È un mattino come molti altri

Mini-racconto di Anas

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  1. Anas
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    È un mattino come molti altri
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    È un mattino come molti altri. La voglia di alzarsi manca e sono in ritardo per la scuola. Dopo ripetute minacce da parte di mia madre mi faccio forza, sposto le coperte, poggio i piedi per terra e mi siedo. Mi sollevo ed esitando vado in bagno. Mi faccio la doccia, mi vesto e poi vado in cucina a fare colazione. Mangiati in modo frettoloso tre o quattro biscotti, mi incammino per andare a scuola. Miracolosamente arrivo in classe prima del suono della campanella, ma la professoressa, come al solito, è già lì. Dopo una straziante mezzora di filosofia entra in classe il custode. Non bussa, guarda verso il basso, non risponde nemmeno al nostro saluto. Parla con l'insegnante ed esce velocemente. Deve essere successo qualcosa. Lei rimane immobile. Sembra quasi di osservare una foto. Ad un tratto alza la testa e ci guarda. Ha gli occhi lucidi. Muove le labbra in un sussurro quasi impercettibile. Non vola una mosca. "Ragazzi, ieri sera un vostro compagno di classe è...", si ferma, deglutisce e poi riprende. "Ragazzi, ieri sera un vostro compagno di classe è stato vittima di un incidente stradale. Non...", esita. Sembra quasi che quelle parole, uscendo, le stiano graffiando il cuore, come spine di una rosa ormai senza petali. Dopo qualche secondo di silenzio si decide, e finisce la frase. "Non ha superato la notte." Sono sconvolto. Mi giro e mi guardo intorno cercando il suo sguardo. Prego Iddio che non sia lui. Non lo trovo. È l'unico assente oggi. L'aula urla. È un grido di dolore. Tutti piangono e si disperano, tutti, tranne me. Dai miei occhi non scende una lacrima. Ho lo sguardo vuoto e il corpo pietrificato. Era il mio amico. L'unico con cui potevo parlare di tutto. La giornata scolastica viene interrotta, non si può fare lezione ed il preside decide di darci il permesso di tornare a casa. Io rimango lì. Seduto, immobile. Non ho più forze. Ogni respiro diventa uno strazio, ogni pensiero svanisce ancor prima di nascere. Non ce la faccio più. Chiudo gli occhi e mi addormento. Tutt'a un tratto sento una voce. Con una fatica immane riesco ad aprire le palpebre. Mi alzo e...lo vedo! È di fronte a me! È qui, sono sicuro, ma c'è qualcosa che non va. Ha la faccia abbattuta, proprio come quella che avevo io prima di perdere i sensi. Lo saluto, gli sorrido, urlo. Niente. Mi guardo intorno. Sono all'ospedale. Capisco tutto. Mi scende una lacrima di gioia e mi allontano per sempre. Non è lui quello che è morto. Sono io.

     
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    Una storia da... brivido ;)
     
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  3. kisame
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    Bravissimo Anas.. Questo racconto trasmette tutte le sensazioni provate dal protagonista.. Bellissimo
     
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  4. Anas
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    Grazie :) Mi fa piacere che ti sia piaciuto :E
     
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  5. kisame
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    Scherzi è bellissima! Dovresti fare lo scrittore
     
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  6. Horace
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    Molto bella, bravo :)
     
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    Sono il pazzo tra i pazzi
    In questi strani palazzi
    Che hanno piani infiniti
    Ma che sono crollati.

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    Come ti avevo già detto, è figo. U_U
     
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