Pokemon Master - cap 8

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  1. GoddessHaruna
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    Avvertenza: Questa non è una fanfiction sui Pokemon standard. Contiene scene di violenza e linguaggio improprio.
    Nota: Pokemon e i personaggi ad esso associati sono proprietà della Nintendo,Game Freak, Creatures Inc, e 4Kids Productions.


    Pokemon Master

    di Ace Sanchez

    Tradotto da ^Kane^

    Parte 8: Ripercussioni



    Melvin sbadigliò e aprì i suoi occhi, mettendosi a sedere sul letto. La prima cosa che si chiese fu perchè fosse ancora così buio. Ancora notte? Cercò il comodino a lato del letto per leggere l'ora sulla sveglia. Con le mani avvicinò il piccolo, freddo oggetto di metallo ai suoi occhi. Erano le sette del mattino, circa. Ma esa così scuro che non riusciva nemmeno a vedere le sue mani. Un attimo di panico. Stava diventando cieco? Era il passo successivo ai suoi occhiali. Rotolò rapidamente sul letto e intravide l'ombra della moglie.
    "Martha?" bisbigliò.
    "Che c'è?" bisbigliò lei.
    "Riesci a vederci?" Ci fu un attimo di silenzio. Poi la risposta arrivò burbera. "Ovviamente no. Non nel cuore della notte. Torna a dormire."
    "Ma il mio orologio dice che è mattina."
    "Sarà rotto." Melvin si sentì intensamente sollevato. "Già, hai ragione." Sprofondò nuovamente sotto le coperte. Ma la sensazione che qualcosa stesse andando storto rimaneva con lui. Primo, era sveglio. Sentiva dentro il mattino, non la notte. Invece, se fosse stato realmente il cuore della notte, si sarebbe dovuto sentire morto di sonno. Cercò di riaddormentarmi, e chiuse gli occhi. Niente.
    "Non funziona," borbottò. "Vado in cucina. Deve essere un po' di insonnia."
    "Ottimo," rispose sua moglie.
    Melvin scivolò dolcemente fuori delle coperte e scese dal lato del letto. Tastò sul comodino per trovare gli occhiali, e se li mise. Il buio rimase buio. Goffamente, arrivò in qualche modo alla porta della camera da letto. Colpì un paio di volte qualcosa con lo stinco, ma rimase zitto. Avrebbe disturbato Martha. Dopo quella coppia di collisioni, promettendosi di perdere peso, aprì finalmente la porta, girando la maniglia metallica. Cigolando, il battente si aprì e lui scivolò fuori. Il pavimento di legno era gelido sotto i suoi piedi nudi, ma il salotto era un po' più luminoso, a confronto con l'oscurità della camera da letto. Avanzò lentamente nel buio e raggiunse la manopola. Accese la lampada. Immediatamente la luce di una piccola fiammella lo avvolse, facendo danzare le ombre sui muri. Afferrò il manico della lampada e si avviò verso la cucina. L'orologio a muro. Sette e venti del mattino.
    "Huh?" borbottò Melvin fra sè. Raggiunse rapidamente la finestra e tirò le tende. Fuori, sembrava fosse ancora notte fonda. Anche le altre case erano percorse da dei lumi. Il cielo sembrava un mare agitato di nubi blu nerastre. Stavano coprendo tutto, oscurando la luce del sole. Infatti sembrava che neanche ci fosse, un sole, dietro a quelle tenebre.
    "Tesoro, ho paura che stia arrivando qualche specie di uragano!" gridò mentre correva di sopra, apriva l'armadio e afferrava la cintura con le pokeball. Non ci fu risposta. Evidentemente si era già addormentata, pensò, mentre avvolgeva la cintura sopra al pigiama e intorno alla sua vita considerevole. Poi, portando la lampada, corse fino alla porta anteriore, l'aprì con furia e si ritrovò sotto il porticato. C'erano altre persone, in giro nella città, intente a guardare confuse quello spettacolo in cielo, anch'esse accompagnate da lampade.
    "Che succede?" gridò Melvin a uno dei suoi vicini. Era il proprietario di quella fattoria fuori città, verso Celadon, ma che viveva praticamente nella casa accanto. Era fuori, sul vialetto polveroso di fronte alla casa, e fissava il cielo. Le sue mani tenevano saldamente una lampada un forcone. In testa, un cappello di paglia giallo.
    "Non ne ho idea!" rispose il vicino. "Quelle nubi scure riempiono tutto il dannato cielo!" Melvin guardò verso est, dove il sole sarebbe dovuto sorgere. c'era solo un pallido bagliore blu scuro, sul nero orizzonte notturno. Le stelle si erano nascoste. "Maledizione!" continuò il coltivatore. "Se queste nubi, qui, non se ne vanno per il pomeriggio, il mio raccolto andrà perduto!" Melvin studiò le nuvole sopra di loro.
    "Sembrano muoversi, comunque."
    "Guarda meglio! Quelle dannate cose stanno solo girando in tondo."
    Poi il terreno sembrò tremare. Le vibrazioni crebbero di intensità. agitando il suolo sotto i loro piedi. La casa di Melvin sembrò scossa dal tetto alle fondamenta.
    "E questo che diavolo è? Un terremoto?" gridò il coltivatore. Furono interrotti da un ringhio. Melvin si girò, cercando di far luce con la lampada. Il suono veniva dai piedi del porticato. Occhi rossi lo fissarono, e Melvin, indietreggiò, spaventato.
    "Oh, è solo un rattata! Dannati ratti, fanno sempre quell'effetto!" Melvin lo studiò. Era senz'altro un rattata. Eppure era diverso. Il manto era molto più scuro, e invece degli squadrati denti anteriori, aveva un paio di zanne acuminate. Gli occhi arsero del blu delle nubi che coprivano il cielo.
    "C' è qualcosa di strano," concluse.
    "Sciocchezze!" il coltivatore rise e si avvicinò. Alzò il forcone, pronto a colpirlo.
    "Attento!" gridò Melvin. Ma fu troppo tardi. Il rattata sibilò e improvvisamente balzò sul forcone con una rapidità incredibile. Corse lungo il manico e tranciò di netto il polso dell'agricoltore. Il forcone cadde per terra, ancora stretto dalla mano. L'uomo gridò di dolore e si accasciò al suolo, mentre il rattata lo attaccava di nuovo.
    "No!" urlò Melvin. Afferrò una pokeball dalla cintura e l'allargò nella mano. "Exeggutor, vai! Barrage, ora!" Il suo Pokemon d'erba emerse dal bagliore rosso e iniziò l'attacco. Ma prima che potesse colpire, il Rattata percepì il pericolo e scattò in un rapidissimo attacco. Si conficcò nel corpo del pokemon di Melvin e sembrò fonderlo dall'interno. L'Exeggutor cominciò a ribollire, mentre il Rattata assorbiva la sua forza vitale.
    "No, Exeggcutor!" gridò Melvin. Cercò di prendere la sua bacchetta per lanciare un incantesimo di fuoco contro il pokemon, ma esso esplose in uno sprizzo oscuro. Un brandello cadde sulla spalla di Melvin e cominciò a sibilare come se fosse intriso di acido. Melvin urlò.
    "Ce ne sono altri!" urlò il suo vicino. Infatti l'intero orrizzonte sembrava un'unica marea di Rattata. Si sentiva solo il fragore di zampe che incontravano il terreno. Era quella la causa del sisma. Presto avrebbero raggiunto la città. La gente venne presa dal panico, vedendo l'orda di ratti.
    "Via di qui!" urlò Melvin mentre correva in casa. Ignorò le urla di dolore della spalla, e attraversò le stanze, fino alla camera da letto. "Martha, dobbiamo andarcene subito!" inciampò, e la lampada gli cadde di mano, spegnendosi. Buio. Nessun problema, pensò mentre apriva la porta della camera. "Martha?" Intravide una forma scura sul letto. "Martha, alzati!" Tirò le coperte. Due occhi rossi lo fissarono. Poi tutta la stanza sembrò in un attimo piena di quelle luci rabbiose.
    "Oscurità, no!" urlò Melvin cercando di fuggire.
    I rattata sibilarono e furono su di lui.

    Il piccolo laboratorio improvvisato era riempito dall'innaturalmente forte suono dei tasti premuti. Un piccolo candelabro, sul pavimento metallico, aiutava le candele. Gli schermi e gli interruttori sul muro giocavano con la luce delle fiammelle. Seduto di fronte al computer, in un piccolo angolo della stanza, un solitario scienziato avvolto in un camice bianco lavorava agitato. Seymour studiò le letture che si susseguivano furiose sul monitor. Là fuori stava accadendo qualcosa di particolarmente strano. L'indicatore dell'energia planetaria fluttava impazzito. Come era accaduto cinque anni prima. Ma era impossibile, no?
    "Cle-fairy!" il pokemon rosa e rotono sembrò avvicinarsi con cura verso il tavolo.
    "Un attimo, Clefairy, il tuo padrone sta lavorando!" disse, facendo danzare le dita sui tasti. "Vediamo, se triangolo il segnale..." borbottò fra sè, "dovrei scoprire da dove proviene questo disturbo... Buon Dio!"
    "Clefairy!" ripetè di nuovo il pokemon, questa volta più agitato.
    "Santo cielo, cosa ti succede? Sembra che stia arrivando la fine del mondo, e tu..." si voltò. I suoi occhi si allargarono. Il pavimento era ricoperto da centinaia-no, migliaia di serpent, che strisciavano verso di loro. Ma direttamente davanti a lui c'era un mostruoso Arbock nero. I suoi occhi brillarono malevoli, sulla sua faccia di serpente, e la lingua scattò verso di lui. Zanne affilate come rasoi gocciolarono un denso veleno che sibilò, fondendo il pavimento d'acciaio.
    "Clefairy, potevi anche avvertirmi..." fu l'ultima cosa che disse Seymour.

    Al margine di una foresta e sulla sponda di un lento fiume, un gruppo di cinque persone correva rapidamente verso est. Per prima c'era una donna dai lunghi capelli neri fissati da un nastro rosso. Il suo mantello, verde come gli occhi, si muoveva frenetico, agitato dalla sua corsa. In una mano, una torcia per illuminare il cammino. Il gruppetto di persone superò con la massima rapidità possibile i numerosi detriti sulla strada: rallentando sarebbero morti di sicuro. Dietro a loro, e sempre più vicini nonostante i loro sforzi, sembrava esserci un'onda totalmente nera di insetti che distruggevano ogni cosa che la foresta ponesse di fronte a loro. Erano tanti da coprire il terreno e il fiume con una distesa di oscurità. I loro ronzii erano comparabili solo ai frastuoni della distruzione che portavano.
    "Sbrigatevi, gente!" gridò Erika, trattenendo una falda del mantello con una mano libera. Alzò la torcia per illuminare un altro ostacolo, un albero crollato in mezzo alla strada. "Dobbiamo raggiungere la costa, dove c'è la base ribelle!" La sorte li aveva colti non appena si erano separati dalle forze di Koga e Aya, dopo una battaglia la notte precedente che li aveva resi vulnerabili. Inoltre il loro elemento era in svantaggio contro gli insetti. Come se non bastasse, anche da lontano si poteva notare quanto quei beedrill fossero enormi, almeno dieci piedi in lunghezza, tanto da sembrare una qualche nuova specie. Sembravano anche emettere un'inquietante luce blu scura, dai loro corpi. Erika aveva dato un'occhiata, e sapeva che quello non era niente di buono. Fuggire poteva essere da codardi, ma per Dio a volte i codardi erano le persone più sagge.
    "Ci stanno raggiungendo!" urlò Joy. Erika si voltò e vide che era vero. L'enorme onda di insetti era ormai a circa un paio di dozzine di piedi di distanza, e avanzava come una piaga biblica. Diede un'occhiata alla ragazza che aveva parlato e si sentì disperata. Non avrebbe mai dovuto portare la giovane infermiera con lei. Era appena una bambina!
    "Pensa che dovremmo combattere?" chiese una delle guardie, afferrando una pokeball.
    "Non sia avventato!" sibilò Erika. "Verremmo sopraffatti in un attimo! Tenete i pokemon con voi." Poi il ronzare sembrò intensificarsi. "E' come se stese arrivando da davanti a noi!"
    Erika vide gli alberi della foresta di fronte a loro ondeggiare. Poi si spezzarono e un piccolo gruppo di cinque beedrill li caricò. Le loro antenne tremavano per l'eccitazione e la fame.
    "Sono loro!" gridò. "Indietro!" Dopo avere passato la torcia alla giovane Joy dietro a lei, corse incontro agli insetti e la fece comparire fra le mani il suo lungo bastone con un'onda di energia verde. Formandosi, l'arma brillò nell'oscurità più della stessa torcia. I primi beedrill piombarono su di lei, puntando i loro tre enorni aculei alla testa e al torso. Avvicinandosi, Erika sentì il forte vento creato da quegli esseri scorrere fra i capelli. Ficcò il bastone sul terreno, e lo usò come asta per saltare e incontrare l'insetto a mezz'aria. Una volta in volo, si avvitò su sè stessa e colpì il grosso insetto sulla testa. Il beedrill sembrò gridare di dolore, e iniziò un volo alla cieca che si concluse nel fiume. Poi Erika, ancora in aria, stese altri due pokemon, centrandoli con una violenta bastonata sui fianchi, quindi atterrò, ancora di corsa. Gli stivali incontrarono il suolo con un tonfo. Dietro a lei, il suo gruppo di guardie saltò i due corpi ancora tremanti, e la seguì tenendo il ritmo. Gli ultimi due beedrills che bloccavano la strada furono un po' più difficili da eliminare, e un aculeo le ferì il braccio. Ma Erika non aveva ottenuto il suo titolo di Maestro d'Erba per nulla. Il gruppo superò gli ultimi due beedrill mentre essi erano accasciati al suolo, tremanti. Era inutile, pensò Erika, controllando la distanza del massiccio sciame che ancora li inseguiva. C'era ancora un miglio fra loro e la base, ma nel frattempo gli insetti li avrebbero raggiunti. C'era comunque un modo per salvare le sue guardie...
    Scivolò in fondo al gruppo e smise di correre, scivolando leggermente sul terreno polveroso. Il suo mantello ultimò la frenata quando lei si era già girata, per fronteggiare lo sciame con il suo bastone brillante di luce verde smeraldo. Anche Joy e le sue guardie si fermarono quando videro che Erika aveva smesso di correre.
    "Che sta facendo Maestro Erika?" gridò uno di loro. Lei alzò le braccia e le incrociò sopra la testa.
    "Correte! Vi darò un po' di tempo!" Numerose foglie verdi e petali rosa cominciarono volteggiare intorno ai polsi e lungo le maniche del vestito. Presto l'aria di fronte a lei divenne un vero muro di vegetazione galleggiante. Si estese in un grosso semicerchio e fluttuò nell'aria come una barriera protettiva. I primi beedrill che centrarono la difesa crollarono a terra, contorcendo le zampe come se fossero stati schiacciati. Poi arrivò tutto lo sciame, e cominciò a formarsi una pila di corpi. Erika chiuse i suoi occhi e ignorò la goccia di sudore che le attraversava il viso concentrato per tenere insieme la barriera velenosa. "Andate!" gridò alle guardie che indugiavano.
    "Ma non resisterà per sempre, e cosa succederà dopo?" esclamò una di loro.
    "Non possiamo andarcene e lasciarti qui!" aggiunse Joy.
    "Noi restiamo qui!" Erika sospirò.
    "Testardi! Bene! Se volete morire, fate pure!" Si concentrò nuovamente sulla barriera, rendendola impenetrabile. Creò una grossa bolla di energia intorno a loro, chiudendo il semicerchio. I beedrill continuavano a sbattere contro il muro.
    "Chansey, vai!" urlò Joy rilasciando la pokeball.
    "Ivysaur, scelgo te!"
    "Vai Victreebel!"
    "Tangela, vai!"
    "Se vedete un qualsiasi punto della barriera indebolirsi, sapete cosa fare, " concluse Erika tenendo ancora gli occhi chiusi.
    "Forse non ce ne sarà bisogno..." disse una voce. Erika aprì immediatamente i suoi occhi e si guardò intorno.
    "Chi ha parlato!" Una figura avvolta in un mantello da Maestro blu era in piedi, al margine della barriera. Occhi gelidi ardevano sotto il cappuccio.
    "Misty?" Erika lasciò fuggire una risata. La figura abbassò il cappuccio liverando i capelli rossi, lunghi fino alla vita, e un sorriso apparve sul suo bel viso.
    "La sola e l'unica!"
    "Cosa ci fai qui? Da dove salti fuori?"
    "Così tante domande, ma così poco tempo!" rispose. Indicò quello che sembrava un'apertura nel terreno, ai suoi piedi. I bordi erano anneriti e fusi. "Ho preso la metropolitana!"
    "A quanto pare arrivi sempre al momento giusto," disse Erika con gioia. "Sei grande, Misty!"
    "L'ho sempre saputo!" Erika le fece l'occhiolino.
    "E oggi sei particolarmente modesta, non è vero?"
    "Ovviamente! Ora, tutti nel tunnel, in fila per uno," ordinò. "Erika va per ultima, perhcè sta tenedo su la barriera." Presto, di tutto il gruppo, era solamente Erika a dover entrare nel tunnel.
    "Misty, vai dopo di me?" chiese preparandosi a tuffarsi nel buco.
    "Chiaramente. Devo chiuderlo." Erika diede un'ultimo sguardo all'enorme numero di beedrill che cercavano di sfondare.
    "Allora attenta quando rilascio la barriera," avvertì. "Sii rapida, va bene?" Poi si deconcentrò e si gettò nell'imboccatura del tunnel. La donna nel mantello blu corse verso il buco e guardò la barriera di petali e foglie avvizzire al suolo. Dalle brecce arrivò un ronzio assordante e poi sembrò che tutto il cielo fosse diventato nero per i corpi degli insetti. I loro occhi brillarono di rosso e le antenne vibrarono per la fame. Innumerevoli aculei corsero verso di lei.
    "Stupidi insetti," si disse. Alzò il suo braccio e stese le dita nell'aria. Una imponente cascata di luce bianca spirzzò dal palmo e mutò alcuni beedrill in un mucchio di ceneri color avorio. La cosa spaventò lo sciame, che, spaventato, lasciò alla donna il tempo di fuggire.

    Il muro di pietra scricchiolò dietro alla schiena di Brock e lui digrignò i denti, sentendo un'altra ondata di energia trafiggergli il corpo. Dondolò sui piedi, paralizzati dal dolore, e cercò di restare in equilibrio.
    "Come hai potuto lasciarteli scappare?" Una voce calma lo raggiunse dalle ombre dell'altro lato della stanza. Brock pensò di tramutarsi in pietra, ma poi cercò una soluzione migliore.
    "Il-il nostro influsso psichico su di noi è stato spezzato, mio Signore." Un sospiro dall'ombra.
    "Se li avess semplicemente uccisi, prima di volerti bullare..." La forza del potere che schiacciava Brock contro il muro si raddoppiò, e lui sentì goccie di sangue colare da una narice, lungo il mento.
    "Li riprenderò, mio Signore" boccheggiò Brock, tentando di respirare. "So dove sono!"
    "Lo sai? Allora mettiti al lavoro." La voce ridacchiò. "Non voglio cretinate come quella di poco fa, anche se è stato divertente, non c' dubbio." La voce divenne di colpo seria e piatta. "Uccidili e basta. E giusto per risparmiarti altri problemi, manderò con te i due Maestri che ho appena promosso."
    "Posso farcela da solo..." La voce lo derise.
    "Se pensi di poter uccidere Ash da solo, ti sbagli di grosso. Come l'ultima volta. La differenza è che ora lui sa cosa aspettarsi.." Improvvisamente, la forza che schiacciava Brock al muro crebbe per un doloroso istante, poi crollò, gettando l'uomo al suolo come un sacco di immondizia. Si accasciò carponi sul pavimento, coperto dal mantello, sputando un misto di saliva e sangue. Poi la voce riprese. "Aspetterò sull'Indigo Plateau un segno tangibile del tuo operato. Preferibilmente le lor teste." E poi il Signore della Lega uscì, e la stanza divenne zitta. Per un momento, Brock rimase a terra, poi una nuova voce lo spaventò.
    "Sembra che Lord Garick sia molto arrabbiato con te." Era fredda e femminile. Brock guardò in alto, fissando una figura magra in un mantello color tramonto.
    "Gary è sempre stato una testa calda," disse leggermente, non volontariamente, ma perchè la forza che lo aveva oppresso aveva strizzato la sua gola. Si alzò a fatica e asciugò il sangue che colava dal naso con il dorso della mano. "Andiamo." Si voltò e uscì dalla stanza, seguito dal mantello che ondeggiava dietro di lui.
    Sabrina fisso quella schiena. Gli occhi espressero il suo cipiglio.

    Oscurità. Dolore. Rabbia. Solitudine. Tristezza. Queste furono le prime cose a passare per la mente di Ash, mentre si riprendeva, anche se controvoglia. Si sentì freddo e umido, ma caldo allo stesso tempo. Sotto di lui c'era un pavimento di roccia dura e ruvida. Invece, sopra di lui sentiva qualcosa di caldo e morbido. Era splenid, quel tepore in mezzo al gelo umido. Cercò di aprire gli occhi, ma le palpebre sembrarono appesantite o sigllate fra loro. Si senì tì pizzicare, comse se ci fosse qualcosa di sbagliato. Perchè era così buio? La sua visione notturna era perfetta. Poi un pensiero lo trafisse. Pikachu? Cominciò a concentrare la sua mente sull'unico vero amico che aveva al mondo. Laggiù. Stava bene, ma era ancora addormentato, a pochi metri da lui. Cercò di identificare quel posto, anche con la vista ancora intontita. Era un qualche tipo di caverna. Una leggera luce luccicava sui muri rocciosi. C'era una chiazza rosso scura, sotto il mento. Era morbida, e gli faceva il solletico. Capelli. Capelli rossi. Chi aveva capelli rossi? La sua mente si sentì confusca e smembrata come un vetro rotto. Poi sentì un movimento, e un paio di occhi azzurri lo fissarono, brillando dolci nell'oscurità. Lai ammiccò. C'era una donna, sdraiata su di lui. E la faccia era familiare...
    Non si dissero nulla, rimasero in silenzio a fissarsi l'un l'altra. E poi lei strisciò lungo il suo torace, lasciando solo pochi centimetri fra i loro volti. Una ciocca di capelli accarezzo la guancia. Gli faceva il solletico, ma lui non si mosse, fissando gli occhi di lei. Le braccia, avvolte nel vestito blu, abbracciarono la sua testa. Lei si appoggiò con tutto il suo peso al suo corpo, facendogli sentire i suoi senti sul petto. I suoi occhi cominciarono ad ardere brillanti, e un'aura blu e vibrante cominciò a uscire dal suo corpo. Ash la sentì calda, troppo calda. Ma quel calore era molto più piacevole della gelida aria della grotta. Il viso si abbassò, cercando un bacio. Le labbra rosa di lei cercarono le sue. Lui non riusciva a muoversi. Ma chi si sarebbe mosso? E poi labbra si incontrarono, prima un tocco leggero come petali di rosa, poi con più vigore. Non potè fare altro che ricambiare. Le braccia di Ash scivolarono lungo la schiena della donna. E poi la mente si illuminò del tutto. Misty. Era Misty. La ragazza che aveva amato. Ma anche quella che aveva spezzato il suo cuore. cercò di liberarsi, ma semplicemente non potè. Sentimenti che non aveva provato per molto, troppo tempo. Era un faro nella notte del marinaio disperso. Anche lui era perso, ma in quei sentimenti. Lei scivolò al suo fianco, ancora baciandolo. Ma poi una roccia lo colpì sul fianco. Un piccolo dolore sufficiente a farlo ragionare, e con un improvviso scatto di razionarlità riprese il controllo delle sue emozioni. Ruppe il bacio e si allontanò da lei. Si mise a sedere.
    "Che pensavi di fare?" si pentì della crudeltà della sua voce. Sperò che lei non avesse sentito il vigore dei battiti del suo cuore. Forse provava ancora qualcosa per Misty? La sua faccia sembrò impallidire nell'oscurità. Poi si scurì.
    "Mi sembra ovvio," disse lei aridamente. "Ma in fondo sei sempre stato lento a capire." A quell'insulto, lui si sentì su un terreno più familiare.
    "Ti piacciono le relazioni stile una-notte-e-via?" chiese sarcasticamente. "Per poi fuggire la mattina dopo?" Gli occhi di lei lo folgorarono.
    "Mai avuti rapporti simili, nella mia vita." Inspirò condiscendente. "Diversamente da te." Ash si sentì arrossire nell'oscurità.
    "E con questo? Mica hai l'esclusiva su di me."
    "E quando invece ce l'avevo?" rispose lei.
    "Di cosa stai parlando?" disse Ash, confuso. "Sai meglio di me che ti sono sempre stato fedele."
    "Meglio di te, eh? Allora, parliamoci chiaro," continuò lei, in tono gelido. "Hai anche tu una parte di colpa, per come ci siamo lasciati. Non mi hai mai amato." Chinò lo sguardo, evitando gli occhi di lui. "Amavi essere Maestro di Pokemon, e la popolarità che ne traevi." Ash si avvicinò a lei, sedette e sospirò.
    "Non posso credere che tu davvero abbia pensato questo." Giocherellò con una piega del suo mantello "Quante volte devo dirti che senza di te nulla avrebbe avuto senso? Non dovevi andartene senza dirmi niente, come se avessi deciso che la nostra relazione era." Lei alzò la sua testa e lo guardò fisso con occhi accusatori. Improvvisamente saltò su di lui e lo afferrò per le spalle con una violenza inaspettata. Lo gettò contro il muro della caverna. Ash digrignò i denti per il dolore.
    "Non mentire, Dio ti maledica!" gridò. "Hai sempre giocato con i miei sentimenti, come mi hai accusato di fare quando ci siamo incotrati di nuovo!" Una lacrima corse fuori dal suo occhio sinistro. "La verità è che per te non contavo nulla. Altrimenti non avresti, non avresti -" strangolò la frase con un singhiozzo. Lo lasciò andare e si voltò.
    "Cosa non avrei, cosa?" chiese leggermente alla sua schiena.
    "Nulla."
    "Nulla?" ripetè Ash, alzando la voce. Ma poi un sibilo di dolore trafisse la sua mente, e le memorie riemersero come macigni contro un muro di pietra. Gemette, cadendo all'indietro, afferrandosi le tempie. La torre. Sabrina. Impressioni vaghe di uno scontro. Ma non chi?. Poi il vuoto. Il cancello. Il cancello! Aveva fallito, non era riuscito a fermare la Lega. Fallito! Sentì il fallimenti dentro di lui. Lo aveva sentito fin dall'inizio. Quando divenne consapevole di ciò che lo circondava, trovò Misty sopra di lui, preoccupata, che passava la sua mano sui suoi capelli neri.
    "Cosa succede, Ash? Parlami!" Era in preda al panico.
    "St-Sto bene," disse, allontanandosi da lei. Con una manica asciugò una goccia di sudore che era colata sul sopracciglio. "Voglio sapere cosa è successo. La mia memoria è vuota." La voce di lei esitò.
    "Sei stato catturato." fece una pausa, come per cercare in che modo continuare. "Non potevamo imperdir loro di aprire il portale." Parlò del vortice intorno alla torre.
    "Lo pensai anch'io," confermò Ash debolmente, appoggiandosi al pavimento. Male. Molto male.
    "Sono riuscita a salvarti," la sua voce continuò come in un monologo interiore. "Siamo stati fortunati a uscirne vivi." Lui la fissò. Era seduta in ginocchio, il suo mantello copriva confuso il corpo.
    "Perchè sono ancora vivo? Avrebbero dovuto uccidermi. Avrebbero dovuto torturarmi a morte, come minimo." Lei esitò ancora.
    "Forse avevano bisogno di te per qualcosa."
    "Bisogno?" Lui rise senza soddisfazione. "Bisogno di vedermi morto. Sono sicuro che Gary si sarebbe divertito a vendicarsi, visto che l'ho... ucciso. Mi avrebbe tagliato in tanti piccoli pezzettini."
    "Gary non cercava vendetta. Era qualcun altro." La sua espressione era agitata.
    "Qualcuno altro?" Lei chiuse i suoi occhi.
    "Brock è vivo." Ash sentì il cuore colmo di gioia.
    "Brock è vivo? Perchè me lo dici solo ora? Come sta?" Rise, sentendosi in cima al mondo. "Lo sapevo! Brock è duro come la roccia. E Gary avrebbe dovuto sapere che era un troppo forte perfino per lui." Poi notò l'espressione di Misty. "Ehi, come mai non sei felice per lui?"
    "C'è stato un piccolo malinteso," rispose con voce triste. "Brock è uno di loro. Uno della Lega. E' sempre stato della Lega. Faceva doppio gioco." Ash sentì la felicità crollare sotto di lui, mutandosi in orrore. Impossibile.
    "No... ti stai sbagliando," disse piattamente. "Conosco Brock. E' un buono ragazzo. Al diavolo, abbiamo passato metà della nostra vita a viaggiare con lui, e se ancora non ti fidi, che razza di persona sei?"
    "Ash," continuò lei stancamente. "Lo so. Lo so che è buono. Lo so col cuore. Ma è lui quello che voleva vendicarsi." Aprì il suo mantello blu, per mostrare di sfuggita le bende bianche avvolte intorno alla vita, sotto il vestito blu scuro. Erano sporche di sangue.
    "Mio Dio,"commentò Ash, avvicinandosi immediatamente. "Che ti è successo?"
    "E' stato lui. Per potersi vendicare con noi." Lui ignorò il commento e osservò la benda. Doveva essere una ferita profonda, visto che il sangue aveva superato molta garza. "Ah! Attento!" sibilò lei, mentre lui toglieva l'ultimo strato della fasciatura. "Che stai combinando? Vuoi farmi morire dissanguata?"
    "Stai calma, e lasciami finire il lavoro," disse in tono autoritario. "Avresti dovuto cambiarla comunque, il sangue sta passando lo stesso." Il taglio era un foro circolare di media grandezza, giusto sopra la linea della vita. La ferita, libera dalle bende, stava sanguinando profusamente. Grazie al cielo, pensò lui osservando la zona colpita. Qualche centimetro più in alto, e avrebbe preso un organo vitale. Cercò di svegliare Pikachu con la mente. Il pokemon era decisamente a corto di energie, ed entrambi avevano bisogno di riposo, ma questa era un'emergenza.
    "Pika?" disse Pikachu assonnato, emergendo dallo zaino e alzandosi sulle zampe, stiracchiandosi.
    "Pikachu, vieni qui. Misty ha bisogno di aiuto."
    "Chu!" esclamò Pikachu, incorociando le zampe sul petto. I suoi occhi color cobalto fissarono Misty con ferocia. Ash sbuffò e comincò telepaticamente con lui. In fondo, gli disse, era del suo stesso parere circa il comportamento di lei, e il modo in cui lo aveva praticamente schiavizzato, ma in fondo quella era Misty! E poi, se lei fosse morta, anche lui avrebbe fatto la stessa fine.
    "Pi," concluse il suo pokemon, annuendo con scarso interesse. Corse verso di loro.
    "Di che state parlando?" chiese Misty incuriosita.
    "Nulla di importante," rispose con nonchlance. "Ora stai ferma. Rilassati. Questo farà un po' male." Poi lui concentrò il suo potere e rapidamente pose i suoi palmi aperti sulla ferita. Le mani arseri di energia nerastra e Misty gridò. Ora, Pikachu! pensò Ash. Quando sentì che il suo pokemon era in sintonia, si concentrò sulla guarigione. Fissò nella mente la ferita, e cominciò a ricucire la carne con la volontà. Usando gli stessi elementali che Misty emanava, potenziò la sua azione. Presto giaceva sdraiato, cercando di riprendere fiato. Pikachu, sfinito, stavo di nuovo dormendo nello zaino. Misty stava esaminandosi il fianco. Nient'altro pelle leggermente arrossata. In un paio di giorni anche quel rossore sarebbe scomparso.
    "Grazie," disse guardandolo. Lui rimase sdraiato, inspirando. Forse non avrebbe dovuto sforzarsi così tanto, era appena in grado di respirare, in quel momento.
    "Cos'è che stavi dicendo... forse non era Brock. Forse era qualcuno che gli somigliava. Sicura di non esserti sbagliata?" Misty sospirò.
    "Sei testardo... te l'ho detto, era-"
    "Così perchè mi hai baciato?" Lei tossì.
    "Ancora?"
    "Non mi hai ancora risposto." Aspettò, sorridendo vedendola agitarsi, in cerca di una risposta. "Dovevo toglierti il veleno che ti avevo messo in circolo," concluse alla fine. "Altrimenti la tossina ti avrebbe ucciso molto presto."
    "Che?"
    "Non ricordi? Il modo in cui ti ho... persuaso a venire con me."
    "Lo so, ma non vedo che abbia a che fare con quel bacio," disse Ash, strofinandosi la fronte. "Inoltre, pensavo che ti piacesse, avermi in tuo potere..." Lei rimase zitta per un momento.
    "Ad ogni modo, ora non ti ho più in mio potere, d'accordo? Oppure piaceva anche a te?" concluse ridendo.
    "Ha, ti piacerebbe."
    "Quanto al bacio, non credere di essere così affascinante. Il potere che ho usato ha fuso la tua essenza con la mia. Se non ne avrai altra, morirai." Ash cercò di pensare.
    "Quindi, in un certo senso, tu sei la mia droga?" chiese con sguardo ironico. Lei sorrise, piegando gli angoli della bocca sotto una ciocca di capelli rossi.
    "Rende bene l'idea."
    "Quindi, suppongo anche per per curarmi dovremo, -"
    "Unirci in spirito, anima e carne," concluse lei per lui. Lui la fissò, per un attimo, poi gemette.
    "Come vorrei essere rimasto alla torre."

    In una caverna totalmente diversa, a miglia di distanza da dove riposavano Pikachu, Misty ed Ash, Duplica stava venendo svegliata da delle voci. Aprì i suoi occhi e borbottò con voce bassa, ascoltando le varie lagnanze del suo corpo dolorante. I suoi occhi si adattarono lentamente all'oscurità. Era buio, a parte il piccolo falò scoppiettante che lei ringraziò per il calore e la debole luce. Il fumo non si spandeva nella grotta, per cui decise che doveva esserci un buco nel soffitto della grotta, per far uscire la fuliggine. Uscendo dall'intontimento del sonno, riconobbe le voci che l'avevano svegliata. Laselle e Junior. La ragazza aveva un'espressione stanca, il suo mantello verde era lacero in più punti, mentre Junior aveva un'aria stravolta, spossata, con gli occhi coperti da ciuffi di capelli che si erano liverati dal cappellino. E quella grossa macchia marrone in fondo era quasi certamente Bruno.
    "Così, perchè ammiri così tanto Ash?" Stava bisbigliando Laselle, accarezzando la testa del suo caterpie che le riposava in grembo, sereno. "Non dovresti stare dalla parte del tuo capo?"
    "Bene, Maestro Bruno è un duro, ma non sai chi è Ash?" rispose Junior. "Ash Ketchum è stato il più giovane istruttore ad ottenere il titolo di Campione di Lega di Pokemon! Combatteva con i grandi mentre noi ancora giocavamo coi pupazzi." Fece una pausa. "E inoltre, a quanto si dice, è probabilmente il più grande Maestro di tutti i tempi."
    "Lui è quell'Ash?" disse Laselle stupita. "Non posso crederci!"
    "Certo," commentò Junior con orgoglio. "Ovviamente rinunciò al titolo, per diventare un esploratore. Se non lo avesse fatto sono certo che sarebbe ancora il Signore della Lega. Ma non si sa nemmeno se sia riuscito a scoprire nuovi pokemoni. Quanto scoppiarono le Guerre Oscure, tornò completamente cambiato. Almeno, questo è quello che mi ha detto Maestro Bruno." Finalmente Duplica si intromise nel discorso, mettendosi a sedere.
    "Devo dire che se qualcuno ti spezza il cuore, puoi agire in modo molto strano. Fidatevi, io lo so." Laselle fece un balzo, rischiando di finire nel fuoco.
    "Sei sveglia!" esclamò.
    "Non sapevamo in che condizione ti trovassi," spiegò Junior. "Ma tu e Maestro Bruno vi siete presi una bella batosta." Duplica cambiò la sua mano in un piccolo specchio e esaminò il suo viso ammaccato.
    "Fantastico," disse aridamente. I suoi capelli erano confusi con un grosso agglomerato di fango secco, che la faceva sembrare una brunetta. E non erano solo i capelli, perchè anche il mantello e la faccia sembravano aver combattuto a lungo col fango. "Spero il fumo da quel fuoco non stia annunciando la nostra presenza a tutti, nell'area." Junior fissò il falò.
    "Penso di no. Laselle dice di aver fatto in modo che il fumo sia difficile da vedere."
    "Certo," esclamò Laselle. "Ero la migliore al mio corso di sopravvivenza!"
    "Questo è bene." Poi mentre Duplica stava esaminandosi col suo specchio, venne spaventata da un basso gemito di Bruno.
    "Avete preso la targa di quello Snorlax?" disse l'omaccione alzandosi lentamente e strofinandosi la nuca. Duplica fece un piccolo sorriso. A quanto pareva, anche lui aveva fatto un tuffo nel fango. Il suo mantello era incrostato e scurito.
    "Maestro Bruno!" disse Junior felice. "Anche tu stai bene!" Emise uno di quei suoi grugniti mascolini.
    "Allora, dove siamo, cucciolo?"
    "Dunque, dopo che Ash e Misty sono decollati, vi abbiamo trascinato nel rifugio più vicino che abbiamo trovato."
    "Ovvero?" chiese Duplica, continuando a tentare di liberarsi con un dito da una chiazza di fango. Ma sembrava che quella roba fosse incollata alla sua guancia.
    "Personalmente, penso che ci troviamo in una caverna da qualche parte ad este delle rovine di Saffron," rispose Laselle. Bruno grugnì di nuovo con aria pensierosa.
    "Ma pensate che Ash e Misty stiano bene?" chise Junior in un tono preoccupato. Duplica pose fine ai suoi tentativi di pulirsi e ridiede alla sua mano la forma originaria.
    "Certamente stanno bene. Anche se Ash stava agendo in modo... diciamo... strano, dubito che potrebbe far male a Misty, anche se lo volesse."
    "Inoltre, se succedesse qualcosa, lo sentiremmo qui." Bruno si battè il petto. "E per ora, sento che stanno bene."
    "E ora che facciamo?" chiese Laselle. Duplica si alzò, e pezzetti di fango essiccato caddero dal mantello viola, rovinando al suolo.
    "Ora come ora, penso che mi darò una ripulita." Si concentrò e sentì il calore familiare del suo corpo in metamorfosi. Lo sentì sciogliersi, mentre si tramutava in acqua ed espelleva tutta la sporcizia che la ricopriva. Il fango scivolò via dal suo torso liquefatto e cadde al suolo. Poi tornò nuovamente in forma solida. Aprì gli occhi e osservò le espressioni stupite sulle loro facce. Scrollò le spalle. "Avrei dovuto farlo fin dall'inizio." Bruno fece schioccare la sua lingua.
    "Esibizionista." Poi anche lui ripulì il suo mantello, semplicemente facendolo sparire e riapparire in un lampo di luce. Però, pensò Duplica sorridendo internamente, i vestiti e la pelle erano di sicuro ancora sporchi.
    "Vorrei poterlo fare anch'io," disse triste Laselle coprendosi con il suo mantello sporco.
    "Idem," aggiunse Junior, osservando i suoi vestiti infangati. Bruno si alzò e stirò le braccia.
    "Potremo farci un bagno quando arriveremo alla base ribelle sulla costa, a est delle rovine di Vermillion e a sud di Lavender. Sono sicuro che, quando arriveremo da Erika, Koga e gli altri, troveremo anche Ash e Misty. Andiamo." Duplica aggrottò le ciglia sentendo un fremito dentro di sè.
    "C'è un problema."
    "Cosa?" Lei sospirò.
    "Sei troppo ottuso, Bruno. Non può sentire che il bilancio energetico si è spostato? Verremmo uccisi anche solo lasciando questo posto." Laselle boccheggiò, coprendosi la bocca.
    "Uccisi? Ma l'esterno è libero, me ne sono accertata!" Bruno sbuffò.
    "Di cosa stai parlando?"
    "Nel caso non lo avessi notato, la piccola scaramuccia della notte scorsa, con Ash e Misty che giocavano a rincorrersi, significa che la Lega ha portato a termine i suoi piani. Hanno dato inizio all'Armageddon."
    "La Fine del Mondo?" esclamò Junior.
    "Oh, davvero fantastico," grugnì Bruno.
    "Se dovessimo uscire da qui, voglio che nessuno usi poteri elementali, ovvero niente abilità speciali dei pokemon," guardò direttamente Bruno, "O le tue," finì. "A meno che non vogliate farvi invitare a un pranzo giù all'Inferno."
    "Pokemon proibiti. Pensavo che le Guerre Oscure avessero insegnato qualcosa."
    "La differenza è che stavolta l'obiettivo è spazzare via la vita dalla Terra." Piegò le sue braccia, mentre anche Junior e Lasell si rialzavano raccogliendo le loro cose. Poi fissò Junior. "Ora che stai bene, mi aspetto che divida il tuo Ponyta con Laselle. Non salirete tutti e tre sulla mia povera schiena. Stai solo attento a non fare usare a Ponyta il suo potere di fuoco." Junior scrollò le spalle.
    "Nessun problema!" Quindi lei guardò Bruno.
    "Cosa?" chiese lui, strappando il fango incrostato dai sui irti capelli castani. Lei alzò il suo braccio e dopo essersi liquefatta, lo immerse in un fiotto di acqua. Bruno indietreggiò spaventato mentre lei lo ricopriva completamente. Quando Duplica ebbe finito, Bruno era un uno stato pietoso, bagnato fradicio, coi capelli appiccicati ai lati della sua faccia e il mantello ridotto ad una spugna gonfia. "Questo per che cosa?" chiese in tono provocatorio. Duplica alzò una mano e succhiò l'umidità dal suo corpo con essa, lasciandolo asciutto e pulito.
    "Visto che devi di nuovo cavalcarmi, esigo un cavaliere immacolato." Gli fece una pernacchia e si incamminò verso l'uscita della caverna.

    La foresta era un tappeto di ombre scure, costituita in apparenza solo da toni neri e grigi. Era mortalmente muta, un silenzio strano che non veniva interrotto dai normali suoni di un bosco. Misty sbucò dalla caverna, o meglio, dal buco nel suolo pietroso in mezzo ad una radura. Quando erano precipitati, la notte precedente, la palla di fuoco che avevano causato aveva dato vita a un lungo tunnel nel sottosuolo. Il che era un bene, perchè aveva concesso un riparo per la notte. Dopo essere uscita, utilizzò quella spinta per rotolare in avanti, schiacciando la vegetazione essiccata sotto di lei. Infine incurvò le caviglie, pronta. Era scuro, ma poteva vedere abbastanza bene nell'oscurità, e questo le permetteva di individuare un eventuale pericolo. I suoi occhi analizzarono ogni dettaglio degli albero, più neri che marroni a causa dell'assenza di luce. Poi si alzò e rimosse dal mantello blu l'erba secca aveva raccolto.
    "Niente sole, anche se è metà mattina," disse. Dietro di lei saltò fuori Ash, con un balzo dal buco. Si voltò per osservare il mantello nero di lui calmarsi dopo il salto e osservò i dintorni.
    "E poi, solo buio," declamò Ash con tono strano.
    "Pika," disse Pikachu emergendo dal foro e piazzandosi ai piedi del suo padrone. Misty rabbrividì.
    "Dobbiamo raggiungere la base in fretta. Possiamo decidere il da farsi una volta arrivati." Alzò completamente una mano e sentì la totale assenza di vento. A parte loro tre, tutto era muto e fermo. "Mi piace sempre di meno." Stava per afferrare Starmos sul mantello, quando Ash le afferrò il polso con un movimento rapido.
    "Non lo usare," sibilò. "Se il tuo Pokemon usa la sua abilità di volo, li attirerai."
    "Chi?" Misty improvvisamente ricordò i milioni di voci torturate provenienti dal vortice quando era sulla torre a Cerulean. Ebbe un tremito, e abbassò le braccia quando Ash le lasciò il polso. "Allora come arriviamo alla base?" Ash schioccò le dita e Pikachu saltò sul suo zaino. Esaminò l'albero più vicino. Era largo, nodoso e così alto che non riusciva a vederne la cima.
    "Così," disse acquattandosi per poi lanciarsi verso l'alto. A mezz'aria si girò in modo che i suoi piedi fronteggiassero il tronco, potessero appoggiarvisi e dargli la spinta necessaria a raggiungere un altro albero. Qui afferrò un ramo più basso e si sedette.
    "Vorresti saltare di ramo in ramo?" chiese Mistye. Poi lei lo seguì, usando il primo albero per darsi una spinta e raggiungere Ash.
    "Impari in fretta," commentò Ash sorridendo. "Ora saliamo." Lui saltò sul ramo alto di un altro albero ancora e Misty lo seguì, salendo, finchè non si trovarono sul tetto della foresta. Erano così in alto da non poter più vedere il terreno, ma le nubi nere in cielo turbinavano ancora minacciose. Per un momento, Ash, in piedi sul ramo vicino a lei, fissò quello spettacolo. "Sai, non so proprio come ne usciremo vivi," disse in un tono senza speranza. Si tirò indietro i capelli, e si coprì col cappuccio. "Ho fallito di nuovo." Anche Misty si sistemò la chioma fulva e si coprì col cappuccio.
    "Perchè di nuovo?" Lui la guardò, e i suoi occhi marroni brillarono d'oro nell'oscurità.
    "Sarebbe dovuta finire quando uccisi Gary." Fece una pausa, pensando. "Forse se gli avessi dato qualche altro colpo, per sicurezza, questo non sarebbe successo. Al diavolo, se non avessi passato il titolo a Gary e non gli avessi permesso di diventare Signore della Lega, avrei evitato tanta sofferenza." Misty gli prese il braccio sotto il mantello. Era caldo e vigoroso. Avrebbe voluto solo abbracciarlo, senza lasciare che il passato potesse interferire.
    "Potremmo stare qui a fare congetture in eterno." Concluse. "Inoltre, se Gary non fosse stato Signore della Lega, magari Giovanni avrebbe potuto vincere le Guerre Oscure, e cosa ne sarebbe stato di noi?" Lui guardò la sua mano che gli stringeva il braccio.
    "Hai ragione, penso." Poi la cinse con l'altro braccio. Per un momento rimasero in silenzio, tenendosi. Sembrava quasi che fossero le uniche persone al mondo. A Misty era mancata, quella sensazione. poi Ash ruppe il silenzio. "Fu circa tre anni fa. Voleva usare la profezia dell'Armageddon. Non quella parziale che aveva cercato di usare Giovanni, ma quella intera, per il suo vero scopo." Lasciò la presa su di lei e si pettinò i capelli. "Così arrogante, pensava di ricostruire il mondo a suo piacere. Lo scoprì e lo sfidai. Sarebbe dovuto morire, e tutto sarebbe dovuto finire lì. E' questo il motivo perchè ho deciso di lasciare la Lega. E altri motivi personali..."
    "Così questa è la vera fine del mondo," bisbigliò lei. "Perchè non ce lo hai detto, nella riunione?"
    "Non volevo causare panico. Non volevo che si ripetesse tutto come l'ultima volta..." rimase un secondo in silenzio. "Ma ora succederà qualcosa di molto peggio."
    "C'è un modo per fermare l'Armageddon?" La sua voce era piatta e morta.
    "No"
    "Che vuoi dire, no?" protestò lei. "C'è sempre una soluzione. Se distruggessimo le torri agli estremi del cancello?"
    "Una volta attivata la profezia? Così libereresti gli altri più velocemente." Lei fece una pausa.
    "Altri? Cosa significa?"
    "Una volta aperta la barriera, tutti gli esseri del Proibito non possono uscire allo stesso tempo. Pensa ad una vasca da bagno piena d'acqua e divisa in tre parti. Ora, abbiamo aperto solo un tappo, e ci vorranno giorni priam che gli altri possano uscire. Se tentassimo di distruggere le altre torri, sarebbe come aprire tutti i tappi, e lasceresti uscire tutto." Scosse malinconicamente il capo. "Comunque la prendiamo, se escono tutti, non puoi neppure immaginarne le conseguenze." Misty lo fissò.
    "Solo buone notizie, oggi, eh Ash?" disse aridamente. Lui si allontanò da lei, e saltò su un altro albero, seguito dal suo mantello ondeggiante. Misty sentì la mancanza del suo calore, sostituito dal gelo dell'aria.
    "Non significa che mi sto arrendendo," disse lui con determinazione. "Anche se dovrò distruggere ogni singolo Pokemon Proibito di persona, sai che lo farò, o che morirò nel farlo." Questo era l'Ash che lei ricordava.
    "Non ne ho mai dubitato."
    "Ora, a quanto posso vedere, siamo a nord-est della Contea di Fuchsia. Tu sai dov'è la base. Fai strada," indicò a est col braccio. Le cime degli alberi e i rami intorno a loro erano scuri e fermi. "La mia visione notturna non è ancora tornata del tutto."
    "Mi stavo giusto chiedendo il motivo di tanta galanteria," disse lei prima di lanciarsi, facendo scricchiolare il ramo che aveva usato come catapulta, con un fruscio di foglie. Ash la seguì e presto avevano coperto una buona distanza, saltando di ramo in ramo verso est.

    Ore dopo, gli stivali di Misty atterrarono su un altro ramo e lei si acquattò, mantenendosi in equilibrio con la mano contro il tronco. Aveva smesso di contare il numero dei salti, ma dovevano essere centinaia. Il ramo vibrò un paio di volte, facendo cadere qualche foglia mentre Ash le balzava accanto, cercando come lei di non farsi impacciare dal mantello.
    "Sembra che il vento si sia alzato," commentò lui. "Strano." Lei sentì l'aria rinfrescarle la pelle.
    "E fa anche sempre più freddo." E poi Ash saltò rapidamente davanti a lei, oscurandole la visione col mantello nero. Ci fu un bagliore rosso e arancione intorno al suo fuoco, come fuoco.
    "Attenta, argh!" Cadde all'indietro su di lei, e Misty lo afferrò per la vita, tentando di rimanere sul ramo, in equilibrio precario. Quando Misty vide cosa era successo, sputò un sospirò osservando una freccia incendiata sulla spalla. Ne afferrò l'estremità e spense le ultime fiammelle con le dita. "Non ora!" gridò Ash afferrandola per la vita e saltando giù dal ramo. Misty si voltò in aria e vide un'altra freccia centrare il ramo. Al contatto con esso, tutto l'albero brillò di rosso per poi incenerirsi completamente. Nebbioso grugnì quando Ash atterrò rudemente sul ramo, tenendola ancora fra le braccia. Uno scossone gli fece perdere l'equilibrio e caddero. Misty liberò rapidamente una mano e si afferrò ad un ramo, graffiandosi al contatto con la corteccia. Con l'altra mano afferrò Ash. ora stavano penzolando, sospesi nel vuoto, e ondeggiavano pericolosamente, con solo Misty a sostenere il peso di entrambi. Misty digrignò i suoi denti, tentando di mantenere la presa.
    "Ash, cosa succede?" gli disse.
    "Non so," la voce di lui era debole. "Mi sono sentito stanco, e sono scivolato." Lei lo guardò. Il suo cappuccio era stato soffiato via, e i capelli fluttuavano nel vento. Gli occhi erano chiusi. Misty aggrottò le sopracciglia, osservando la freccia ancora conficcata nella spalla sinistra. Il sangue aveva iniziato ad uscire.
    "È la freccia?"
    "No, sto male da quando mi sono svegliato." Tossì. "Di certo la freccia non aiuta."
    E poi una risata forte li interruppe. Misty ne cercò la fonta. Su un altro albero, a circa due dozzine di piedi, ci fu un bagliore rosso e un groviglio di foglie e rami si incenerì, travolto da una violenta folata di fiamme arancioni e calde. Quando la cenere si posò, c'era una figura avvolta in un mantello rosso, appoggiata al ramo dell'albero. Chiunque fosse, aveva il viso coperto dal cappuccio e la faccia era perciò nascosta.
    "Blaine?" esclamò Misty. "Ma l'ho ucciso!" La figura coperta dal mantello rosso, che si agitava nel vento molto forte a quell'altezza, camminò lungo il ramo come uno scalatore.
    "Ed è per questo che io devo ucciderti, tesoro." Tirò indietro il cappuccio, rivelando una bella donna con capelli blu, legati in una coda dietro la sua testa. I suoi occhi arsero infuocati. Ash grugnì dal basso, ancora appeso al braccio di Misty.
    "Lara Larame. Avrei dovuto immaginare che prima o poi ti saresti fatta viva."
    "Esatto. Mi ha dato molto fastidio la morte di mio marito." Fece schioccare la lingua. "Ovviamente, Ash qui è un vecchio amico e quindi penso che lo risparmierò, che piacca o meno al caro Gary, ma tu mia cara," indicò Misty, "Tu mia cara avrai il piacere di essere la prima vittima del nuovo, potente Maestro di Fuoco." Alzò le mani e lanciò una folata di fiamme contro Misty. Da ciascun palmo usciva una lunga cascata di fuoco. I getti si riunirono in una freccia che lei si preparò a scoccare. Ash tossì.
    "Spiacente, Lara, ma non posso permetterlo. Pikachu, Attacco Rapido!"
    "Pika!" Il topo elettrico uscì dallo zaino e si scagliò in avanti come un proiettile. Lara si spaventò vedendo che aveva fracassato il ramo su cui stava in piedi, separandolo dall'albero. Distratta dalla necessità di saltare su un'altra frasca per evitare di crollare al suolo, Misty oscillò il braccio gettando Ash sul ramo. Poi anche lei lo seguì, dondolando e tirandosi su. Lara fece una mezza torsione e atterrò su un altro ramo.
    "Ma come siamo scontrosi, eh?" La sua mano cominciò muoversi rapidamente, sparando numerose freccie di fuoco verso di loro, dardi che sibilarono intorno ai due in fuga. Misty andò a destra e Ash a sinistra, verso Pikachu, che era su un altro albero, dopo l'attacco al nuovo Maestro di Fuoco. l'albero che avevano appena lasciato brillò di rosso per poi disintegrarsi quando venne centrato da una salva di frecce. Misty si allungò nell'aria per afferrare un ramo basso con le mani e tirarsi su. Con una mano cercò nel mantello una pokeball. Ma Ash la interruppe saltando sullo stesso ramo con Pikachu al seguito, facendolo ondeggiare vigorosamente.
    "Non perderti nella lotta," disse rapidamente. "L'importante è arrivare alla base. La costa è circa a meno di un miglio da dove hai detto che siamo, ormai. E se usiamo altra energia, sai cosa attireremo." Misty bloccò la sua ricerca.
    "Suppongo che tu abbia ragione."
    "Limitati a difendere, e solo con colpi normali." Girò la testa. "Salta!" saltarono e si divisero come un'altra salva di frecce inceneriva anche quell'albero. Misty coninuò a saltare agilmente di albero in albero, verso est, leggermente ostacolata dal suo mantello blu.
    "Però lei i suoi poteri li usa senza problemi," commentò gelosamente mentre Lara annientava ogni albero su cui metteva piede. Ash e Pikachu le seguirono ai lati, usando altri alberi e rami dal momento che quelli che usava Misty venivano distrutti senza pietà.
    "Sono sicuro che hanno un modo per non farsi individuare da loro," borbottò Ash, grugnendo mentre abbassava il capo per evitare un ramo. "O forse semplicemente non gli importa." Una voce adirata gridò da dietro a loro.
    "Vi piace giocare, eh?" disse Lara fermandosi di colpo e cessando il flusso di frecce. "Peccato che mi sia stufato di inseguirvi! Rapidash, cucciolotto, pensaci tu!"
    "Uh oh," disse Ash fermandosi e acquattandosi su un ramo, mentre Pikachu atterrava al suo fianco. Anche Misty fece una pausa, sedendosi sul ramo bassi di un albero. Guardò dietro di sè, e alzò un sopracciglio.
    "Uh oh? E che può farci un Rapidash, mentre siamo qua sopra?"
    "Il Rapidash di Lara è diverso..."
    "Come diverso?"
    Il suono di un nitrire equino e il ruggito del fuoco davanti a loro li interruppe. Lei si voltò sorpresa. Un'onda di fuoco sembrò innalzarsi contro di loro, tra le cime degli alberi.
    "Salta!" gridò Ash da dietro di lei, e Misty fu felice di farlo. Fece appena in tempo a balzare via dall'albero, per impedire alle fiamme di fonderle gli stivali. Quando la fiammata cessò e lei atterrò su un altro albero, fissò l'aggressivo cavallo di fuoco, che sembrava davvero correre nell'aria verso di loro, puntandoli col suo singolo corno. La sua criniera di fuoco arancione e rosso brillava nel vento mentre il suo corpo candido si muoveva con eleganza e potenza. Poi quando fu completamente visibile, Misty vide che non stava correndo ma volando, usando due gigantesche ali dalle penne rosse, attaccate al suo corpo. Lei ali sbatterono violentemente, mentre prendeva velocità.
    "Povero Rapidash, ha sofferto molto quando avete ucciso il suo compagno! Devo ricordarmi di trovare anche quella puttana dai capelli blu! Ma per ora dovrò accontentarmi di divertirmi con te, Mistaria, ragazza mia!" Il Rapidash alato lanciò un urlo d'odio, tuffandosi verso Misty e piegando le ali per accelerare. Ma subito si blocco e cercò di volare via quando un pezzo d'albero gli si parò contro e gli trapassò la gamba. Misty si girò e vide Ash strappare un altro pezzo di albero con un violento scricchiolio e scagliarlo di nuovo verso il Rapidash volante che stavolta però riuscì a schivare agilmente.
    "Scappa!" gridò lui. "La distrarrò io! Pikachu, usa l'Agilità! Combinala con la Velocità!" raccolse il suo pokemon in una mano e lo lanciò in alto. In aria, Pikachu cominciò a muoversi così velocemente da diventare una cometa nera in miniatura. Il Rapidash nitrì di dolore quando Pikachu trapassò la punta della sua ala sinistra, strappando parte delle penne rosse. Rimase un attimo in aria, e quando fu sul punto di cadere rigenerò l'ala con una fiammata, riuscendo a rimanere in volo.
    "Dannazione," esclamò Ash. "Mi ero dimenticato di questo particolare." Misty lo guardò.
    "Se resti qui, allora resto anch'io!" urlò. Ash cominciò saltare fra i rami verso di lei.
    "Non essere pazza! Vattene e basta!" Il Maestro di Fuoco schioccò le dita in risentimento.
    "Dei della terra, speravo che rimanessi a divertirti! Grandioso, Ash" commentò sarcasticamente. Quindi chiamò il suo pokemon. "Rapidash, vieni qui caro!" Alla sua chiamata, il suo cavallo emise una nube di fumo e agitò le sue ali, correndo verso di lei. Lara saltò sulla sua schiena e si girò per attaccare. "Fire Spin!" ordinò. Misty afferrò il ramo su cui si trovava e si lasciò cadere, lasciando che il tornado di fuoco le passasse sopra, inoffensivo. Poi, ondeggiando come una ginnasta professionista, si lanciò verso Lara e il suo Rapidash volante. Dalle falde del suo mantello lanciò una pokeball blu e la lanciò.
    "Vai Vaporeon! Attacco rapido!" La palla si aprì a mezz'aria con un bagliore di fredda energia azzurra, liberando la un essere con quattro zampe e una coda di pesce, che fissò Lara con neri occhi rotondi.
    "Vee!" gridò usando la spinta che Misty gli aveva fornito per raggiungere il Rapidash.
    "Rapidash, Lanciafiamme!" rispose Lara. Ma il Vaporeon di Misty sembrò soffiare via la lingua di fuoco emessa dal cavallo, prima di colpire il ventre del pokemon di fuoco. Il Rapidash si piegò in due e cominciò a precipitare. Mentre perdeva altitutide e cercava di rimanere a livello dei rami su cui si trovavano Ash e Misty, lei ordinò a Vaporeon di finire l'avversario.
    "Vaporeon, Takle contro quell'albero!" Il suo pokemon assentì e abbattè l'albero direttamente davanti a Lara e al suo Rapidash. Il cavallo volante, ancora fuori controllo, non riuscì ad evitare il tronco e lo centrò, abbattendolo.
    "Bel lavoro, Misty!" disse Ash osservando il risultato. "Pikachu, Attacco Rapido contro quegli alberi!" Poi anche lui agì, usando i tronchi come lance con poderose oscillazioni delle braccia.
    "Non vale, questo è barare!" gridò Lara vedendo la valanga di legno piombare su di lei e sul suo pokemon. Il destriero continuò a precipitare come un aereo di carta strappato.
    "Questo dovrebbe tenerla occupata," disse Ash osservandoli cadere nell'oscurità sotto di loro.
    "Ora andiamo alla base," suggerì Misty alzando la sua mano. In un bagliore di luce si materializzò una palla blu. "Vaporeon, ritorna!" Dopo aver richiamato il suo pokemon, continuarono a spingersi verso est finchè la foresta finì e dovettero avventurarsi lungo il terreno.

    Lara grugnì massaggiandosi un graffio appena sopra al seno.
    "Di tutti i trucchi più sporchi," borbottò facendo decollare il suo Rapidash per ritrovare le sue prede. Poi notò tre figure avvolte in un mantello, in cima ad un ramo alto. Spronò il suo destriero e arrivò davanti a loro, ordinando al pokemon di volare a punto fisso. Il ramo ondeggiò su e giù, strappando le foglie col forte vento. "Così alla fine ce l'avete fatta," disse impaziente. Il Maestro in marrone guardò il margine della foresta e la costa, e cominciò a parlare.
    "Avresti dovuto aspettare, prima di provare a fare tutto da sola. Noi non possiamo tutti volare." Il gigante nel mantello giallo e la donna magra in quello color porpora rimasero zitti.
    "Penso di averli persi, purtroppo," disse Lara, un po' imbarazzata. Brock chiuse i suoi occhi e annusò l'aria. Dopo alcuni minuti li riaprì.
    "Nessun problema. So dov'è."

    Ash fissò le gigantesche onde nere dell'oceano infrangersi sulle rocce della costa, in lontananza. Ricordò di aver attraversato un pontile per i pescatori, l'ultima volta che era stato lì. Ma ora non restava altro che una distesa di aspre rocce, che difficilmente avrebbe potuto attraversare senza tagliarsi. La pesca, da quelle parti, era un'idea da folli. Si trovavano in una piccola radura in mezzo ad un boschetto, con Misty sdraiata sul terreno sabbioso, di lato. Stava ancora frugando in quello che sembrava essere un normale cespuglio.
    "Avrei potuto giurare che era questo," borbottò fra sè.
    "Che vuoi dire?" chiese lui.
    Improvvisamente l'arbusto scivolò di lato e rivelò una botola metallica di forma circolare, al di sotto. Misty pose il palmo su un pannello quadrato in mezzo alla porta.
    "Identificazione confermata. Benvenuta Mistaria," disse una debole voce elettronica che ricordò ad Ash il suo pokedex. Poi con un sibilo e uno sbuffo di vapore la porta di acciaio scatto. Misty afferrò il bordo e lo spinse con forza, aprendolo con un clangore metallico.
    "Prima tu," annunciò facendogli cenno di avvicinarsi.
    "E io che pensavo che la cavalleria fosse morta," commentò asciutto Ash, occhieggiando il foro nero. C'era una scala attaccata alle pareti del cunicolo, che conduceva in basso lungo lo stretto passaggio.
    "E' solo che dopo devo chiudere il portello," spiegò Misty. Notò la sua esitazione, di fronte all'ingresso scuro. "Lo so, sembra l'entrata per l'Inferno, ma fidati, sotto è più accogliente."
    "Mi fido. Questa è bella," disse lui sarcasticamente.
    Presto, Ash era appoggiato alle pareti metalliche, stanco e affannato, mentre Misty completava la discesa della scaletta. Pikachu era sdraiato ai suoi piedi, respirando pesantemente. Osservò lo stretto corridoio in cui si trovarono. C'era un'intensa illuminazione elettrica in quel passaggio sotterraneo, che si rifletteva sull'acciaio che lo ricopriva. Misty si tolse il cappuccio e liberò da quella prigione i suoi lunghi capelli rossi. Aveva un'aria esausta e vulnerabile.
    "Pensi che li abbiamo seminati?" chiesem soffiando via una ciocca di capelli che le solleticava il labbro.
    "Lo spero, oppure abbiamo appena segnalato la posizione di questo posto." Aggrottò le sopracciglia e osservò l'asta della freccia ancora conficcata sulla sua spalla. Digrignando i denti, l'afferrò con una mano e la strappò con un forte strattone. Il dolore fu terribile, ma riuscì a non emettere alcun suono. Gettò il dardo rosso sul pavimento metallico, dove rotolò fino a fermarsi contro il muro. La spalla prese a sanguinare profusamente finchè lui non si concentrò e forzò la ferita a sanguinare meno. Misty si avvicinò ed esaminò la ferita.
    "Non ha un bell'aspetto. Ma sono certa che potrai farci dare un'occhiata da un medico-"
    "Arrendetevi senza storie!" gridò una voce grezza. "In alto le mani, voi due!" Ash sospirò, fissando il gruppo di guardie vestite con un'uniforme color porpore avvicinarsi con un paio di Venomoth in copertura silenziosa. I loro passi erano ovattati sul suolo metallico, ma comunque distinguibili. Ad ogni modo sentiva i suoi sensi ancora offuscati, come quando non era riuscita ad individuare Lara. Misty si voltò per fronteggiarli, con, con un'occhiata irritata nei suoi occhi blu.
    "Non mi riconoscete?" Le guardie fermarono di fronte a loro e sembrarono confuse.
    "Maestro Mistaria?"
    "Aspettavate qualcun altro?" Li puntarono con le armi.
    "Impostori! Date l'allarme!" urlò il comandante del gruppo. Il soldato in coda scattò nella direzione da cui era arrivato. Ash cercò di restare in piedi senza l'aiuto del muro.
    "Che succede? " chiese mentre Misty indietreggiava a causa delle lance. Il Venomoth in aria si agitò, sembrando pronto ad attaccarli da un momento all'altro, agitando minacciosamente le sue ali polverose.
    "Impostori?" chise Misty, confusa, alzando le mani e mostrando i palmi, cercando di far capire che non aveva intenzioni ostili.
    "Esatto. La vera Mistaria è arrivata mezza giornata fa, e sta cenando con i Maestri Erika, Koga e Aya. Perciò, tu non sei Mistaria." Misty cominciò ad ardere di blu, avvolgendo il suo corpo in un'aura gelida.
    "Questo è assurdo, ecco cos'è! Chiamate subito qui Erika, spiegherà tutto!" Ash cercò di arrestare l'emorragia dalla spalla, premendo la ferita.
    "Mi è appena venuta in mente una cosa: come starebbe Valdera con i capelli rossi?" Gli occhi di Misty lo puntarono. "Ora, se qualcuno potesse chiamare un medico," disse Ash, poco prima di sentirsi troppo debole e di crollare svenuto. La sua mente divenne vuota.

    Fine della ottava Parte

    POKEDEX

    PIKACHU OMBRA
    Tipo 1: Ombra
    Tipo 2: Elettricità

    Attacco: Combinazione Agilità/Velocità
    Tipo: Psichico/Normale
    Versione combinata di due attacchi piuttosto comuni. Pikachu guadagna una grande velocità e la usa per caricare il nemico.
     
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