Le origini pagane della Pasqua

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  1. Calliøpe
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    L'origine della Pasqua





    La Pasqua è una delle feste principali del Cristianesimo. La sua data è variabile a seconda dei cicli lunari, è infatti celebrata la domenica successiva alla prima luna piena dopo l'Equinozio di primavera.

    La parola Pasqua deriva dalla Pasqua ebraica, cioè “Pesach” che si traduce con "passare oltre". Gli ebrei, in questo giorno, celebrano la liberazione guidata da Mosè dalla schiavitù d'Egitto.

    Con il Cristianesimo la Pasqua ha acquisito un nuovo significato, indicando il passaggio da morte a vita per Gesù Cristo e il passaggio a vita nuova per i cristiani, liberati dal peccato con il sacrificio sulla croce e la resurrezione.

    E' errato credere che tale festività, il suo significato e i suoi simboli, siano un'esclusiva del Cristianesimo. Essa infatti presenta non poche caratteristiche tipiche di alcune celebrazioni precristiane, legate soprattutto all'arrivo della primavera. In realtà le usanze che accompagnano la festività cristiana nel periodo pasquale, sono di varia e non univoca origine.
    Le righe a seguire si concentrano solo su alcuni aspetti principali della Pasqua.

    L'Equinozio di primavera

    La parola "equinozio" deriva dal latino "aequi-nox" e significa "notte uguale" (sottointeso al dì), e, quello di primavera dà inizio ad un periodo in cui le ore di luce incrementano sempre più rispetto a quelle di buio.
    Presso numerose culture, l'arrivo della primavera era un evento molto sentito e festeggiato, segnava l’inizio della metà luminosa dell'anno, il passaggio dal buio alla luce, dal freddo al caldo, il risveglio della Natura dopo il lungo sonno invernale, la stagione della rinascita associata a concetti come fertilità, resurrezione,nuovo inizio. Questo mutamento non riguardava solo il ciclo naturale ma era anche un periodo di rinnovamento per l’uomo, nella sua sfera esteriore e interiore.



    Alcuni miti sulla primavera

    Nell'antico Egitto, Osiride era venerato come il Dio degli inferi, della fertilità e della vegetazione, e, come questa, moriva nel periodo delle inondazioni per rinascere a primavera, dopo aver soggiornato sottoterra come il grano seminato.

    Presso i Greci antichi, si rimembra il mito di Persefone, figlia di Demetra, che era costretta a trascorrere metà dell’anno negli inferi insieme a suo marito Ade e metà sulla terra, insieme alla madre. Nei sei mesi trascorsi nel regno dei morti, nel mondo sarebbe calato il freddo e la natura si sarebbe addormentata, dando origine all'autunno e all'inverno, mentre nei restanti sei mesi la terra sarebbe rifiorita, dando origine alla primavera e all'estate. Il mito del ritorno dal mondo sotterraneo alla luce del giorno di Persefone, figlia di Demetra, dea della terra, simboleggiava il rinascere della vita a primavera, dopo la desolazione dell'inverno.

    Dopo l'Equinozio, si svolgevano nel mondo ellenico le Adonìe, feste della resurrezione di Adone, bellissimo giovane amato dalla dea Afrodite che venne ucciso da un cinghiale. Successivamente nel rito si aggiunse la celebrazione della resurrezione del dio e l’ascensione in cielo.

    Adone era in realtà il dio assiro-babilonese Tammuz, a cui i fedeli si rivolgevano chiamandolo "Adon" (Signore). Egli dimorava sei mesi all'anno negli inferi, come il sole quando si trova al di sotto dell'equatore celeste (autunno e inverno). Si festeggiava a primavera la sua risalita alla luce quando si ricongiungeva alla dea Ishtar (equivalente alla dea Afrodite del mondo ellenico).



    Tracce di paganesimo nella religione cristiana

    I celti chiamavano il mese dell'Equinozio di primavera "Eostur-Monath" e, l’Equinozio divenne successivamente "Ostara" . Da questo termine deriva il nome con cui la dea della primavera, della rinascita e fertilità veniva chiamata presso i popoli germanici e anglosassoni: la dea Eostre . Le celebrazioni dell’avvento della Dea, avvenivano nella notte della prima luna piena dopo l’Equinozio.

    I termini con cui la Pasqua viene chiamata in lingua inglese e tedesca sono rispettivamente "Easter" e "Ostern" , un chiaro riferimento ad Eostre e ad Ostara.

    La Dea di Ostara, è assimilabile ad altre Dee giovani e belle della primavera nelle altre culture, come Venere, Afrodite, Ishtar e Persefone. A Eostre era sacra la lepre , simbolo di fertilità dovuto la sua velocità di riproduzione, e, spesso la dea era raffigurata con testa di lepre. Alcune versioni della leggenda, narrano che la lepre fosse inizialmente un uccellino ferito, che la dea aveva trasformato in lepre affinchè potesse sopravvivere all'inverno, senza però perdere la sua caratteristica di deporre uova. Le uova che la lepre portava in dono ad Eostre per ringraizarla della sua benevolenza, erano colorate e richiamavano i colori tenui della primavera: azzurro, rosa, verde, lilla, giallo e arancio pastello. Si racconta che la Dea fu così felice del dono della lepre, che decise di condividerle con tutti gli uomini.

    I festeggiamenti più usuali consistevano nell’accendere dei fuochi all’alba per simboleggiare la vittoria della luce sulle tenebre, le donne gravide venivano benedette, si mangiavano cibi con uova e frutta di stagione, si eseguivano dei piccoli riti per la fertilità dei campi…e via dicendo.



    L’uovo dall’antichità ai giorni nostri

    L’uovo è sempre stato il simbolo per eccellenza nelle feste di primavera…è sempre stato considerano un simbolo di vita, un oggetto quasi magico a causa dell'allora inspiegabile nascita di un essere vivente da un oggetto così particolare.
    Numerosi miti narrano di un uovo primordiale, il primo essere ad emergere dal Caos è l'"Uovo del mondo" covato da una Grande Dea e dischiuso dal Dio Sole, il tuorlo dorato rappresentava il Dio Sole, il suo albume invece la Dea, uniti insieme per dare inizio ad una nuova vita.

    I popoli nordici, così come i Greci, i Cinesi ed i Persiani, se li scambiavano come dono per le feste primaverili.
    Gli Egizi sotterravano uova di struzzo lungo le sponde del Nilo convinti che ciò avrebbe reso la terra più fertile.
    I Romani , in primavera, festeggiavano Cerere, dea della fecondità della terra, offrendole uova come doni propiziatori del ciclo delle rinascite, inoltre usavano seppellire un uovo dipinto di rosso nei loro campi, per propiziarsi un buon raccolto.

    L’uso di scambiarsi uova in dono nel periodo pasquale risale invece al Medioevo. Durante le severissime imposizioni di digiuno della Quaresima, era proibito mangiarne, quindi, le uova sfornate dalle galline in quelle 6 settimane dovevano per forza essere smaltite rapidamente. Allora venivano benedette in chiesa durante la messa della domenica di Pasqua e poi donate ad amici e parenti come augurio di fecondità in ogni campo.

    Nel XIII secolo in Francia e in Italia, studenti e soci delle Corporazioni prima della Messa si recavano in cortei preceduti da musici banditori a bussare alle porte delle case chiedendo uova, e, alcune famiglie nobili, per distinguersi, iniziarono a tingerle di rosso o verde, lanciando l’idea dell’uovo-regalo decorato.
    Luigi XIV faceva dipingere con belle miniature le uova da donare ai cortigiani da illustri pittori.

    Ma, poiché le uova vere andavano presto a male, subentrò l’uso di fabbricarne in materiali non deperibili.
    Francesco I di Francia ne ricevette in dono uno in legno su cui era scolpita l’ascesa al Golgota, il Delfino di Francia ne ricevette uno in smalto bianco su cui era riportato un testo del Vangelo, con un carillon all’interno.
    Ma le uova più preziose in assoluto furono quelle dei Romanov, forgiate su incarico dello zar Alessandro III, dall’orafo francese Peter Carl Fabergé (alcune delle quali sono mostrate in basso), il quale dal 1885 al 1917 ne inventò più di 57 tipi , tutti in oro e gemme, che andavano a ogni Pasqua a ciascuno dei membri della famiglia regale, e ciascuno conteneva una sorpresa diversa.
    Edoardo I di Inghilterra aveva effettuato una spesa per 450 uova rivestite d'oro e decorate da donare come regalo di Pasqua.

    L’uovo di cioccolato ha avuto la sua maggiore diffusione in età recente, a partire dal XX secolo. L’aggiunta, al suo interno, di un regalo è stata probabilmente la molla che ha fatto incrementare la sua popolarità in ambito commerciale.










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    Calliøpe



    Edited by .Ken - 31/3/2013, 22:45
     
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