Il nuovo oscurantismo

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    Mugiwara941

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    Il nuovo oscurantismo



    La storia dell’uomo è costellata di epoche buie e di terrore, in cui assumeva un’importanza vitale sottostare a insensate imposizioni tiranniche banalmente giustificate da astratti e insensati princìpi teologici e falsamente religiosi. L’oscurantismo commisto al proibizionismo è sempre stato una potentissima e temibile arma nelle mani di pochi e potenti eruditi manipolatori e soggiogatori, i quali facevano largo uso della loro influenza sulle menti del popolo, che non aveva le basi necessarie per potere rendersi conto di essere oggetto di una mirata manipolazione, al fine di assoggettarlo a scopi personali fino ed elevarsi ad una condizione di totale superiorità avulsa da qualsiasi ostacolo.
    Il proibizionismo tuttavia non può sussistere per lunghi archi temporali, l’uomo è naturalmente portato a cercare una falsa libertà edonistica, quasi a volersi smarrire in un dedalo di false concessioni e libertà, al contempo nondimeno, non può esistere una società trascendente a qualsiasi forma di soggiogamento e controllo; questi princìpi non hanno quindi portato all’estinzione dell’oscurantismo, ma al contrario ad una sua metamorfosi ed evoluzione in ciò che si può sicuramente considerare la forma più infida: quella dell’oscurantismo edonistico; il quale dovendosi adattare ai pilastri del ventunesimo secolo, non consta più in una manipolazione del popolo basata sulla privazione dei diritti e su una forte e mirata, ma al contempo palese e identificabile censura, bensì in un celato giogo di finte concessioni di gran lunga più temibile. Come scrive Pier Paolo Pasolini in Scritti Corsari: “Si può affermare che la “tolleranza” della ideologia edonistica voluta dal nuovo potere, è la peggiore delle repressioni della storia umana.”; realisticamente infatti, questa ragionata tolleranza che sfrutta gli attuali idoli sociali, non è mirata a null’altro che ad un controllo della popolazione dato da una forte conformizzazione ai modelli imposti; processo che porta ad un auto inebriamento della “massa”, la quale sguazza nel suo piacere indotto, noncurante del resto, rendendola facilmente assoggettabile e manipolabile. Il popolo è quindi controllato da tutti quei suoi stessi bisogni tramutati in vizi e diventati oggetto di divertimento quali: il cibo, il sesso, il gioco e altri ancora; ma il fatto di essere controllati dalle nostre debolezze indotte non è l’unico prezzo da pagare per sopperire a ciò che la società sta compiendo, infatti, citando le parole di Remo Bodei in Destini Personali: “L’acclimatazione a questo sistema di potere e di cultura si paga con l’anestetizzazione e la banalizzazione dell’esperienza, anche a causa dell’inflazione dei desideri così scatenata e del corrispondente bisogno di gestire le inevitabili frustrazioni.”. Infatti lentamente ma inesorabilmente, quello che è il limite di ciò che potremmo definire il “pudore sociale” va ad allargarsi sempre più, sfociando all’interno dell’oblio della decenza, e questo non è che un altro accurato e studiato metodo per fare regredire l’identità dell’individuo fondendola al mero e superficialmente conformistico modus ponens collettivo. Il complesso di tutto ciò che rende tale l’assoggettamento della società ai modelli imposti è quello che si potrebbe definire nuovo oscurantismo, ed è la più grande minaccia della società, ma ancor più della personalità soggettiva che sia mai esistita; l’unico modo per fermare questa apparentemente inarrestabile corrosione della soggettività consta nell’acculturamento dell’individio e nella capacità del singolo di dare vita a un pensiero scisso dai postulati mediatici e inclusivo di una sensibilità umanistica tipica della nostra natura.

     
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    gallifrey.

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    Bella discussione.
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    l’unico modo per fermare questa apparentemente inarrestabile corrosione della soggettività consta nell’acculturamento dell’individio e nella capacità del singolo di dare vita a un pensiero scisso dai postulati mediatici e inclusivo di una sensibilità umanistica tipica della nostra natura.

    Facile a dirsi, lasciando perdere le persone che si beano nel loro stato di finta libertà e non si pongono certe domande, credo anche anche per quelli che voglio combattere questo tipo di "oscurantismo" sia difficile non cascarci.
     
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    Mugiwara941

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    Hai ragione; nella società in cui viviamo, anche per chi se ne rende conto, è impossibile avere una vita avulsa da influenze mediatiche. L'importante però, a mio avviso, è non vivere nell'illusione che non sia così.
     
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    Per quanto complicato e non sempre attuabile, dà le sue soddisfazioni anche vivere controcorrente, purché non si sfoci nel fanatismo, nel "contro" a tutti i costi, nella ribellione cieca. Anche - e forse soprattutto - l'opposizione a certi modelli deve essere ragionata, imparando a discernere dove ci conviene glissare e dove sarebbe, invece, il caso di intervenire, prima di tutto con il proprio comportamento, ma anche nel tentativo di risvegliare le coscienze. Chiudere un occhio ogni tanto, farsi andar giù qualcosa che non ci piace, per quieto vivere, non è segno di stupidità o debolezza, ma di adattamento. Nel frattempo si possono ideare nuove strategie di condotta e di sopravvivenza. La consapevolezza e la mancata uniformazione agli squallidi modelli imposti e/o proposti dall'attuale società sono già un ottimo passo verso l'indipendenza e la libertà individuale.
     
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    Non ho capito dove sia la "domanda" che apre le porte ad una vera e propria discussione... peró la tua é una bella argomentazione... piú filosofica che altro.

    Quindi...fammi capire...secondo te stiamo vivendo un periodo di eccessiva libertá dei costumi e di pensiero che porterá ad un nuovo proibizionismo? Cioé stiamo per raggiungere la punta di una montagna dopo la quale c'é un'inesorabile discesa verso la valle?
     
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    Mugiwara941

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    CITAZIONE (Queenmillennia @ 3/4/2014, 06:30) 
    Per quanto complicato e non sempre attuabile, dà le sue soddisfazioni anche vivere controcorrente, purché non si sfoci nel fanatismo, nel "contro" a tutti i costi, nella ribellione cieca. Anche - e forse soprattutto - l'opposizione a certi modelli deve essere ragionata, imparando a discernere dove ci conviene glissare e dove sarebbe, invece, il caso di intervenire, prima di tutto con il proprio comportamento, ma anche nel tentativo di risvegliare le coscienze. Chiudere un occhio ogni tanto, farsi andar giù qualcosa che non ci piace, per quieto vivere, non è segno di stupidità o debolezza, ma di adattamento. Nel frattempo si possono ideare nuove strategie di condotta e di sopravvivenza. La consapevolezza e la mancata uniformazione agli squallidi modelli imposti e/o proposti dall'attuale società sono già un ottimo passo verso l'indipendenza e la libertà individuale.

    Mi trovo assolutamente in accordo con ciò che hai scritto. :*si.:

    No Calliope, io non penso che fra poco inizierà un'inesorabile discesa, io penso che questa discesa sia già iniziata da un bel po'. E' innegabile che i nostro modi di vestire, di parlare ma sopratutto di relazionarci tra noi e di pensare siano incredibilmente influenzate dai modelli che ci vengono più o meno celatamente imposti. Pensandoci bene la cosa è molto evidente: le nostre considerazioni, la nostra accezione di ciò che è giusto e cosa è sbagliato, di cosa spudorato e di cosa no; sono in gran parte dovute all'assimilazione dei modelli che abbiamo.
     
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    Riflessioni piuttosto interessanti, e condivisibili.
    Al riguardo suggerisco la lettura de Il mondo nuovo, di Aldous Huxley, così come del saggio, scritto dal medesimo autore, Il ritorno al mondo nuovo. In entrambi si prospetta magistralmente un nuovo tipo di società totalitaristica assai affine all'odierna società capitalistica, basata sul facile assecondamento e sull'esasperazione dei bisogni primari, al fine di indurre un artificioso stato di torpore negli individui.
     
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6 replies since 2/4/2014, 15:28   270 views
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