15, Goten, numero 11, Vegeta, numero quattro.
    Poi fu chiamato Bacterian jr.
    "Bacterian jr. eh? Ma dove ho già sentito questo nome? pensava Crili, poi gli venne in mente "NON SARA' MICA...?"
    Crili ricordava perfettamente il suo primo match. Era contro Bacterian, l'uomo più puzzolente che avesse mai incontrato. "Sicuramente deve aversi fatto una doccia per avere un figlio, su questo non ci piove" continuava a pensare. Il figlio era la fotocopia del padre al 21° Torneo, con la differenza che non puzzava e aveva più capelli. Indossava una canottiera blu scuro e pantaloncini neri.
    Bacterian jr. pescò il numero cinque.
    "Si faccia avanti Capitan Chicken". Capitan Chicken partecipò al 25° Torneo di Arti Marziali, era vestito, ovviamente, da pollo.
    "E Capitan Chicken ha il numero 16, quindi disputerà l'ultimo match" disse l'arbitro mentre scriveva il nome sotto il numero 16 sulla lavagna.
    "Morosaba!" chiamò.
    Morosaba era un uomo gigantesco, muscoloso e possente, indossava soltanto un paio di pantaloncini grigio scuro.
    Aveva pescato il numero tre.
    Era il turno di C-18, che aveva preso il numero otto.
    L'ultimo finalista era un certo Mantor, il cui vero nome era ignoto e si faceva chiamare così.
    Era magro ma muscoloso, con capelli biondi e lunghi fino al collo.
    Per esclusione, il suo numero era il 6.
    "Bene, le coppie sono state fatte" fece l'arbitro.
    Il primo match: Ub contro Might Mask;
    il secondo: Morosaba contro Vegeta;
    il terzo: Bacterian jr. contro Mantor;
    il quarto: Majin Bu contro C-18;
    il quinto: Pan contro Trunks;
    il sesto: Goten contro Crili;
    il settimo: Dragon Man contro Moshiba;
    l'ottavo: Goku contro Capitan Chicken.
    "Andiamo sugli spalti. Ub ci raggiungerà dopo, disputerà il primo match" disse Goku a Gohan non appena uscito dall'edificio.
    "Bene. In bocca al lupo, Ub!" disse Gohan.
    "Grazie! A dopo!" rispose.

    Capitolo 4 - Si comincia!
    "Benvenuti al 30° Torneo di Arti Marziali" urlò al microfono l'arbitro.
    L'arbitro spiegò le regole del Torneo e poi "iniziamo col primo match: Ub contro Might Mask".
    I due concorrenti salirono sul ring. "Speriamo che non escano due bambini dal costume di Might Mask!" disse ridendo l'arbitro, che ricordava benissino Goten e Trunks sbucare dal costume, tagliato in due, di Might Mask.
    "Stia tranquillo" urlò sarcastico e al tempo stesso irritato Might Mask al ricordo di quell'episodio.
    Trunks e Goten risero.
    "Eh ora... INIZIATE!" disse l'arbitro.
    I due sfidanti rimasero immobili, poi Might Mask caricò in direzione dell'avversario per sferrare un pugno. Ub lo schivò e scomparì.
    Might Mask cercava a destra e a sinistra, avanti e dietro di se fino a che "Sono qui" si sentì dire da Ub.
    Era ricomparso dietro e Might Mask si girò. Quando lo rivide, Ub gli sferò un calcio che mando fuori dal ring l'avversario.
    "Ub vince il primo match" urlò l'arbitro " ed ora è il turno di Morosaba contro Vegeta!"
    "Un lottatore come me contro una mezza calzetta" ringhiò Morosaba non appena salito sul ring.
    "Mhf" si limitò a fare Vegeta.
    "INZIATE!"
    Morosaba caricò verso Vegeta, che non si mosse. Quando Morosaba fu vicino a Vegeta, questi sferra un pugno nello stomaco dell'avversario, il quale cadde a terra, privo di sensi.
    Vegeta fu proclamato vincitore e, successivamente, furono chiamati Bacterian jr. e Mantor.
    I due cominciarono a combattere, Mantor sferrava pugni e Bacterian jr li parava e viceversa. Poi Bacterian jr. afferrò il piccolo (per lui) Mantor con l'intenzione di... "Posarti sull'erba fresca" disse Bacterian jr, ma...
    Mantor si liberò sferrò un ventina di velocissimi pugni all'avversario, che cadde fuori dal ring. Il tutto in una frazione di secondo, velocità impossibile da raggiungere per un umano.
    A Goku parse di aver percepito in Mantor la stessa Aura che percepì tre anni prima dal Palazzo del Supremo.
    "No. Non può essere, quello era Vegeta" pensò.
    Crili notò che Goku era turbato "Cos'hai Goku?" domandò.
    Goku spiegò tutto ciò che accadde tre anni prima, ma quando disse "...era Vegeta che si era allenato nello spazio..." Vegeta lo interruppe.
    "Non sono mai partito per lo spazio a fare chissaché" rivelò Vegeta.
    "Eppure tu eri lì, ti ho visto, ti ho parlato" ma poi lentamente disse "ma se quello non eri tu Vegeta, e quel Mantor ha la sua stessa Aura significa che è lo stesso individuo".
    Discutendo, non si accorsero che lo scontro tra Majin Bu e C-18 era già cominciato.
    Videro C-18 che attaccava non riuscendo, però, a colpire Majin Bu. C-18 scagliò una raffica di onde energetiche che non sortirono l'effetto desiderato, poiché Majin Bu era illeso.
    C-18 si scagliò contro Majin Bu tenendo tra le mani due sfere energetiche. Majin Bu inspirò trattenendo l'aria e quando fu colpito rimase ancora illeso, quindi passò al contrattacco. Con un pugno la lanciò in aria poi gli comparve alle spalle, dandogli un'altro pugno. C-18 cadde fuori dal ring.
    "Il quinto match vede Pan contro Trunks" annunciò l'arbitro.
    I due sfidanti salirono sul ring, posizionandosi, infine, uno di fronte all'altra.
    "COMINCIATE!!".
    Non appena fu dato il via, entrambi cominciarono a combattere e, man mano, salire in cielo. Dai semplici pugni e calci, si passò ai colpi energetici. Il match continuò così per un bel pò, poi Trunks scaraventò Pan sul ring mentre lui rimase in aria aspettando che Pan si rialzasse. Trunks scagliò sull'avversaria un Attacco Bruciante, che contrastò con una Kamehameha. Ognuno cercava di avere la meglio sull'avversario, ma, per Trunks, ci fu un imprevisto.
    La potenza della Kamehameha di Pan aumentò improvvisamente, scagliando tutta l'energia su Trunks, che riuscì ad evitare il colpo.
    Poi...
    "Non ci posso credere, Trunks e appena uscito dal ring!" urlò sbalordito l'arbitro.
    "Vince Pan per abbandono dell'avversario".
    Pan volò insieme a Trunks verso il resto del gruppo.
    Mentre volarono verso le tribune Trunks domandò come avesse fatto Pan ad aumentare improvvisamente la sua potenza.
    "Non so, so solo che è successo, forse stavo per trasformarmi in Super Saiyan o forse è stato perché temevo di essere colpita in pieno dal tuo attacco" disse Pan
    Dovettero dare spiegazioni agli altri.
    "Durante tutti questi anni io e Goten abbiamo allenato Pan" raccontò Trunks.
    "Sì, ma che c'entra col fatto che ti sei arreso?"domandò Goku.
    "Io e pan scommettemmo su quest’incontro. Nel caso ci saremmo dovuti sfidare, se lei fosse riuscita a resistere e a difendersi da tutti i miei attacchi, io mi sarei arreso" confessò.
    "Scommessa al quando strana, ma va bene! Adesso vado a prepararmi tra poco tocca a me salire sul ring" disse Goku.
    "Ma perché dovete inscrivervi sempre tu e Vegeta a questo Torneo? Per colpa vostra non vinco mai niente!!" disse sarcasticamente Crili.
    "Forse se ti allenassi di più, qualcosina la vinceremmo" rimproverò altrettanto sarcastica C-18.
    Tutti risero, anche Crili che non sapeva cosa rispondere alla moglie.
    "Comunque vado, adesso tocca a me" disse Crili "andiamo Goten".
    I due scesero dalle tribune e si diressero sul ring.
    "Cominciate" urlò l'arbitro.
    Si scontrarono a mezz'aria, dando spettacolo. Era un bel match. Crili lanciò una Kamehameha, che Goten schivò. Schivato l'attacco, ne generò anch'egli una, che andò a segno. Crili non era riuscito a shivare la Kamehameha di Goten, rimando steso a terra. L'arbitro cominciò a contare, ma arrivato a "7", Crili si rialzò.
    "Sempre in gamba il mio amico" pensò Goku.
    "Mi arrendo!" disse Crili, tra lo stupore generale "ormai non ho più l'età per certe cose". Dicendo ciò scese dal ring.
    "Goten vince per resa dell'avversario. Devo dirlo, non mi era mai capitato di vedere due rese in un solo torneo"
    confessò l'arbitrò.
    "Adesso chiamiamo sul ring Dragon Man e Moshiba" annunciò.
    Ma venne solo Moshiba.
    "Dov' è Dragon Man?" fece.
    Un uomo corse dall'arbitro, riferendogli qualcosa.
    "Mi è stato appena riferito che Dragon Man e Capitan Chicken si sono ritirati, quindi Moshiba e Goku passano automaticamente ai quarti di finale di domani" annunciò l'arbitrò. "Buona giornata a tutti e a domani".

    Capitolo 5 - I Quarti di Finale
    Andarono tutti in albergo a passare la notte.
    Il mattino arrivò presto e i concorrenti si sentivano pronti.
    "Buon giorno a tutti e bentornati al Torneo di Arti Marziali!" salutò l'arbitro, dopo che i concorrenti si prepararono.
    I match dei quarti di finale vedevano scontrarsi:
    Ub contro Vegeta;
    Mantor contro Majin Bu;
    Pan contro Goten;
    Moshiba contro Goku.
    "Chiamiamo i primi due concorrenti: Ub e Vegeta".
    I due salirono e fu dato il via.
    Inizialmente combatterono alla pari. Ub lanciò una sfera energetica dalle notevoli dimensioni. Per contrastarla, Vegeta dovette usare il Garlick Gun, mandandola in cielo.
    Continuarono un altro pò così, tra scontri aerei e contrasti energetici.
    "Ho visto abbastanza"pensò Vegeta, e scomparve.
    Ricomparì davanti a Ub, dandogli un pugno sullo stomaco. Il ragazzo cadde a terra e l'arbitro cominciò a contare.
    "sette...otto...nove... si è rialzato signore e signori".
    "Sono un osso duro, ma adesso è si fa sul serio"disse Ub.
    "Kaio-Ken Doppio".
    L'Aura di Ub raddoppiò e divenne rossa.
    "Ora ci divertiremo" disse Vegeta.
    Lo scontro fu molto più accanito. Velocissimamente, Ub scaraventò Vegeta in alto e lo colpì con un potente Kamehameha.
    Vegeta si trasformò in Super Saiyan di primo livello, mentre Ub raggiunse il quarto livello del Kaio-Ken.
    Nonostante Ub abbia aumentato il suo potenziale, Vegeta trasformato era sicuramente superiore.
    "Preparati Ub, faremo un ultimo scontro" disse Vegeta.
    Vegeta, in alto, lanciò una debole Kamekameha, mentre Ub rispose con la sua più potente Kamehameha.
    Non appena le due onde si scontrarono, Vegeta scomparve e riapparve a fianco di Ub, dandogli un calcio che lo mandò fuori dal ring.
    "Vegeta vince il match"annunciò l'arbitro.
    "Dopo quest’incredibile match, chiamiamo sul ring Mantor e Mr. Bu".
    Non appena salirono sul ring, il pubblico urlava "Mr. Bu, Mr. Bu, Mr. Bu, Mr. Bu".
    Per la gente Majin Bu era il più potente fra i discepoli dell'eroico Mr. Satan.
    Goku e gli altri guardarono lo scontro molto attentamente.
    "Combattete!" urlò l'arbitro.
    Fu l'incontro più rapido e misterioso dei tutti i Tornei, infatti, non appena fu dato il via, Mantor scattò versò Bu caricando un pugno che mando fuori dal ring l'avversario, il tutto in modo talmente veloce che né Bu, né altri videro cosa accadde.
    "Mr. Bu è stato sconfitto" disse stupefatto l'arbitro. "Mantor vince l'incontro".
    "Non possiamo parlagli, sarebbe pericoloso al momento, quello è di sicuro un nostro nemico" disse Goku.
    "Lo sconfiggerò io quel buffone" fece Vegeta.
    "D’accordo Vegeta, ma se le cose dovessero degenerare, interverremo tutti".
    "Signore e signori non mi era mai successo di dover annunciare due match in meno di cinque minuti" dichiarò l'arbitro "ma adesso facciamo entrare Goten e Pan".
    Salirono e, quando fu dato il via, Pan e Goten erano scomparsi.
    Goku e gli altri vedevano perfettamente, Goten e Pan stavano combattendo a super velocità. Si sentiva solo il rumore dei colpi sferrati, poi ricomparvero. Goten aveva colpito Pan, che stava ora cadendo fuori dal ring. Ma si fermò a mezz'aria, ritornando dallo zio.
    "Che ne dici di fare sul serio, ora!" disse Pan.
    "D'accordo".
    Aumentarono le loro Aure, Goten non si trasformò.
    Ora combatterono, sempre a mezz'aria, ma visibili al pubblico.
    Goten scomparve e riapparve al fianco di Pan sferrando un calcio. Pan lo parò, contrattaccando con una serie di pugni e calci, in parte parati.
    Pan si alzò in alto, molto in alto, fino a non rendersi più visibile da terra.
    "Ricordo questa tecnica, Goten l'ha usata contro di me quando eravamo bambini" disse Trunks.
    Pan, da lassù, sfrecciò in direzione dello zio.
    "Pan, questa era una delle mie tecniche, so come evitarla" pensò Goten.
    Stava per arrivare e sferrò un pugno. Goten lo schivò. Toccato terra, Pan si spinse contro Goten con l'intendo di colpirlo con la testa, ma anche questa volta Goten schivò l'attacco e contrattaccò, ma Pan era scomparsa. Era dietro Goten. Gli diede un calcio che lo mandò sul bordo del ring.
    Goten si rialzò.
    "Brava me l'hai fatta! Questa tecnica era mia, chi te la insegnata?"
    "Veramente l'ho appena sperimentata".
    Ripresero a combattere, poi Pan atterrò sul ring.
    "KA...ME...HA...ME...HAAA!"
    "Non mi prenderai" disse Goten, poi, a super velocità, si diresse da Pan, colpendola.
    "Goten vince il match" fece l'arbitro.
    Goten andò dalla nipotina. "Hai combattuto benissimo, brava Pan".
    "Però non è abbastanza, voglio diventare una Super Saiyan" disse.
    "Un giorno lo diventerai, stai tranquilla".
    "Adesso chiamiamo gli ultimi due sfidanti: Moshiba e Goku".
    "Certo che Goku è proprio sfortunato, fino ad ora non ha avuto un match decente" fece Crili.
    Goku e Moshiba salirono sul ring.
    Moshiba era un abile lottatore, tanto da essere considerato uno dei lottatori più forti del mondo.
    "Iniziate".
    A Gohan e agli altri questo match ricordò il "leggendario" scontro tra Mr. Satan e Cell, infatti, Moshiba attaccava continuamente Goku, che rimaneva immobile. Goku si abbassò leggermente e colpì piano l'avversario, che però cadde a terra, svenuto.
    "...9...10! Moshiba non si è rialzato, la vittoria va a Goku" annunciò l'arbitro, che continuò dicendo "Si è così concluso la seconda giornata del Torneo di Arti Marziali. Proseguiremo domani con le Semifinali. Buona giornata a tutti".
    Ritornarono tutti in albergo.
    "Torno subito" disse Goku agli altri, e si teletrasportò.
    "Ma dov'è va quest'ora" urlò Chichi.
    Ora Goku i trovava nel pianeta del Gran Maestro Re Kaio. Appena arrivato, incontrò Pai Ku Han.
    "Oh ciao, tutto bene?" gli chiese.
    "Non mi posso lamentare, ma cosa fai da queste parti?".
    "Sto cercando Re Kaio del Nord".
    "Seguimi, è da questa parte".
    Pai Ku Han accompagnò Goku da Re Kaio, che era con Bubble nei giardini dietro al Palazzo.
    "Salve Re Kaio!" salutò Goku.
    "Oh, che inaspettata sorpresa! Chi ti ci porta da queste parti?".
    "Re Kaio credo che una minaccia incomba sulla Terra, credevo che lei potesse darmi spiegazioni" disse Goku.
    "Una minaccia hai detto? Darò un'occhiata" fece Re Kaio, che rizzò le antenne.
    "Oh, non è cosa da poco. Ora si trova nei pressi del Torneo di Arti Marziali, nei panni di un certo Mantor".
    "Lo sapevo, c'era qualcosa di strano in quell'individuo. E' riuscito a battere perfino Majin Bu in meno di un secondo" disse Goku.
    "Fatto!" fece infine Re Kaio.
    "Goku, in questo 'Mantor' risiede una potenza non naturale, come fosse di origine divina".
    "Che intende dire?".
    "Ecco, ci sono popoli nello spazio che adoperano la magia, prendi i Namecciani per esempio che sono riusciti a creare le Sfere del Drago. Può darsi che questo 'Mantor' provenga da uno di questi popoli, ed è riuscito ad avere questa forza 'divina' ". spiegò Re Kaio.
    "Ma allora cosa possiamo fare? Domani dovrà battersi Vegeta contro Mantor" fece Goku.
    "Non so cosa dirti Goku, in migliaia di anni non avevo mai visto nulla del genere" disse Re Kaio "puoi provare a rivolgerti ai Kaioshin".
    "La ringrazio Re Kaio, a presto" disse Goku e si teletrasportò sul pianeta dei Kaioshin.
    "DICO AVETE DORMITO IN QUESTI ULTIMI TRE ANNI? NON VI SIETE ACCORTI DELLA MINACCIA CHE INCOMBE SULLA TERRA?" con queste parole di rimprovero, Kaioshin il Sommo accolse Goku.
    "A dire il vero sono app..."
    "So che sei stato da Re Kaio del Nord, ho ascoltato la discussione, e ha fatto centro" disse, calmandosi, Kaioshin il Sommo "ma posso dirti di più".
    "La ascolto".
    Raccontò una lunga storia riguardante un certo pianeta Mitret.
    Raccontò di come era simile alla Terra, di come la vita trascorreva serena e che un giorno delle navicelle Saiyan atterrarono sul pianeta per conquistarlo su ordine di Freezer.
    "Sono sicuro che quel 'Mantor' venga da Mitret e che sia venuto per vendicare il suo popolo e, come ti ha già riferito il Re Kaio del Nord, la sua forza è di origine divina" concluse Kaioshin il Sommo.
    "Ma come può essere divina? Cosa significa?" domandò Goku.
    "Non ne sono del tutto sicuro, ma molto probabilmente su Mitret ci devono essere degli individui in grado di risvegliare forze mistiche che aumentino a dismisura il potenziale di un combattente" spiegò.
    "Molto bene. La ringrazio Kaioshin, ma adesso devo andare. Arrivederci!" salutò Goku, che ritornò in albergo.
    Raccontò tutto ciò che aveva appreso su Mantor agli altri.
    "Riguardo a te, Vegeta, non sottovalutarlo" disse infine.

    Capitolo 6 - Un temibile avversario
    Rimarginarono tutti, ognuno per conto suo, sulla scoperta appena fatta.
    Si trovavano tutti nel grande salone dell'albergo a discutere.
    "Dovete combattere insieme" disse infine Chichi.
    "Ed è quello che faremo" concluse Goku.
    Andarono tutti a dormire, anche se a malapena ci riuscirono.
    Arrivò il mattino.
    "Buongiorno a tutti e bentornati al 30° Torneo di Arti Marziali, oggi si disputeranno le Semifinali" fece l'arbitro.
    "Il primo match vedrà scontrarsi Vegeta contro Mantor" annunciò.
    I due concorrenti si diressero lentamente verso il ring. Mantor osservava con sguardo minaccioso il suo avversario.
    "Iniziate a combattere!!!" urlò l'arbitro.
    Vegeta cominciò subito ad attaccare vedendo, però, tutti i suoi colpi andare a vuoto.
    "E tutto qui, Saiyan? Mi deludi" fece Mantor sottovoce all'orecchio di Vegeta.
    "Ma come..." fece Vegeta preso dall'incredulità.
    "Questo è un attacco" disse Mantor e sferrò un pugno allo stomaco Vegeta, che cadde in ginocchio.
    "Vegeta è stato atterrato, comincio a contare" disse l'arbitro.
    "Uno, Due..." e poi "Sei, Sett... oh, Vegeta si è rialzato!!! Lo scontro continua!!!" urlò.
    "Non male, ma ci vuole ben altro per vincermi" fece Vegeta che, dopodiché, si trasformò in Super Saiyan di Secondo Livello.
    "Tu dici?" fece in risposta Mantor con un ghigno.
    Ripresero a combattere, scomparendo dalla vista di tutti. Soltanto Goku riusciva a seguirli con gli occhi.
    "Che velocità! Non riesco a vederli" faceva Crili.
    "Non sei l'unico" rispose Piccolo.
    "Piccolo! Che ci fai qui?" fece Crili sorpreso di vedere l'amico.
    "Sono qui perché sento una grande minaccia che, al momento, combatte contro Vegeta" disse Piccolo.
    "Così lo sai anche tu" disse Crili.
    "Si" rispose semplicemente.
    "Oh sei arrivato!" fece Goku a Piccolo.
    "Ciao Goku".
    Nel frattempo la lotta fra Vegeta e Mantor infuriava.
    Mantor sbatteva Vegeta di qua e di la, tenendolo per un braccio.
    Vegeta di divincolò e diede all'avversario un potente pugno che lo scaraventò a qualche metro di distanza. Ora Mantor era disteso a terra ma si rialzò subito.
    "Adesso mi divertirò a vederti morire, Saiyan" disse.
    Lottarono a terra.
    Entrambi sferravano, paravano, schivavano i colpi dell'avversario. Alla fine il colpo decisivo lo diede Mantor, lanciando Vegeta quasi fuori dal ring.
    Vegeta si rialzò e torno alla carica.
    "Adesso passiamo alle maniere forti" si disse.
    Scaraventò in aria Mantor con un calcio, che, ripresosi dal colpo, vi rimase.
    Vegeta caricò un Garlick Gun.
    "Hm, fai pure, io non mi scanserò" fece Mantor.
    Vegeta lanciò il colpo che prese in pieno l'avversario.
    Scomparsa l'accecante luce viola e il gran polverone innalzatosi, tutti videro Mantor praticamente illeso.
    "No. Non è possibile" fece Vegeta colto dallo stupore.
    "Bene, possiamo andare avanti" disse tranquillamente Mantor.
    Così come fece con Majin Bu, Mantor si spostò talmente veloce che nemmeno Goku lo vide. Quando riapparve, lo videro che aveva colpito Vegeta con un pugno allo stomaco, facendo cadere in ginocchio.
    "VENITE FUORI SAIYAN, SE AVETE IL CORAGGIO" urlò Mantor.
    "Restate dove siete. L'ora è finalmente giunta" disse Goku e si teletrasportò.
    Ricomparve alle spalle dell'arbitro.
    "Annunci che per il momento il Torneo è sospeso, ci sarà una grande battaglia e potrebbero rimanere coinvolti molti spettatori" spiegò Goku.
    "Cosa? E perché?" fece incredulo l'arbitro.
    "Non c'è tempo. Lo faccia e basta" disse Goku.
    "Non si può dire una cosa del genere in questo modo. Farò suonare l'allarme".
    Detto ciò, l'arbitro corse dentro lo stabilimento dopo un pò suonò l'allarme per far evacuare lo stadio.
    Ci fu un fuggi fuggi generale e a breve nello stadio non rimase più nessuno, tranne i Guerrieri Z.
    Gohan, Pan, Ub, Trunks, Goten, che erano sugli spalti, di diressero sul ring, mentre Crili e C-18, capendo che il nemico era fuori dalla loro portata, si allontanarono.
    "Oh, è arrivata la cavalleria!" fece Mantor.
    "Vi avevo detto di rimanere dove eravate" disse Goku.
    "Non resteremo con le mani in mano" fece Gohan.
    "Dicci cosa vuoi" disse Gohan a Mantor, interrompendo il discorso degli altri.
    "Cosa voglio? VENDETTA! LA MORTE DI TUTTI I SAIYAN!".
    E detto ciò Mantor scomparì. Al suo posto era comparsa una strana creatura, che doveva essere l'alieno di Mitret.
    Alto, muscoloso, rosso e giallo e con un paio di corna. Se qualcuno, a casa, avesse chiesto ai Guerrieri Z com'era fatto quell'alieno, avrebbero risposto che assomigliava a Hatchyach, senza placche e leggermente più basso, con un paio di corna in testa sul modello di Freezer secondo stadio. Indossava una tuta da combattimento Saiyan dello stesso colore che, a suo tempo, indossava Radish.
    "Vendetta, vendetta, vendetta. C'ho fatto l'abitudine!" fece sarcastico Vegeta.
    L'alieno non si accorse al sarcasmo di Vegeta e disse: " Mi presento ai miei quasi defunti avversari, sono Reycho di Mitret".
    "Quasi defunti dici? Lo vedremo" disse Goku, sorridendo.
    "Sono stufo delle chiacchiere!" disse Vegeta che, subito dopo, incrementò la sua Aura a si lanciò all’attacco.
    A Reycho bastò un semplice movimento laterale per schivare il pugno di Vegeta.
    Vegeta continuò con una serie di colpi velocissimi e potenti, ma nessuno di essi andò a segno.
    "Sparisci!" gridò Reycho, che, come se stesse scacciando una mosca, scaraventò Vegeta sui suoi compagni.
    "Pan, questo non è posto per te. Torna a casa" disse Gohan.
    "Posso essere d'aiuto, fammi restare" rispose la ragazzina.
    "No, Pan. Ti ho detto torna a casa" disse Gohan, stavolta più severamente.
    Pan volò via, in direzione di casa, quando apparve davanti a lei Reycho.
    "Tu resti. Sei una SAIYAN e dovrai morire" e detto ciò la colpì facendola schiantare sul suolo.
    Questo dette il via al combattimento.
    Goku si trasformò in Super Saiyan di Secondo livello, Vegeta aumentò la sua potenza e Gohan incrementò la sua Aura richiamando i poteri assopiti "sbloccati" da Kaioshin il Sommo.
    I tre si diressero su Reycho attaccandolo su tutti i fronti. Nonostante ciò, Reycho si difendeva bene. Si liberò dei tre Saiyan semplicemente espandendo la propria Aura.
    ' Bene. Si preannuncia uno scontro interessante' pensava Goku.
    Ritornarono all'attacco, ma prima di raggiungere Reycho, tre colpi energetici colpirono il nemico.
    Da terra, i tre Saiyan, videro Ub, Trunks e Goten, in posizione di chi ha lanciato un'Kamekameha.
    Dopodiché partirono all'attacco e, insieme a Goku, Vegeta e Gohan, affrontarono il nemico.
    Reycho passo al contrattacco. Colpì violentemente tutti i Saiyan, che finirono a qualche metro di distanza.
    "Preparatevi, perché è giunta la vostra ora" urlò Reycho. Alzò la mano destra fin sopra la testa col palmo aperto e con la mano sinistra teneva l'avambraccio destro. Si formò una piccola ,ma concentratissima, palla energetica rossa.
    Nel frattempo, Goku, Ub, Gohan e Goten caricavano un' Kamekameha e Vegeta e Trunks un Lampo Finale, tecnica che Trunks ha appreso grazie agli allenamenti con suo padre.
    "DISTRUTTORE via!" urlò Reycho che scagliò il suo colpo.
    Dall'altro schieramento partirono i colpi dei Guerrieri Z.
    I due colpi si scontrarono a mezz'aria e la potenza sprigionata fu immane, tant'è che l'area circostante venne stravolta.
    Quello che era stato lo stadio del Torneo di Arti Marziali, diventò un' area ricoperta da macerie, non un palazzo si ergeva nel raggio di un miglio.
    Lo sforzo di entrambe le parti era sovrumano, nessuno sovrastava nessuno.
    "Ub, il Kaio-Ken" urlò Goku.
    Ma si accorse che Ub era già nello stato di Kaio-Ken x5 e non osava andare oltre, poiché quella tecnica l'aveva appresa da poco e non conosceva a fondo i rischi.
    ' E' arrivato il momento di rispolverare qualche vecchia tecnica ' pensò Goku.
    "KAIO - KEN... QUADRUPLO!" urlò.
    La già elevatissima potenza di Goku quadruplicò, fatto che decise le sorti dello scontro.
    L' enorme massa energetica fu rivolta verso Reycho, polverizzandolo.
    Di Reycho non era rimasta traccia e tutti i Super Saiyan diventarono normali.
    "Bene, è finita" disse Gohan.
    Un' attimo dopo, arrivò Piccolo che era andato a prendere dei Senzu.
    "Grazie Piccolo" dissero uno alla volta, man mano che venivano curati.
    Pochi secondi dopo si ristabilirono tutti.

    Capitolo 7: Imprevisto
    Mentre i Guerrieri Z si accingevano a ripartire, Gohan cadde a terra come se qualcuno lo avesse colpito.
    Tutti si voltarono all' istante e videro Gohan steso a terra.
    "GOHAN" urlò Goku.
    "Non è morto. Per ora!" disse una voce.
    I Guerrieri Z guardavano da tutte le parti, ma nessuno si mostrò.
    D' un tratto, nell'aria, echeggiò una risata, la cui voce era ben nota.
    "Non può essere!" disse Vegeta.
    "Oh si invece, mio caro principino! Ah ah ah ah!" rispose la voce.
    Alla fine della risata malvagia apparve Reycho, tranquillo, come se nulla non fosse mai accaduto.
    "Ti abbiamo visto morire, come fai ad essere ancora qui?" chiese Ub, che intendeva andare direttamente al nocciolo della questione.
    "Visto morire? E' difficile parlare di 'vedere' ..." e mentre parlava scomparve dissolvendosi, riapparendo alle loro spalle "... quando si ha a che fare con me" concluse.
    "Sappiamo che la tua potenza è di origine divina, ci siamo illusi di poterti battere così facilmente, ma ora le cose sono cambiate" fece Goku.
    "Potenza divina? Oh, hai fatto centro. Grazie a questa potenza ho molti poteri che tu non immagineresti mai, e ve ne ho appena mostrato uno, l'Illusione" rivelò Reycho.
    'Ma certo...' pensava Goku '... tutto ora si spiega. L'incontro con Vegeta nel deserto non era altro che un'illusione creata da Reycho, così come Mantor'.
    "Vedo che ragioni adesso. Sì, tre anni fa parlasti con me nel deserto, credendo di parlare con Vegeta" disse Reycho intuendo ciò che stava pensando Goku.
    Rimasero tutti sbalorditi dalla rivelazione e, Vegeta, più di tutti, poiché l'alieno si era servito della sua immagine per i propri scopi, cosa che il saiyan non tollerò.
    Lo scontro precedente e il successivo ristabilimento, fecero si che la potenza di Goku, Vegeta, Goten e Trunks aumentasse. Ripresero lo scontro a mezz'aria e, seppur migliorati, Goten e Trunks vennero subito surclassati e scaraventati al suolo, decidendo, seppur con rammarico, di non reintervenire.
    Qualche minuto più tardi, mentre infuriava la battaglia, Gohan si riprese.
    "Cosa mi è succ... Reycho?" fece stupefatto alla vista del nemico.
    "Gohan! Finalmente" urlarono Trunks e Goten, venendogli incontro.
    Non volle spiegazioni, decise di intervenire immediatamente.
    Naturalmente anche lui aumentò la sua potenza.
    Goku e Vegeta, trasformati in Super Saiyan di Secondo livello, erano alle prese con Reycho, che gli teneva testa.
    Con l'intervento di Gohan, Reycho fu messo alle strette, tant'é che fu costretto ad allontanarsi.
    "Che fai scappi?" urlò con tono di sfida Vegeta.
    Vedendo che tutto era vano, Goku aumentò la sua Aura a tal punto da trasformarsi, raggiungendo il Terzo stadio del Super Saiyan.
    "Finora abbiamo solo giocato, a noi due Reycho" fece fermamente Goku.
    Ripresero a combattere, soltanto loro due.
    Goku aveva raggiunto, se non superato, la potenza dell'avversario. Con un impeto di velocità, Goku sferrò una serie di colpi potentissimi sull'avversario e, infine, con un calcio, lo scaraventò, sempre a mezz'aria, a circa venti metri di distanza.
    Da lì, Reycho, si diresse a tutta velocità su Goku, che rimaneva immobile, con pronto un poderoso pugno in serbo per il Saiyan. All'impatto, anche Goku sferrò un pugno. I due colpi si scontrarono e l'impatto fra di essi generò una potente onda d'urto, spazzando via tutte le macerie che vi erano attorno al campo di battaglia. Dallo scontro ne uscì vincitore Goku. Reycho cadeva al suolo e Goku con una potente Kamekameha lo schiacciò a terra.
    Rimase steso, senza dare segni di vita, e non scomparve, ciò dimostrò che stavolta non era un'illusione.
    "Strano, con tutti quei poteri che aveva, sembra strano che tutto sia passato" fece Gohan, sospettoso.
    "Già" fece in risposta il padre.
    Improvvisamente il cielo si oscurò, come succede quando si evoca il Drago Shenron, e dei fulmini caddero sul corpo di Reycho. La cintura che indossava Reycho venne colpita da almeno cinque fulmini e da essa ne uscì una densa nube nera che si ammassò a mezz'aria.
    Ne fuoriuscì una figura umanoide completamente nera. Assomigliava ad un essere umano comune, calvo e altro almeno tre metri.
    "Goku! Goku mi senti" fece una voce nella testa di Goku.
    "La sento Re Kaio, l'ascolto".
    "Quella dev'essere la divinità che era imprigionata in Reycho, quando era vivo" disse Re Kaio.
    "Il Talismano è stato infranto, mai sciagura tanto gravosa era avvenuta" disse l'Essere, con la sua voce forte e profonda.

    Capitolo 8: La Vittoria
    La divinità, Abdel (che nella lingua di Mitret significa "Dio della Forza"), osservò il gruppetto di Saiyan e poi si voltò e si innalzò in aria.
    "Sarà morte per colui chi mi si opporrà, Saiyan" disse Abdel.
    "Non contarci" fece Vegeta, tra se e se.
    "Calmati Vegeta, non sappiamo come affrontarlo, è immortale..." disse Goku, che poi, riflettendoci su, fece "... tranne che non venga intrappolato in qualcosa" concluse.
    "Ti riferisci al Mafuba usato contro me e mio padre" disse Piccolo, che aveva raggiunto Goku dopo aver ascoltato cosa disse.
    "Qualcosa del genere!" rispose.
    Nel frattempo Abdel saliva e saliva su nel cielo.
    "Oh no, vuole distruggere la Terra!" esclamò Gohan.
    "Piccolo, devi usare il Mafuba su Abdel non appena scaglierà il colpo, noi cercheremo di contrastarlo il più a lungo possibile" spiegò Goku.
    Allora Piccolo fece apparire, così come fece apparire la clessidra ai tempi di Majin Bu, un piccolo thermos per intrappolare Abdel.
    "Sembra di ritornare indietro nel tempo, eh Piccolo" fece Goku ripensando ad Al Satan e a quel Torneo di molti anni prima.
    In quel momento, Abdel si rivoltò osservando prima il gruppetto sotto di lui e poi verso l'orizzonte. Poi parlò e le sue parole vennero udite in tutto il pianeta.
    "Abitanti di questo corpo celeste, giunta è la vostra ora. Io, Abdel, cancellerò questo pianeta dall'Esistenza".
    Poi continuò a parlare, ma stavolta a sentirlo era saltano "quel gruppetto sotto di lui".
    "Ma prima mi occuperò di voi. Voi, causa del mio risveglio, Voi, causa della strage su Mitret, Voi, Saiyan" disse colmo di disprezzo.
    Nel frattempo nelle città gli abitanti erano nel caos, ma ovunque andassero, erano consapevoli di non poter fuggire alla distruzione del pianeta.
    Incidenti d'auto, mortali e non, gente disperata, che correva all'impazzata e bambini che piangevano.
    Abdel, con poche parole, aveva sconvolto l'umanità.
    In quel momento tutti i Guerrieri Z, tranne Piccolo, si riunirono per lo sforzo finale. Abdel intendeva disfarsi dei Saiyan rapidamente, quindi generò una potente sfera energetica di piccole dimensioni.
    "Che grazie ad essa..." disse Abdel, riferendosi alla sfera "...possiate avere una morte angosciosa. Poiché essa vi annienterà lentamente, come fossero fiamme infernali a rodervi".
    "Mi spiace, ci sono già stato all'Inferno" fece Vegeta, che, per primo, scagliò il suo Final Flash. La risposta avversaria era prevedibile, Abdel lanciò la sfera, che si scontrò con l'attacco di Vegeta. Subito dopo intervennero Goku, Gohan e Ub, che, dall'avvento di Abdel, si sentiva incapace di essere d'aiuto. Ma poi si disse 'Se davvero dovrò morire, morirò combattendo'.
    Quattro onde di energia contrastavano ora la sfera nemica, che andava ingrandendosi man mano che s'avvicinava al suo obbiettivo.
    "Immortale io sono, in che sperate coi vostri patetici attacchi? Anche se per sciagurata sorte dovessi esserne sopraffatto, ne uscirei indenne" fece Abdel.
    A quando pareva Abdel non si stava nemmeno sforzando nello scontro, mentre i Guerrieri Z erano quasi allo stremo delle forze.
    Nonostante Goku si fosse trasformato in Super Saiyan di Terzo livello, la situazione non cambiò di molto.
    "Piccolo, ORA!" gridò.
    'Ricorda Piccolo, hai un solo tentativo' si ripeteva, consapevole che in un eventuale fallimento il secondo tentativo gli sarebbe stato fatale.
    Sistemò il thermos a terra incastrandolo fra due rocce, poiché a causa dello scontro soprastante, si era generata una potente raffica di vento, e si preparò per il Mafuba.
    Si concentrò posando le mani ai fianchi e, quando fu pronto, allungò di scatto le braccia verso Abdel, in alto a circa una dozzina di metri. Un turbine ventoso più potente del vento circostante partì dalle mani di Piccolo e, in brevissimo tempo, aveva raggiunto l'obbiettivo, che rimase paralizzato. Il contrasto energetico fra Abdel e i Guerrieri Z era stato interrotto e la massa energetica colpi l'avversario. Tuttavia ne uscì indenne, come aveva detto, ma a Piccolo non importava più. Piccolo cominciò a roteare le braccia e insieme a quel vento turbinò anche Abdel che, man mano, si avvicinava. Infine, quando Piccolo lo avvicinò a se, scattò le braccia verso l'alto e poi verso il basso, veicolando così Abdel fin dentro il thermos, che subito dopo si chiuse.
    Era tutto finito, sia Reycho che Abdel furono sconfitti, definitivamente.

    Capitolo 9: Ritorno alla normalità
    Esausti, Goku, Vegeta, Gohan e Ub atterrarono.
    "E finita! Wow!" fece Goku.
    "Papà..." urlò Goten, venendogli incontro, insieme a Trunks "...come ti senti?".
    "Un pò stanco a dire il vero. Ma voi dov'eravate?"
    "Noi?..." dissero all'unisono Goten e Trunks "...Eravamo con Pan, che dopo l'impatto era svenuta".
    "E adesso come sta?" fece Gohan.
    "Si è appena risvegliata, sta bene" rispose il fratello.
    Non avevano più Senzu e quindi erano costretti a rimanere lì per riprendersi. Ma, dopo qualche minuto, Goku e gli altri avvertirono due Aure. In aria, su un tappeto volante di colore rosso vi erano Popo e Dende che si dirigevano sul campo di battaglia.
    "Ciao a tutti!" fece allegramente, felice che tutto si sia risolto per il meglio.
    "Ehilà Dente, che ci fai qui?" chiese Goku.
    "Vi ho osservato dal Palazzo e vedo che avete bisogno di una 'ricarica', non so se mi spiego" rispose.
    Così dicendo, ad uno ad uno, curò tutti.
    "Grazie Dende!" fece Goku.
    "Di nulla".
    Curati e riuniti, partirono tutti per il Palazzo del Supremo. Durante il viaggio...
    "Sai Goten, mi sarebbe piaciuto vedere cosa sarebbe stato capace di fare Gotenks" disse Trunks.
    "Già, ma Pan aveva bisogno di qualcuno accanto" rispose Goten.
    "Tutte scuse! Fate prima a dire che non volevate combattere" disse Pan dietro di loro.
    "Come osi! Se non fosse stato per me e Goten, tu saresti sotto a quelle macerie" disse Trunks, divertito dal battibecco. E continuarono così per tutto il viaggio.
    Arrivati al Palazzo, videro che le Sfere del Drago erano state riunite.
    "Durante la battaglia, ho mandato Popo in cerca delle Sfere, cosicché in caso di necessità le avremmo avute già a portata di mano" spiegò Dende.
    "Già, e credo che questo debba essere restituito" disse Popo, consegnando il Dragon Radar a Trunks.
    "Bene adesso dobbiamo evocare il Drago per resuscitare le vittime di oggi e riparare l'isola di Papaya" disse Goku.
    Goku si diresse innanzi alle Sette Sfere e, con voce chiara e determinata, disse "Appari Drago Shenron!"
    A quelle parole, le Sfere divennero dorate e da esse ne uscì un raggio di luce dorata che si perdeva a vista d'occhio.
    Il raggio si trasformò ed al suo posta apparve il Drago Shenron, in tutto il suo splendore.
    "Avanti parlate, posso esaudire tre desideri" disse il Drago con la sua possente voce.
    "Oggi, a causa della battaglia con Reycho e Abdel, l'isola di Papaya è stata ridotta ad un cumulo di macerie, ti chiediamo di ripararla" disse Goku.
    "Bene, come desideri" fece il Drago. Gli occhi del Drago s'illuminarono di rosso, e Goku e gli altri sapevano cosa significasse. Infatti, molto lontano da loro, nell'isola di Papaya, le macerie scomparvero e, a loro posto, apparvero i palazzi, piazze e lo stadio del Torneo.
    "Avanti, esprimete il secondo desiderio" disse il Drago.
    Stavolta fu Gohan a parlare "Ti chiediamo di riportare in vita le persone coinvolte nello scontro di oggi".
    E, come prima, il desiderio venne esaudito. Nelle città le persone coinvolte negli incidenti, causati dal crudele messaggio di Abdel, vennero riportate in vita, nello stupore generale.
    "Come fai a sapere della morte di alcune persone" chiese Goku.
    "Me l'ha riferito Dende mentre venivamo qui" rispose.
    Ma la domanda ora sorgeva spontanea, che fare col terzo desiderio?
    E intanto il Drago attendeva ma, Goku e gli altri lo sapevano, non per sempre.
    Ed, infatti, dopo circa due minuti, il Drago scomparve. Le Sfere si alzarono in aria e, come se fossero state sparate, si diressero in sette direzioni diverse, disperdendosi sulla Terra.
    Dopodicché Goku e Ub rimase al Palazzo e salutarono gli altri, tornando ognuno alla propria vita.
    "Ah, Vegeta, fammi sapere se riprenderà il Torneo!" disse Goku.
    "Ci tieni, eh!" fece Vegeta.
    "Casomai c'è sempre la Stanza dello Spirito e del Tempo" disse Goku.
    "Lo terrò a mente, ma sarà per un'altra volta, ci vediamo Kakaroth" disse Vegeta, che poi se ne andò.
    Poi Goku, rivolgendosi a Ub, disse "Allora, riprendiamo gli allenamenti?"
    "Sì" rispose semplicemente.
    Ma uno strano rumore succedette quel "sì".
    "Ripensandoci, forse è meglio mettere qualcosa sotto i denti prima!" disse Goku, ridendo.
    L'indomani Goten si diresse al Palazzo del Supremo, riferendo a Goku che il Torneo non andrà avanti, in quando gli spettatori temono un altro "incidente".
    "Se non ricordo male, dopo "Vegeta vs Mantor" c'era "Goku vs Goten", dico bene papà?"
    "Dici benissimo, figliolo". Padre e figlio si diressero nella Stanza dello Spirito e del Tempo.
    Ne uscirono dopo pochi minuti, ma per loro era passato molto più tempo.
    "Sei sempre il più forte papà!" esclamò Goten.
    "Sciocchezze! Adesso andiamo a mangiare un boccone!" disse Goku.
    "Ah, Goku. Piccolo mi ha dato questo" disse Dende, una volta che Goku e Ub furono in sala da pranzo. Mostrò loro il thermos in cui era stato rinchiuso Abdel. "Cosa ne facciamo?".
    "Mh, potresti tenerlo nel Palazzo, in qualche stanza segreta" propose Goku.
    "Oppure potresti metterlo al sicuro nell'Aldilà" disse Dende.
    L'idea non era male, anche perché lì sarebbe stato maggiormente sorvegliato.
    "D’accordo. Lo porto a Re Yammer" disse Goku, che così fece.
    "Grazie Goku, ti prometto che sarà conservato e sorvegliato per sempre. Puoi stare tranquillo, Abdel non rivedrà la luce del Sole mai più" disse Re Yammer, dopo aver appreso cosa fosse contenuto nel thermos.
    "E' stato gentile da parte sua, grazie" disse Goku, che, con un ultimo saluto, tornò al Palazzo.
    "Fatto! Re Yammer mi ha assicurato che Abdel non fuggirà" riferì Goku a Dende.
    "Bene! Ora sto più tranquillo".

    Capitolo 10: Due anni dopo
    Sono passati due anni dal Torneo e Piccolo, Dende e Popo erano al Palazzo del Supremo, mentre Goku e Ub erano sulla Terra impegnati in uno scontro d'allenamento. Quel giorno atterrò una piccola navicella a forma d'uovo con tre piedi d'appoggio da cui uscirono degli stani, ed impensabili, individui. Erano tre namecciani, e con loro, una creatura intelligente, con sembianze umanoidi tranne che per la testa, che somigliava più a quella di un pennuto.
    Appena scesero il namecciano alla destra del "pennuto" salutò.
    "Salve a tutti!" disse.
    Piccolo, alquanto insospettito, chiese "Chi siete?"
    E, allora, il namecciano rispose dicendo "Siamo namecciani di un altro Universo. Siamo venuti nel vostro mondo grazie alla tecnologia dei Varga".
    Qui, il "pennuto", con un "Eh Eh!" fece capire di essere lui il Varga.

    FINE


    Magari non sarà un granché, magari ci sarà qualche incongruenza, ma nell'insieme dovrebbe andare!
  7. .
    Wow quanti saluti!

    Al "Catanese":
    Non mu 'magginava ca c'era n' catanisi! Appostu!

    Scherzi a parte, siete grandi!

    PS: Non si posta in dialetto o simili (come short ecc.)!
  8. .
    Grazie!
  9. .
    Salve!
    Mi presento, sono The LombaxMan e già da qualche giorno girovago per il forum, senza mai postare nulla.
    Ho già visto che questo forum è vastissimo e completo, Grandioso!
9 replies since 23/2/2012
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