Definizione di Quoziente d’intelligenza

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    Definizione di Quoziente d’intelligenza

    Quoziente d’intelligenza o QI Misura delle capacità intellettive di un individuo, ricavata con appositi test psicologici.

    La prima scala per la valutazione dell’intelligenza fu ideata in Francia nel 1905 dagli psicologi Alfred Binet e Théodore Simon (1873-1961), per identificare i bambini che necessitavano dell’inserimento in classi differenziali. Il test confrontava il risultato ottenuto in una serie di prove con quello medio ottenuto da bambini di varie età.

    Lo psicologo Louis William Stern (1871-1938) introdusse il concetto di quoziente d’intelligenza (QI; in tedesco IQ, Intelligenz-quotient) come rapporto tra età mentale (ottenuta tramite test) ed età cronologica. Il QI si ottiene dividendo l’età mentale per l’età cronologica e moltiplicando il risultato per 100: ad esempio, un bambino di 10 anni che ottiene il punteggio previsto per i bambini di 11, ha un QI pari a 110.

    Questo rapporto non si dimostrò valido per misurare il quoziente d’intelligenza degli adulti: con il passare degli anni, infatti, le differenze tra fasce d’età perdono significatività. Per questo motivo, gli strumenti formulati successivamente hanno abbandonato il concetto di età mentale e la maggior parte dei test impiegati attualmente confronta il punteggio ottenuto da un individuo con quello di un campione di persone della sua stessa età: il QI viene assegnato su questa base attraverso accurate elaborazioni statistiche.


     
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  2. Davide Grendal
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    Sono contrario a questa misurazione "dell'intelligenza" ; non sappiamo ancora come funziona il nostro cervello, figuriamoci se possiamo permetterci il lusso di calcolare l'intelligenza! Sono sicuro che le differenze sono prevalentemente di adattamento, quindi un ragazzo cresciuto in un quartiere Americano ricco di stimolazione, con entrambi i genitori dottorandi al MIT di Boston, sarà destinato a diventare un genio! Invece un ragazzo cresciuto in Africa, avrà possibilità nettamente inferiori di essere più istruito e "intelligente"; tuttavia il Q.I, valuta prettamente le capacità logiche, astenendo dalla sua misurazione le altre capacità come matematiche, linguistiche, musicali, spaziali e tanto altro ancora! Morale della favola? Siamo lontani per fare una misurazione del genere.

    Edited by Davide Grendal - 29/7/2013, 13:59
     
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  3. MihawkSpadanera92
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    CITAZIONE (Davide Grendal @ 28/7/2013, 15:22) 
    Sono contrario a questa misurazione "dell'intelligenza" ; non sappiamo ancora come funziona il nostro cervello, figuriamoci se possiamo permetterci il lusso di calcolare l'intelligenza! Sono sicuro che le differenze sono prevalentemente di adattamento, quindi un ragazzo cresciuto in un quartiere Americano ricco di stimolazione, con entrambi i genitori dottorandi al MIT di Boston, sarà destinato a diventare un genio! Invece un ragazzo cresciuto in Africa, avrà possibilità nettamente inferiori di essere più istruito e "intelligente"; tuttavia il Q.I, valuta prettamente le capacità logiche, astenendo dalla sua misurazione le altre capacità come matematiche, linguistiche, musicali, spaziali e tanto altro ancora! Morale della favola? Siamo lontani per fare una misurazione del genere.

    l'intelligenza di un ragazzo cresce con il passare degli anni,e più legge le definizioni,di argomenti di vario genere e le studia accresce la sua intelligenza di essere che sa pensare e formulare delle parole con senso compiuto,penso che ognuno cresce con e arriva a possedere un certo quozionte intellettivo,nell'umanita
     
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  4. Fabio D.
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    CITAZIONE (Davide Grendal @ 28/7/2013, 15:22) 
    Sono contrario a questa misurazione "dell'intelligenza" ; non sappiamo ancora come funziona il nostro cervello, figuriamoci se possiamo permetterci il lusso di calcolare l'intelligenza! Sono sicuro che le differenze sono prevalentemente di adattamento, quindi un ragazzo cresciuto in un quartiere Americano ricco di stimolazione, con entrambi i genitori dottorandi al MIT di Boston, sarà destinato a diventare un genio! Invece un ragazzo cresciuto in Africa, avrà possibilità nettamente inferiori di essere più istruito e "intelligente"; tuttavia il Q.I, valuta prettamente le capacità logiche, astenendo dalla sua misurazione le altre capacità come matematiche, linguistiche, musicali, spaziali e tanto altro ancora! Morale della favola? Siamo lontani per fare una misurazione del genere.

    Non è così che funziona, i test usati non sono culture-free. Per una valutazione accurata bisogna 1) avere chiaro in mente il concetto di intelligenza e i presupposti teorici, 2) produrre un test adeguato a questo concetto, 3) tararlo su una POPOLAZIONE DI RIFERIMENTO, con caratteristiche proprie di quella popolazione, 4) se presenta dei limiti se ne producono versioni parallele che mettano chi non è esposto all'ambiente in cui è stata tarata la versione standard di quel test di poter essere valutato per le effettive abilità che costituiscono la memoria. La psicologia in quanto scienza non fa discriminazione, spiega dei fenomeni, se questo lede la sensibilità di qualcuno, allora è meglio che si ritiri.
     
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3 replies since 2/4/2013, 19:55   7001 views
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