Il Bushidō


Una pagina del Bushido

Il Bushidō, letteralmente "Via del guerriero", è un codice del modo di vivere dei samurai. In esso sono raccolte, oltre le discipline militari, anche quelle morali di un samurai. Sebbene risalga al 660 a.C., questo codice fu messo su carta da Tsuramoto Tashiro alla fine del 1600, dopo aver raccolto le regole del monaco-samurai Yamamoto Tsunetomo nell'Hagakure.


Copertina moderna del libro Hagakure

Ispirato alle dottrine del buddhismo e del confucianesimo, il Bushidō dottrinava il rispetto dei valori di onestà, lealtà, giustizia, pietà, dovere e onore, i quali dovevano essere perseguiti fino alla morte. Il venir meno a questi princìpi recava disonore al guerriero, che espiava la propria colpa commettendo il seppuku, il suicidio rituale. Nella Restaurazione Meiji, il Bushidō ebbe come punto fondamentale il rispetto assoluto dell'imperatore e divenne uno dei capisaldi del nazionalismo giapponese. Un princìpio del Bushidō, che leggerai tra poco, fu la causa dei trattamenti brutali e denigranti a cui i giapponesi sottoposero i prigionieri nel corso della seconda guerra mondiale, mentre la ricerca della morte onorevole in battaglia fu la ragione percui molti kamikaze si sacrificarono.

Il Bushidō si fonda su sette concetti fondamentali, ai quali il samurai deve imprescindibilmente attenersi:

Gi: l'Onestà e la Giustizia

Sii scrupolosamente onesto nei rapporti con gli altri, credi nella giustizia che proviene non dalle altre persone ma da te stesso. Il vero Samurai non ha incertezze sulla questione dell'onestà e della giustizia. Vi è solo ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.

Yu: il Coraggio Eroico

Elevati al di sopra delle masse che hanno paura di agire, nascondersi come una tartaruga nel guscio non è vivere. Un Samurai deve possedere un eroico coraggio, ciò è assolutamente rischioso e pericoloso, ciò significa vivere in modo completo, pieno, meraviglioso. L'eroico coraggio non è cieco ma intelligente e forte.

Jin: la Compassione

L'intenso addestramento rende il samurai svelto e forte. È diverso dagli altri, egli acquisisce un potere che deve essere utilizzato per il bene comune. Possiede compassione, coglie ogni opportunità di essere d'aiuto ai propri simili e se l'opportunità non si presenta egli fa di tutto per trovarne una. La compassione di un samurai va dimostrata soprattutto nei riguardi delle donne e dei fanciulli.

Rei: la Cortesia

I Samurai non hanno motivi per comportarsi in maniera crudele, non hanno bisogno di mostrare la propria forza. Un Samurai è gentile anche con i nemici. Senza tale dimostrazione di rispetto esteriore un uomo è poco più di un animale. Il Samurai è rispettato non solo per la sua forza in battaglia ma anche per come interagisce con gli altri uomini.

Makoto o Shin: la Completa Sincerità

Quando un samurai esprime l'intenzione di compiere un'azione, questa è praticamente già compiuta, nulla gli impedirà di portare a termine l'intenzione espressa. Egli non ha bisogno né di "dare la parola" né di promettere. Parlare e agire sono la medesima cosa.

Meiyo: l'Onore

Vi è un solo giudice dell'onore del samurai: egli stesso. Le decisioni che prendi e le azioni che ne conseguono sono un riflesso di ciò che sei in realtà. Non puoi nasconderti da te stesso.

Chugi: il Dovere e la Lealtà

Per il samurai compiere un'azione o esprimere qualcosa equivale a diventarne proprietario. Egli ne assume la piena responsabilità, anche per ciò che ne consegue. Il samurai è immensamente leale verso coloro di cui si prende cura. Egli resta fieramente fedele a coloro di cui è responsabile.

Bushido, il codice del Samurai, la Via del Guerriero... di Francesco Spadafora

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Il Ninja


Ninja fantasy nell'immaginario comune                      Ninja fantasy nell'immaginario comune                   Raffigurazione di un ninja

Il Ninja era una spia del Giappone feudale. Era l'esperto di tecniche militari di strategia conosciute come ninjutsu. Sinonimi di ninja sono i termini kanja e shinobi. Secondo alcune fonti, le spie di sesso femminile avrebbero avuto l'appellativo di kunoichi.
I ninja portavano abiti neri per la notte e abiti di colore marrone-cachi per le ore del giorno. Erano esperti di arti marziali e la preparazione fisica meticolosa occupava gran parte della loro giornata. Un ninja poteva assumere incarichi anche da sicario e compiere un omicidio mirato, ma non certo stragi come fanno vedere negli anime. Oltre che nello spionaggio vero e proprio e negli omicidi mirati, erano esperti di sabotaggio e tortura. Praticavano arti marziali a livelli altissimi.

L'armamento dei ninja è molto vario ed è scelto in base al tipo di missione. Egli poteva avere con sè:

Clicca sui nomi per vedere le armi

Invece le tecniche di combattimento corpo a corpo utilizzate erano il ju jutsu e il kung fu.

Alla Ricerca Del Ninja Storico di Original TV X - Documentario diviso in 4 parti

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Il Samurai


Raffigurazione di un samurai                                                   Tipica armatura da samurai

Il samurai era un militare del periodo Edo, all'epoca del Giappone feudale. Appartenenva alla casta aristocratica dei guerrieri. Il nome deriva sicuramente dal verbo saburau, che significa letteralmente "colui che serve". I samurai che non servivano più un signore del tempo, il daimyō, erano chiamati rōnin, intendendo che essi erano liberi da vincoli.
I samurai praticavano anche arti zen oltre alle tipiche arti marziali. Durante l'era Tokugawa persero gradualmente la loro funzione militare e verso la fine del periodo Edo, i samurai estraevano la loro spada soltanto per scopi cerimoniali, per sottolineare la loro appartenenza di casta e non più per combattere realmente.
Con il Rinnovamento Meiji la classe dei samurai fu abolita del tutto e al suo posto istituito un esercito nazionale. Comunque il rigido codice d'onore dei samurai, il bushido, è ancora tutt'oggi fonte di principi morali. Tratto distintivo di un samurai è di certo la katana, la spada giapponese per antonomasia. Eppure non era l'unica arma posseduta dal guerriero nipponico. Oltre alla katana, il samurai portava con sè ed utilizzava una spada corta: il wakizashi. Quest'armi erano considerate dai samurai come un'estensione del corpo e si credeva che avessero in sè un'anima.


Katana                                                                                 Wakizashi

Una pratica conosciuta dei samurai è l'harakiri, cioè "taglio del ventre", e veniva eseguito, secondo un rituale rigidamente codificato, come espiazione di una colpa commessa o come mezzo per sfuggire ad una morte disonorevole. Altra parola, più corretta nell'intendere la pratica dell'harakiri ma poco conosciuta, è seppuku, "taglio dello stomaco". Un particolare fondamentale per comprendere questi rituali è che si riteneva che il ventre fosse la sede dell'anima e quindi il significato simbolico era quello di mostrare la propria anima priva di colpe, in tutta la sua purezza.

Tratto dal film Harakiri del 1962

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