In memoria (Sentimento del tempo) Giuseppe Ungaretti parafrasi

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    In memoria (Sentimento del tempo) Giuseppe Ungaretti parafrasi

    1.

    Si chiamava
    2.

    Moammed Sceab
    3.

    Discendente
    4.

    di emiri di nomadi
    5.

    suicida
    6.

    perché non aveva più
    7.

    Patria
    8.

    Amò la Francia
    9.

    e mutò nome
    10.

    Fu Marcel
    11.

    ma non era Francese
    12.

    e non sapeva più
    13.

    vivere
    14.

    nella tenda dei suoi
    15.

    dove si ascolta la cantilena
    16.

    del Corano
    17.

    gustando un caffè
    18.

    E non sapeva
    19.

    sciogliere
    20.

    il canto
    21.

    del suo abbandono
    22.

    L’ho accompagnato
    23.

    insieme alla padrona dell’albergo
    24.

    dove abitavamo
    25.

    a Parigi
    26.

    dal numero 5 della rue des Carmes
    27.

    appassito vicolo in discesa.
    28.

    Riposa
    29.

    nel camposanto d’Ivry
    30.

    sobborgo che pare
    31.

    sempre
    32.

    in una giornata
    33.

    di una
    34.

    decomposta fiera
    35.

    E forse io solo
    36.

    so ancora
    37.

    che visse
    Emiri di nomadi: capi di tribù arabe che vivevano nomadi nel deserto
    Non…suoi: l’esperienza francese aveva modificato la sua cultura e il suo modo di vivere, rendendolo incapace di adattarsi di nuovo alle consuetudini e alla mentalità della sua gente.
    Sciogliere…abbandono: risolvere nella poesia il senso angoscioso dell’abbandono, della mancanza di patria che nella poesia appunto avrebbe potuto trovare espressione e quindi uno sfogo liberatorio.

    Ivry: grosso sobborgo parigino sulla Senna.

    Decomposta fiera = festa ormai finita

    Tema: In Memoria è dedicato a Moammed Sceab, amico di Ungaretti fin dall’adolescenza: dopo essere stato suo compagno di studi ad Alessandria d’Egitto, era emigrato con lui a Parigi, dove viveva nello stesso albergo. E qui si era suicidato, non sopportando più la propria condizione di nomade, privo di patria.

    Ungaretti ha sempre associato la figura di Sceab alla propria ricerca di identità letteraria.

    Questa lirica è dominata dal motivo dello sradicamento e della perdita d’identità.

    I verbi oscillano tra passato e presente, fino ai versi finali dove i due tempi si incontrano nell’opposizione tra il passato della vita conclusa dell’amico e il presente del ricordo: al poeta e alla sua parola viene infatti assegnato il compito di garantire la sopravvivenza di ciò che è scomparso.

     
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