Razzismo: strumento della politica?

Il razzismo oggigiorno è diventato uno strumento della politica?

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  1. Anas
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    Razzismo: strumento della politica?





    Il razzismo nella sua accezione odierna è un fenomeno molto più moderno di quello che potremmo pensare e si è sviluppato alla fine del XVIII secolo per giustificare la politica colonialistica e nazionalistica.
    È innegabile, però, che in epoche precedenti ci siano state discriminazioni nei confronti dell'altro, ma il diverso non veniva considerato inferiore per motivi biologico-razziali. I Romani e i Greci, ad esempio, ritenevano i germanici barbari perché meno avanzati culturalmente; i cattolici nel medioevo si consideravano migliori rispetto alle popolazioni orientali del mondo, non solo per motivi culturali, ma anche e soprattutto per motivi religiosi.
    La classificazione dell'uomo in razze secondo una scala gerarchica non fa altro che accentuare la divisione fra “popoli migliori” e “popoli peggiori”, rendendo più semplice e in un certo senso più accettabile moralmente la conseguente discriminazione.
    Oggigiorno l'antropologia ha abbandonato questo concetto in relazione a una schedatura di tipo scientifico, ma da tempo il razzismo ha preso le sembianze della paura verso chiunque sia diverso in qualunque modo, si parla, quindi, di xenofobia. In questo modo si ha un regresso verso l'istinto ineluttabile dell'uomo per cui ogni individuo si ritiene superiore ad un altro.

    Analizzando la questione da un punto di vista pragmatico, il fenomeno è cresciuto poiché l'immigrazione è in continuo aumento. Le popolazioni autoctone, perciò, si sentono minacciate perché vedono la propria cultura minata da quella che sempre più viene definita “invasione”. A questo punto entrano in campo le forze politiche che, per racimolare qualche voto, inneggiano ad estremismi che portano a buonismi ipocriti o a violenti attacchi e spinte verso un'eccessiva chiusura. In entrambi i casi lo straniero non viene seguito, non viene integrato in quella che dovrebbe essere una società multietnica, ma che sembra avvicinarsi con velocità impressionanti a un insieme di gruppi divisi da membrane invalicabili. Un esempio calzante può essere quello del recente attacco terroristico al celebre giornale satirico Charlie Hebdo, a cui sono conseguite due risposte diametralmente opposte, ma che da un punto di vista pratico sono molto simili. Da una parte troviamo gli istigatori delle masse che con una generalizzazione a dir poco esagerata hanno portato tutti i musulmani allo stesso livello degli assassini, dall'altra i pacificatori che hanno tolto importanza al problema ritenendolo un caso a parte poco degno di preoccupazione. Demagogia, pura demagogia. Anche di fronte a una strage del genere la classe politica non ha evitato di applicare il principio “razziale” con le sue due intensità estreme, invece che cercare una soluzione comune.

    E qui arriva il punto cruciale, il nocciolo di questo saggio: la politica moderna è caratterizzata dall'attribuzione all'extracomunitario di libertà in alcuni casi smisurate, negli altri, eccessivamente scarse. In ambedue le situazioni, però, l'immigrato viene abbandonato, lasciato in balia del caos e molte volte cade nelle mani della criminalità organizzata diventando prima di tutto vittima, e in secondo luogo strumento e mezzo di azioni illegali. Perché se in un caso l'alienus, sfruttando un latinismo, sentendosi autorizzato a fare tutto ciò che vuole, non ritiene necessario integrarsi e molte volte cade nell'esagerazione e inizia a sfruttare suoi compaesani per attività illecite che danneggiano anche i nativi del territorio, se così si possono definire, nell'altro non viene tutelato e diventa estremamente sensibile alle spinte di associazioni a delinquere. In riferimento a ciò Roberto Saviano in uno dei suoi articoli fa notare, però, che molte volte è proprio lo straniero e non l'Italiano a protestare contro le mafie e, citandolo,“vede nei migranti nuove speranze e nuove forze per cambiare ciò che qui non siamo riusciti a mutare”.

    Si parlava prima di xenofobia, paura che se osservata attentamente, come tutte le fobie deriva dall'uomo e dalla sua natura. Come evitare, quindi, che il terrore prevalga sulla ragione e fare in modo che il razzismo non intervenga nelle decisioni politiche? Taher Ben Jelloun in un articolo su L'Espresso, scrive “all'origine del razzismo ci sono l'ignoranza e la paura. Questi due aspetti devono essere quindi affrontati con l'istruzione e la scienza”. Una soluzione è, perciò, l'informazione, ma non basta. Bisogna anche che la politica prenda la via della moderazione e che si evitino estremismi puramente deleteri. Lo straniero deve sì avere le proprie libertà, ma deve anche essere controllato e inserito nella società affinché la conosca e si integri, e la società deve fare in modo che lo stesso si adatti cercando di conoscere la sua cultura. In questo modo si raggiunge lo scopo primario dell'immigrazione, e, più generalmente, del viaggiare, cioè l'arricchimento reciproco. Concludendo, il razzismo è una reazione naturale dell'essere umano di fronte al diverso, ma come tale, essendo un istinto, non può e non deve diventare strumento della demagogia e della politica, e deve, quindi, essere escluso affinché la comunità cittadina prenda la via dell'equilibrio, perché, come diceva Molière, “la perfetta ragione rifugge gli estremi e vuole che uno sia saggio con sobrietà”.

    Questo è il mio pensiero a riguardo, voi, invece, cosa ne pensate? Anche secondo voi il razzismo è diventato uno strumento della politica? E se no, da cosa deriva questo comportamento di tipo discriminatorio? A voi la parola!


    Saggio breve di Anas

     
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    Eh, questione importante e complessa da trattare questa.
    Indubbiamente se si volesse fare un percorso storico emergerebbe che il primo tipo di razzismo (sulla falsa riga di quello attuale) a nascere fu quello di stampo antisemita nella Francia del fine 1870 con la sconfitta della Francia ad opera dei Prussiani. Lì, la propaganda clericale e di destra incrementò esponenzialmente la questione teologica dell'uccisione di Cristo da parte degli ebrei, tentando di scatenare un odio antisemita (che ha avuto la sua scintilla nell'afffare Dreyfùs), che rievocava l'atteggiamento della Chiesa nel tempo delle crociate.
    Poi abbiamo Mussolini e Hitler, che ripresero tale politica, e che non sto qui a spiegare altrimenti adremmo per le lunghe.
    In ambito storico emerge quindi che gli ebrei sono sempre stati usati come capro espiatorio per distogliere l'attenzione delle masse popolari dalle manovre di governo o per generare una nuova ondata di economia.
    Ora la questione del razzismo si è estesa anche ad altre "razze" umane, derivanti da stereotipi (gli italo-americani) o ragioni economico-politiche (gli afroamericani, erano loro il motore dell'economia della confederazione sudista o gli arabi, con l'11 settembre il gov. USA ha stanziato moltissimi fondi per la difesa del paese). I casi di razzismo contemporaneo non derivano dalla gente, ma non perché ci sia la paura del diverso, ma perché è l'ambiente culturale e l'educazione dell'individuo a generare questo problema.
    Sono del parere che ora la situazione non sia cambiata, anzi si è solo evoluta in peggio: credo che questi attentati siano in qualche modo mirati e strettamente connessi alla politica contemporanea e sulle orme delle politiche precedenti.

    Sulla reazione che si dovrebbe avere su questa questione odierna, si sbaglia a prescindere a prendere una posizione: non ce n'è una che non sia immune da critiche sulla libertà dell'individuo. Se appoggiassi la politica del "fuori tutti" sarei xenofobo; se invece appoggiassi quella "buonista" incorrerei nel dissenso popolare; se ancora facessi controllare i soggetti in questione sarebbe una violazione delle libertà individuali, e i moralisti ci andrebbero a nozze.
     
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  3. Aze Aze.
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    Mmmm topic interessante, ben scritto e con un tema bello caldo caldo. (Se non fosse scontato esprimerò la mia personale opinione, criticabile e attaccabile, non voglio fornire alcuna verità assoluta o stupidaggini simili, mi trovo a fare questa triste premessa a causa di problemi su altri forum, ma qui credo che il livello della communty sia decisamente più alto.) se volessimo dare la defezione che la psicologia da di essere umano, sarebbe ''Ogni persona è unica ed irripetibile,potremo trovare due persone con interessi simili, ma mai due persone uguali.'' Da ciò si deriva che il razzismo (quindi il concetto di razza) esiste a tutti i livelli, dal ''colore'' calcistico a quello politico, fino a quello socio-internazionale, quindi sarebbe interessante ragionare su cosa vuol dire essere razzisti, perchè anche il dire W Inter è forma di razzismo verso la Roma, specialmente se poi c'è gente che si picchia per tali ragioni, senza voler scadere in mere chiacchiere da bar, vorrei portare la vostra attenzione a ciò che vien fatto passare per razzismo, ovvero per poter essere ''razzisti'' bisogna far si che ci vengano inculcate varie nozioni fondamentali.
    -Confini Geografici
    -Lingua
    -Nazionalismo
    -Tratti somatici di una''razza'' (es: tedeschi biondi e occhi azzurri)

    Se facessimo come il buon john lelon insegna in imagine (nessuna nazione, nessun dio , etc) quasi sicuramente verrebbe a cadere ogni idea di razzismo dato che l'unica differenza sarebbero i tratti somatici. Di per se l'uomo non è razzista, se fate crescere un bimbo nero con un bimbo bianco non capiranno mai la differenza tra loro, semplicemente potranno essere sorpresi per il diverso colore della pelle. Quindi il ''razzismo'' ci viene insegnato da secoli, quando i famosi ''poteri forti'' decidono di creare un popolo, bhe tutto ciò che non è nei loro standard diviene alieno e quindi nemico, da qui nasce il razzismo . Riflettiamo un attimo, in italia vi erano Latini, greci, longobardi, germanici, e decine e decine di altre popolazioni. Eppure oggi siamo italiani, come vediamo la cultura di popolo si forma, anche in base alle scelte politiche, se roma non avesse avuto mire espansionistiche bhe non avremmo l'italia di oggi. Quindi il razzismo è strumento della politica? Certo, come lo sono le stragi, come lo sono i morti, e come lo sono i ''valori dell'uomo''. Signori (e signore xD), io sono stato nei campi di concentramento e.... bhe... ne son rimasto deluso, dalla propaganda che si fa sopra la shoa , mi aspettavo ad aschwitch circa 1000 fornaci... eppure ve ne era solo uno... il sito crematoio era uno solo... a me fa rabbia, quando stragi tipo questa vengano strumentalizzate così, oggi ricordiamo li ebrei.. e chi si ricorda dei tutzi, degli aremni, dei curdi, e di una storia molto molto recente.. parlo degli ucraini.
    Quindi in definitiva, il razzismo è solo uno strumento per la vittoria del personalismo, quando un ''popolo'' si sente minacciato dal diverso, tende a cercare un ''grande leader'' (specialmente gli italiani , io dico sempre che siamo un popolo di monarchici...), e di solito questo grande leder promette difesa, sicurezza, e vendetta contro chi ha offeso la nazione. Tutto ciò è la base per delle nuove misure di sicurezza sempre più restrittive e quindi di controllo sociale(e quindi limitazione delle libertà dei cittadini), poi basta aggiungere un pò di patriottismo e voilà si ha un esercito di persone pronte a uccidere per ''difendere'' cose che nemmeno loro capiscono. Basta vedere il post 11 settembere per capire cosa intendo. Grazie per avermi letto fin qui, e bhe seguirò con gioia tale dibattito ^^. (sono in accordo con ogni singola parola di Anas e The BluesMan), chiedo scusa se vi sono errori grammaticali e magari il testo è scritto in maniera poco scorrevole ma sinceramente a quest ora inizio a perder colpi xD. Se vi sono parti poco chiare sarò felice di chiarirmi ^^
     
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    Purtroppo il fenomeno del razzismo è sempre più diffuso, ed è destinato a diffondersi come una macchia d'olio sempre più velocemente.

    L'antropologia, non è sempre stata " anti-razzismo " anzi!
    Il confronto ( o comparazione ) è l'operazione intellettuale più adatta a mettere in risalto le differenze ( o somiglianze ) fra gli uomini, tutto ciò portava all'Etnocentrismo. Cos'è l'Etnocentrismo ? In pochè parole l'antropologo osserva e studia le altre culture affermando la supremazia della propria.
    Successivamente grazie all'antropologo Franz Boas, che rifiutò la teoria dell'evoluzionismo, si iniziò a parlare di " particolarismo culturale " secondo la quale ogni cultura va studiata e compresa in relazione allo specifico ambiente in cui si sviluppa, questa teoria è quella che oggi normalmente chiamiamo " relativismo culturale ". ( Gli antropologi evoluzionisti miravano a ricostruire le tappe evolutive della Cultura, intesa come patrimonio comune a tutto il genere umano, gli antropologi successivi rifiutarono l'idea di un'unica Cultura comune e si concentrarono sulle singole " culture " dei diversi popoli della terra. )

    Dopo questa piccola premessa esaminiamo alcuni casi di razzismo:

    Il razzismo è un preconcetto errato, in quanto afferma la suddivisione delle razze in qualità del colore della pelle, collocazione geografica, religione, valori morali etc. ( qui si ricollega il concetto sopracitato della cultura ).

    Il più grande esempio di " razzismo " lo troviamo durante il periodo della seconda guerra mondiale, la razza ariana ( per l' amor di Dio indubbiamente sono molto belli fisicamente, alti, occhi azzurri, capelli biondi, pelle molto chiara, ma non per questo sono migliori rispetto agli italiani, ebrei, africani o chicchesia) dovevano dominare il mondo, e per fare ciò hanno fatto azioni imperdonabili, che neanche una bestia merita.

    Ma se analizziamo bene la situazione ci pare chiaro che quello della razza è solo un pretesto usato per aprire un conflitto che portò in disgrazia la Germania pochi anni prima, durante la Grande Guerra, ( la Germania ,l'Austria e la Russia- che si ritirò nel 1917 poichè vi erano incessanti guerre civili per la deposizione dello Zar Nicola II- furono costrette a pagare tutti i danni che le Nazioni lese subirono in quel periodo (1914-1918) ).


    Questo è uno dei casi più noti al Mondo, ma non è l'unico. In america, non vi erano forse i coloni inglesi che costringevano i vari popoli alla schiavitù?

    Beh, l'Italia non è da meno.. Benito Mussolini, seguace fervido di Hitler, aiutò i tedeschi in questi atti barbari, ma non è l'unico caso.. perchè il razzismo è anche quello della Lega... questo accanimento verso il Meridione, il continuo discriminare chi ha un dialetto, o un accento diverso da quello toscano, milanese, fiorentino o quello che è.
    Per razzismo non dobbiamo pensare che sia solo quello dei tedeschi nei confronti degli ebrei durante l'olocausto, ma anche quelle battutine che si fanno a discapito di una povera persona con pensieri diversi dal vostro, o che vive in una città che non è la vostra.

    Il razzismo è un fenomeno esistente in tutto il mondo, ma viene spesso usato solo per coprire atti politici, e per creare, quindi, un pretesto.
     
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  5. GANTZ
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    Secondo me state facendo un po' di confusione tra Razzismo e Discriminazione sociale, che sono due cose totalmente diverse, ma soprattutto su due livelli completamente disequilibrati. Detestare una persona perché parla una lingua diversa (o dialetto) o perché tifa una squadra di calcio differente dalla vostra non è sullo stesso piano che sterminare una razza o perseguitarla solo perché ha un'etnia minoritaria in un ambiente dove tutti gli altri rappresentano la maggioranza elitaria. Che poi spesso la discriminazione porti ad atti di violenza incontrollata e immorale questo non lo nego, ma si tratta di casi isolati, mentre il razzismo ha sempre portato a morte e distruzione, sia tra i piccoli gruppi di persone sia tra intere nazioni.

    La discriminazione è nella natura umana, siano nati per imporci sugli altri e questo (volente o nolente) è un dato di fatto. Il razzismo invece è qualcosa che è imposto dalla stessa società, attraverso secoli, se non millenni, di persecuzioni ideologiche e teologiche, che passano dallo schiavismo alle guerre sante. Non a caso, oggi giorno, lo si può definire uno strumento politico, atto a preservare nella società moderna certe leadership che altrimenti verrebbero a mancare.
    Le stesse piccole guerre civili dell'Africa sono una dimostrazione di puro sadismo e persecuzioni razziali, atte solo a incrementare il prezzo di una determinata materia prima o per svalutare il potere economico di un piccolo stato in favore di un altro. In questa epoca moderna sono poche le realtà sociali dove l'integrazione sociale non è legata a fattori economici. Ne è un esempio chiaro il nostro paese, dove extracomunitari che sulla carta non hanno diritti, vengono trattati come oggetti solo perché scomodi e inutili per il nostro sistema, mentre stranieri appartenenti alla comunità europea hanno diritti civili superiori addirittura all'italiano medio, solo grazie ai rapporti politici che ci sono tra i nostri paesi. Questa è pseudo discriminazione che porta a fomentare lo stesso razzismo, proprio per alimentare il malessere generale e distogliere lo sguardo da quelli che sono i reali problemi della nostra società.

    Purtroppo da millenni il razzismo ha permesso all'economia mondiale di prolificare, attraverso guerre, rivoluzioni, golpe e guerriglia urbana. Siamo l'esempio di un'evoluzione indotta, ignorante e malsana. Siamo una specie destinata a distruggersi con le proprie mani unicamente per permettere a pochi eletti di controllarci e di sopravvivere a tutto questo.
    Personalmente non sono razzista, ma spesso mi adeguo, per commenti e discorsi, a quello che è il dissenso comune. Solo perché è la stessa società a importi attraverso un'etichettatrice a quale stile di vita devi appartenere; e se non sei razzista, almeno devi dimostrare un filo di discriminazione verso qualcun altro, che sia differente dalle tue consuetudini sociali e ideologiche.

    Non tocchiamo invece l'argomento del terrorismo, che di fatto lo stesso termine è un attacco psicologico ordito per minare la struttura sociale di una nazione. Ne abbiamo avuto esempio dagli Stati Uniti d'America che si sono auto-privati delle proprie libertà civili unicamente per affrontare una minaccia che non si è mai più presentata. Con l'attacco dell'11 Settembre sono venute a mancare 3-4 mila persone, ma questo singolo atto ha portato una caccia all'uomo e un conflitto armato che hanno portato alla morte di più di 3 mila soldati americani e più di 20 mila civili afghani. Cosa sono realmente il terrorismo e il razzismo, se non degli strumenti per controllare le masse e monopolizzare il potere su una nazione. Siamo stupidi noi che ci facciamo inculcare nella mente e ci facciamo strumentalizzare da preconcetti simili. Anche quando non esiste il conflitto interiore, ne dobbiamo creare uno, perché senza problemi di alcun tipo non riusciamo a vivere sereni. Paradossale!?

    Aze aze.
     
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    Su molte cose ti posso dar ragione, ma per quanto riguarda la distinzione fra Razzismo e Discriminazione no.

    La Discriminazione non è che la base che porta al razzismo, la discriminazione è il denigrare qualcuno, l'odio è costretto alla propagazione, e spesso se incontrollata sfocia nell'aggressione barbare chiamata Razzismo.

    Per intenderci, se vuoi parlare di razzismo, prima devi far riferiemento al discriminare, perchè il razzismo non è che la forma più evoluta del discriminare.. l'ultimo stadio. La differenza sta nell'odio che vi si imprime.
    Nel razzismo vigila l'odio brutale, nella discriminazione potrebbe anche non esserci e farlo senza porsi tante domande ( con leggerezza ).

    Inoltre l'uomo non è nato con questo senso di privilegiare su chi è come lui, ma con il senso di sopravvivenza, difatti all'inzio si coalizzavano tutti per " sconfiggere " i nemici, gli animali selvatici, e mangiare.
    E' stata l'evoluzione della specie a portare l'uomo ad odiare chi ha più di lui, chi ha pensieri diversi e tutto quello che vi segue.
    Non a caso Rousseau scrisse il mito del buon selvaggio ( contratto sociale ) dove afferma che con l'avvento della Società l'uomo ha perso il suo quieto vivere l'uno con l'altro, per abbandonarsi alla rivalità dei popoli.

    Per concludere, bisogna parlare di " discriminazione razziale ", in quanto sono le due facce della stessa medaglia.
     
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  7. GANTZ
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    CITAZIONE (Victorique @ 25/1/2015, 14:34) 
    Nel razzismo vigila l'odio brutale, nella discriminazione potrebbe anche non esserci e farlo senza porsi tante domande ( con leggerezza ).

    Hai esposto lo stesso mio concetto, quindi come puoi definire il razzismo la diretta evoluzione della discriminazione, ma allo stesso tempo la stessa medesima cosa? Il concetto di razzismo non deve essere visto come "evoluzione" allo stadio successivo della discriminazione, ma come livello superiore dello stesso concetto, distaccato e separato da quello primario e generico. Naturalmente le due cose sono similari, non a caso il razzismo è pur sempre una discriminazione, ma non è lontanamente sullo stesso piano (sia concettualmente che a livello gestionale), quindi non possono essere le due facce di una stessa medaglia. Affermi una cosa per poi negare lo stesso concetto nella frase successiva.

    Il razzismo è l'apoteosi (negativa) di ogni forma di discriminazione, perché quando sei razzista, non ti interessa se quella persona parla la tua lingua, tifa la tua squadra di calcio, ama i tuoi figli, appartiene al tuo stesso ceto sociale o addirittura ti è superiore, anzi ne odi ogni aspetto, paragonandolo alla tua persona. Odi quell'individuo solo perché "per te" è differente, che sia a causa del colore della pelle o della sua natività, ma rimane una persona diversa sotto ogni punto di vista. Tanto che ne paragonerai ogni sua differenza alla tua persona, odiando il fatto che è più ricco di te o che è più bello di te, che è più forte di te o più alto di te... ma ne odierai anche il fatto che parla la tua stessa lingua, mangia le tue stesse cose, veste i tuoi stessi abiti... e questo porterà alla vera e propria discriminazione nella discriminazione.

    Se sei discriminatorio verso un omosessuale, lo sei solamente se vieni a saperlo, altrimenti non ti interessa minimamente se tifa la Lazio invece che la Roma. Se sei discriminatorio verso una donna perché la consideri appartenente al sesso debole, non te ne frega nulla se è povera o ricca, la guarderai sempre con uno sguardo diffidente. Quando invece sei razzista, provi disprezzo per ogni caratteristica di quella razza o di quella persona, attribuendone addirittura caratteristiche che realmente non esistono, come hanno fatto i Nazisti con gli Ebrei e come stanno facendo ora gli Ebrei con quelli che non considerano veri ebrei.

    Ripeto, per me il razzismo e la discriminazione sociale non saranno mai sullo stesso piano, proprio perché il razzismo è su un livello totalmente differente, essendo la discriminazione nella stessa discriminazione. Però è vero che la discriminazione non sempre porta al razzismo, ma a livello sociale è quello che accade. Se tutti smettessimo di essere discriminatori nei confronti degli altri, non si verrebbero a creare quelle ideologie negatorie e preservatrici che portano al razzismo stesso. Gira e rigira, il razzismo è una diretta conseguenza della discriminazione in ogni sua forma; l'apice di tutte le discriminazioni sociali.

    Come li descrivi tu sembra che fango e emme siano la stessa cosa solo perché entrambi sono liquami e puzzano. Scusate il paragone, ma non mi è venuto niente di meglio.

    Aze aze.
     
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    La differenza sta nell'odio che vi si imprime.
    Nel razzismo vigila l'odio brutale, nella discriminazione potrebbe anche non esserci e farlo senza porsi tante domande ( con leggerezza ).

    Ciò non significa che non vi sia.. in questo caso si parla di ignoranza che genera la discriminazione.

    " Quando invece sei razzista, provi disprezzo per ogni caratteristica di quella razza o di quella persona, attribuendone addirittura caratteristiche che realmente non esistono, come hanno fatto i Nazisti con gli Ebrei e come stanno facendo ora gli Ebrei con quelli che non considerano veri ebrei. "
    guarda che ciò non avviene solo nel razzismo, ma è una caratteristica della discriminazione in sè.


    Quando si parla di discriminazione si parla di discriminazione razziale, difatti vi sono moltissimi articoli della legge a parlarne, e non sono di certo io a dirlo.
    Ovviamente il mondo è bello perchè è vario, quindi più pensieri si hanno meglio è
     
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  9. GANTZ
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    No, forse non mi sono spiegato. Non ho detto che il razzismo non sia una discriminazione, tutt'altro.
    Dico che il razzismo sia l'apice di tutte le discriminazioni, una discriminazione che porta a discriminare totalmente una razza per tutto quello che rappresenta. Quello che hanno fatto i Nazisti ne è una prova, tanto che all'epoca gli ebrei giravano con la stella gialla cucina sulle vesti per essere riconosciuti in mezzo alla massa.
    Le persone quando discriminano qualcuno lo fanno su un particolare preciso, non sull'insieme della persona... è questa l'immensa differenza.

    La discriminazione è fine a se stessa, tutti ne facciamo parte, poiché nasce da invidia, gelosia, superbia, etc... ma il razzismo non ha logica, siamo tutti esseri umani, siamo tutti "figli di Dio", siamo tutti fatti di carne e ossa, quindi perché politica e teologia hanno portato alla creazione di questo sistema ideologico inculcandolo nella società?

    Condivido quello che hai scritto, ma in alcune parti vedo contrapposizione di pensiero. Non si può mettere sullo stesso piano qualcosa che produce danni a poche persone, con qualcosa che ha corrotto la società moderna scatenando guerre civili e addirittura una guerra mondiale. Vai a chiedere a tutti i sopravvissuti dell'olocausto che si sono trovati prigionieri nei Lager o nei Gulag se si sentivano semplicemente discriminati; o prova a spiegarlo ai Nativi Americani, cancellati dalla faccia della terra per dell'oro e delle terre o agli Schiavi Africani usati come animali solo perché assomigliavano più alle scimmie in confronto con i bianchi europei.

    Aze aze.
     
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    Allora la pensiamo alla stessa maniera, avevo capito ben altro dalle tue parole. E mi spiace non aver capito il tuo pensiero, sono felice di condividere tali concetti con qualcun'altro.

    Ora placo la mia voglia di scrivere, sennò finisco OT e non vorrei rovinare questo thread con dei vaneggi.

     
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    Il termine "razzismo" e "discriminazione" sono due parole che esprimono lo stesso concetto con due sfumature diverse. Il razzismo discrimina le persone in base a canoni razziali prestabiliti, mentre la discriminazione è la generalizzazione del termine "razzismo". Sono la stessa identica cosa, l'una include l'altra. Quindi il razzismo è una forma di discriminazione. Se uno discrimina gli ebrei, sta compiendo un atto di discriminazione, in particolare di "discriminazione razziale"; non c'è qui differenza tra discriminazione razziale, razzismo e discriminazione sociale: vogliono dire tutte la stessa cosa. Si parla di discriminazione sociale sia quando si parla di razzismo, sia quando si parla di differenti opinioni politiche, modo di vestire, ecc.

    Quello che accade in ambito reale (Mussolini, Hitler, ecc.) è invece la "persecuzione razziale", che ben diverso dall'essere solo razzisti. Una persecuzione razziale è una forte presa di posizione che è espressa tramite una negazione alla vita pubblica e talvolta anche privata dell'individuo discriminato. E' ciò che comporta il razzismo quando fomentato dalla politica e dalla propaganda. La differenza principale tra razzismo e persecuzione razziale è proprio in questo, ovvero nella passività della prima e nell'attività della seconda, nonostante la differenza venga confusa nel termine che connota sia l'esecutore di tale persecuzione che il discriminatore, cioé il termine "razzista". Se continuassimo a parlare di questo però è come se perdessimo di vista lo sfondo: "Guarda questo dito. Ma che fai?! Non focalizzare troppo la tua attenzione sul dito o ti perderai la maestosità del paesaggio" (-Bruce Lee, I 3 dell'Operazione Drago).
    Quello che volevo dire in questa citazione, è che secondo me è ora completamente inutile soffermarci sul razzismo; è giusto quello, no non va bene, bla bla bla. La domanda da farsi in questo momento è: Perché? Perché ora? Perché proprio adesso? Com'è possibile che questo focolaio dell'ISIS si sia espanso così tanto in così poco tempo? Chi li finazia? Perché questo fatto è accaduto proprio in Francia? E guarda un po', ora le quotazioni di Hollande sono tornate in vetta.
    La cosa puzza di bruciato e tanto anche. Per non farsi fregare dalla politica bisogna farsi la domanda giusta e quasi sempre questa domanda è "perché?".

    Ma tanto non mi aspetto che la gente comune capisca questo: la storia si ripeterà come disse il buon Machiavelli ab illo tempore, e non si farà nulla per cambiare le cose, specie se parliamo di Italia, tanto legata alle tradizioni dei grandi condottieri, tanto legata al menefreghismo, al tradimento.
     
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  12. Aze Aze.
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    Ricordo che l'italia è un paese che ama la monarchia, specie se è travestita da finta democrazia. Si spera sempre nel famoso gorluis leader che salvi tutto e tutti dai mali del mondo, e che ridia orgoglio alla nazione vittima di vittorie mutiliate. (un insieme di salvini, d'annuzio e Mr B).. peccato che tali speranze sono a dir poco.... irrealistiche visto che sfociano nei regimi dittatoriali. Chiedi il mer singr. bluse.. il perchè basta guardarsi intorno, lo so io e lo sa lei. Viviamo in un mondo di farse e di personalismi, persone che lucrano e godono della morte altrui, semplicemente mi domando chi fornisca equipaggiamenti militari all'isis, chi li addestri a guidare mezzi militari e sparare, e mi chiedo come facciano dei terrosti a sfuggire a 40000 operatori di sicurezza per più di 48 ore, e specialmente il perchè dei terroristi si portano la carta di identità prima di un attentato. Molti di questi dubbi saranno solo utili per speculare, ma di certo avremo la rivincita dell omofobia le mondo, e altre ''guerre di pace'' per aiutare dei paesi a terminare la minaccia Isis. Non ha alcuna logica ne militare ne strategica iniziare ad uccidere cittadini di ogni nazione del mondo... vi è qualcosa sotto che non sappiamo, di certo son pazzi ma non stupidi. La cosa bella è che ci stiamo''focalizzando'' sul dito, nel mentre si parla dell Isis la Russia ha preso un pezzo di ucraina... sapete che dovremo modificare le nostre cartine geografiche vero? Eppure nessuno ne parla e ci fa caso...
     
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    Aku Soku Zan !

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    Ricordo che l'italia è un paese che ama la monarchia, specie se è travestita da finta democrazia. Si spera sempre nel famoso gorluis leader che salvi tutto e tutti dai mali del mondo, e che ridia orgoglio alla nazione vittima di vittorie mutiliate. (un insieme di salvini, d'annuzio e Mr B).. peccato che tali speranze sono a dir poco.... irrealistiche visto che sfociano nei regimi dittatoriali. Chiedi il mer singr. bluse.. il perchè basta guardarsi intorno, lo so io e lo sa lei. Viviamo in un mondo di farse e di personalismi, persone che lucrano e godono della morte altrui, semplicemente mi domando chi fornisca equipaggiamenti militari all'isis, chi li addestri a guidare mezzi militari e sparare, e mi chiedo come facciano dei terrosti a sfuggire a 40000 operatori di sicurezza per più di 48 ore, e specialmente il perchè dei terroristi si portano la carta di identità prima di un attentato. Molti di questi dubbi saranno solo utili per speculare, ma di certo avremo la rivincita dell omofobia le mondo, e altre ''guerre di pace'' per aiutare dei paesi a terminare la minaccia Isis. Non ha alcuna logica ne militare ne strategica iniziare ad uccidere cittadini di ogni nazione del mondo... vi è qualcosa sotto che non sappiamo, di certo son pazzi ma non stupidi. La cosa bella è che ci stiamo''focalizzando'' sul dito, nel mentre si parla dell Isis la Russia ha preso un pezzo di ucraina... sapete che dovremo modificare le nostre cartine geografiche vero? Eppure nessuno ne parla e ci fa caso...

    Bingo.
     
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  14. GANTZ
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    Concordo con quello che è stato scritto sul terrorismo, ma non condivido il pensiero di distinzione tra persecuzione e discriminazione razziale. La politica o la religione non sempre hanno fomentato questi pensieri, spesso erano le piccole comunità a causa di pregiudizi e preservazione che educavano i propri figli e alimentavano l'astio comune verso le razze straniere. Ne è una dimostrazione il razzismo afroamericano, dove, nonostante la propaganda presidenziale, fino alla metà degli anni '70 era facile assistere a infanticidi, linciaggi, stupri, omicidi verso adulti e anche bambini solo perché la loro pelle era di un colore sbagliato.

    Molte guerre civili sono state scatenate dal razzismo, che esso sia maggioritario o minoritario, con delitti efferati quanto quelli partoriti dalla mente malata di Hitler & Company, anche se su scala nettamente inferiore; ma la morte di pochi è crudele quando la morte di molti. Non si può fare una netta distinzione tra discriminazione razziale e persecuzione, proprio perché il confine è così sottile da essere impossibile da rilevare. Una discriminazione sociale può anche ricadere in alcuni particolari razziali, come un disprezzo per una particolare lingua o per un tratto somatico (esempio gli asiatici che a causa della prosopagnosia abbiamo difficoltà a distinguerli li uni dagli altri), ma questo non indica strettamente l'essere razzisti.

    Purtroppo molti testi scritti e soprattutto la rete sono ancora all'età della pietra per certi concetti. Fornendo descrizioni e termini per delineare fattori impossibili da analizzare e determinare con accuratezza. Il razzismo rimane all'apice di tutte le discriminazioni sociali, perché ne raggruppa diverse al suo interno. Se poi lo si vuole mettere a tutti i costi al pari di discriminazioni minori, fate pure, ognuno è libero di seguire il pensiero altrui.
    Per il resto non aggiungo altro, altrimenti finirei per ripetermi all'infinito.

    Mi fa piacere notare che c'è ancora gente che si pone domande, invece di dare per certe le risposte che forniscono i media.

    Aze aze.
     
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  15. Tobiv
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    Ho poco da aggiungere. La politica odierna strumentalizza ciò che le è più comodo, in questo caso il razzismo, che secondo me andrebbe regolamentizzato. Io non voglio cadere vittima dell'odio per ciò che non si conosce, ciò che non si conosce deve essere capito e studiato, e pochi si soffermano su questo punto poiché convengono che è più comodo fermarsi a capire quello che si vuole capire secondo un proprio senso di etica che poi deve essere strumentalizzata in contesti dove l'opinione pubblica può opinare sulle idee argomentate in mala fede. Le persone in politica, attualmente, hanno bisogno del consenso popolare e per ottenerlo in maniera rapita si ricorre alla strumentalizzazione. La politica dovrebbe andare ad approfondire il problema e spesso i governanti sono proprio gli artefici di questo odio, quindi esiste un conflitto di interessi tale da non lasciar il giusto spazio ad una vera comprensione delle cause del razzismo e delle soluzioni ad una situazione che sarebbe preferibile evitare da un punto di vista sociale.
     
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15 replies since 15/1/2015, 16:04   435 views
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