Riunione di Mostri

La Leggenda di un Eroe Coraggioso - Capitolo III

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    Sono il pazzo tra i pazzi
    In questi strani palazzi
    Che hanno piani infiniti
    Ma che sono crollati.

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    Riunione di Mostri


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    “Chi ci sarà ad aspettarmi in quell’edificio? Riuscirò a nascondere le mie reali intenzioni? Troverò qualcuno minimamente simile a me…?” Mentre la compagna di Pain apriva la porta, un’infinità di domande mi attraversavano il cervello, tante che ora non sarei neanche in grado di ricordarle tutte, nemmeno pensandoci per giorni. Mi rimanevano soltanto due secondi, era quello il tempo che avevo per riordinare la confusione all’interno della mia mente, per tornare ad essere l’Itachi Uchiha che tutti conoscevano, l’uomo sicuro e risoluto in grado di affrontare ogni situazione senza batter ciglio.
    Quando entrai nella stanza, mi ritrovai di fronte a quattro loschi figuri, il cui aspetto fisico era più mostruoso che umano. Il primo ad incrociare il mio sguardo aveva un corpo ingobbito, una capigliatura a dir poco oscena e un’enorme coda di metallo appuntita che gli sbucava da sotto il mantello. Probabilmente mi ritrovavo di fronte ad un involucro costruito ad arte per celare il vero aspetto di colui che avevo davanti. Per essere certo della validità della mia deduzione, cioè che quella fosse soltanto una marionetta, ed avere una sicurezza in più sui miei nuovi “compagni”, cercai con lo sguardo il coprifronte del Villaggio della Sabbia, ma non riuscii a vederlo da nessuna parte, probabilmente perché lo aveva nascosto da qualche parte all’interno di quel corpo fittizio. Al suo fianco si trovavano un uomo incappucciato, con due occhi di un verde inquietante, e una sottospecie di albero metà bianco e metà nero, il quale, in un primo momento, non mi era nemmeno sembrato un essere vivente. L’individuo che mi aveva colpito di più, tuttavia, era stato l’ultimo che avevo visto, nonché, paradossalmente, quello più simile ad una persona: infatti, non mi stupì per il suo aspetto, anche se in parte era simile a quello di un serpente bianco, ma perché lo conoscevo. Era Orochimaru, un criminale del Villaggio della Foglia famoso per la sua ricerca dell’immortalità e per la sua ossessione di entrare in possesso del maggior numero possibile di tecniche e capacità ninja, compreso lo Sharingan degli Uchiha. L’avevo visto soltanto una volta, quando ero ancora bambino, ma il suo volto infido e viscido mi era rimasto impresso nella mente. Quando mi vide, il suo volto sembrò quasi compiaciuto, come se uno dei cupi desideri che covava in lui da tempo si fosse appena realizzato. “Itachi Uchiha… e così anche tu ti sei fatto corrompere dall’oscurità di questo mondo. Qual è il motivo che ti ha spinto a lasciare il Konoha? Essere un membro d’elite della Foglia ti ha forse stancato, giovane e talentuoso Uchiha?” chiese Orochimaru appena mi vide. “Ho eliminato tutti i membri del mio clan, ti basti sapere questo…” gli risposi freddamente, con aria di superiorità. La sua reazione alla mia frase, tuttavia, fu completamente opposta a quella che mi aspettavo: non era affatto spaventato, anzi, sembrava quasi felice all’idea di aver incontrato il genocida del clan più potente del Villaggio, o almeno era questo che ostentava il suo volto.
    Fu allora che, dopo qualche minuto da quando avevamo attraversato quella porta, Pain si decise a parlare: “Itachi Uchiha è entrato ufficialmente a far parte del nostro gruppo. Ora l’Organizzazione Alba conta 6 membri, ne mancano soltanto quattro e potremo far partire il nostro piano. Fra cinque giorni si unirà a noi un’altra persona, quindi dovrete restare qui fino ad allora. Ovviamente continueremo a lavorare in coppie: la prima sarà composta da me e Konan, la seconda da Sasori e Zetsu, la terza, visto che provengono dallo stesso Villaggio, verrà formata da Orochimaru e Itachi, mentre la quarta da Kakuzu e Hidan, di cui vi ho già accennato. Approfittate del tempo che manca per trovare un po’ di intesa, quando arriverà Hidan cominceremo le operazioni. E Kakuzu, vedi di non far fuori anche lui.” Al termine di questa frase, il pericoloso leader dell’Alba uscì dall’edificio, portandosi dietro la sua fedele compagna. Dalle sue parole avevo appreso qualcosa, ovvero i nomi delle persone nell’edificio, oltre ad aver confermato l’identità dell’uomo che sembrava una marionetta: si trattava infatti di Sasori della Sabbia Rossa, famoso per la costruzione di burattini umani.
    “E così dovrò fare squadra con quel serpente… Mi secca un po’, ma non credo di poterci fare nulla. Beh, almeno potrò cercare di scoprire le sue intenzioni. Non penso proprio si sia unito all’Organizzazione con lo stesso scopo di Pain. Certo è che la tua pericolosità e le sue ambizioni non sono inferiori. A questo punto, visto che mi toccherà trascorrere qui i prossimi cinque giorni, non mi resta altro da fare se non cercare di capire le intenzioni di questi individui.
    Vedrai Sasuke, riuscirò a proteggere Konoha e a restare in vita finché non sarai abbastanza forte da poter sconfiggere me e Madara...”


    I cinque giorni trascorsero in fretta, tuttavia, contrariamente a quello che aveva chiesto Pain, nessuno era rimasto in quell’edificio o con il suo compagno di squadra, e per questo motivo, io non ero riuscito a capire nulla degli altri membri dell’Alba. In fondo c’era da aspettarselo, chi rimarrebbe nello stesso posto di persone le quali possono approfittare di una qualsiasi distrazione o debolezza per pugnalarti alle spalle? E’ proprio questa la prima cosa che ho imparato quando sono entrato a far parte di quel gruppo: nella mia situazione non potevo fidarmi di nessuno, perché tutti rincorrevano i propri scopi, fingendo una collaborazione di facciata, utile soltanto ad assicurarsi di poter raggiungere i propri obiettivi in meno tempo e più facilmente possibile. Me ne sono reso conto ripensando allo sguardo di Orochimaru nel momento in cui gli ho riferito l’eliminazione del Clan Uchiha, quello di una persona che di certo non puntava allo scopo di tenere il mondo sotto scacco con un’arma distruttiva.
    Quella mattina, tutti tornarono nel luogo prestabilito, curiosi di incontrare il nuovo membro dell’Organizzazione. Passarono diverse ore, quando finalmente la fatiscente porta che solamente cinque giorni prima ero stato io ad attraversare, si spalancò. Fu di nuovo la ragazza ad aprirla, e di nuovo era seguita da Pain e dall’ultimo arrivato. Sembrava quasi un deja vu, ma questa volta io ero dell’altra parte, calato da ormai quasi una settimana in un mondo di oscurità. Alle spalle del leader, entrò Hidan, un uomo che finalmente aveva in tutto e per tutto le sembianze di un essere umano. “Salve bastardi, io mi chiamo Hidan! Oh, tu devi essere Kakuzu, l’idiota che farà squadra con me. Vedi di non intralciarmi.” Non passò un secondo che il suo futuro compagno di squadra, indispettito dalle parole del nuovo arrivato, utilizzò la sua tecnica “Armatura di Terra”, per indurire la mano destra e colpirlo. A quel punto, Hidan tirò fuori la sua arma, una falce rossa incurvata sulla punta, e colpì di striscio il suo avversario. A quel punto, dal corpo di Kakuzu uscirono alcune strane fibre nere, con cui infilzò Hidan dritto al cuore. Credevamo tutti che fosse morto, ma nello stupore generale, lui si mise a ridere: “Ahahahah! Me l’avevano detto che sei un tipo molto violento, ma non immaginavo ti arrabbiassi per così poco. Mi dispiace, ma la mia religione mi ha reso immortale, non puoi uccidermi.”
    Sembrava quasi un film dell’orrore; quell’uomo era grondante di sangue, aveva un buco enorme all’altezza del cuore, eppure se ne stava lì a parlare come se nulla fosse successo. Per la prima volta, in quel frangente, si sentì la voce di Sasori:“tu hai cinque cuori e lui è immortale, sembrate una squadra di zombie più che di ninja…” In quel momento, nessuno dei presenti, ad eccezione di Pain, riuscì a trattenere una risata, mostrando così un lato di cui non pensavo di poter venire a conoscenza. Proprio in quell’occasione capii che, per quanto i membri dell’Organizzazione Alba potessero essere malvagi e sembrare dei mostri, in realtà erano esseri umani… e che Hidan e Kakuzu avevano abilità tanto incredibili quanto orripilanti e temibili.
    Passarono pochi secondi e Pain, serio e imperscrutabile come al solito, tornò a prendere parola: “Come primo incarico, dovrete riscuotere diverse taglie per guadagnare denaro sufficiente a far partire le nostre operazioni. A questo scopo, Hidan e Kakuzu andranno sull’isola di Detal, nel Paese dell’Acqua, e lì elimineranno i due guardiani del tempio principale, che frutteranno un guadagno di 200000 Ryo, mentre Itachi e Orochimaru si recheranno nel Paese del Fuoco, in particolare al Villaggio del Cespuglio, per prendere la testa della guardia del corpo del capovillaggio e guadagnare 150000 Ryo. Sasori e Zetsu, infine, avranno una missione di spionaggio: in particolare dovranno cominciare a tenere d’occhio la forza portante del Quattro Code.”

    In seguito alle sue parole, tutti e quattro partimmo per portare a termine il nostro compito, la mia prima missione da rinnegato.
     
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    Ho letto anche i primi due capitoli, devo dire che scrivi molto bene e mi piace il tuo stile,complimenti!Aspetto il 4° capitolo! :)
     
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1 replies since 21/9/2013, 16:35   95 views
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