Niccolò Machiavelli

Un Teorico della Violenza

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    Niccolò Machiavelli



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    Niccolò Machiavelli, detto il "Macchia" dagli amici, è il fondatore della "Scienza Politica", o per meglio dire, un "Galileo della Politica" (Gioberti).
    Per capire bene il pensiero del Macchia è fondamentale avere chiaro in testa questo: l'idea direttrice che guida tutta l'indagine del Machiavelli è che attraverso l'uso dell'intelligenza si possa forzare la natura umana, dirigendo così gli eventi
    Da questa idea si può dunque dedurre che il Macchia è un teorico della violenza e dell'uso della forza. Ma andiamo con ordine, e cerchiamo di sintetizzare il più possibile i concettti chiave, dopo aver contestualizzato il Machiavelli.
    Il Machiavelli è vissuto a cavallo tra il 1400 e il 1500, nel pieno del rinascimento e delle conquiste in italia da parte degli stranieri, ed è morto nel 1526.
    Ha scritto 3 opere importantissime: L'arte della Guerra, Discorsi sopra la Prima Decade di Tito Livio e Il Principe (la newton compton lo vendeva a 1 € qualche settimana fa, se lo beccate prendetelo).

    1. Visione della Storia

    2. Secondo il Machiavelli la storia dell'uomo è ciclica, ovvero tutte le società che nascono sono destinate a morire, dato che l'intera razza umana è corrotta. La sua visione è quindi la stessa di Kant. Da "Discorsi sopra la prima decade di Tito Livio" (II, introduzione):
      "Giudico il mondo sempre essere stato ad uno medesimo modo, ed in quello essere stato tanto di buono quanto di cattivo; ma variare questo cattiovo e questo buono, di provincia in provincia: come si vede per quello si ha notizia di quegli regni antichi, che variano dall'uno all'altro per la variazione de' costumi; ma il mondo restava quel medesimo."

    3. Il Concetto di Fortuna e Virtù

    4. I concetti di fortuna e virtù sono concetti chiave del Machiavelli: infatti ogni uomo dovrebbe essere virtuoso nel senso di organizzato. La fortuna è una variabile costante nella vita umana e per il 50% influisce sulle nostre vite; ma vedremo questi concetti meglio nel cap. "La Costituzione Politica".

    5. Il Pessimismo Filosofico e Storico: La Religione

    6. Il Machiavelli dichiara apertamente che la natura umana è corrotta e volta al male: infatti scrive nel capitolo 17 de "il Principe":"... degli uomini si può dire questo generalmente: che sieno ingrati, volubili, simulatori e dissimulatori, fuggitori de' pericoli, sono tutti tua, offeronti el sangua la roba, la vita e' figliuoli..., quando il bisogno è discosto; ma, quando ti si appressa, e' si rivoltano".
      Il Machiavelli è particolarmente duro con il popolo italiano, (scrive sempre nel Principe): "L'Italia è un paese di zoccole e di loro figliuoli, poveri, ambiziosi e vili"

      Il pessimismo del Macchia si aggrava ancor di più, in quanto l'umanità moderna è peggiore dell'antica (moderna inteso come quella del tempo del macchia) e l'avvento del cristianesimo è stato causa di decadenza anziché di redenzione: infatti, mentre nella società antica erano glorificati i 4 valori greci (Giustizia, Coraggio, Fortezza e Temperanza), ora questa religione ha glorificato gli uomini pii, umili e contemplativi, disponendo il sommo bene nell'umiltà, nell'abiezione e nel disprezzo delle cose umane, rendendo il mondo debole e in preda a uomini scellerati che lo maneggiano a loro piacimento.
      Sempre nel Principe appare un altro concetto chiave per il Machiavelli: la religione è instrumentum regni. Essendo il popolo volubile, timorato di Dio, insomma fanaticamente credente (almeno al tempo del macchia), il Principe deve mostrare di essere credente. Dal cap. 15 de "il Principe":
      "Che il principe creda o non creda nella religione, è cosa discarso rilievo; l'importante è che egli faccia mostra di credervi, specialmente se il popolo vi crede".
      L'ultima cosa che trattiamo è il pensiero che ha Machiavelli della Chiesa, anzi ve la spiega lui:
      "E la cagione che la Italia non sia in quel medesimo termine (=unita), nè abbia anch'ella o una repubblica o uno principe che la governi è solamente la Chiesa: perché avendovi quella abitato e tenuto imperio temporale, non è stata sì potente né di tanta virtù che l'abbia potuto occupare la tirannide d'Italia e farsene principe, e non è stata,. dall'altra parte, sì debole che per paura di non perdere il dominio delle sue cose temporali la non abbia potuto convocare uno potente che la difenda contro a quello che in Italia fusse diventato troppo potente. [...] Non essendo adunque stata la chiesa potente da potere occupare la Italia, né avendo permesso che un altro la occupi è stata cagione che la (=Italia) non è potuta venire sotto uno capo, ma è stata sotto più principi e signori, da' quali è nata tanta disunione e tanta debolezza che la si è condotta a essere stat preda di qualunque l'assalta. Di che noi altri Italiani abbiamo obligo (=risultato) col la Chiesa, e non con altri. (Discorsi sopra la Prima Decade di Tito Livio, Libro I, Capitolo XII)

    7. La Costituzione Politica

    8. Come abbiamo detto il Machiavelli è un Teorico dell'uso della forza in quanto unico strumento per ottenere dei risultati. Scrive sempre nel Principe: "Tutti i profeti armati vincono, e li disarmati ruinorono"
      Nonostate sia un Repubblicano, egli si rende conto che la situazione Italiana è disastrosa, corrotta, con la politica che altro non è che un comitato d'affari, oligarca, con un popolo che supporta con forza i governi che ci sono, malamente quelli nuovi (per fare un esempio vicino a noi, basta aver presente i video-documenti dell'istituto LUCE dove la folla acclama Mussolini durante il suo discorso, nonostante le leggi ariane, che abbiamo introdotto noi per primi, ma questa è un'altra storia [*Nota per lo Staff: nessun tipo di propaganda o fini politici in questa affermazione, è un riferimento storico per far comprendere ciò che sto spiegando]) e che quindi la Repubblica avrebbe vita breve; egli quindi ipotizza un principato, il cui principe deve essere virtuoso (organizzato) e saper cogliere l'occasione giusta. Non solo, il principe deve essere <<golpe et Lione>>, intelligente come una volpe e forte come un leone.


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    Bene, spero di essere stato abbastanza chiaro, se avete qualcosa da chiedere, non esitate a farvi avanti.
     
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  2. Eli•bt
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    ho sempre pensato che non dovesse essere un "simpaticone", ma la sua visione della vita è interessante (benché non la condivida appieno) e la trovo anche molto attuale al giorno d'oggi.
     
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    "simpaticone" non proprio, ma durante il suo esilio da Firenze da parte dei Medici, stava in osteria buona parte del tempo. Te lo immagini con i vecchiotti del tempo? :asd: :asd:
     
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2 replies since 22/12/2013, 01:51   409 views
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