Pokemon Master - cap 7

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  1. GoddessHaruna
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    Avvertenza: Questa non è una fanfiction di Pokemon standard. Contiene scene di violenza e linguaggio improprio.
    Nota:Pokemon e i personaggi ad esso associati sono proprietà della Nintendo,Game Freak, Creatures Inc, e 4Kids Productions.

    Pokemon Master

    di Ace Sanchez

    Tradotto da ^Kane^

    PARTE 7: RIVELAZIONI



    Sembrava che tutto fosse solo rumore. Gente che correva qua e là per la città assediata, pokemon volanti che combattevano in cielo, il sibilo di centinaia di freccie che solcavano l'aria, le ossa che scricchiolavano sotto i massi scagliati contro le mura e le grida di molti uomini. Bruno grugnì e i suoi muscoli enormi si tesero mentre teneva i battenti del portone ben saldi e chiusi. Si caricò di nuovo e riprese a spingere per bloccare le pesanti porte d'acciaio dell'ingresso all città. I cardini erano piegati dalle forze che si agitavano da ambo le porte, con Bruno che resisteva agli arieti, ai pokemon e perfino ai soldati che spingevano.
    "Ugh, non posso resistere da solo!" prese rapidamente due pokeball da sotto il suo mantello marrone con lamano libera, le allargò e le lanciò. "Hitmonlee, Hitmonchan! Aiutatemi a tenere il portale chiuso!"
    Due pokemon combattenti marroni emersero dalle sfere, entrambi simili a uomini, ma uno aveva due braccia troppo massiccie e guantoni da boxe, mentre l'altro forti gambe completato da zampe artigliate. I due pokemon si gettarono rapidamente contro la porta, Hitmonchan con le braccia e Hitmolee con le gambe. Bruno sospirò di sollievo, sentendo che molto del peso passava dai suoi muscoli a quelli dei suoi pokemon. "Temo di non essere forte come speravo," borbottò flettendo i suoi muscoli ulteriormente, per respingere gli arieti e le cariche dei vari tauros, rhyhorn e rhydon.
    Nel frattempo uno dei pokemon leggendari volava nel cielo, il freddo uccello di ghiaccio blu, Articuno. In realtà era Duplica che aveva cambiato forma per affrontare i charizard sopra le loro teste. Ne aveva già abbattuti cinque di loro, ma ne restavano altri tre, e aveva da schivare i vari Lanciafiamme e Fuocobombe che le venivano rivolti. Un charizard piombò sul maestoso uccello di ghiaccio e lasciò partire una ribollente, lunga lingua di fuoco. Duplica-Articuno impennò ed evito il colpo e riuscì ad arrivare alle spalle del dragone, quindi rilasciò un potente Blizzard che centrò il charizard, facendolo crollare al suolo. L'impatto elinminò almeno una dozzina di Istruttori di Fuoco della Lega e vari soldati al di fuori delle mura della città.
    Dozzine di arcieri continuarono a lanciare ondate di frecce fuoco-resistenti agli Istruttori della Lega e agli uomini che correvano sul campo di battaglia, tentando di scavalcare la barriera di roccia. Non appena a tiro, cadevano come mosche mentre tutte i dardi centravano il bersaglio. Laselle, seduta dietro il parapetto in pietro dietro uno dei torrioni, guardò sotto di lei, quindi ordinò al suo caterpie di agire. Questi colpì con il suo string shot alcuni aggressori che cercavano di scalare la parete di pietra negli occhi. Con un urlo, i soldati persero la presa e, accecati caddero a terra sfracellandosi. Junior, da un'altra merlatura, usava il suo graveler per gettare massi contro gli uomini che si arrampicavano, con lo stesso successo di Laselle.
    Sulla cima del cancello anteriore, il Capitano Jenny lanciò un urlo, quindi le guardie rovesciarono i mantici di pece bollente sulle teste dei soldati che cercavano di sfondare le porte con un ariete e i loro pokemon. Si levarono grida di dolore, mentre gli uomini venivano arsi vivi.
    Comunque, non tutto andava a loro favore. Sempre arcieri venivano inceneriti dalle palle di fuoco dei charmeleon, mentre i charizard sopravvissuti schivavano Duplica e davano fuoco alle case entro le mura.
    Improvvisamente suonarono dei corni, e la battaglia si quietò per pochi attimi. Jenny guardò due figure, coperte da un'armatura leggera, a cavallo di un paio di rapidash, fermarsi giusto sulla linea di tiro degli arcieri. Sembravano investiti di una qualche autorità, probabilmente erano generali dell'esercito della Lega. Lui era un'uomo con corti capelli blu, lei aveva dei lunghi capelli biondi raccolti in una coda.
    "Arrendetevi!" urlò lui, usando un corno che amplificò la sua voce. Era un tono basso e ruvida, sebbene probabilmente l'effetto era causato dall'amplificazione. La donna si fece avanti, e la sua voce arrivò chiara attraverso il suo corno.
    "Arrendetevi e avrete morte rapida e indolore!"
    "Mai!" rispose Jenny. Un grido chiaro e forte, anche senza l'amplificazione. Diresse un altro getto di pece bollente contro gli sfortunati fuori dal cancello. "Lotteremo fino alla morte!"
    "Sia come volete!" gridò il generale maschio. "Ora vedrete tutta la forza del Pokemon Supremo dei Draghi! Dragonight!" gridò con una voce irritantemente alta. "Distruggili!"
    E la luna luna sembrò ostruita da qualcosa. Qualcosa di enorme. Jenny ebbe un tremito, osservando il mostruoso drago nero piombare dal cielo notturno dell'orizzonte, avvicinandosi rapidamente. Sembrava lungo almeno cento piedi, e largo un terzo. Le sue ali aperte erano il doppio della sua lunghezza, e fecero tremare il terreno e spegnere i fuochi con i possenti colpi di vento che causavano. Un tremendo ruggito infranse i vetri delle case intorno a lei, dentro la città. Ingoiò a vuoto.
    "Possa Iddio avere pietà delle nostre anime."

    Misty si affrettò fra la macchia, volando sul suo pokemon stella nero, verso est, puntando alla torre scura al centro delle rovine di Cerulean. Si limitava a seguire la pista lasciata da Ash. Aveva creato una larga striscia di detriti, nella sua corsa verso le rovine. Si domandò cosa avesse fatto, per avere un effetto simile. Dovette ammettere di aver paura del potere di lui, ma in effetti proprio per quello forse Ash non aveva bisogno di lei. Nondimeno, si sentiva inquieta. Cosa lo aveva reso quello che era? E pikachu? Era stata la guerra, come per lei? Ma Ash era cambiato molto di più di qualunque altro Maestro. Virò bruscamente per scansare un albero, e riprese a seguire il tracciato, preoccupata. Non avrebbe dovuto preoccuparsi in quel modo, sbagliava a volerlo aiutare. In fondo non lo odiava? Sentì di aver vissuto con quell'odio per cinque lunghi anni. Era ciò che l'aveva tenuta in vita, le aveva lasciata aggrappata alla vita, le aveva proibito di arrendersi.Ash non doveva vincere. Ma quando lei lo aveva incontrato di nuovo, lui non era più il demone che si era costruita nella testa. Dietro a tutta quella crudeltà, c'era ancora qualcosa di quel dolce ragazzo che aveva incontrato tanto anni prima, pescando. Un segno che ancora provava qualcosa per lei? Ma no, era solo immaginazione. Un desiderio? Ma perchè lo desiderava?
    E poi la pista la condusse fuori della foresta e su una piccola radura erbosa. Misty vide alcuni uomini e i loro pokemon, svenuti e forse perfino morti, sdraiati a terra ai lati della trincea che stava seguendo. I loro corpi crepitavano ancora di elettricità blu scuro, ancora caricati da quello che Ash gli aveva fatto.
    Si inclinò in avanti e accelerò lungo lo spiazzo. Davanti a lei, alta e terribile, la torre. Intorno alla cima, un turbine di energia e di nubi vorticava in cielo. La porta era pronta ad essere aperta, sembrava.
    Faceva freddo, ma non fu questo a farla rabbrividire.

    Butch e Cassidy contemplarono, in sella ai loro cavalli di fuoco sulla radura, mentre Dragonight calpestava con le sue smisurate zampe la cittadina, sprizzando fiamme di fuoco nero dovunque. L'esercito di era ritirato per osservare divertito, mentre gli arcieri nemici, sulle mura, scoccavano le loro patetiche frecce contro il mostro alto cento piedi, senza nemmeno riuscire a scalfire la nera pelle squamosa. Invece, molti di loro vennero bruciati vivi, quando i rossi occhi brillanti del dragone si irritò e lanciò un turbine di fiamme scure dalla sua bocca zannuta, incenerendo gli uomini e fondendo la pietra della muraglia. Anche il piccolo Articuno -si chiedevano come una città piccola come quella potesse avere un pokemon così potente- a confronto con quel mostro nero era del tutto inutile, con i suoi deboli Geloraggi e Blizzard. Dragonight ruggì rabbioso e cercò di colpire quell'insetto con la sua zampa artigliata, ma l'uccello blu era agile, e schivò gli attacchi solcando l'aria fra gli arti del mostro, lasciando dietro di sè una scia di polvere di ghiaccio che formava un piccolo arcobaleno nella luce del fuoco.
    "Ancora mezz'ora e non resterà più nulla," Disse Butch, sistemandosi il guanto di maglia. Cassidy rise, spostando la sua coda di cavallo bionda. I suoi occhi di porpora fissarono lo spettacolo malevoli.
    "Sono felice che abbiamo scelto questa tattica. E' sempre bello guardare Dragonight mentre uccide persone indifese."
    Si sentirono improvvisamente due botte metalliche da dietro a loro. Cassidy si voltò e vide due delle loro guardie personali accasciate al suolo, con due freccie conficcate nel collo lasciato indifeso dall'armatura metallica.
    "Attacco!" gridò Butch, sguaninando la spada e facendo girare il suo cavallo. "Da dietro!" Cassidy fece lo stesso, estraendo una spada corta e lanciando una pokeball da sotto la veste di maglia.
    "Vai Raticate!" La palla si aprì in un bagliore di luce scura, rivelando un grosso pokemon topo marrone, con lunghe zanne acuminate. Balzò di fronte ai cavalli dei suoi padroni, pronto a difenderli. Poi più delle loro guardie caddero con dardi conficcati nei loro colli.
    "Codardi!" sibilò Butch. "Fatevi vedere!"
    Improvvisamente, dall'erba alta, un grande pokemon bianco simile ad una pantera attaccò soffiando il raticate. Un persian dall'aria vagamente familiare, con un gioiello rosso sulla fronte. Il raticate strillò, preso di sorpresa, e tentò di saltare via, ma il grosso pokemon gatto fu su di lui, lacerando la schiena con i suoi artigli acuminati. Poi lo azzannò al collo, uccidendolo rapidamente. Infine si rituffò nell'erba alta, prima ancora che Butch e Cassidy potessero reagire.
    "Rapidash, Fire Spin!" gridò Cassidy adirata. Il suo cavallo nitrì, quindi sparò un ruscello di fuoco a spirale nell'erba, disintegrando la vegetazione rinsecchita. Ma quando il fumo si disperse, non c'era niente.
    "Chi siete?" ripetè Butch. "Venite fuori!"
    "Se insisti," rispose una bassa voce femminile, anch'essa, in qualche modo, familiare. Poi dall'erba ai loro lati emersero due figure avvolte in vestiti neri. Quella a sinistra era una donna magra con larghi pantaloni e un top scuro, aperto sulla pancia. I suoi lunghi capelli rossi erano portati in una coda simile a quella di Cassidy, ma che cadeva lungo il collo. L'uomo sulla destra sembrava un tipo atletico, anche lui con scuri pantaloni gonfi, e con una camicia per coprire il suo torace leggermente muscoloso. Sui loro volti c'era una maschera da ninja, che lasciava intravedere solo i loro occhi sottili. Erano disarmati, a parte la cerbottana nelle mani della donna.
    "Hai sempre copiato il mio stile," disse la donna pettinando la sua coda con la mano libera. Gli occhi blu brillarono della luce dei fuochi della città.
    "Preparatevi ad essere annientati," disse l'uomo con voce molle. Anche gli occhi verdi di lui giocavano con le fiamme. "Butch, Cassidy, siete ricercati vivi o morti dal Governo Centrale di Fuchsia per crimini contro l'umanità." Alzò le braccia, preparandosi al combattimento. "E noi ritireremo la vostra taglia!"
    "Wow, James!" disse la donna dai capelli rossi disse. "Sei stato perfetto!"
    "Ovvio," ripose lui orgoglioso. Cassidy rise, puntando la spada contro di loro.
    "James e Jessie?" guardò il Pesian che era riapparso dall'erba di fronte a loro. "E Meowth? Certo che siete cambiati dai tempi del Team Rocket!" Butch li guardò arcigno.
    "Mercenari, a quanto vedo!" alzò la sua spada. "Ho paura che noi due generali della Lega del Pokemon non siamo disponibili per il ritiro di taglie. Guardie, uccideteli!" ordinò. Le guardie ancora in piedi si avvicinarono, le loro armi sguainate. Ma poterono solo guardare scioccati, mentre Jessie soffiava nella cerbottana, eliminando uno dei soldati con un dardo. James scagliò numerosi piccoli pugnali, trapassando le corazze all'altezza del cuore. Quattro soldati caddero al suolo, esanimi.
    "Falliti," disse in tono crudele Jessie. James e Persian si avvicinarono sicuri. Butch e Cassidy, sui loro Rapidash, si prepararono alla lotta in silenzio. Era da tanto tempo che non sentivano la gelida mano della paura su di loro.

    Nella città era il caos. Il dragone nero, ad ogni passo, causava un piccolo terremoto. Dozzine di case bruciavano, e le persone cercavano disperate di fuggire.Dovunque il dragonite vedesse una figura umana, apriva la vocca, ruggiva ed esalava una gigantesca lingua di fuoco. Gli sfortunati che venivano centrati dal colpo erano inceneriti all'istante. I più disgraziati finivano sotto le zampe artigliate di quel mostro, ridotti a disgustose pozze rosse sul terreno bruciato Bruno si acquattò dietro a una casa in fiamme, semidistrutta, e apettò il momento giusto, mentre il dragonite lo superava facendo tremare il terreno. Poi mentre Articuno tentava un altro attacco, distraendolo per qualche secondo -il maestoso uccello di ghiaccio volò scagliando piccoli turbini di neve- Bruno saltò rapidamente dal suo nascondiglio e corse verso le gambe del mostro. Evitò la lunga coda adornata di spine, intenta a distruggere i palazzi, e arrivò sulla zampa sinistra. Poi, richiamando tutto il suo potere di forza e inclinandosi all'indietro fece crescere al massimo la sua aura marrone, urlò e tirò un preciso, violentissimo pugno contro il tendine d'Achille.
    "Prendi questo figlio troppo cresciuto di un dratini!" Ci fu un rumore di strappo come il tendine si ruppe, e il dragonite ruggì tanto forte da spaccare i timpani. Bruno rotolò rapidamente lontano, mentre la creatura perdeva l'equilibrio e cercava di rimanere in piedi sbattendo le ali con violenza.Recuperò ma un colpo preciso di articuno gli centrò l'occhio, Dragonight scivolò sulle macerie, sbilanciato, e crollò sul palazzo più grande di tutta la città. Invece che distruggerlo squarciò il muro e i soffitti, cadendone all'interno e generando un piccolo terremoto. Ma quasi subito si rialzò furibondo, lanciando ruggiti animaleschi di rabbia, squarciando ogni cosa con i suoi artigli e soffiando fuoco dalla bocca e dalle narici. Raccolse un grosso brandello di muro e lo scagliò lontano. Sfortunatamente per Bruno, il masso cadde su una casa vicino a lui, e venne investito dai detriti facendolo volare per circa una dozzina di piedi, fino a centrare un altro muro. Travolto dal dolore al braccio e al torace, svenne.
    Quando si svegliò pochi minuti dopo, aveva davanti una giovane con un vestito bianco ma sporco, di media lunghezza, capelli rosso scuro tirati indietro in una coda di cavallo. Lo stava liberando dalle macerie che lo avevano coperto. Intuì che si trattava dell'infermiera, la donna che li aveva fatti entrare.
    "Quello era abbastanza stupido," lo ammonì con uno sguardo freddo dei suoi occhi. "Attaccare una creatura dieci volte la tua taglia a mani nude." Così da vicino, Bruno notò quanto lei fosse giovene di quanto non avesse visto prima. Calcolò circa diciassette anni, un paio di anni più di Junior e Laselle.
    "Infermiera Joy?" si tolse un macigno dallo stomaco, grugnendo di dolore. Il braccio doveva essere rotto, come anche un paio di costole. Lei lo tolse da quella posizione scomoda, e guardò il braccio e il torace.
    "Giusto. Ma chiamami Joylene. Infermiera Joy è solo il mio titolo." Poi, improvvisamente, mise le sue mani sul corpo ferito di Bruno. I suoi occhi blu arsero, e le mani divennero calde. Presto l'intenso dolore cominciò a dissiparsi, per scomparire definitivamente. Joylene si alzò e si asciugò una goccia di sudore dalla fronte. "Devo andare. Ti porterò dagli altri sopravvissuti." Si mise a correre, aspettandosi di essere seguita. Anche Bruno si alzò, e si spolverò il mantello. Stava decisamente bene, anche se il braccio era ancora indolenzito. Dio benedica i guaritori, pensò avviandosi.

    Duplica agitò le ali ghiacciate un'ultima volta mentre raggiungeva i sopravvissuti, concentrati sul lato lontano della città. Ritornò nella sua forma umana e atterrò con un tonfo, lasciando il suo mantello viola a svolazzare nell'aria. Jenny osservl scioccata la ragazza mentre si avvicinò ai fuggiaschi. Il capitano non era ancora abituato alle trasformazioni di Duplica. Dietro al Capitano Jenny, appoggiato contro un pezzo di muro c'era anche Bruno, che sembrava intento a massaggiarsi un braccio, e Junior e Laselle, col suo caterpie sopra lo zaino. Infine, accanto a loro, Joylene e un paio di altre guardie ed arcieri.
    "Quel dragonite gigante è troppo forte," ammise Duplica massaggiandosi le spalle. "Dobbiamo ritirarci." Jenny aprì la sua bocca e la guardò con occhi caparbi.
    "Non possiamo arrenderci! Non mi importa di morie, il mio compito come capitano delle guardie è quello proteggere questa città ad ogni costo!"
    "Non sia stupida!" sibilò Bruno. "Sarebbe un sacrificio inutile. Non è una ritirata, è solo un rimandare la battaglia a giorni migliori!"
    "Ha ragione," concordò l'infermiera. "Dobbiamo scappare, finchè possiamo."
    "Non mi importa!" Jenny lanciò una pokeball da sotto l'armatura e liberò un cane di fuoco. "Growlithe e io lo attaccheremo. Da solo, se necessario!" Ma il suo growlithe vide il gigantesco dragone nero e si rifugiò guaendo fra le gambe di lei.
    "Sono d'accordo coi Maestri e l'Infermiera Joy, Capitano!" disse una delle guardie. "Non possiamo vincere. Avevamo una possibilità contro quell'armata, ma contro quel... coso... non possiamo vincere."
    "Vede, almeno i suoi uomini stanno pensando con le loro teste!" disse Duplica, fecendo arrossire la guardia sotto l'elmo. "Ora fuggiamo dalla porta sul lato sud. Le donne, i vecchi e i bambini per primi."
    "E va bene," disse Jenny malinconica, togliendo una ciocca di capelli blu che era finita sugli occhi. Poi si girò e richiamò il suo pokemon nella sfera, rimettendo questa sulla cintura. "Okay. Seguitemi!"
    Il gruppo piccolo di persone corse rapidamente e silenziosamente attraverso l'uscita segreta della città. Fecero attenzione a non essere visti dal dragonite che stava ancora completando la devastazione degli edifici con fiamme e artigliate.

    Misty era in piedi sulla rupe di fronte alla massiccia torrea, le sue mani sui fianchi per impedire al vento di agitare troppo il mantello, mentre i capelli non avevano quella protezione e fluttuavano dietro di lei. Il tempo stava peggiorando. Ai peidi della struttura, fra le rovine della sua città natale, un grosso esercito.
    Una lacrima corse sulla guancia, ma venne soffiata via dal forte vento. Guardando attentamente, potè vedere i resti di parte della sua vecchia palestra. I Fiori d'Acqua di Cerulean City, questo era il nome con cui lei e le sue sorelle erano chiamate. Ma soprattuto le sorelle. Lei era considerata inferiore, come sua sorella, Valdera, o Vally, come le piaceva farsi chiamare. Prima che sparisse e fosse data per morta.Misty era la più bassa e la meno attraente, almeno secondo lei stessa. Ma aveva avuto il tempo di fiorire più tardi, e di diventare finalmente una donna durante il viaggio con Ash. Se solo le sue sorelle avesse potuto vederla. Non sapeva cosa fosse stato di loro, dopo la guerra. Tranne che di Valdera, è ovvio.
    E dove era Ash, ora? Guardò l'alta torre, senza riuscire a vedere la cima dal suo lato. Solo il cielo purpureo della notte, che vorticava intorno a quell'edificio. Ash. Lassù? Osservò il terreno, dove la traccia che stava seguendo finiva. Sembrava esserci stato un tornado di un qualche tipo, per causare quel circolo di terra smossa. Lei ne era proprio al centro. Si inginocchiò e tastò il terreno. Ash era stato lì poco tempo prima. Poteva ancora sentirne l'essenza. Cosa era successo? Era stato sconfitto? I suoi occhi blu brillarono di determinazione, fissando la torre. Sapeva solo una cosa: se Ash era là dentro, lei lo avrebbe tirato fuori.
    "Ciao, Misty" una voce molle ma profonda dietro di lei. Stranamente familiare. Si voltò lasciando che il vento agitasse il mantello, e vide un uomo alto, muscoloso, avvolto in un mantello da Maestro marrone. Si tolse il cappuccio che copriva il volto, per rivelare irti capelli marroni, portari lunghi e cadenti, alcuni ciuffi a coprire gli occhi sottili. Il volto aveva una ruvida bellezza, la stessa a cui si era abituata.
    "B-Brock?" disse Misty, coprendosi la bocca con la mano. Poi rise di gioia, correndo verso di lui a braccia aperte. "Sei tu! Pensavamo fosti morto! Ucciso da Lord Garick!" Ma quando stava per abbracciarlo, gli occhi di lui arsero di marrone, irati.
    "S-stammi lontana!" gridò mentre alzava il braccio. L'arto divenne opaco e si trasformò in un'asta di roccia, ceca all'estremità. Misty gridò di dolore, sentendo il fianco trapassato da quell'arma che cadde su di lei. Potè sentire un fluido caldo e vischioso scorrere dalla vita lungo la gamba. Sangue. Brock la spinse via e strappò la lancia di pietra dal suo corpo, schizzando sangue sulla faccia di lei. Misty cadde bocconi, afferrando il fianco ferito. I capelli corsero lungo la sua faccia, e lei lo guardò negli occhi. C'era uno sguardo malevolo in quel volto amico ma non più così familiare. Era un estraneo.
    "P-perchè?" chiese, prima di cadere a terra, svenuta.
    Brock si avvicinò e la prese nelle sue braccia, stranamente gentile. Liberò il viso dai capelli e asciugò una lacrima con un dito.
    "Perché ti odio."
    Sentì di trovarsi fra le braccia di qualcuno, mentre lentamente la sua mente tornava alla coscienza. Il torace e lo stomaco facevano male, ma Misty notò che, sotto il mantello, c'era una fasciatura avvolta stretta intorno alla ferita. Dov'era Ash? Stava bene? Dov'era lei? Poi tutto le tornò in mente. Brock.
    Si alzò immediatamente e usò il suo potere per respingere chiunque la stesse tenendo. Poi aprì gli occhi e si guardò intorno. L'alloggio era circolare, e sia i muri che il tetto erano fatti di pietra grigia e scura. A parte un tavolo con sopra alcuni fogli, degli arazzi grigi a decorare le parete e le candele che la illuminavano, la stanza era spoglia. Sotto i suoi piedi notò l'inizio di un tappeto rosso, l'unico colore brillante, lì dentro, che continuò fino a fermarsi di fronte ad un trono rialzato. Era nero, appropriato ad un re. E dietro al trono c'era Brock, ancora col suo mantello marrone, ma col cappuccio gettato dietro la testa. Sul trono invece sedeva una figura circa delle stesse dimensioni di Ash, alto circa sei piedi. Indossava un mantello da Maestro grigio, ma il cappuccio tenena il viso in ombra. Due piccole stelle rosse luccicavano in quell'oscurità. Gli occhi. Era il Signore della Lega. Lord Garick. Gary. Il vecchio rivale di Ash, dieci anni prima. Misty guardò dietro di sè, e vide che la persona che la teneva non era altri che Sabrina, il Maestro Psichico. Era quasi la stessa persona di dieci anni prima, quando lei ed Ash l'avevano incontrata a Saffron. L'unica differenza erano i capelli un po' più lunghi che coprivano i suoi occhi di un blu profondo, e l'uniforme di Maestro di Pokemon che vestiva, come tutti i presenti. Il suo mantello era del colore del tramonto, come i suoi occhi. La sua faccia era seria, impassibile.
    "Ti sei svegliata appena in tempo," disse Brock incrociando le braccia. Sembrava più alto e grosso di quando lo aveva visto l'ultima volta, alto quasi due metri, e intorno ai cento chili di peso.zbr /> "Brock..." bisbigliò, la sua voce rauca. "Che ti è successo? Come hai potuto tradirci?"
    "Tradire?" Brock rise come se lei avesse detto una battuta particolarmente divertente. "Non ho mai tradito nessuno. Non ho mai lasciato la Lega per unirmi Ribellione, come la chiami tu."
    "T-Tu hai fatto doppio gioco?"
    "Evidentemente," rispose. Misty abbassò la sua testa. Poi alzò rapidamente il suo braccio e lanciò un raggio verso di lui, un proiettile di energia blu.
    "Come hai potuto? Avevamo fiducia in te! Eravamo amici fin dall'infanzia!" Brock alzò calmamente il suo braccio che si trasformò in uno scudo di pietra. Il ghiaccio incontrò la difesa e si spense innocuo. Abbasso di nuovo il braccio tornato normale, e fece un cenno a Sabrina. Immediatamente la sua mente fu inondata di dolore mentre Sabrina la colpiva con i suoi poteri. Trascorse almeno mezzo minuto, durante i quali Misty giacque a terra in ginocchio, tenendosi la testa con le mani. Abbassò le braccia e si rialzò, senza paura, cercando di non mostrare debolezze.
    "Dov'è Ash?" chiese piattamente. Brock sorrise, una leggera inclinazione delle sue labbra, mentre incrociava di nuovo le braccia robuste.
    "Morto." Un'aura fredda e glaciale circondò improvvisamente Misty, così fredda che Sabrina si spaventò e fece un passo indietro per sottrarsi all'aria pungente. I capelli rossi di Misty, e il mantello, galleggiarono nell'aria, illuminandosi di un bagliore ghiacciato.
    "Tu menti!" gridò, trafitta dal dolore. Alzò al cielo le sue braccia e un'onda di energia blu liquida cominciò ad precipitarsi verso l'alto. Il tetto si fracassò, e dal buco entrò un vento gelido. Allora erano in cima alla torre. E poi la sua aura si attenuò e lei crollò di nuovo in ginocchio, coprendo i singhiozzi con le mani.
    "Non è una bugia," disse Brock guardando compiaciuto il pianto della donna. "Oddio, diciamo che è una mezza bugia." Accennò nuovamente a Sabrina. Gli occhi di Sabrina cominciarono ad ardere d'oro mentre si concentrava, poi una figura asciutta, avvolta in un mantello nero, spuntò da dietro il trono. Sulla sua spalla, un pikachu nero con occhi rossi e iridescenti. Misty guardò stupita.
    "Ash!" disse fra le lacrime di sollievo. Si alzò in piedi su e cominciò a correre verso lui, ma si fermò a metà strada quando vide che lui rimaneva fermo e zittto. Due occhi crudeli ardevano impassibili nell'ombra del cappuccio. "Ash?" disse esitante. La figura rimase zitta, immboile, perfino Pikachu sembrava perso nel vuoto. "Che gli avete fatto?" Brock si girò e sorrise all'ancora muto Ash.
    "Lo abbiamo solo fatto tornare allo stato emozionale di circa quattro anni fa, anno più anno meno. Il suo pokemon è come lui, perchè sono legati psichicamente. Sfortunatamente per Pikachu."
    "Che vuoi dire?" chiese timidamente Misty, guardando Ash spaventata.
    "Ovviamente non era così messo male. Ma era molto più... privo di emozioni, e quindi più facile da controllare," spiegò Brock. "E noi vogliamo usarlo per aprire i cancelli nel Piano Astrale. La Lega libererà il Proibito, il pokemon d0ombra condannato a vagare nella piana dei morti, e il debole verràil banishedto di pokemon di ombra i piani del morto, e questo mondo dovrà far spazio ad una nuova era. Un'era migliore." Misty si voltò verso di lui, terrorizzata.
    "P-perchè? Perchè lo state facendo? Odiate così tanto questo mondo? Non avete imparato la lezione, l'ultima volta che qualcuno tentò di controllare il Proibito per dominare il pianeta?"
    "Il Team Rocket ha pagato il prezzo della sua incompetenza," rispose Brock. "Non avrebbero mai potuto controllare il Proibito. Noi invece sì. " Diede una rapida occhiata a Sabrina. "Che Ashura rimuova del tutto il tetto. La luna è in fase. Il tempo è venuto." Sabrina obbedì, e Ash galleggiò vesro il centro della stanza, a circa due pollici dal pavimento. I suoi occhi brillarono del colore del sangue e un'aura scura lo circondò. Essa si espanse in una veloce esplosione che si portò via il tetto e i muri. Un vento violento e freddo soffiò immediatamente per riempire lo spazio della stanza, e rimosse tutte le cose, eccetto il trono, e i cinque Maestri. Direttamente sopra di loro , un vortice scuro, più largo di quanto la torre fosse alta, turbinava selvaggio. Avrebbe potuto ingoiare tutto il palazzo.
    La figura sul trono, che era rimasta seduta a guardare fino ad allora, si alzò improvvisamente, alzando le braccia. La sua mano, vide Misty, era grigia come il suo mantello che si agitava selvaggio nell'aria, e non sembrava nemmeno umana, perchè pareva avere solo tre dita artigliate e ricurve. Nonostante la furia degli elementi, il suo cappuccio rimase a coprirgli il volto.
    "Ora!" ringhiò il Signore della Lega in un tono animale, e la sua sagoma cominciò a brillare dorata. Un'aura di energia psichica. Il vortice sopra di loro sembrò allargarsi e un grida orribili cominciarono ad attraversarlo. Le urla delle anime tormentate. Misty rimase a terra, paralizzata dalla paura, tremante, e si strinse nel mantello. Poi il potere d'oro sguinzagliato dalla figura coperta dal mantello grigio si divise in tre direzioni. Un raggio verso il vortice, gli altri due verso sud e verso est, scomparendo all'orizzonte. E ci fu un istante in cui la notte fu illuminata a giorno da un lampo di luce. Le urla tormentate provenienti dal vortice purpureo crebbero assieme alla loro fonte. Delle ali sbatterono. Migliaia di ali. E versi di animali che parevano uccelli ma che non erano uccelli. Misty cominciò a caricarsi. Non poteva permettere loro di fare questo! Tentò disperatamente di assorbire energia dall'umidità dell'aria, per accrescere il suo potere. Brock la osservò e scosse vigorosamente la testa, i suo capelli castani scossi dal vento come il mantello.
    "No, no, Misty!" gridò superando i versi nell'aria del vortice. "Non ti ho portato qui per farti interferire!" Misty continuava a caricarsi, e la sua aura azzurra cominciava ad esalare un vapore ghiacciato.
    "Allora perchè l'hai fatto? Una sorta di divertimento sadico?"
    "Perchè in questo momento meraviglioso, nella distruzione del mondo, voglio vederti morire!"
    "Ma perchè?" pianse, non capendo. "Perchè odi questo mondo? Perchè odi me?" Una violenta aura marrone cominciò a brillare intorno al corpo di Brock e la sua faccia si piegò di dolore.
    "Perché ti ho amato! Amato!" Misty non resse il colpo. Fissò Ash, che ancora restava silenzioso, con Pikachu sulla sua spalla, avvolto dal mantello nero e galleggiante nell'aria. "Ma c'era sempre Ash! Ash!" gridò lui, tradendo un tormento assoluto. "Anche dopo tutto quello che ho fatto! Lo ami ancora, vero? Vero?" accusò Misty superando il vento. "Anche adesso posso vedere l'amore per lui nei tuoi occhi! E ora morirai! E sarà il tuo stesso amore ad ucciderti! Che ironia drammatica!" grugnì. "Ashura, Uccidila!" Misty indietreggiò rapidamente mentre Ash la fissava con una luce malevola negli occhi. Anche Pikachu la stava guardando.
    "No, Ash," disse disperata. "Ash, non ascoltarlo!" Ma Ash era zitto, e il suo corpo coperto dal mantello cominciava già ad emettere energia blu-nera. Lui alzò il suo braccio e Pikachu corse lungo di esso, trasformandosi nella nera katana d'ombra. Poi afferrò saldamente l'arma, soppesandola un paio di volte per poi piegarsi di colpo sulle ginocchia, portando la spada dietro la testa, pronto a colpire. Preda del terrore, Misty chiamò Starmos, gettando la piccola spilla sul terreno, dove si espanse trasformandosi nella stella nera. "Starmos, vai!"gridò balzando su di essa. Il pokemon obbedì e volarono via schizzando lungo la parete della torre. Il vento era forte, ma la disperazione le permise di cavalcarlo. Ash contemplò la scena, poi un disco di energia nera si formò sotto i suoi piedi. Si sollevò dal suolo e volò silenziosamente verso di lei, afferrando la spada con ambo le mani.
    Un tuono sembrò rimobombare nel cielo serale. Il tempo volgeva al peggio. Cominciò a cadere la pioggia.

    Lo scontro si divise in due. Cassidy si tolse la sua armatura per essere più libera nel combattimento contro Jessie, e anche Butch fece lo stesso per affrontare James. Erano rimasti a piedi, combattendo sull'erba, dal momento che Persian si era preoccupato immobilizzare i cavalli di Butch e Cassidi, lasciandoli fuori dallo scontro. Cassidy calò più e più volte la larga spada su Jessie, ma questa bloccà ogni colpo afferrando la lama con i suoi due pugnali, uno per mano.
    "Devo dire che voi tre non siete più così incapaci," borbottò Cassidy tra i colpi, il suo viso e i capelli biondi bagnati dalla pioggia leggera. Jessie bloccò un altro colpo con un pugnale, poi attaccò con l'altro, venendo a sua volta bloccata da Cassidy.
    "Incapaci?" protestò con una luce irata negli occhi blu visibili attraverso la maschera. Alzò la voce. "Incapace sei tu che hai sempre copiato il mio stile! Ma non sarai mai al mio livello!" Cassidy gridò piegandosi in avanti per sferrare un colpo che avrebbe tagliato in due Jessie se avesse centrato il bersaglio.
    "Come osi!"
    Nel frattempo anche James e Butch avevano iniziato a lottare, sfoderando le loro armi: un lungo spadone per Butch e una coppia di pugnali pugnali dentati per James. Butch si spostò di lato cercando un varco. I suoi occhi marroni brillarono beffardi mentre scuoteva il capo per liberare gli occhi da una ciocca di capelli blu acqua.
    "Sempre vestito male, eh James?" chiese con la sua voce aspra. James fece roteare i pugnali con un complicato movimento delle mani.
    "Perchè? Come mi preferisci?" rispose con un'occhiata diabolica nei suoi occhi verdi smeraldo. "Non ti piaccio così, Butchy?"
    "Argh!" urlò Butch caricando e roteando selvaggiamente la sua spada.
    "Hai la coda di paglia, eh?" commentò James indietreggiando di corsa.
    E poi furono tutti interrotti quando la terra cominciò a scuotersi violentemente. L'esercito, che stava contemplando le gesta del dragone nero, si congelò. Un grido acuto riempì l'aria.
    "Cos'è quello?" esclamò Jessie, indicando il cielo serale. Sembravano due stelle cadenti in rotta di collisione. Ura era una brillante sfera azzurra, e veniva inseguita da una nube nerastra, molto più larga.
    "Meteore!" gemette James. "Moriremo tutti!" Jessie sbuffò, asciugandosi la fronte.
    "Taci James!" Quando le palla azzurra si fece vicina, Persian bisbigliò qualcosa.
    "Non è una meteora! E' la ragazza del moccioso!" Il Maestro d'Acqua volò sopra le loro teste cavalcando il suo pokemon stella nero, lasciandosi dietro un vento ghiacciato che investì tutti. Poi la cometa di ombra, più grossa, arrivò all'inseguimento. La terra tremò ancora più forte, come in un terremoto. Ma mentre era stato possibile vedere un mantello blu sull'astro precedente, la nube nera era buia e impenetrabile. Poi elettricità blu scura cominciò a scoppiettare intorno ad essa, e improvvisamente un lampo di energia partì dall'oscurità, li superò e si diresse verso la donna che stava braccando. Il proiettile di elettricità riuscì ad esploderle sul fianco, e lei gridò, cominciando a precipitare verso la foresta a sud e lasciando una scia ghiacciata. Butch venne colto dal panico, pensando che la cometa nera volesse attaccarli.
    "Guardie! Abbattetela!"
    "Signorsì!" Le guardie smisero di attaccare l'agile Persian e usarono i loro pokemon contro la cometa nera. "Arcanine, Charmeleon, Magmar: Fuocobomba combinata!" Molti ruscelli di ardente fuoco rosso volarono nel cielo, senza subire l'effetto della pioggia, ma quando arrivarono alla cometa, sembrarono dissolversi in essa. L'aria sibilò più violenta, mentre si avvicinava.
    "Ma che diavolo è?" gridò Butch. Poi la cometa si tuffò su di loro, mentre li sorvolava, proprio al centro di un grosso gruppo di Istruttori e soldati. Ci fu una violenta esplosione mentre sporco, erba e cadaveri volavano dappertutto come giocattoli rotti. Jessie tossì per la polvere, e quando essa si calmò, vide una figura coperta con un mantello nero, con occhi rossi e una spada in mano, al centro di un grosso cratere, largo quanto il battaglione che era appena scomparso.
    "È il moccioso!" disse Jessie, un po' spaventata. Era tra loro e il resto dell'esercito della Lega che ancora col dragonite combatteva in città. Cassidy rimosse la polvere dal viso e dagli occhi e indietreggiò.
    "Vuoi dire che è quell'Ash che avete inseguito per anni? Ha appena distrutto un quarto del nostro esercito!"
    "Temo lo abbiate disturbato," disse James, spaventato, tentando di nascondersi dietro le spalle di Jessie.
    "Distruggetelo!" urlò con forza Butch. L'esercito e i pokemon dietro ad Ash cominciò a caricare urlando. Le grida di battaglia di un centinaio di uomini riempirono l'aria. Il terreno tremò ancora, calpestato da migliaia di piedi. Gli occhi di Ash brillarono di rosso e un'aura di energia nera come la notte si formò intorno a lui, ondeggiando con forza, agitando il mantello. Si girò per affrontare l'armata, librandosi nell'aria.
    "Non credo che sia una buona idea," commentò Jessie con un bisbiglio.
    "Cosa stai dicendo?" esclamò Butch. "Uno uomo non può sconfiggere un esercito!" Il corpo di Ash cominciò a scoppiettare di elettricità scura, levandosi a parecchi piedi di altezza. Un forte vento si generò, trascinado pietre, erba e altri frammenti.
    "Ho paura!" sussurrò James da dietro a Jessie.

    "Sto dicendo che quella era Misty!" disse Bruno con convinzione. "Penso che sia precipitata poco più in là." Lui, Duplica, Junior, Laselle, Joylene, il Capitano Jenny e il resto del guards stavano correndo verso sud per sfuggire all'esercito e a quel drago. Si tenevano nascosti nel fitto della foresta, seguendo le altre persone che erano scampate all'attacco. Bruno aveva alzato il suo mantello per tenere Laselle e Junior sotto di esso, al riparo dalla pioggia.
    "Spero che stia bene," sospirò Laselle, cacciando una ciocca di capelli neri e bagnati dagli occhi e si coprì col cappuccio del suo mantello. "Ma mi chiedo se ha trovato Ash."
    Poi sentirono un frastornante rombo dietro di loro, e la terra iniziò a tremare selvaggiamente. Gli alberi si scossero e le foglie caddero, mentre il sussulto li faceva crollare sul terreno bagnato e paludoso. Il terremoto andò avanti per molti minuti prima di fermarsi di colpo. Guardarono dietro di loro e oltre le fronde degli alberi videro un gigantesco tornado in lontananza, che emetteva luce nera. Duplica si liberò da parte del fango in cui era caduta.
    "Deve essere stato Ash," commentò aridamente.

    Jessie, James, Butch e Cassidy erano tutti con la faccia sul suolo, con le loro armi piantate in esso, tenendosi spasmodicamente alle else, quando il vento cessò. Se non si fossero ancorati al suolo, sarebbero stati risucchiati dal vasto tornado elettrico che era appena sorto dove Ash rimaneva sospeso.
    Persian si lasciò dal fianco di Jessie e si mise a correre.
    "Perrrsian... E' ora di andare, gente!" ringhiò con la voce felina riempita dalla paura. Jessie, strofinandosi dove il pokemon gatto avevano piantato i suoi artigli, lo seguì in fretta.
    "Giusto! Butch, Cassidy, è stato divertente, ma dovremo continuare un'altra volta! Torneremo!" anche lei fuggì, lasciando la sua coda rossa a galleggiare nell'aria dietro di lei. James balzò in piedi.
    "Aspettatemi!" uggiolò. Comunque Butch e Cassidy non li osservarono neppure per un istante, scioccati dalla vista del loro esercito completamente annientato. Tutto quello che rimaneva era un gigantesco cratere, su cui l'uomo nel mantello nero volteggiava, crepitante di elettricità. Dragonight sembrò pure lui aver subito il colpo, perchè era stato risucchiato dalla sua opera di distruzione della città, e giaceva sul fianco fra le macerie della cinta di mura. Si alzò con i suoi cento piedi ed espirò fiamme nerastre dalle narici, guardandosi attorno per trovare la causa di quel vortice.
    "Merda," disse Cassidy, coprendosi la bocca con una mano.
    "Questo è oltraggioso!" gridò Butch. "Dragonight, distruggilo!" Il dragone, che stava cercando un nuovo bersaglio, non ebbe bisogno di farselo ripetere. Ruggì e fissò il piccolo uomo al centro del cratere, inalò rumorosamente generando un forte vento. Quindi lanciò un'immensa lingua di fiamme nere, che avvolsero l'umano. Dopo qualche minuto il dragone smise di sputare fuoco. Il cratere era un vasto lago di lava. Ma l'uomo ancora era là, librandosi sul magma, apparentemente illeso. Poi l'aura di elettricità scura che lo circondava sembrò spostarsi, e di colpo si lanciò verso il dragone, caricandolo. L'energia si oscurò ulteriormente, e l'uomo divenne una specie di palla di ombra, una cometa nera. Il dragone cercò di riprendere lattacco, spaventato, ma la meteroa nera gli trapasso la testa, decapitandolo. Una pioggia di pezzi scuri e sangue nerastro piombò sul dappertutto. Il corpo alato e senza testa sembrò avere un attimo di immobilità, poi traballò e crollò sulla città semidistrutta. Con una violenta esplosione si sfracellà su di un palazzo ancora in piedi. Poi la cometa volò rapidamente via nell'orizzonte, nella direzione presa dal Maestro d'Acqua. Butch e Cassidy, con occhi larghi, lo guardarono volare via finché non divenne più visibile. Non notarono neppure che la pioggia era cresciuta in intensità.

    Goccie di acqua ghiacciata colarono sul volto di Misty, e finalmente aprì gli occhi.Giaceva su di un piccolo tronco d'albero, al centro di una radura, dove aveva terminato la sua corsa dopo essere precipitata. Anche se si trovava al riparo delle fronde, la pioggia era così intensa da colpirla con forza.
    Poi sentì il suono di molti passi bagnati correre verso di lei e si mosse, tentando di mettersi a sedere. Ash! Era dovuta fuggire! Lui-lui voleva ucciderla! Calde lacrime cominciarono a mescolarsi alla pioggia.
    "Misty!" gridò una voce femminile. "Stai bene?" Era Duplica. E Bruno. E gli altri, con dello persone che non riconobbe. Spuntarono dall'oscurità degli alberi e corsero verso di lei. Cominciò a sentire il panico su di lei.
    "Dovete andarvene subito! Sta arrivando! Vi ucciderà tutti!"
    "Chi sta arrivando?" chiese Bruno.
    "Ash!"
    "Ma che stai dicendo? Perchè dovrebbe ucciderci?"
    E poi la videro. All'orlo della radura. Un'alta ombra con occhi rossi. Si voltarono.
    "Ashy, sei tu?" disse Duplica. L'ombra avanzò nella fioca luce notturna, rivelandosi. Una figura avvolta da un mantello nero con cappuccio, con una spada nera in mano. Era muto come la morte.
    "E' quell'altro uomo che era con voi prima dell'attacco." fu il commento dell'Infermiera Joy. "Ma... sembra diverso. Non percepisco niente da lui." boccheggiò. "Come se non fosse realmente vivo."
    "Ashy?" E poi lui alzò la sua spada in un movimento rapido, lanciando verso Misty una sottile sfera di energia nera. Crepitò nella pioggia mentre si muoveva a grande velocità zigzagando. Misty afferrò Starmos che ancora galleggiave sopra di lei e lo usò come scudo.
    "S-Starmos, Barriera!" La stella arse brillante e il lampo scuro rimbalzò su di essa centrando un albero al limitare della radura, che esplose in una palla di fuoco, illuminando per un attimo il volto impassibili di Ash sotto al cappuccio. Poi il fuoco morì e lui divenne di nuovo solo un'ombra scura e minacciosa.
    "Cosa gli è successo?" sussurrò Laselle. "Perchè sta attaccando Misty?" Bruno avanzò.
    "Ash, che diavolo stai facendo? Avresti potuto ucciderla!" Ash girò leggermente la sua testa e sembrò guardare verso di lui. Bruno indietreggiò di un passo, intimidito dalla sua occhiata. E poi Ash tagliò l'aria con la sua spada, e Bruno si ritrovò almeno una dozzina di piedi da dove si trovava, schiantato contro il ramo si un'albero dal lato opposto della radura. Il tronco si flettè e lo scagliò contro un'altro albero.
    "Ci penso io," disse una donna in armatura con corti capelli blu e corti, che Misty non riusciva ad identificare. L'infermiera la trattenne.
    "Non sia stupida, Capitano. Quello è un Maestro di Pokemon. Prenda i suoi uomini e scappi," disse concitata.
    "E' vero," aggiunse Duplica, frapponendosi fra Misty ed Ash. "Non sappiamo cosa gli sia successo, sembra una specie di lavaggio del cervennoq. E, si fidi di me, è meglio non vedere quello di cui quel tipo è capace di fare." Le guardie che erano con loro già stavano indietreggiando per la paura. La donna soldato che l'infermiera chiamava Capitano li guardò e fece un cenno col capo.
    "D'accordo. Andiamo allora. Venga, Infermiera Joy, lasciamo ai Maestri la faccenda. Noi siamo di troppo."
    E presto rimasero solo Ash, Duplica, Laselle, Junior, Misty e Bruno, ancora a terra dolorante. Ash si avvicinò, lasciando il suo mantello nero ad agitarsi leggero nel vento. Sembrava asciutto, malgrado la pioggia. Duplica guardò Laselle e Junior.
    "Che ci fate ancora qui? Seguite il Capitano Jenny e gli altri."
    "Vogliamo aiutarvi," rispose Junior. Ma entrambi poi osservarono impuriti Ash che si avvicinava. E poi Bruno balzò davanti a loro, coperto nel suo mantello marrone ormai zuppo.
    "E' ora della rivincità, Ash" disse leggermente, alzando i suoi pugni in posizione di guardia. Il suo corpo cominciò ad ardere di marrone mentre si caricava. Ash alzò la sua spada. Cominciò a luccicare di un blu scuro. Bruno si preparò. Ci fu un rombo di tuono che li lasciò attoniti, mentre l'arma ridiventava il pikachu nero, fermo nella mano di Ash. Il piccolo topo elettrico sembrava normale. Ma il suo sguardo era fisso nel vuoto, e gli occhi erano rossi come quelli del suo padrone. Ash lanciò Pikachu oltre la testa di Bruno, e atterrò davanti a Duplica e ai due bambini. Laselle e Junior indietreggiarono preoccupati, avvicinandosi a lei mentre il topo elettrico si avvicinava lentamente a quattro zampe tenendo la coda ritta. Ash e Bruno cominciarono a lottare. Il terrenò tremò e l'aria crepitò mentre le loro braccia si incontravano. Pikachu avanzò ulteriormente, emettendo scintille nere dalle guance e tenendo le orecchie indietro. I suoi occhi brillarono crudeli.
    "Uh... qualche idea?" disse Laselle terrorizzata.
    "Usare il tuo caterpie?" suggerì Junior.
    "Stai scherzando?"
    "Um, proviamo con Sandshrew. Ho sentito che vanno bene contro i pikachu." Prese una pokeball, l'allargò e la lanciò. Con un lampo di luce marrone, il piccolo roditore corazzato emerse dalla sfera. Ma Pikachu scagliò una sottile scintilla nera di lampo dala coda, centrò lo sfortunato sandshrew e lo tranciò in due. Pikachu continuò ad avanzare come se niente fosse.
    "Sandshrew!" urlò Junior terrorizzato. Duplica li afferrò e li tirò indietro.
    "Misty sembra ancora sotto shock. Ci penso io. Presto, pensate a un pokemon il più forte possibile."
    "Il Pikachu di Ash?" disse Junior, dubbioso.
    "Qualcos'altro, sciocco!"
    "Il Dragonite che ha attaccato la città?" provò Laselle.
    "No, troppo grande," rispose Duplica, scuotendo la testa. "Qualcosa di piccolo."
    "Come un Mew?" tentò di nuovo.
    "Perfetto." Il mantello viola di Duplica scomparve insieme a lei, mentre si trasformava nel piccolo pokemon rosa. Duplica-Mew cominciò a galleggiare nell'aria, agitando la coda lunga e sottile, emettendo bolle psichiche rosate intorno al corpo felino. Gli occhi rossi di Pikachu lo puntarono, e il pokemon si alzò sulle gambe posteriori per attaccare.
    "Mew," vociò Duplica-Mew con voce molle. "Tenterò... Psicoattacco!" Con quell'ultima parola guizzò in aria e lanciò una violenta folata di energia psichica verso il pikachu nero. Ma questi saltò di lato con una manovra rapida, e il colpo andò a vuoto. Duplica-Mew riprovò con una salva di colpi. I potenti attacchi cominciarono a sollevare molto fango, di modo che anche vedere divenne difficile. Duplica-Mew si stancò presto. Rimanere un pokemon così potente e usare il suo attacco più forte la stava indebolendo. Alcuni frammenti stavano ancora offuscando l'aria, mentre cercava il corpo di Pikachu.
    "Mew... dov'è? Penso di averlo preso un paio di volte... mew-aieeee!" gridò improvvisamente come il pikachu nero emerse dalla fanghiglia brillando di elettricità nera. Superò agilmente la sua barriera rosa e la centrò, facendola volare via. Il suo volo venne interrotto da un paio di albero. Il corpo di Mew si trasformò in quello della donna, svenuta. Poi Ash sembrò stanco della sua lotta con Bruno e finalmente gli sferrò un violento doppio calcio nello stomaco, mandandolo a sfracellare molti alberi di seguito. Solo un grosso ciottolo fermò il volo del corpo ormai svenuto. Laselle e Juniori indietreggiarono terrorizzati, vedendo che Ash li aveva puntati. Richiamò Pikachu sul braccio, che a mezz'aria divenne di nuovo la katana nera. Poi Ash afferrò l'arma e si avvicinò.
    "No!" urlò improvvisamente Misty, tornando finalmente del tutto cosciente. "Non loro! E' me che vuoi!" saltò in piedi e salì sul suo pokemon stella. "Starmos, decolla!" Il pokemon nero assentì e si alzò nell'aria. Ash si acquattò, formando di nuovo il sottile disco d'ombra sotto i suoi piedi, poi iniziò a inseguirla, trasformandosi nuovamente in una cometa nera.

    Misty volò sopra le cime della foresta a bordo del suo pokemon stella, i suoi capelli ormai intrisi di pioggia appiccicati al suo viso. Non poteva permettergli di fare del male ad altri.
    "Ash!" cercò di dirgli. "Svegliati!" Non poteva combattere. Non con lui.
    Ma la cometa che la inseguiva rimase zitta e continuò a lanciare i suoi dardi di oscurità. Ancora lei si trovò a doverli scansare, ormai disperata. Ash non sembrava aver problemi ad ucciderla. Sembrava totalmente privo di emozioni. Non poteva percepire nessun sentimento da lui. Era come una macchina che eseguiva gli ordini. Niente di più, niente di meno. Per quel motivo, non poteva percepire vita in lui. Tutte le creature avevano un'aura di vita. Il loro Ki. Ma Ash ne era privo. Misty gridò di dolore, quando lo capì. Brock aveva detto la verità. Ash era morto.
    "No!" singhiozzò. Era stanca. Correre. Avrebbe causato solo male, a lei e ai suoi amici. Non poteva scappare da Ash per sempre. Non più. Doveva affrontare il suo nemico. Doveva affrontare Ash.
    Fece fare a Starmos una brusca inversione, e si trovò con una rapida manovra aerea sopra la cometa nera. Quando la vide, saltò via dal suo pokemon stella, e si gettò su di essa tenendo le braccia davanti a lei come in un tuffo. Quando entrò nell'aura nera, tutto divenne buio. Sentì il freddo della disperazione. Quella di Ash? Nuotò attraverso l'oscurità, come aveva fatto tante volte, molti anni prima, nella sua palestra. Il buio era tangibile, e la respingeva. Non si arrese. Era sempre stata un'ottima nuotatrice.
    Finalmente lo vide, al centro delle ombre. Coperto con un mantello di oscurità. Si avvicinò e afferrò le sue spalle. Sembrava di ghiaccio. Il ghiaccio più freddo che avesse mai toccato. Si tolse il cappuccio e lo abbracciò,fissandolo in viso. Quel suo volto così bello. Quel suo grazioso naso all'insù. Quelle sottili sopracciglia nere. Quei suoi occhi, di solito così pieni di coraggio e determinazione, ma ora così morti, spenti; non c'era più il naturale colore marrone, solo un inquietante rosso piatto. I suoi soffici capelli neri li coprivano. Quei capelli ribelli che lei aveva sempre cercato di tenere a bada. Quella bocca che aveva sempre amato baciare. La bocca.
    Lo baciò.
    Le sue labbra erano molto fredde. Ma divennero lentamente più calde. Sentì le braccia di lui stringerla a sè.
    "Misty?" Le parole erano molli, soffocate dalle labbra di lei.
    Era lui. Era tornato.

    ==Contea di Stato di Fuchsia==
    La bambina guardò fuori dalla finestra, affascinata dalle stelle che le ammiccavano maliziose.
    "tesoro, è ora di andare a letto." La bambina continuò a fissare il cielo.
    "Aw, mamma! Voglio vederlo!"
    "Cosa c'è di speciale in cielo? Oh!" Poi madre e figlia rimasero in un contemplativo silenzio, osservando una meravigliosa cometa blu che correva nel cielo a nord, con un arcobaleno a farle da coda.

    Fine della Settima Parte

    POKEDEX

    PIKACHU OMBRA
    Tipo 1: Ombra
    Tipo 2: Elettricità

    Attacco: Levitazione d'Ombra
    Tipo: Volo/Ombra
    Genera un disco d'ombra da usare per trasporto personale. Se si raggiunge una velocità abbastanza elevata, l'energia circonda completamente il viaggiatore, così che dall'esterno appare come un cometa nera.
     
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