Pokemon Master - cap 6

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  1. GoddessHaruna
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    Avvertenza: Questa non è una fanfiction sui Pokemon standard. Contiene scene di violenza e linguaggio improprio.
    Nota:Pokemon e i personaggi ad esso associati sono proprietà della Nintendo,Game Freak, Creatures Inc, e 4Kids Productions.

    Pokemon Master

    di Ace Sanchez

    Tradotto da ^Kane^

    PARTE 6: REAZIONI



    Il vento soffiò con tutta la sua gelida potenza, mentre il piccolo gruppo di persone marciava attraverso la macchia. La luna, piena, era coperta da un leggero strato di nubi grigie, e l'odore umido della vegetazione pervadeva l'aria. Molti alberi e cespugli corsero accanto a loro, mentre acceleravano il passo. Misty si piegò in avanti e silenziosamente ordinò a Starmos di incrementare la velocità. Ash, che cavalcava dietro a lei, strinse la presa ai fianchi di lei, sentendo il pokemon stella accelerare. Misty cominciò a sentire caldo, ma lo ignorò e si concentrò sugli alberi e gli altri ostacoli del percorso verso est.
    Dietro a loro, poteva sentire gli zoccoli infuocati di un Rapidash al galoppo, attutiti dal tappeto erboso della foresta. Era un'andatura agile, malgrado le tre persone che cavalcavano; davanti Bruno, che teneva Junior ancora svenuto, mentre Laselle cavalcava dietro, tenendosi ai suoi fianchi. Probabilmente Duplica si stava lamentando della sua schiena, quando finalmente si fermarono.
    Era tutto quello che restava del gruppo di partenza. Jessie, James e Persian li avevano lasciati al Monte Luna. Ma i tre mercenari avevano promesso di reincontrarli più avanti, in una delle città. Avevano detto di voler trovare qualche altro criminale per rifarsi della perdita che avevano subito.
    Il vento stava agitando i capelli di Misty, e lei nella sua testa si scusò con Ash, la cui faccia doveva essere stata praticamente frustata da quei ciuffi rossi. Mentre faceva un breve giro attorno au albero, soffiando via foglie e rametti, sentì Ash sibilarle qualcosa nell'orecchio.
    "Attenta, Misty," la avvertì con la voce soffice ma profonda che arrivava a lei chiara, malgrado il vento. "C'è un esercito di Istruttori della Lega, con molti soldati, a nord."
    "Ma è un passaggio obbligato," rispose Misty. "La foresta è troppo fitta a sud."
    "Eccellente," concluse lui quietamente. "Passaci attraverso. Me ne occupo io."
    "Non vorrai ucciderli?" Ash quasi rise.
    "Chiaramente no. Sono troppo. E non vogliamo essere di disturbo. Sanno che siamo qui quasi di sicuro, quindi tanto vale andare a presentarci."

    La foresta cominciò a diradarsi e finalmente si ritrovarono in una radura. Alla loro destra le chiazze arancioni di un centinaio di tende con molte persone intorno. Il campo di un esercito della Lega.
    "Avvicinati ancora un poco, poi aggirali da est," sussurrò Ash.
    "Possono vederci?" Bruno chiese preoccupato.
    "No," rispose Ash. "Sto usando il mio potere per coprirci."
    "Figata!," commentò Laselle.
    Ash aveva ragione. Misty passò in mezzo alle sentinelle ai margini del campo, senza che queste se ne accorgessero. A un certo punto addirittura si misero a cavalcare proprio davanti ad uno dei soldati, che sembrava fissarli con aria ottusa. Misty guardò adirata quegli uomini gozzovigliare nel campo. Senza dubbio stavano celebrando la distruzione di un altro dei poveri insediamenti della zona. Aveva smesso di contare il numero dei villaggi bruciati attraverso i quali erano passati, nel loro viaggio verso Cerulean. Scheletri neri, una volta vivaci villaggi, e molti cadaveri di uomini e donne, a cui gli assassini non avevano concesso neppure la sepoltura.
    Dopo aver attraversato il campo, rientrarono nella spoglia foresta, verso est. Passarono circa due ore, e verso mezzanotte Bruno chiese una pausa, visto che Junior, ancora svenuto, scottava per la febbre.
    "Penso sia meglio," convenne Misty. "Anche Starmos è stanco." Ash rimase qualche istante in silenzio.
    "Va bene. Troviamo un luogo dove accamparci." Avanzando, la foresta si diradò ulteriormente, e loro si trovarono di fronte una specie di piccola cittadella. Non era stata ancora assalita dalla Lega, ed era molto piccola. In compenso era ben difesa, con forti mura di pietra, sulla cima delle quali camminavano numerose guardie e arcieri. Misty guardò Ash alle sue spalle, poi diresse Starmos all'ombra degli alberi, assieme agli altri.
    "Sembra un buon posto per passare la notte," commentò. "Avranno anche delle medicine, e Junior sembra averne bisogno."
    "Potrebbero non fidarsi di noi," rispose Bruno, scendendo da Duplica-Rapidash e con Junior in bracco. Laselle dondolò la gamba e scese anche lei. Il cavallo di fuoco nitrì, poi cominciò a trasformarsi in una donna dai capelli blu scuro e con un lungo mantello viola.
    "La mia schiena mi sta uccidendo," borbottò massaggiandosi.
    "Ma le città qui intorno non sono neutrali?" continuò Bruno. Duplica sbirciò da uno degli alberi che li celavano.
    "Bene giudicando dalle guardie, sembra che sappiano che la Lega ha una strana idea del concetto di neutralità." Ash lasciò i fianchi di Misty, sentendo di colpo quanto l'aria fosse fredda, e scese da Starmos. Si sistemò i capelli e si aggiustò lo zaino sulle spalle.
    "Guardate quelle bruciature sulle mura. Sembra che abbiano già respinto un attacco," affermò. "E l'esercito che abbiamo superato forse sta proprio venendo qui." Laselle boccheggiò.
    "Ma c'erano un centinaio di Istruttori della Lega in quell'esercito! Dobbiamo aiutarli!" Bruno scosse la testa.
    "Penso che dovremmo lasciarli al loro destino. Se Ash e Duplica hanno ragione, circa alla ripresa delle Guerre Oscure, arrivare a quella torre è la nostra priorità." Osservò il volto di Junior, il corpo ancora immobile fra le sue braccia. "Per Dio, le Guerre hanno distrutto tutte le città principali del mondo, e tre quarti della popolazione! Se permettessimo che tutto ciò accadesse di nuovo, non resterebbe nulla." Laselle lo guardò con un'espressione accusatrice nei fieri suoi occhi marroni.
    "Ma non possiamo andarcene adesso! Sarebbe un assassinio!" Guardò Ash con occhi speranzosi. "Scommetto che Ash potrebbe distruggerli con la forza del suo solo mignolo!" Ash nascose la risata con una mano.
    "Apprezzo la tua fiducia in me, Laselle, ma purtroppo non è così semplice." Misty scese dal suo pokemon stella e lo richiamò, riattaccando il piccolo gioiello al suo mantello blu.
    "Resta il fatto che Junior ha bisogno di cure, e noi di riposo. Possiamo restare solo per il tempo necessario, e se nel frattempo attaccano, bè allora daremo una mano." Gettò i suoi capelli dietro le spalle. Ash si grattò il mento, pensoso.
    "Può darsi." Restrinse gli occhi e osservò Junior. "Non avrebbe dovuto rallentarci, Bruno, ma visto che dopo tutto quello che è successo al Monte Luna abbiamo bisogno di riposo, penso che ce lo meritiamo. Soprattutto Pikachu." Si piegò di poco, per mostrare il pokemon che stava russando dentro lo zaino. Poi alzò leggermente le sue braccia e il lungo mantello nero brillò oscuro per alcuni istanti per scomparire di colpo, lasciandogli solo la sua maglietta scura, e i larghi pantaloni neri. "Ci fingeremo gente comune, per non attirare sospetti," disse, fissando il suo zaino sulle spale in modo più confortevole. Anche Misty fece scomparire il suo mantello, lasciandola in un comodo vestito blu che le avvolgeva le forme, con uno spacco lungo tutta la gamba. Bruno fece lo stesso e rimase con pantaloni marroni e una stretta maglietta che mostrava la sua muscolosa costituzione. Duplica ondeggiò una volta la sua mano, facendo scomparire il suo mantello viola, e rimase con il suo vestito verde e sexy che portava sotto. Guardò il corpo che Bruno rivelava sotto la maglietta.
    "Rowr," disse sorridendo. Bruno sbuffò.
    "Non può essere seria almeno una volta, Duplica?"
    "Spiacente," rispose lei con una leggera risata. Poi guardò Ash e notò che il corpo di lui era magro e sportivo. "Ehi, anche tu Ashy sei adorabile senza quel brutto mantellaccio che ti porti dietro. E' una vergogna coprire una "Ehi, anche tu Ashy sei adorabile senza quel brutto mantellaccio che ti porti dietro. E' una vergogna coprire una tale bellezza."
    "Concordo," aggiunse Laselle osservando il corpo di Ash. Misty arrossì.
    "Quando avrai finito di ammirare gli uomini, potremo andare." Duplica le ghignò cattiva, come se sapesse qualcosa che Misty non sapeva. Ash, da parte sua, non stava prestando la minima attenzione, e rimaneva immerso nei suoi pensieri. Guardò in alto.
    "Abbiamo finito? Allora andiamo e vediamo se possiamo entrare. Non fate movimenti improvvisi, e forse potremo convincerli che siamo solo dei viaggiatori a corto di fortuna, che cercano un posto per passare la notte e per far curare il loro compagno." Duplica incrociò le braccia sul suo seno fiorente e gli sorrise.
    "Fammi parlare, o meglio posare, e vedrai che ci accoglieranno a braccia aperte." Rise di nuovo con cattiveria. Misty fumava di rabbia, ma senza sapere perchè.
    "Vogliamo andare?," disse quasi urlando. Ash la guardò sconcertato. Poi gongolò un attimo.
    "Saranno le-" Bruno lo raggiunse e lo zittì con la sua mano libera.
    "Taci!," lo avvertì.
    "Mrrpflphth," concluse Ash.
    Infine tutti uscirono allo scoperto, con Bruno davanti per tenere il ferito in vista. Presto si ritrovarono in piedi, di fronte ai massicci cancelli d'acciaio massicci della cinta muraria. Le guardie li avevano già notati, e li avevano seguiti con lo sguardo.
    "Chi va là?" urlò il custode del cancello dall'alto del merlo. Duplica avanzò, rabbrividendo sotto il vestito leggero.
    "Solamente viaggiatori stanchi, buono signore!" rispose. "Cerchiamo un rifugio per passare la notte."
    "Signore, non sembrano Istruttori della Lega," disse una delle guardie, addocchiando il corpo della donna dai capelli blu. Le altre guardie osservavano con cura anche l'altra donna, quella coi capelli rossi e il vestito blu, mentre le sentinelle femmine fissavano gli uomini. Sopratutto quello vestito di nero.
    "Le apparenze ingannano," concluse il custode. "Voglio l'infermiera Joy qui immediatamente!" Un paio di minuti più tardi, una bella giovane con un vestito bianco e capelli rossi legati in una coda di cavallo arrivò sulle mura, e li guardò. Gli occhi blu sembrarono restringersi su di loro, quindi gridò.
    "Li lasci immediatamente entrare! Sento che possiamo fidarci, ma quel ragazzo sembra gravemente ferito!" Le doppie inferriate del cancello cigolarono lentamente, rivelando una cittadina prosperosa, con molte case in pietra e altri edifici. Le sei persone avanzatono con sollievo.

    Il grande uomo nel mantello marrone, sorrise crudele da sotto il cappuccio, osservando il mondo da una finestra della torre. A questa altitudine la piena luna era chiaramente visibile nel cielo serale, e lui poteva distinguere alla perfezione i singoli crateri del satellite. La sua vista poteva spaziare per miglia, dai lontani picchi del Monte Luna, allo scuro tetto della Torre dei Pokemon. A sud, su lontane pianure dalle parti delle rovine di Saffron City, dei fuochi ardenti, senz'altro un'altra battaglia. La ribellione sbagliava nel difendere quegli insignificanti insediamenti, quando il vero pericolo era da tutt'altra parte.
    "Perchè Missingno non ha rispettato i miei comandi?" chiese un'irata voce femminile, rompendo il silenzio. L'uomo si voltò lentamente, osservando la donna, il suo mantello bianco e il pikachu sulla spalla. La sua testa era scoperta, e i suoi capelli scivolavano lungo le spalle, accentuando la bellezza del viso.
    "Così sei tornata, Valdera?" sorrise arcigno. "Sei andata a cercare il tuo bel principino?" La bionda, sulla porta, sembrò brillare di luce, quindi apparve di colpo alla sua destra, giusto di fronte a lui. Lo afferrò con una mano, per le falde del mantello che coprivano lo stomaco, e lo tirò su quasi senza fatica. Poi scagliò il corpo contro la parete in pietra, fracassandola. Un atto incredibile, specie considerando che lui era almeno un piede più alto, e il doppio di peso. Sempre tenendolo al muro, parlò.
    "Te lo chiedi di nuovo," continuò lei con voce molle, un tono di solito sensuale, ma anche minaccioso, in quel momento. "Perchè Missingno, il pokemon d'ombra, non ha rispettato i miei ordini?" Gli occhi azzurri erano gelidi.
    "Non c'è bisogno di essere così irruenti, Valdera" disse lui beffardo. "Evidentemente non stai esercitando abbastanza la tua influenza su di lui." Poi occhi marroni arsero fra le ombre del cappuccio. "O forse ti ha ritenuto un pericolo per la Lega." L'uomo si liberò di scatta dalla presa di lei con una veloce oscillazione del suo braccio muscoloso, e atterrò sul pavimento con un tonfo. La bionda si allontanò, pensierosa. Poi sorrise, curvando i lati della sua morbida bocca.
    "Forse," disse. "Dopo tutto, io sono una minaccia per chiunque." Scrollò la testa per spostare i capelli di lato, poi accarezzò la testa del pikachu appoggiato sulla sua spalla. "Vieni cucciolino. Quel lavoro alla montagna è stato davvero impegnativo." Si voltò e uscì dalla stanza, ondeggiando i fianchi sotto il mantello. Lui fissò la sua schiena.
    "Il Signore ti ordina di portare Lance al Palazzo dei Quattro Grandi." Lei si fermò, e rispose senza voltarsi.
    "Bene. Ma se Ashura arriva qui mentre non ci sono, lascialo in vita." Poi uscì dalla stanza sbattendo pesantemente la porta. Il tetto scricchiolò, liberando una leggera polvere. L'uomo nel mantello marrone continuò a guardare la porta chiusa per qualche istante.
    "Oh, lascerò qualche cosa anche per te. Anzi, lascierò proprio quello che vuoi." Anche lui uscì dalla stanza, ma in cerca di una donna. Valdera aveva sempre avuto quell'effetto su di lui.

    Misty era sdraiata sul letto della sua stanza, con le mani incrociate sotto la testa. Era una sorpresa, quella città, perchè era tecnologicamente molto avanzata, rispetto alle altre. Primo, c'era acqua corrente e perfino delle tubature funzionanti. Aveva sempre odiato i vasi da camera, fin da quando erano stati reintrodotti. Tanto sviluppo era andato perso in soli cinque anni. Anche il letto era comodo. Ne era passato di tempo dall'ultima volta che ne aveva usato uno. I sacchi a pelo erano ormai il suo standard. La porta in legno scricchiolò e si aprì, e Misty cercò di capire chi fosse. Vedere Duplica entrare, vestita con un pigiama viola e i suoi capelli con i suoi capelli portati il lunghe code di cavallo, proprio come l'aveva vista la prima volta, le fece solo ricordare Ash. Odiava pensare a lui. Appoggiò la testa, e soffiò via un ciuffo di capelli che gli era caduto.
    "Avevi ragione, Duplica," disse in tono disgustato. "Una sola occhiata, e gli uomini non hanno visto l'ora di farci entrare."
    "Oh, c'era anche gente che guardava tei," rispose Duplica con voce divertita. "Ma è stata Joy a farci passare." Divenne di colpo seria. "Bene, questi non sono fatti miei, Misty. O forse si, dipende da te. Ma sputa il rospo, ve bene? Che è successo fra te ed Ash? Mi disgusta, vedere due persone prima così vicine ed ora così lontane. Almeno, in apparenza." Si sedette su una poltrona vicina, incociando le gambe. Misty la guardò.
    "Chiedilo ad Ash."
    "Già fatto," rispose Duplica frustrata. "Ora sto chiedendo a te. Mi chiedo anche perchè sei così fredda con me. Una volta eravamo amici, no?"
    "Chiedilo ad Ash," ripetè Misty, ma in tono più adirato.
    "Lo ami ancora, vero?" concluse Duplica, improvvisamente certa. Misty si sentì come in gabbia.
    "A-Amarlo? E come potrei amare quel traditore?"
    "Ma non vi siete lasciati prima che Ash passasse alla Lega? E come puoi chiamarlo traditore, visto che è rimasto dalla loro parte? Tecnicamente è la ribellione a tradire. I ribelli hanno abbandonato la Lega, subito dopo le Guerre Oscure."
    "Ma tutti sapevano che la lega era travolta dalla sete di potere. E inoltre Ash non mi ha tradito combattendo per la Lega."
    "Allora perchè lo chiami traditore?" Misty non rispose. Era chiaro che la discussione era finita lì.
    "Chiedilo ad Ash." Quello pose fine all'interrogatorio.

    Ash era seduto sul tetto della casupola che gli avevano assegnato. L'aria della notte era fredda, e il cielo nero, decorato da migliaio di stelle luminose. Pikachu era al suo fianco, e succhiava rumorosamente del ketchup da due bottiglie, una per zampa.
    "Sai, sei cambiato molto da quando combattevi nella lega." Era Bruno. Ash lo aveva percepito pochi istanti prima e si era già messo in allerta. Bruno si avvicinò, salendo con cautela sul tetto di tegole d'ardesia, quindi si sedette al fianco di Ash.
    "Al tempo delle Guerre sembravi quasi posseduto. Come se non avessi nulla per cui vivere. Non ti conosco molto bene, ma questo è quello che mi era sembrato." Ash continuò a fissare le stelle.
    "Sono giorni lontani. Li vivevo appena." Anche Bruno contemplò il cielo, e ci fu un breve istante di silenzio. Poi sempre Bruno lo ruppe. "Non fui troppo sorpreso quando non ci seguisti, quando lasciammo la Lega. Ti piaceva quello che la Lega chiedeva.Seguire gli ordini senza pensare, anche se la guerra era finita, e la Lega era cambiata." Sorrise malinconico. "E poi con quella biondina a farti compagnia... Come si chiamava? Val?"
    "Sì," rispose Ash quietamente. "Val." Bruno rise.
    "Ricordo che Brock era così geloso. Ma ci ha guadagnato, a non farsi ammaliare da quella vipera. Guarda che cosa è diventata." Poi chiuse i suoi occhi. "E' incredibile che se ne sia andato. Brock, voglio dire. Sembrava... così... così... una roccia. Indistruttibile, invincibile." Ash smise di contare le stelle e fissò Bruno.
    "Quando Misty si unì ai ribelli?" Bruno aprì i suoi occhi e frugò nel passato.
    "Oh, direi circa due anni fa. Arrivò dopo un viaggio apparentemente terribile, quasi mezza morta. Ma poi Erika riuscì a curarla. Fu una sorpresa quando scoprimmo che aveva imparato a dominare l'acqua, nel suo viaggio. Evidentemente venne coivolta in qualche modo nelle Guerre Scure." ricambiò lo sguardo di Ash. "So che tu e Misty siete stati molto legati, un tempo, ma Lei e Nebbioso abbia del genere di passato, ma non voglio addentrarmi. Sento che è un tasto dolente, sia per te che per Misty."
    "Allora sei molto più intelligente di Duplica," disse Ash scherzoso. "Comunque. basta parlare di me. E tu? Eri molto amico degli altri Grandi. Lance, Agatha e Lorelei. Deve essere stata dura lasciarli." Bruno chiuse di nuovo gli occhi.
    "Tentai di persuaderli, di farli venire con noi, ma non erano d'accordo. Erano felici, di quello che stava diventando la Lega." Ash tornò al cielo. Ad un tratto una stella cadente lo attraversò. Desiderò in silenzio. Bruno si alzò improvvisamente.
    "Bene ad ogni modo, è bello poter parlare con te. Sei migliore di quanto non abbia pensato in tutti questi anni. E probabilmente hai meritato la vittoria, tutte le volte che ci siamo incontrati." Scese cautamente dal tetto, scivolando sulle tegole. "Vado a vedere come sta Junior. A dopo." Quando se ne fu andato, anche Ash si alzò.
    "Non credo." Afferrò lo zaino e se lo mise sulle spalle. Chiamò il suo mantello nero, coprendosi di un bagliore di energia scura. Si nascose nel cappuccio. Era tempo di partire.
    "Andiamo, Pikachu," disse leggermente. "A salvare il mondo... o a distruggerlo."

    C'era una folla piccola di abitanti di un villaggio che si era raggruppata nella piazza, per assistere allo scontro fra la giovane ragazza dai capelli scuri e il mantello verde, e il ragazzo coi jeans, la camicia bianca e la giacca marrone. La testa di lui era bendata sulla fronte, ma la medicazione non ostacolava il moto dei lunghi capelli scuri. Laselle sorrise divertita.
    "Avanti, Junior, allenatore! Vediamo come sei messo. Vai, Caterpie!" Il suo pokemon bruco balzò fuori dallo zaino sulla sua testa, si arrotolò a palla e scese sul terreno.
    "Piii!" disse, lampeggiando coi suoi occhi scuri. Junior istintivamente cercò di girare il cappello, ma trovando solo il bendaggio, arrossì. Poi restrinse i suoi occhi e prese una pokeball dalla cintura.
    "Ridicolo, Lass. Vediamo come se la cava contro..." lanciò la palla di fronte a lui, e dal bagliore rosso uscì un pokemon grigio dall'aspetto umanoide, che piegava le braccia. "Machop!" concluse Junior. Il sangue rivestì di rosso la faccia di Laselle.
    "Lass? Nessuno può chiamarmi Lass!" Urlò. "Caterpie, String Shot!"
    "Pii!" Un lungo e sottile ruscello di seta appicosa uscì fuori dalla bocca del pokemon e avvolse il piccolo Machop, che inciampò.
    "Chop!" disse Machop, contorcendosi per liberarsi.
    "Machop!" ordinò Junior. "Taglialo con un colpo di karate!" Ma prima che potesse fare qualcosa, Laselle gridò.
    "Tackle!", e il caterpie balzò in avanti, appallottolandosi e centrando la testa del machop, che svenne. La folla di abitanti del villaggio applaudì calorosamente. Doveva essere stato ben addestrato, quel caterpie, per sconfiggere un pokemon così forte con tanta facilità. Junior rimase a bocca aperta.
    "Ma-Ma è impossibile! Un caterpie non può battere un machop!" Laselle girò su sè stessa felicemente, poi si vantò.
    "Sì, ma il mio caterpie è speciale! Lei è la mia spalla destra, come Pikachu per Ash! Ha già salvato la mia vita una volta!"
    "Piii!" pigolò caterpie.
    "Haha," rise Junior. "Sei ridicola. Chiunque capirebbe che quel caterpie è maschio!"
    "Davvero?" chiese Laselle incuriosita. Girò il pokemon e ne osservò la parte inferiore. "Oh, hai ragione. Eccome!" Junior rise di nuovo.
    "Ma cosa ridi a fare?" disse Laselle arcigna, mentre riappoggiava Caterpie al suolo. "Mi devi un bel po' di soldi, ti ho battuto!" Junior trasformò la risata in un gemito.
    Poi arrivò Bruno di corsa, attraversando la folla.
    "Così ecco dove sei!" disse a Junior, irritato. "Dovevi restare a letto."
    "Um, Maestro Bruno, posso avere un anticipo della paga? Ho perso con Laselle." Bruno guardò la folla, poi i due pokemon, il caterpie di Laselle sul terreno,e il Machop di Junior svenuto. Fece due più due e dedusse tutto.
    "Hai perso?" sorrise schernendolo. "E con il tuo pokemon preferito! Non è che l'hai fatta vincere perchè...?" sussurrò. Il volto di Junior divenne rosso sotto la benda.
    "Certo che no! Quel caterpie è solo più forte della norma!"
    E poi, tutt'a un tratto, la forte campana d'allarme cominciò a suonare. Era tanto forte da far male alle orecchie. La gente si disperse e cominciò a correre.
    "Attacco!" gridò una sentinella dalla cima di una delle torri di guardia. "Esercito della Lega a sud-ovest in avvicinamento! A tutte le guardie, arcieri e pokemon. Ai posti di combattimento!"
    "Uh, oh. Problema," disse Bruno preoccupato. "Junior, tu vieni con me sulle mura e..."
    "Ehi," si lagnò Laselle, rimettendo il suo pokemon nello zaino. "E io?"
    "Tu vai in un luogo sicuro e -"
    "Per niente! Voglio aiutarvi! Inoltre, il mio caterpie è forte, almeno pari al machop di Junior!"
    "Nessun bisogno di vantarsene," disse burbero Junior, mentre con una sottile luce marrone richiamava il pokemon svenuto.
    "Va bene," decise Bruno. "Non c'è tempo per le chiacchere. Vieni con noi, ma stai attenta va bene? Non so quello che Erika mi potrebbe fare, se ti succedesse qualcosa."
    I tre corsero rapidamente alle mura della città.

    Mancavano trenta minuti a mezzanotte, e la luno piena illuminava il paesino che allestiva le sue difese. In cima alle mura c'erano numerose guardie, che si stavano piazzando dietro al parapetto di pietra, pronti a lanciare le pokeball, oppure con un arco in una mano e la faretra delle frecce nell'altra. In cima alla merlatura, sul torrione del cancello, una donna con corti capelli blu e protetta con una leggera corazza guardò attraverso un binocolo l'armata che avanzava verso di loro. Jenny era preoccupata. Erabi giusto all'orizzonte e stavano avvicinandosi troppo in fretta, malgrado il loro numero. Davanti sembravano esserci Istruttori di Fuoco della Lega a cavallo di ponyta, il cavallo di fuoco. Nelle retrovie c'erano normali soldati della Lega a bordo di mezzi motorizzati. Sopra l'esercito numerosi Charizard, i cui ruggiti echeggiavano nella spianata fino alla città.
    "Capitano Jenny," disse una delle guardie, che stava guardando con un cannocchiale accanto a lei. "Direi che sono circa una cinquantina." Jenny mise giù il binocolo e si pettinò con una mano i capelli corti.
    "E' molto più grande di quella che abbiamo affrontato ieri. Non credo che riusciremo a fermare una forza simile," disse seria. "Evacuate le donne e i bambini, e chiunque non possa lottare." Strinse il suo pugno. "Ma, per Dio, noialtri lotteremo, fino alla morte se necessario." La guardia esitò, poi la salutò.
    "Come desidera, Capitano." Corse ad eseguire gli ordini di Jenny. Poi lei vide un uomo alto e muscoloso correre lungo le mura verso di loro, seguito da una ragazza e un ragazzo.
    "Chi è quello?" chiese a un'altra delle guardie. "E che ci fanno qui quei bambini? Sta per esserci una battaglia!" La guardia sbattè le palpebre.
    "Sembrano tre dei viaggiatori che abbiamo fatto entrare prima per la notte."
    "I viaggiatori? Quanti ne sono entrati? Possiamo fidarci?" domandò preoccupata.
    "Con loro c'erano anche due donne e un altro uomo. Al custode del cancello sono parsi innocui, e il ragazzo aveva bisogno di assistenza medica urgente. Joylene ha detto che potevamo fidarci."
    "L'infermiera Joy ha detto questo? Allora mi basta, almeno credo." I tre viaggiatori finalmente arrivarono. Jenny pensò che il gigante muscoloso con quei capelli chiodati e marroni avesse un che di grazioso. Ma poi scacciò lo strano sentimento femminile. In tempi come quelli, non c'era posto per cose simili.
    "Sfortunatamente, sembra che Ash avesse ragione," disse lui, osservando le schiere in avvicinamento. "Quell'armata della Lega era davvero diretta qui."
    "Che ci fate qui?" chiese Jenny. "Dovete evacuare con gli altri abitanti del villaggio. Questa battaglia non vi riguarda." Puntò la ragazza giovane avvolta nel mantello verde foresta, e il ragazzo con la testa ancora fasciata. "E specialmente non voi!" L'uomo la guardò, e i suoi occhi cominciarono ad ardere del color del mogano. Quindi alzò le braccia e venne coperto da un mantello da Maestro, completamente marrone.
    "U-Un Maestro di Pokemon!" esclamò Jenny, sorpresa. Poi strappò rapidamente l'arco dalle mani della guardia più vicina e incoccò una freccia, mirando a Bruno. "Feccia della Lega!" sibilò.
    "No, no!" disse lui, alzando le braccia in un gesto il più possibile pacifico. "Sono della Ribellione, non della Lega. Vogliamo aiutarvi."
    "Ribellione, Lega, siete la stessa merda!" li accusò Jenny, senza abbassare l'arco.
    "Ragazza, gettalo via prima di far male a qualcuno," disse una voce gutturale da dietro. Spaventata, Jenny si voltò, ma immediatamente uno stivale calciò via l'arco dalle sue mani, facendo roteare l'arma in aria.
    "Un buono calcio, Misty" continuò la voce gutturale. Jenny vide che apparteneva ad una donna avvenente, con lunghi capelli blu scuro e un mantello da Maestro viola. Teneva due guardie immobili, le braccia dei due dolorosamente torte dietro la schiena, la faccia contorta dalla sofferenza. Le sembrò quasi comico che una donna come quella potesse avere la meglio su due soldati ben addestrati. L'altra donna con i capelli rossi, vicina a lei e altrettanto bella della sua compagna, indossava a sua volta un mantello da Maestro. Ma era blu come il mare. Ci fu un leggero schiocco, come Misty afferrò l'arco con una mano e lo appoggiò al parapetto.
    "Altri Maestri di Pokemon?" chiese Jenny con disprezzo. "Così vi serve tanto potere per distruggere la nostra piccola città? Una città che voleva solo stare tranquilla?" La giovane ragazza che era arrivata col Maestro di Pokemon maschio parlò.
    "Ti sbagli! Noi vogliamo solamente aiutarvi! Possiamo sconfiggere facilmente quell'esercito!"
    "Noi?" il ragazzo aggiunse in tono sarcastico.
    "Bene, d'accordo, loro tre ed Ash! Dove è Ash?" Ma Jenny piegò le braccia e fissò le altre due donne.
    "Come posso fidarmi di voi?"
    "Non ti pare che se fossimo della Lega sareste già morti?" rispose asciutta la donna dai capelli rossi.
    "Vero," ammise Jenny. "E Joy dice che ci si può fidare di voi, e lei sa giudicare bene le persone." Tornò a fissare l'esercito in avvicinamento, ora terribilmente vicino. "Ma guardate! Dubito con anche tre Maestri di Pokemon possano avere la meglio contro una forza simile." La donna coi capelli blu lasciò le braccia delle guardie, che si allontanarono velocemente. Erano un po' impaurite, notò Jenny divertita.
    "Bene ora che siamo qui, possiamo tenerli in stallo," disse la donna. "Non riusciranno entrare con noi a difendere le mura e il cielo."
    "Un assedio?" chiese l'uomo muscoloso. "Ma non abbiamo tempo per questo! Dobbiamo arrivare a Cerulean e distruggere la torre! E dove diavolo è Ash? Dovrebbe essere già qui!"
    "E' vero, non è qui," disse Misty. Poi i suoi occhi blu si allargarono di colpo, capendo cosa potesse essere successo. "Dannazione! Scommetto qualsiasi cosa che è andato a fare tutto da solo. E' sempre stato troppo impulsivo."
    "Era sul tetto della nostra casupola. Aveva il suo zaino e Pikach con lui, ora che ci penso," aggiunse Bruno.
    "Chi è questo Ash?" domandò Jenny, curiosa. Sembrava importante. "Un altro dei viaggiatori che sono entrati? Un Maestro di Pokemon?"
    "Sì e sì," rispose la donna dai capelli blu. Rise improvvisamente, un debole suono melodioso. "Ma non ci siamo presentati. Che maleducati. Bene io sono Duplica." si indicò. "Questo ragazza preoccupata per il suo ragazzo è Misty." Accennò alla donna blu coi capelli rossi. "E quell'ammasso di muscoli è Bruno, mentre i due bambini sono Junior e Laselle."
    "Non è il mio ragazzo," commentò Misty irritata. "Ma devo riprenderlo per ben altrimotivi. Andrò via immediatamente. Potete farcela benissimo senza di me."
    "E perchè devi seguirlo proprio tu?" chiese Duplica con un'occhiata ammiccante dei suoi occhi marroni. Misty si girò, e si coprì con il cappuccio del suo mantello. Solo gi occhi azzurri brillavano fra le ombre.
    "F-Fatti miei." Cominciò a correre attraverso le mura, verso le scale. Jenny guardò i numerosi Istruttori della Lega di fronte all'armata. Ormai stave per iniziare.
    "Anche senza di lei?" Duplica giocherellò con i capelli, sulle spalle.
    "Sì. E con una mano sola."

    Un'ombra attraversò la foresta, scansando gli alberi e quasi volando rasente al terreno. Le foglie e il ciarpame vennero scalciati in aria dalla nuvola dietro di lui, tanto che la figura sembrò una piccola cometa. Il vento che creava quel movimento rapido colpiva gli alberi come un boom supersonico, facendo tremare il suolo.
    Un piccolo gruppo di cinque Istruttori della Lega era di guardia ad ovest delle rovine di Cerulean. Due a cavallo, con delle lence, gli altri a piedi. Stavano per attraversare una radura, quando sentirono il fischio del vento.
    "Cosa è stato?" chiese uno di loro. Il terreno cominciò a scuotere sotto i loro piedi. Guardarono a ovest, verso la foresta. Gli alberi stavano vibrando violentemente, le foglie cadevano. Arrivava qualcosa. Veloce. L'istruttore a cavallo abbassò la lancia.
    "Qualunque cosa sia non possiamo farlo passare. Ponyta!" ordinò al cavallo. "Pronto ad usare il Lanciafiamme!" Anche l'altro cavalieree preparò il suo ponyta, mentre gli altri lanciarono le pokeball, lberano i pokemon.
    "Charmeleon, scelgo te! Appena lo vedi, Fuocobomba!"
    "Graveler, lanciagli addosso tutto quello che hai!
    " "Rhyhorn! Tienti pronto per caricarlo!"
    E poi gli alberi nella foresta si divisero per far passare quella che sembrò una grossa sfera di fuoco, solo che era fatta di pura ombra nera. Corse verso di loro, impossibilmente veloce, facendo vibrare il suolo.
    "Ora! Attacca!" I ponyta e il charmeleon emisero una folata di fiamme aranciate, mentre il graveler afferrò un masso e lo lanciò. Il ryhorn prese la rincorsa. Comunque le fiamme sembrarono dissolversi nella palla di ombra, e le rocce furono polverizzate. I rhyhorn cercò di colpirlo con la testa, ma venne scagliato via dal vento, non prima di sbriciolarsi a sua volta.
    "Merda!" gridarono insieme gli Istruttori. "Via!" Il gruppo saltò di lato per far passare la palla di ombra fra di loro. Ma come li attraversò, da essa dei crepitanti lampi di luce blu notte li colpirono, facendoli svenire.
    Quando il missile di ombra arrivò alla terra collinosa e rocciosa ai margini delle rovine, l'oscurità si affievolì, rivelando un uomo avvolto in un mantello nero e incappucciato, che si piegò di colpo. Ash scalciò con gli stivali, ma ci mise quasi due dozzine di piedi per fermarsi, fino al basamento roccioso. Creò una violenta tempesta di polevere, prima di fermarsi definitivamente. Poco lontano, a non più di mille passi, il centro buio delle rovine, dominato dalla massiccia torre di pietra. Ai piedi del gigante c'erano i rimasugli di Cerulean, popolati da un grosso esercito, con migliaia di tende e altrettanti punti luminosi ad indicare i fuochi. Guardò in alto, ma non riuscì a vedere la cima della torre. Nonostante ciò, poteva notare che le nubi del cielo serale avevano iniziato a turbinare in un vortice color porpora, proprio sopra la torre. Stavano già aprendo il cancello. Non poteva permetterlo. Si aggiustà lo zaino e si alzò.
    "Pikachu..." bisbigliò. "Scelgo te."
    "Pika!" rispose Pikachu, saltando fuori dallo zaino e sedendosi accanto a lui, la coda e le orecchie punzute che danzavano nell'aria. Gli occhi blu cobalto del topo elettrico ardevano, mentre fissava la torre e le armate alla base di essa. Ash e Pikachu studiarono il piano.
    "Pika?"
    "Esatto. Proprio quello. Spero che tu ti sia riposato abbastanza, perchè dobbiamo proprio farlo."
    "Chu," disse il suo pokemon deciso, alzandosi sulle zampe. I due rimasero in piedi sulla sporgenza, e cominciarono a concentrare il loro potere. La luna venne offuscata da nubi scure e il cielo cominciò a tuonare. Un'oscurità densa e impenetrabile li avvolse. Un vento gelido cominciò a soffiare a spirale intorno a loro, come se fossero al centro di un tornado. Presto il fenomeno crebbe a dismisura, spegnendo i fuochi del campo e lasciando solo l'ombra della notte. L'esercito fu spaventato e cercò di spostarsi, osservando la furia degli elementi sul ciglio ovest. I lampi scoppiettarono intorno ad Ash e Pikachu, illuminando la mezzanotte. Il vento era violento e urlava in un raggio di centinaia di piedi. L'odore di ozono riempiva l'aria. Le rocce e i sassi cominciarono a venire strappati dalle loro sedi.
    "Ora Pikachu!" gridò Ash superando il vento con la voce e alzando le braccia al cielo. "Apocalisse Oscu-arghhhhh!" gridò sentendo un pugnale di puro dolore scavargli nella testa, e cadde bocconi coprendosi le tempie con le mani. Pikachu strillò di dolore a sua volta, perchè era collegato psichicamente al suo padrone. Immediatamente, l'enorme massa di energia intorno a loro si disperse. Il vento morì, e le nubi oscure si dissiparono.
    Poi il dolore scomparve, improvvisamente come era venuto. Ash si alzò e si guardl intorno, agitando il mantello. Pikachu scosse la sua testa, e i suoi occhi brillarono per cercare la ragione di tutto ciò. Poco lontano c'era una figura magra, alta circa come lui, vestita con un mantello del colore del crepuscolo. Si tolse il cappuccio con una mano, liberando lunghi capelli corvini. Il viso era bello ma crudele. Ciuffi di capelli scuri caddero sugli occhi, coprendo il colore dorato che aveva iniziato ad ardere in essi.
    "Sabrina," sussurrò Ash. "Qual buon vento ti porta?"
    "Ho l'ordine di fermarti," la sua voce era piatta e priva di emozione. Una leggera brezza scosse i capelli lungo le spalle, rivelando un riflesso verde lungo tutto il suo corpo. Ash si caricò, e i suoi occhi cominciarono a brillare a loro volta.
    "Potrai anche esserti nascosta ai miei sensi, perchè ero occupato, ma come pensi di fermarmi ora che posso rispondere agli attacchi?"
    "Hai una debolezza," rispose lei. "Che posso sfruttare con i miei poteri psichici." Ash fece un passo indietro, dubbioso. Gli aveva fatto piuttosto male con quell'attacco, e lui aveva sempre pensato di essere immune agli attacchi psi.
    "Sabrina, non voglio farti male. Ma se mi attacchi, non posso dire cosa la mia mente farà alla tua." Sabrina cominciò a camminare lentamente verso di lui, gli occhi brillarono come dei piccoli soli, e i capelli galleggiarono in modo innaturale dietro di lei.
    "Sono consapevole del pericolo insito nell'accedere alla tua mente oscura. Un mentalista inesperto sarebbe distrutto senza le giuste precauzioni. Ma si dà il caso che io sappia come sconfiggerti."
    E con quello, gli occhi di Sabrina arsero anche più brillanti, e di nuovo una fitta di dolore esplose nella mente di Ash, nonostante le sue difese. Chiuse gli occhi, sentendo che lei stava scavando attraverso i suoi ricordi sepoli. I suoi sentimenti vennero straziati, come se lei avesse la chiave di tutta la sua mente. La pena mentale era troppo e lui perse coscienza. Svenendo potè sentire un grido di dolore di Pikachu. Poi molte memorie affiorarono, contorte, irreali, violate.

    Buio. Oscurità. Ombre. Un ricordo?
    Ash si toglie il suo berretto rosso, liberando i capelli arruffati. Lo appoggià sulla testa di Pikachu, acquattato ai suoi piedi.
    "No, no! Ho deciso. Se restassi Campione della Lega, dovrei partecipare a tutti i tornei per difendere il titolo. E francamente, penso di aver scoperto ciò che maggiormente voglio nella vita... è stranamente, non è essere il Campione... Io... è qualcos'altro." Guarda Misty negli occhi. "So che non siamo stati precisamente una coppia perfetta, tu ed io... Io, io... sempre a litigare e tutto il resto, ma siamo una squadra e non sarebbe lo stesso senza di te... così quello che... sto cercando di dire è... oh diamine, vuoivenireconme?" Misty sorride sadica.
    "Stai scherzando? Ho buttato via parte della mia vita in questo tuo stupido viaggio! Perchè mai dovrei seguirti adesso? Sei un fallito, Ash Kecthum. Un fallito!"

    Buio. Oscurità. Ombre. Un ricordo?
    Ash la guarda negli occhi, il suo cuore e il suo stomaco protestano vivacemente. Prende una piccola scatoletta.
    "Misty," soffoca le parole, e arrosisce. "So che noi siamo ancora giovani... e sai che... ma è solo che, sai..." fa un'altra pausa sentendo la lingua arrotolarsi. "Oh diamine, vuoi sposarmii?" Tira fuori un anello dalla scatoletta. Un diamante blu come gli occhi di Misty. Le labbra di lei si piegano. Un sorriso beffardo. Di odio.
    "Stai scherzando?" grida "Io ti odio, Ash. Ti odio!"

    Buio. Oscurità. Ombre. Un ricordo?
    Ash raccoglie la cintura, attaccando le pokeball con uno schiocco rumoroso. Afferra il suo mantello marrone, da foresta, che gli è stato dato da sua madre quando ha vinto l'ultima medaglia ed è diventato un Maestro di Pokemon, e lo indossa sopra ai vestiti. Lei dice che lo fa sembrare bello e misterioso. Ad Ash non importa che sia troppo leggero. Viene da sua madre. Gira all'indietro il suo fidato cappello rosso della Lega. E' molto sporco, perchè non lo ha lavato per un pezzo.
    "Così stai partendo?" dice Mistyo, con un'occhiata torta sul suo viso.
    "Esatto," risponde Ash, un poco spaventato dallo sguardo di lei. Sembra che lei voglia che se ne vada. Sentendo la risposta, lei piega le braccia.
    "Certo che voglio che te ne vada, idiota! fai quello che vuoi! Non mi interessa!"
    "Che-che c'è che non va?"
    "Niente non va. Ti ho solo fatto entrare nella mia vita!" cammina di corsa verso la porta e la apre. Sull'uscio c'è un uomo con capelli castani ed occhi a mandorla. "Fuori di qui," continua senza alcuna emozione, osservando l'espressione di Ash che sta vedendo la sua vita crollare. Abbraccia l'uomo alla porta. "Ho deciso di sposare Brock."
    "B-Brock?" Ash fa un passo indietro, tremante. Il suo stomaco sembra morto, e il cuore vorrebbe uscire dal petto. I suoi occhi si riempiono di lacrime.

    Buio. Oscurità. Ombre. Un ricordo? Continuò inesorabilmente.
    "Misty," gemette.
    Poi tutto divenne nero e silenzioso.

    Sabrina guardò malinconicamente il Maestro di Pokemon svenuto e il suo pokemon. Non era così fredda come faceva credere. Era solo il modo con cui si cmportava. Lei alzò le sue mani e rimise il cappuccio, nascondendo di nuovo i capelli.
    Un uomo con un mantello marrone apparve da una roccia accanto a lei, ritrasformando il suo corpo roccioso in una forma umana. Guardò soddisfatto il risultato, piegando le braccia.
    "Te lo avevo detto che avrebbe funzionato," commentò compiaciuto. Poi si avvicinò e sferrò un calcio sul fianco di Ash, con tale violenza che la figura nera per poco non cadde giù dalla rupe, malgrado i poteri telecinetici di Sabrina. Un ringhio basso venne dalla gola di lui.
    "Senti il mio dolore, bastardo."

    Fine della Sesta Parte

    POKEDEX

    PIKACHU OMBRA
    Tipo 1: Ombra
    Tipo 2: Elettricità

    Attacco: Apocalisse Oscura
    Tipo: Ombra/Elettricità
    L'attacco definitivo. Un raggio di energia elettrica oscura viene gettata a sfera intorno al pikachu e al suo Maestro, verso l'alto. Poi acquista energia dalle nubi e cade al suolo. Tutto quello che si trova nel raggio di un miglio viene disintegrato.
     
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