È morta, eppur vive

di Anas

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  1. Anas
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    È MORTA, EPPUR VIVE

    È morta, eppur vive,
    respira, senza anima,
    respira nel mio cuore,
    combatte per uscire
    la rosa già secca.
    Son cieco, eppur vedente,
    scudato, ma colpito,
    sicuro, ma fragile,
    nella flebile notte.
    Sempiterna permane,
    nel bosco tenebroso,
    l'ombra dei fiori
    d'un frutto mai nato.
    Spinge, si dimena,
    nel petto mio dolente,
    e lo sguardo mi colpisce,
    e io, sebben l'abbassi,
    tremo al percuoter
    del ferro il mio scudo.
    Violento e feroce
    è l'apatico impeto,
    violento e feroce,
    ma l'arma io lasciai.
    Travaglia a tradimento
    il già stato soldato,
    travaglia ed ei sente
    non molto, ma troppo.
    Tremo e piango
    come volto d'una madre
    che figlio abbandona,
    e orfana d'amore
    non sa più che fare.
    Sorrido, liberato,
    come schiavo
    or'affrancato
    che vita, già perduta,
    ignora com'avanzare.
    Io ora in ginocchio,
    io ora in piedi,
    vittorioso sconfitto,
    nuoto con ogni forza,
    navigo controvento,
    benché da dardi minato,
    cercando un lago d'acqua
    sì calma e pacifica,
    onde calmar il caos,
    ch'è signore funesto
    del mio pensare.
    E penso, e io penso,
    e quiete ancor stabile
    io, ahimè, non trovo.
    E rimango, ancor rimango,
    in balia d'una tempesta,
    che un giorno dovrà perire.
    E spero, già, spero,
    che luce non m'abbandoni,
    che buio me non divori.
    Sul labile confine
    fra giorno e notte
    si muovono i miei passi,
    e con loro avanzando
    io il caos vo' fuggendo.


    Anas

     
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0 replies since 26/3/2015, 15:14   55 views
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