Capitolo V- Una promessa di sangue

Attack on Titan- Days from a Dramatic Past

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  1. °Forfeus°
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    Capitolo V

    Una promessa di sangue


    Zl5Wjtg

    “L’umanità teme i titani, ma i titani temono l’umanità? E’ una domanda a cui molti hanno tentato di rispondere, fallendo miseramente.
    L’uomo vorrebbe scoprire l’origine dei titani, il luogo da dove provengono e le loro reali intenzioni, ma semplicemente non ci riesce e si auto corrode per questo.
    Egli non riesce ad accettare il fatto di essere spazzato via dalla sua stessa terra senza un apparente motivo, non lo concepisce in alcun modo.
    Ciò che dovrebbe chiedersi, più che altro, è se i titani lo stanno attaccando non per decimarlo, ma per riprendersi qualcosa che gli apparteneva. Non lo sappiamo e, forse, non lo sapremo mai.”

    Katya Monford




    La pioggia continuava a cadere copiosamente e per un po’ i fenomeni visivi del cielo sembravano essersi placati, lanciando la foresta in una semioscurità. I tre ragazzi fissavano impietriti sia l’uomo misterioso che li aveva salvati sia il titano che ormai sembrava avere occhi solo per il soldato, come se stesse bramando vendetta.
    I giganti poteva provare quel genere di sentimenti?
    Il soldato si voltò verso di loro, ignorando il titano, mostrando due occhi color ambra:
    < Allontanatevi immediatamente da qui, andate verso nord e non appena intravedete un carro fermatevi lì! > ordinò e non aggiunse altro.
    < Qual è il tuo nome? > chiese Isabel prima di allontanarsi insieme ai suoi compagni come richiesto, voleva almeno sapere il nome del suo salvatore se non l’avrebbe più rivisto.
    < Alan > sibilò il soldato tornando a fissare il titano.

    I tre ragazzi fuggirono, sotto la pioggia battente e non appena il gigante tentò di inseguirli fu bloccato dal soldato che attivando il sistema di manovra tridimensionale lo ferì alla gamba, attirando la sua attenzione:
    < Il tuo avversario sono io, non quei ragazzini > disse, arretrando per uscire fuori dal campo d’azione del mostro che nel frattempo si era rialzato.
    < Hai ucciso tre dei miei compagni di squadra, me la pagherai cara! > gli esclamò contro e quasi come contro risposta il titano urlò, facendo tremare gli alberi, scagliandosi all’attacco: un singolo pugno e l’albero alle spalle del soldato si spezzò in due, alzando un nugolo di schegge di legno mentre l’uomo evitava quel gancio poderoso sfruttando i cavi.

    Sfrecciò alle sue spalle, atterrando su un ramo e correndo sopra di esso tentò di colpire alle spalle il titano, che roteando su se stesso si difese con efficacia dal contrattacco.
    L’uomo rotolò a terra, alzando piccoli zampilli d’acqua e rialzandosi con agilità notò con la coda dell’occhio che il titano lo stava caricando di nuovo, unendo i pugni per infliggergli un singolo colpo mortale: facendo scattare i cavi e attivando il gas scivolò sotto le gambe del mostro, evitando d’un soffio il colpo e ferendolo alle caviglie con entrambe le spade.

    Schivando l’ennesimo gancio, che sradicò l’albero vicino, saettò sfruttando il gas sopra un altro ramo e con un gesto felino fece staccare le lame consumate, inserendone due nuove: quel bastardo si stava rivelando più ostico di quanto avesse immaginato.
    Balzò in aria, mentre l’albero precipitava abbattuto dalla furia del mostro, e azionando più volte i cavi passò da un ramo all’altro, piroettando su se stesso, sfruttando la resistenza del proprio corpo per muoversi come se non avesse peso e traendo vantaggio dal terreno scivoloso si scagliò con foga contro le gambe del titano che nel frattempo si era destabilizzato dopo l’ennesimo gancio a vuoto.
    Lo ferì con brutalità alla gamba destra, facendolo cadere a terra e mancando di poco il suo punto debole dietro il collo.

    Il titano, nonostante la ferita riuscì a colpirlo mentre gli passava davanti a gran velocità ed Alan fu scaraventato a terra, rotolando fino a finire contro uno dei tronchi abbattuti.
    < Merda… > imprecò, tastandosi i fianchi doloranti, non aveva nulla di rotto ma l’impatto non era stato dei più soffici. Doveva fare attenzione.

    Il titano sghignazzò, una risata roca che si perse nel brusio della pioggia, e risollevandosi corse verso il soldato, che tentò di evitarlo attivando i cavi e il gas al tempo stesso, ma il mostro lo afferrò con estrema precisione, sbattendolo con forza contro un albero di grande dimensioni: Alan tossì sangue, chinò la testa in avanti per il colpo di frustra e perse la presa sulle lame che scivolarono penzolando in aria.
    La presa del titano non era forte a tal punto da stritolarlo, probabilmente aveva in mente qualcos’altro.



    Un lampo squarciò il manto notturno illuminando l’espressione sadica dipinta sul volto del titano: lo fissava con occhi colmi di soddisfazione, occhi gialli che sembravano brillare di luce propria o di follia.
    Con estrema tranquillità l’essere spalancò le fauci, pronto a divorare il soldato, ma in quello stesso istante Alan sfilò il braccio destro dalla presa, impugnando una pistola lancia fumogeni:
    < Hai fame, pezzo di merda? Allora mangia questo! > esclamò, puntandola contro il mostro e sparando l’unico colpo in canna. Il razzo segnalatore esplose nella bocca del titano, rilasciando una nube rossastra e lacerandogli le carni.
    Il titano urlò di dolore, con la mandibola spappolata, e abbandonò la presa sul soldato per portare le mani al volto mutilato.

    Alan, cadendo da quella altezza si sarebbe spezzato le gambe , così, precipitando nel vuoto, afferrò le lame e premendo il grilletto sinistro fece scattare l’arpione che si conficcò nella mano del gigante che continuava a dimenarsi iracondo, reso quasi cieco dal razzo.
    Si lasciò trasportare dal movimento repentino del titano e si slanciò poco più in alto della sua testa, riattivando i cavi e il gas per aggirare i suoi colpi alla cieca e tranciargli di netto il braccio sinistro.

    Incespicò sul terreno bagnato mentre il suo avversario ruggiva furioso. Saltò all’indietro, ripartendo subito all’attacco, ma il mostrò riuscì ad afferrare uno dei cavi, facendogli perdere l’equilibrio.
    Strisciando a terra di fianco, proseguì ugualmente il suo assalto e allineando le spade falciò con un colpo netto il piede sinistro del gigante, facendolo cadere in ginocchio.
    Quella era la sua unica occasione.

    Si rimise in piedi, strinse i denti per il dolore, sfruttando il gas iniziò a correre parallelo al terreno su un tronco e giunto ad una certa altezza e con uno sforzo immane si lanciò all’indietro: mulinando vorticosamente, in mezzo alla pioggia torrenziale, e brandendo con forza le due spade lanciò un fendente dritto alla nuca del titano che tentò di voltarsi per evitare il colpo.
    < E’ troppo tardi! > esclamò il soldato, poi ci fu un lampo, un tuono rimbombò, un fulmine precipitò in lontananza e un urlo spaventoso si perse nell’oscurità.

    [ … ] FINE OST [ ... ]

    Isabel osservava incredula quella scena, con la pioggia che non aveva alcuna intenzione di concedere una tregua: alberi sradicati, tronchi spezzati di netto, rami fracassati, in quel punto della foresta sembrava essere scoppiato il finimondo, ma di Alan non c’era traccia.
    Avanzò con circospezione, passo dopo passo, finché non lo vide: il corpo del gigante giaceva a terra, in una pozza di sangue scuro, mutilato e con una profonda ferita alla nuca. Una delle lame era perfino rimasta conficcata nel collo, testimone della tremenda battaglia da poco conclusasi.

    Percepì del movimento alla sua sinistra e si volse in quella direzione giusto in tempo per vedere sbucare la figura di Alan da un cespuglio: aveva il mantello lacero, i vestiti sporchi di sangue e fango e l’attrezzatura sembrava ammaccata in più punti.
    < Fanculo… ho due costole incrinate come minimo > disse, piantando la spade nel terreno per poi cadere sulle ginocchia.
    Isabel fece per avvicinarsi e soccorrerlo, ma Alan le fece cenno di non muoversi:
    < Sto bene è solo qualche graffio. Tu invece che diavolo ci fai qui? Vi avevo detto di raggiungere il carro e di aspettarmi lì >
    < Ho sentito quell’urlo disumano e sono venuta a controllare se stavi bene. Ci hai salvato la vita e per questo ti siamo debitori > rispose, incurante della pioggia.
    < Debitori? Tsk, ho bisogno di ben altro che di tre ragazzini che vogliono sdebitarsi con me. Vi ho salvato la vita perché è il mio lavoro > Alan la osservava da sotto il cappuccio, quella ragazzina lo incuriosiva.
    < Sei un soldato? > chiese.
    < No > rispose secco lui.
    < Allora che cosa sei? > insistette.
    < Non ha importanza >
    < Dimmelo! > l’uomo in quel momento vide brillare l’occhio non bendato della ragazza e sorrise. Quella era la scintilla della determinazione.
    < Ah! La voce non ti manca, eh? Sono il tenente Alan Callaghan, capitano della squadra delta del corpo di Ricognizione. Contenta? >
    < Allora sei un soldato… > tagliò corto Isabel.
    < No, ragazzina… >
    < Mi chiamo Isabel, Isabel Ackerman >
    < Va bene, Isabel, comunque te lo ripeto, non sono un soldato. Io sono un cacciatore di titani > pronunciò le ultime parole con enfasi, graffiando la parte destra del portalame con la lama. Isabel notò che c’erano molte altri graffi verticali, alcuni sbarrati, ma tutti divisi in gruppi da cinque. Sembrava un conteggio e Alan notò lo sguardo curioso della ragazza:
    < Sono i titani che ho fatto fuori da quando ho abbandonato le grandi mura… > iniziò < … e quel figlio di puttana là dietro è il ventiduesimo > concluse, indicando la carcassa del gigante che stava lentamente evaporando.
    < Le mura? Che mura? > chiese Isabel, stringendosi nelle vesti, stava iniziando a sentire freddo.
    < Non credo sia il momento migliore per parlarne, lascia perdere > sputò del sangue, pulendosi le labbra con la manica della divisa.

    < E i tuoi compagni? >
    < Eravamo stati incaricati di raggiungere le regioni ancora non colpite per evacuarle…. Tre di loro sono caduti combattendo contro il titano notturno. Gli altri non so che fine abbiano fatto, ci eravamo divisi e… bah… > sospirò, scuotendo la testa.
    < Mi dispiace >
    < Sapevamo a quali rischi andavamo incontro accettando questo incarico > tra i due calò il silenzio per alcuni secondi, ma Isabel riprese subito a parlare:
    < Dove hai preso quel coso? > indicò il congegno appeso alla vita di Alan:
    < Questo? > l’uomo ticchettò sull’acciaio < Oh, questo è il sistema di manovra tridimensionale, o movimento, come ti suona meglio. E’ ancora un prototipo, ma è l’arma migliore per far fuori quelle bestiacce > si rialzò, infilando la spada in uno degli incavi del congegno < Comunque, domattina porterò te e i tuoi compagni in un luogo sicuro, così poi potrete raggiungere le grandi mura > si avvicinò alla carcassa del gigante e recuperò l’altra spada.



    < No… > sussurrò la ragazza, stringendo i pugni.
    < Come? >
    < Ho detto no! > esclamò, sentendosi stordita e accaldata.
    < E sentiamo, che cosa vorresti fare? > i suoi occhi ambra la fulminarono.
    < Insegnami ad usare il sistema di manovra tridimensionale, voglio diventare una cacciatrice di titani! > barcollò e si accasciò, poggiando le mani a terra: stava ansimando.

    Nel frattempo erano sopraggiunti anche Ivy e Dom, ma non intervennero osservando lo sguardo severo del tenente.
    < E dimmi > si inginocchiò di fronte a lei < per quale motivo vorresti diventarlo? >
    La ragazza sfilò la benda dall’occhio destro mostrando la ferita che ormai si stava tramutando in cicatrice: decine di tagli che in parte avevano lesionato anche l’occhio stesso.
    < Per ripagarli con la stessa moneta! > sibilò, stringendo la casacca di Alan con la mano, poco prima di perdere i sensi.
    < Isabel! > esclamarono all’unisono gli altri due, correndo verso di lei.
    < E’ solo un po’ di febbre > li tranquillizzò lui, afferrando la ragazza per il mento e fissando la sua ferita: quell’occhio, seppur malconcio, brillava ancora di determinazione.
    < E sia, Isabel Ackerman, li ripagherai con la stessa moneta! >

    Edited by °Forfeus° - 7/9/2013, 13:09
     
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  2. Nikki_Kurenai
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    Bellissimo capitolo! Avvincente *-* e Isabel mi piace troppo, molto determinata!
    Bravo, sei bravissimo *-*
     
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1 replies since 29/8/2013, 20:31   211 views
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