Il Samurai

Il Samurai


Raffigurazione di un samurai                                                   Tipica armatura da samurai

Il samurai era un militare del periodo Edo, all'epoca del Giappone feudale. Appartenenva alla casta aristocratica dei guerrieri. Il nome deriva sicuramente dal verbo saburau, che significa letteralmente "colui che serve". I samurai che non servivano più un signore del tempo, il daimyō, erano chiamati rōnin, intendendo che essi erano liberi da vincoli.
I samurai praticavano anche arti zen oltre alle tipiche arti marziali. Durante l'era Tokugawa persero gradualmente la loro funzione militare e verso la fine del periodo Edo, i samurai estraevano la loro spada soltanto per scopi cerimoniali, per sottolineare la loro appartenenza di casta e non più per combattere realmente.
Con il Rinnovamento Meiji la classe dei samurai fu abolita del tutto e al suo posto istituito un esercito nazionale. Comunque il rigido codice d'onore dei samurai, il bushido, è ancora tutt'oggi fonte di principi morali. Tratto distintivo di un samurai è di certo la katana, la spada giapponese per antonomasia. Eppure non era l'unica arma posseduta dal guerriero nipponico. Oltre alla katana, il samurai portava con sè ed utilizzava una spada corta: il wakizashi. Quest'armi erano considerate dai samurai come un'estensione del corpo e si credeva che avessero in sè un'anima.


Katana                                                                                 Wakizashi

Una pratica conosciuta dei samurai è l'harakiri, cioè "taglio del ventre", e veniva eseguito, secondo un rituale rigidamente codificato, come espiazione di una colpa commessa o come mezzo per sfuggire ad una morte disonorevole. Altra parola, più corretta nell'intendere la pratica dell'harakiri ma poco conosciuta, è seppuku, "taglio dello stomaco". Un particolare fondamentale per comprendere questi rituali è che si riteneva che il ventre fosse la sede dell'anima e quindi il significato simbolico era quello di mostrare la propria anima priva di colpe, in tutta la sua purezza.

Tratto dal film Harakiri del 1962

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