Tema sulla violenza di oggi giorno

Tema: La violenza, oggi

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  1. Ken
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    Matter cannot be destroyed, only reassembled. You have made a fatal error human. Allow me to educate you.

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    Tema sulla violenza di oggi giorno
    Tema: La violenza, oggi

    Il nostro tempo è violento, crudele, spietato: certo, la violenza è strettamente, indissolubilmente connessa, purtroppo, con il cammino storico dell'umanità, ma oggi essa è diventata elemento strutturale del vivere in comune, componente costitutiva della organizzazione sociale. Violenza, infatti, non può essere considerata soltanto quella più immediata ed evidente, praticata dai prepotenti, dai delinquenti, dai ladri, dagli assassini sarebbe un grave errore, certamente, sottovalutarne questa forma, ma altrettanto pericoloso ed errato risulterebbe limitare soltanto a questa dimensione la natura, gli aspetti, l'estensione della violenza attuale. Sono in realtà le condizioni generali della società moderna che determinano un clima e favoriscono una pratica di violenza interrotta, costante, di cui restano vittime, in una spirale inarrestabile, soprattutto gli strati sociali più indifesi e le creature umane più esposte, come i bambini, le donne, i giòvani, i vecchi e i poveri. Nel mondo d'oggi si è ormai diffusa la convinzione che soltanto usando la forza, mostrandosi sprezzanti, agendo con la prepotenza e con la violenza, non avendo rispetto di niente e di nessuno, sia possibile farsi largo nella vita, conquistare posizioni di prestigio e di comando, raggiungere la ricchezza. Il brutale materialismo che domina i rapporti umani e sociali è una prima, fondamentale causa di violenza: l'esistenza moderna è dominata dall'idolo del denaro e del potere, e sull'altare di questa nuova falsa religione vengono sacrificati affetti e sentimenti, valori e principi, ideali e convinzioni. Ed è fatale che la corsa crudele alla ricchezza e al potere scateni la violenza non soltanto tra coloro che combattono per gli stessi obiettivi, ma anche a danno di quanti, al contrario, non possono o non vogliono usare gli stessi mezzi, raggiungere gli stessi traguardi, lottare per gli stessi fini. Essendo tutta la società dominata e lacerata (hi questa competizione spietata, ne consegue che in ogni momento, in ogni settore della vita individuale e collettiva si è costretti a subire una violenza ineliminabile, anche senza averne nessiiiiii colpa e responsabilità. La criminalità dilagante è dunque violenza non soltanto fisica, come minaccia, sopruso, ieri- mento, assassinio, prepotenza, cioè, ma anche come offesa alla dignità, alla coscienza, al senso dell'onore e della giustizia, all'integrità fisica e morale della persona umana. Ma violenza è anche lo sfruttamento del lavoro, del sudore, dell'intelligenza, dell'impegno dei lavoratori, operai, impiegati, intellettuali; violenza è anche il profitto ingiusto ed esorbitante, immorale e Scandaloso che gli inthistriali, gli imprenditori, i commercianti, gli affaristi, traggono dalla produzione e dalla vendita dei beni necessari e
    anche di quelli superflui. Nella società contemporanea, gli interessi e gli egoismi cinici dei padroni del sistema economico spingono la comunità a comportamenti, a spese, a consumi che costituiscono una sopraffazione oggettiva della volontà e delle tendenze degli individui singoli e della collettività. Imporre modelli di vita, fare del possesso di beni materiali sempre più costosi e numerosi i valori e i fini fondamentali degli uomini considerati soltanto come consumatori è una violenza oggettiva, che genera tensione, problemi, inquietudini, insoddisfazione, corsa al denaro, e cioè rabbia, prepotenza, arrivismo: violenza, appunto. La vita degli uomini d'oggi nasce e si sviluppa sotto il segno e nella morsa di un viluppo complesso di atti violenti che rendono a loro volta violente le stesse vittime dell'oppressione e della prepotenza, in una spirale ininterrotta. Già nell'ambito della famiglia bambini e ragazzi scontano dolorosamente, sin dai primi anni di vita, le frustrazioni e le preoccupazioni, i problemi e le inquietudini dei genitori, che spesso si attendono dai figli la realizzazione dei sogni e delle attese che essi stessi non hanno saputo o potuto tradurre in realtà. Ma non è soltanto il complesso dei problemi familiari il cui peso finisce per gravare direttamente o indirettamente anche sulle spalle dei figli che costituisce l'unica forma di violenza oggettiva che i bambini e i ragazzi devono subire già nella famiglia, che pure resta, nonostante tutto, l'ambiente naturalmente più sicuro e gratificante per gli adolescenti. Non di rado, infatti, lo stesso amore ossessivo o le paure angosciose dei genitori finiscono per essere dei pesanti condizionamenti per la libertà, l'autonomia, l'originalità dello sviluppo progressivo della personalità dei giovani. E nella scuola, poi, la violenza continua, non soltanto nelle forme e con i mezzi ancora illiberali o autoritari che costituiscono i persistenti residui di un tempo e di una struttura educativa fortemente oppressiva, ma anche e soprattutto con l'inadeguatezza, la precarietà, la superficialità dell'opera educativa condotta nella scuola d'oggi, largamente inidonea ad assicurare ai giovani sia una preparazione culturale e professionale valida e moderna, sia concrete possibilità di inserimento nella società e nel mondo del lavoro. Non si può negare, infatti, che una scuola arretrata e poco funzionale costituisce oggettivamente una limitazione delle possibilità di sviluppo umano e culturale di quanti la frequentano per maturare e prepararsi alla vita con responsabile consapevolezza e adeguate capacità: le false illusioni, le amare delusioni, l'impreparazione, il senso frustrante della inutilità, che la scuola spesso genera ampiamente, sono violenza e fonte di violenza. Come dimostrano, tra l'altro, le ricorrenti contestazioni degli studenti, condannati alla disoccupazione, alla sottoccupazione, allo' sfruttamento, e perciò automaticamente spinti dalla forza delle cose alla ribellione, alla violenza. E poi, nel più ampio contesto sociale non mancano davvero le cause di violenza, di aggressività, di scontro: ingiustizie sociali, sfruttamento economico, differenze di classe, miseria, disoccupazione, disperazione, corruzione, ostentazione sfacciata di ricchezze e di potenza, degenerazione morale, crisi insanabile delle città, speculazione, degradazione della vita, sfascio urbano, distruzione sistematica dell'ambiente di vita, sono fattori diretti, cause prime, elementi scatenanti di una violenza continua, diffusa, generalizzata, accettata ormai come norma e condizione di esistenza individuale e collettiva. Nessuno può negare, infatti, che la situazione generale del nostro tempo sia essa stessa matrice e causa di violenza, per le inquietudini e le paure, le incertezze e le esasperazioni che genera: vivere, oggi, significa affrontare una serie intricata di problemi giorno dopo giorno, tra mille rischi e pericoli, senza avere né la forza né l'intima certezza di poterli risolvere e superare. La vita dovrebbe essere, per ognuno e per tutti, impegno serio e responsabile, ma anche sereno e gratificante; fatica, certo, ma produttiva, costruttiva, umana: oggi, al contrario, il tempo si spende in mille abbrutenti, esasperanti, alienanti doveri, ai quali non corrisponde quasi mai il senso, l'intima consapevolezza di aver compiuto o collaborato a compiere qualcosa di buono, di valido, di positivo, per sé e per gli altri. E l'organizzazione generale della nostra società, dunque, che provoca e alimenta la violenza che finiamo, poi, per subire tutti quanti, sia pure in diversa misura. E perché la vita ritorni ad essere umana, più pacifica, meno tormentata e violenta, è necessario dunque rinnovare profondamente, radicalmente le strutture di una convivenza sociale che così come risulta organizzata si rivela negatrice dei valori e delle aspirazioni, dei sentimenti e degli ideali più veri e significativi dell'umanità. Contro la violenza, tuttavia, non ci si può illudere di avere un comportamento passivo, mettendosi a posto la coscienza con il rinchiudersi nella corazza della propria indifferenza e del proprio egoismo. Per combattere il male presente nel mondo d'oggi non basta condannarlo soltanto, non è sufficiente esprimere una condanna morale e poi tornarsene a casa soddisfatti, o illusi di aver fatto il proprio dovere. La violenza dilagante, in tutte le forme con le quali si presenta e con tutti i mezzi con cui viene praticata, esige, per essere sconfitta o almeno attenuata e limitata, un impegno attivo, una presenza costante nella difesa dei valori in cui si crede, una partecipazione responsabile alla formazione, in tutte le sedi e a qualunque livello, del destino individuale e collettivo. Occorre, in altri termini, che alla violenza ci si opponga attivamente, sia riconoscendo la validità di tutti i principi che la negano, sia praticando costantemente, in ogni momento della propria esistenza, i valori umani che la violenza opprime e calpesta. Bisogna, cioè, denunciare e combattere la corruzione, lo sfruttamento, l'oppressione, la degenerazione e l'indifferenza morale, l'illegalità, le ingiustizie, la sopraffazione, l'autoritarismo, la dittatura, ma essere anche, ognuno per proprio conto, onesto e giusto, corretto e consapevole moralmente, rispettoso e tollerante, leale e pacifico, libero e difensore della libertà altrui. E soprattutto, bisogna che ognuno rifiuti e combatta senza tregua i falsi valori che dominano la vita moderna: la ricchezza, il potere, il successo. Soltanto in questo modo ogni uomo degno di tale nome potrà vivere una vita autenticamente umana e contribuire responsabilmente e gioiosamente a costruire le basi per una esistenza diversa per ognuno e per tutti. Un errore fatale, infatti, sarebbe quello di opporsi alla violenza malvagia che domina la nostra vita, con un'altra violenza giustificata e considerata come strumento doloroso ma necessario per ristabilire l'ordine, eliminare le radici dei male, ricondurre la convivenza civile ai valori autenticamente umani. In realtà i problemi di una guerra non sono mai stati risolti con un'altra guerra, e il male del mondo non è mai stato sconfitto, ma aggravato, da altro male. L'unica strada da percorrere nella lotta pacifica ma attiva contro la violenza attuale deve necessariamente essere quella del rifiuto individuale prima e collettivo poi dell'oppressione e dell'aggressività, della competizione e della violenza, in tutte le sue forme.


    Proposte di temi
    I. La violenza è un aspetto emblematico e un elemento costante del vivere moderno: quali sono, a vostro avviso, le cause che la determinano? quali soluzioni potrebbero essere tentate per
    eliminarla o almeno attenuarla e limitarla? Discutetene.
    2. Le matrici della violenza dilagante nel mondo moderno sono molteplici e complesse, ma tutte egualmente riconducibili tanto alle strutture fondamentali della società attuale, quanto ai valori dominanti nella vita dei singoli e della collettività.
    3. La violenza, oggi, non è rappresentata né praticata soltanto dalla delinquenza individuale e dalla criminalità organizzata: essa, infatti, risulta oggettivamente provocata e alimentata anche dalla degenerazione morale, dalla corruzione, dallo sfruttamento, dall'oppressione, ad ogni livello ed in ogni momento della vita sociale.

    Edited by .Ken - 3/9/2012, 22:30
     
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