Anassimandro, il tutto sta nel "Apeiron"

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    Anassimandro e l'Apeiron

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    « Inizio ed elemento primordiale delle cose è l'infinito.
    Da dove infatti gli esseri hanno origine, ivi hanno anche la distruzione secondo necessità: poichè essi pagano l'uno all'altro la pena e l'espiazione dell'ingiustizia secondo l'ordine del tempo. »


    Discepolo di Talete, Anassimandro, a differenza del suo Mentore, pose il principio di tutte le cose non nell'acqua, ma nel Apeiron, che in greco significa illimitato, o "infinito".
    Così facendo Anassimandro, rompe la tradizione greca di cercare l'Archè negli elementi naturali, in quanto l'Infinito viene considerato come un' anteriore situazione di indifferenziazione, di mescolanza, probabilmente, di caos, contenente "in potentia" tutti gli elementi.
    Secondo Anassimandro, pertanto, nessuna cosa soggetta a nascita, crescita e morte potrebbe essere principio o causa di ciò che esiste.
    Se ne potrebbe quindi dedurre, per esempio, che affinchè vi sia acqua, occorre che essa stessa esca dall'infinito e cominci a determinarsi come tale.

    «ogni cosa o è principio o deriva da un principio; ma dell'infinito non c'è principio, perchè questo sarebbe un suo limite.»

    Il principio dell'acqua deve quindi porsi al di là del suo limite (peras), del tempo, dello stesso divenire.

    In sostanza Anassimandro introdusse una differenza tra il principio da cui le cose derivano e le cose stesse, le quali, per loro natura, sono tutte limitate e quindi non infinite. Quindi, gli oggetti "si fanno torto" reciprocamente in quanto, essendo finiti, ognuno di essi non comprende nessuno degli altri e quindi ad essi si oppone.

    Siamo pertanto in presenza di una concezione grandiosa ed ultima dell'esistenza, propriamente più metafisica che fisica in quanto esprimente una visione globale della realtà che, secondo gli studiosi di storia del pensiero, investiva anche la sfera delle vicende umane.


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    Riporto qui altri 2 frammenti di Anassimandro, che si fan fatica a trovare, per completezza:
    Anassimandro afferma che in origine l'uomo proveniva da animali d'altra specie, deducendolo dal fatto che mentre gli altri animali possono procurarsi da sé il loro nutrimento poco tempo dopo la nascita, l'uomo solo ha bisogno per molto tempo di una nutrice: quindi se fosse stato tale anche in origine non avrebbe potuto sopravvivere -Plutarco,Strom.2

    Anassimandro di mileto ritiene che dall'acqua e dalla terrra riscaldate sorsero sia pesci sia animali oltremodo simili ai pesci; che dentro questi animali si formarono uomini, i cui feti rimasero racchiusi allinterno sino alla pubertà; che allora finalmente spezzate queste creature, vennero fuori uomini e donne, oramai capaci di nutrire se stessi -Censorino, 4,7 la sapienza greca

    Qui è scritto quindi che secondo Anassimandro "l'uomo in origine proveniva da animali d'altra specie".
     
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1 replies since 15/7/2012, 11:17   390 views
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