Lo ZEN

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    "Fai una cosa buona e una cosa buona ti accadrà, fanne una cattiva e ti si ritorcerà contro"

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    Lo ZEN

    Allo stesso tempo filosofia, religione e nessuna delle due







    Il principio fondamentale dello Zen è che esso non può essere descritto, spiegato o racchiuso in un concetto, neppure immaginato col pensiero: si tratta essenzialmente di un'esperienza, al contempo pratica e spirituale. Più che di una filosofia o di una religione, potremmo parlare di una disciplina.
    Lo Zen deriva dal Buddhismo e come questo invita e spinge l'individuo a ricercare l'illuminazione dentro se stesso, liberando la mente da ogni pensiero contingente ed entrando profondamente in contatto con la propria naturale essenza.

    Per praticare lo Zen bisogna sedersi in una particolare postura, detta za-zen (letteralmente: "sedersi e meditare"), che favorisce la concentrazione.
    Tradizionalmente lo za-zen, seduti a gambe incrociate, con la schiena dritta e respirando lentamente, viene insegnato da un maestro, diretto discendente dei patriarchi o del Buddha, e praticato all'interno di un dojo.
    Una volta seduti si pratica il Ku, il silenzio totale.
    A questo punto bisogna liberare completamente la mente dai pensieri, dalle preoccupazioni, dalle contraddizioni, dai conflitti, affinché la vita e l'energia possano fluire liberamente attraverso il proprio corpo e la propria mente, con la consapevolezza che ciò avviene senza alcuno scopo o direzione particolare.
    Ciò permette di raggiungere una più alta dimensione della coscienza, concentrandosi sul momento, sul "qui e ora", liberandosi di ogni concetto come il "prima" e il "dopo", di "positivo" o "negativo", "giusto" o "sbagliato", semplicemente osservando in modo acritico e indifferente l'apparente dualismo degli esseri e delle cose.
    Luce e ombra sono solo due aspetti di un unico fenomeno, soggetto e oggetto non sono due cose distinte, uno contiene l'altro e viceversa, sono un tutt'uno, così come la mente e lo spirito, il pensiero e l'azione, il non-pensiero e la non-azione. Se anche dei pensieri affiorassero durante la meditazione non devono essere ostacolati, nessun flusso deve essere ostacolato, ma lasciato libero di muoversi spontaneamente.

    Attraverso la meditazione, intesa come una sorta di attesa senza aspettative, di allerta senza oggetto, di osservazione allo stesso tempo partecipe e distaccata, intesa come mera esistenza, si cerca di raggiungere e "sentire" la propria originaria natura, quella del Buddha e di tutte le cose.
    La cosiddetta "via" dello Zen porta, dopo un lungo percorso interiore, all'accettazione e alla conoscenza, ovvero all'indifferenza della conoscenza della realtà, nella piena consapevolezza di sé e della vacuità dell'universo, in una coscienza cosmica, illimitata, infinita, che si traduce nel satori ("illuminazione" o "risveglio"), fonte di pace interiore e serenità.

    Lo Zen non si pratica solo attraverso lo za-zen, ma anche tramite l'operosità, nelle piccole e grandi azioni e incombenze quotidiane, le quali sono parte integrante della vita e un mezzo di flusso dell'energia. Coltivare, costruire, lavorare, cucire, cucinare, studiare, pulire, sono tutte operazioni che disciplinano il corpo e lo spirito. Esse appartengono alla realtà e ci rendono parte attiva e passiva di essa, nell'infinito e indifferente flusso degli eventi dell'esistenza. Si può essere Zen anche senza dojo e senza maestro, nella nostra frenetica e nevrotica società occidentale, in quanto lo Zen non è solo un percorso mistico e creativo dello spirito, ma anche e soprattutto un atteggiamento e un modo di essere e di approcciarsi alla realtà.


    @World Archive | RIPRODUZIONE RISERVATA ©
    Queenmillennia


     
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    La meditazione e il ku li pratico da solo. Nessuno mi ha mai insegnato nulla, ho trovato la mia via per conto mio, eppure riesco completamente a sgombrare la mente, a concentrarmi sul serio (sarà che sono nato lo stesso giorno di Buddha {almeno così dice wikipedia}).
    D'altro canto se ci fosse un modo per imparare questa cosa, vuol dire che ce ne sarebbero altri, e questo potrebbe significare la falsità della cosa in sé.
    La meditazione, dal mio punto di vista, è qualcosa la cui strada non può essere insegnata, ma solo trovata.

    Comunque alcuni dei principi Zen sono sbagliati: l'estraneamento dal mondo è non solo inutile, ma idiota. Non si può essere passivi nei confronti del mondo, specie se accadono gravi fatti che lo squilibrano (tipo la malvagità dell'uomo): bisogna essere ben consci della differenza tra giustizia e ingiustizia, tra chi muore per profitto di altri e chi vive senza sforzo, bisogna essere attivi.
    So che questo ragionamento è utopistico, ma questa dovrebbe essere la strada da seguire.
    Lo Zen è per coloro che o si sono rassegnati alla condizione dell'uomo e del mondo o a quelli a cui non gliene frega nulla.
     
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    Mi trovo d'accordo in parte con ciò che dici, riguardo al trovare da soli la propria "via". Credo che, come per ogni cosa, ci siano persone predisposte ed altre meno recettive. Probabilmente le meno recettive neppure si accosteranno mai alle tecniche meditative, giacché di tecniche si parla, per quanto anche io riesca tranquillamente a mettermi in contatto con l'universo o a fare introspezione in modo serio e profondo, senza che nessuno me lo abbia mai insegnato. Ma c'è una parte di persone interessate, affascinate, bisognose, che magari vorrebbe farlo e non ci riesce o non sa da dove partire. Queste hanno per forza bisogno di una guida.
    Non ho idea di come una cosa simile possa essere insegnata, suppongo che possano essere dati dei suggerimenti o dei consigli e che particolari tecniche di rilassamento e di respirazione favoriscano lo stato mentale in cui scivolare più facilmente in meditazione.

    E' sbagliato pensare che lo Zen proponga l'estraniazione dal mondo, in realtà si tratta più di una "fusione" con esso, un lasciarsi cullare dai flussi energetici e vitali, mettendosi in ascolto degli stessi, accogliendoli, senza opporsi. Una volta raggiunto uno stato di perfetta armonia con la natura e con se stessi, la serenità che ne deriva rende l'individuo calmo, rilassato, in pace, quindi non aggressivo, né pericoloso per gli altri.
    L'atteggiamento verso il male e le ingiustizie, da quel che ho potuto capire, non è di passività, bensì di "accettazione", nel senso di "comprensione", come parte della realtà e della natura umana.
    Non ho le conoscenze e le competenze per addentrarmi oltre in questo discorso, quindi non so dirti se lo Zen, per ovviare alla malvagità umana, proponga soluzioni alternative alla meditazione, ponendosi semplicemente come esempio da seguire.
    La via del Tao, ad esempio, ha un'impostazione di tipo più interventista, addossando all'individuo la responsabilità per le cose che vengono fatte e anche per quelle che non vengono fatte. Appena finisco di approfondire altri aspetti, scriverò un'articolo anche su questa affascinante corrente.

    Edited by Queenmillennia - 24/8/2014, 14:15
     
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    L'atteggiamento verso il male e le ingiustizie, da quel che ho potuto capire, non è di passività, bensì di "accettazione", nel senso di "comprensione", come parte della realtà e della natura umana.

    Ho usato la parola "estraneazione" intesa non come estraneazione dal mondo naturale, bensì come estraneazione dal mondo sociale. L'accettazione di fatti malvagi e ingiusti è un atteggiamento passivo, non curante della società in cui si vive.
    La legge dell'accettazione, o "vivi e lascia vivere" è buona e giusta fintanto che non si considera l'incognita "uomo", in grado di creare squilibrio nel mondo naturale. E' per questo motivo che non vedo di buon occhio questa parte dello Zen.
     
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    A me mi dicono che sono molto Zen...ma io non ho mai studiato alcuna disciplina inerente. Penso che ognuno sia un po' "Zen" a modo suo, non penso esista un modo migliore per vivere la vita. Percorriamo tutti strade diverse o simili, ma tutte su un'unica grande strada: questo è per me lo "Zen", o il cuore della mia Spiritualità: unità, equilibrio, armonia, accettazione, comprensione, consapevolezza. Tutto ciò per servire gli altri, come una luce che risplende e mostra il cammino, fa da esempio alle altre Anime, per amore e per imparare ad essere sempre più consapevole della propria vera natura. Chi pratica questo insegnamento impara la sofferenza, che è una lezione che permette di capire il proprio destino, essa spingerà fino a che non si capisce che bisogna arrendersi all'inevitabile felicità, prendendosi la responsabilità di diventare ciò che si desidera essere davvero: felici.

    Io pratico la meditazione in modo "naturale": mi siedo o sto in piedi, per me è uguale, lascio scorrere l'energia del campo, permetto che scorra in me, l'assimilo e concentro nei centri, o sub-centri energetici desiderati accelerando l'energia vitale per armonizzare le distorsioni degli stessi. Ciò permette di curarsi da quasi ogni disturbo psicofisico. Il segreto è lasciare scorrere, dall'alto verso il basso, arrendersi alla vita, all'amore, a tutto. Dopo aver accettato ogni cosa che ti disturba si sarà in grado di comprendere tutto ciò che ti serve per vivere in armonia col tutto e tutti; ma è più facile a dirsi che a farsi...

    Blues esistono anche molte persone buone, non esistono solo uomini ignobili... Poi l'azione, o l'aiuto si dà a chi lo richiede. Per quale motivo arrabbiarsi con chi non la pensa come noi? Il "passivo" non è altro che la consapevolezza/comprensione che l'energia va dove va l'attenzione, essa da potere. Ergo, o si crea cose opposte a quelle che non appoggiamo, o si da l'esempio per insegnare agli altri che si può scegliere di essere migliori, essere il meglio di se stessi.
    Comunque ti capisco, pure io sono/ero molto infuriato con questa società, con questo modo insano di vivere la vita, ma col tempo ho capito che non è colpa di nessuno, semplicemente ognuno di noi sperimenta ciò che gli serve per la propria crescita come anima, in positivo o in negativo. Lo si può vedere passivo perché il positivo non attacca, al massimo consiglia, illumina; il negativo invece attacca, vuole dominare su tutto e tutti, agisce. Mi dirai che allora così non si risolve niente...non avresti neanche tutti i torti. Io sono arrivato alla conclusione che la specie umana sia di indole prevalentemente negativa, ma forse mi sbaglio, forse siamo solo giovani... Tutto dipende dalla scelta dei singoli. Se si vuole migliorare questa società, bisogna migliorare prima se stessi, poi semmai dare l'esempio, per imparare ad insegnare agli altri senza maschere, essendo la parte più profonda di se stessi.

    Sensei... <3 <3 <3
     
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    In parte concordo con te, in parte no.
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    Blues esistono anche molte persone buone

    Indubbiamente vero, ma chi è in grado di decidere le sorti di un paese di solito sono quelli ignobili, mentre tra queli buoni, il 60% è ingenuo e viene rivoltato come un calzino (dalla Chiesa prima e dalla televisione oggi), il 20% non gliene frega nulla, il 5% conosce la situazione reale ma non può far niente, il 15% crede fermamente nelle persone ignobili.

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    Il "passivo" non è altro che la consapevolezza/comprensione che l'energia va dove va l'attenzione, essa da potere.

    Il passivo ha qui una doppia valenza: la tua e la mia (intesa come estraneazione dal mondo sociale).

    Nel corso della nostra storia, abbiamo impiegato quasi 2000 anni per sconfiggere il fanatismo religioso del Cristianesimo in Europa (eventi che rimandano alle azioni della Jihad odierna), per tornare a una condizione più simile alla Grecia Antica, nonostante siamo ancora distanti anni luce.
    I principi di passività dello Zen possono andare a quel paese (in un mondo così corrotto): nulla si cambia pensando questo, nulla si ottiene, nulla si crea.

    Sì siamo giovani, come i bambini che giocano col fuoco. Arriverà il giorno in cui non solo ci bruceremo, ma verremo divorati da quel fuoco: quando arriverà, allora saranno dolori amari, e arriverà presto.

    Io sono me stesso, sempre ed ovunque: barba lunga incolta (o rasata a modo mio) e capelli lunghi.
    Al diavolo la massa, con la musica spacca timpani e gli ideali più contorti di ogni civiltà.
    Bisogna essere quello che si è, molti vorrebbero, pochi ne hanno il coraggio, più perché hanno paura di essere discriminati dalla società che altro.
     
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    Indubbiamente vero, ma chi è in grado di decidere le sorti di un paese di solito sono quelli ignobili, mentre tra queli buoni, il 60% è ingenuo e viene rivoltato come un calzino (dalla Chiesa prima e dalla televisione oggi), il 20% non gliene frega nulla, il 5% conosce la situazione reale ma non può far niente, il 15% crede fermamente nelle persone ignobili.

    Ne sono consapevole, proprio perché quello è il posto che vogliono ricoprire quelle persone negative, vogliono il potere; alle persone positive non gli interessa avere potere sulle altre persone. Per questo il potere va al negativo. Bisognerebbe solamente non considerare quelle persone che vogliono sottomettere le altre, così facendo perdono potere, poiché nessuno le considera, ma bisognerebbe che tutti, o quasi, pensassero e facessero così. Bisogna avere coraggio, continuare a migliorare se stessi e vivere la propria vita al meglio delle proprie possibilità senza pesare troppo al domani, queste sono cose che si sistemeranno nei secoli avvenire...poiché tutto evolve, anche la mente, la comprensione e la consapevolezza dell'essere umano lo farà, a tempo debito. .

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    Il passivo ha qui una doppia valenza: la tua e la mia (intesa come estraneazione dal mondo sociale).

    Nel corso della nostra storia, abbiamo impiegato quasi 2000 anni per sconfiggere il fanatismo religioso del Cristianesimo in Europa (eventi che rimandano alle azioni della Jihad odierna), per tornare a una condizione più simile alla Grecia Antica, nonostante siamo ancora distanti anni luce.
    I principi di passività dello Zen possono andare a quel paese (in un mondo così corrotto): nulla si cambia pensando questo, nulla si ottiene, nulla si crea.

    Non so cosa intenda lo Zen per passivo ma io lo intendo come resa, o come accettazione. Se ti arrendi a tutto e a tutti ti apri molto agli altri, non ti estranei da loro.
    Non mi interesso di storia, non mi interessa il passato. Mi interessa di più il quadro generale. Ho sempre pensato che la razza bianca sia la più giovane di tutte, quella comparsa dopo le altre: rossa, gialla, nera e poi la bianca. Per questo è così indietro nella sfera spirituale. Penso che sia anche la più aggressiva, la "meno pura" diciamo, ma ci sono anche delle eccezioni, ovviamente: intendo in linea di massima, prevalentemente.
    Concordo che nel pensare non si risolve quasi niente, con solo la filosofia, le credenze, ma aiuta, o da il coraggio iniziale per essere ciò che si ha pensato.
    Non so se siano tutti corrotti, non mi interessa.
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    Sì siamo giovani, come i bambini che giocano col fuoco. Arriverà il giorno in cui non solo ci bruceremo, ma verremo divorati da quel fuoco: quando arriverà, allora saranno dolori amari, e arriverà presto.

    Secondo me ci siamo già bruciati, ora è il momento di essere sinceri. Dal dolore si impara a riconoscere anche quello che non si vuole essere e si riesce ad apprezzare di più cosa ti fa stare bene: se è questo che va cercando l'essere umano, essia, evidentemente ne ha bisogno.
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    Io sono me stesso, sempre ed ovunque: barba lunga incolta (o rasata a modo mio) e capelli lunghi.
    Al diavolo la massa, con la musica spacca timpani e gli ideali più contorti di ogni civiltà.
    Bisogna essere quello che si è, molti vorrebbero, pochi ne hanno il coraggio, più perché hanno paura di essere discriminati dalla società che altro.

    Mi sembra che pensi un po' troppo a te stesso, non che sia affare mio, ci mancherebbe. Secondo me bisogna essere e anche apparire al meglio di fronte agli altri. Ogni essere umano giudica, ma chi è giudicato è perché ha paura di esserlo, o perché si vergogna di quello che è. Bisogna accettare di essere giudicati e guardati da tutti e tutto, solo così quel tipo di paura si trasformerà in fiducia del prossimo. Ci vuole un grande coraggio ed una fiera determinazione per accettare di buon grado ciò espresso poc'anzi.
     
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    Non so cosa intenda lo Zen per passivo ma io lo intendo come resa, o come accettazione. Se ti arrendi a tutto e a tutti ti apri molto agli altri, non ti estranei da loro.
    Non mi interesso di storia, non mi interessa il passato. Mi interessa di più il quadro generale. Ho sempre pensato che la razza bianca sia la più giovane di tutte, quella comparsa dopo le altre: rossa, gialla, nera e poi la bianca. Per questo è così indietro nella sfera spirituale. Penso che sia anche la più aggressiva, la "meno pura" diciamo, ma ci sono anche delle eccezioni, ovviamente: intendo in linea di massima, prevalentemente.

    Lo Zen per passivo intende che tutte le faccende, sia umane che non, sono parte del ciclo della natura e pertanto è meglio lasciarle al loro destino. E' questo quello che non va bene secondo me. Bisogna interessarsi (tutti) delle questioni che ci riguardano, per lottare per un futuro migliore. Se ci fossimo arresi 300 anni fa, non avremmo tutto ciò che abbiamo oggi. Per quanto riguarda la razza bianca di specie Homo Sapiens, è comparsa prima della razza nera: infatti i primi Homo Sapiens erano nativi dell'Africa (razza nera), e solo in seguito ad una "fusione" con l'uomo di Neanderthal venne fuori l'uomo bianco. Curioso il fatto che i Sapiens Africani uccidessero i Neanderthal colpendoli alla base posteriore della nuca, avessero querre in corso, mentre i Neanderthal erano molto più pacifici. Hai ragione a dire che è la meno pura, è stata corrotta con l'avanzare del tempo del progresso nelle condizioni di vita.

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    Secondo me ci siamo già bruciati, ora è il momento di essere sinceri. Dal dolore si impara a riconoscere anche quello che non si vuole essere e si riesce ad apprezzare di più cosa ti fa stare bene: se è questo che va cercando l'essere umano, essia, evidentemente ne ha bisogno.

    Non ci saremo realmente bruciati fino a quando arriverà il conto dalla natura e solo quando ogni singolo uomo sulla Terra penserà che siamo stati dei folli, stupidi ed ignoranti potremo parlare di dolore.

    L'essere umano ha sempre cercato, nel corso della sua storia, un benessere maggiore di quello che possiede già.


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    Mi sembra che pensi un po' troppo a te stesso, non che sia affare mio, ci mancherebbe. Secondo me bisogna essere e anche apparire al meglio di fronte agli altri. Ogni essere umano giudica, ma chi è giudicato è perché ha paura di esserlo, o perché si vergogna di quello che è. Bisogna accettare di essere giudicati e guardati da tutti e tutto, solo così quel tipo di paura si trasformerà in fiducia del prossimo. Ci vuole un grande coraggio ed una fiera determinazione per accettare di buon grado ciò espresso poc'anzi.

    Ognuno deve apparire come vuole apparire, non come è intimato dalla società (in termini di moda). Non è che penso a me stesso, ho usato me stesso come esempio (so che può far ridere ma è così). Ci sono 2 tipi di persone che vengono giudicate: quelle che tengono all'opinione degli altri e a quelli che non gliene importa nulla. Chi giudica altro non è che una persona che non è in grado di decidere per se stessa, e per questo si rifà sugli altri.
    C'è da sottolineare il fatto che la massa tende a conformare tutti ad essa: per il proprio modo di essere si può anche venire perseguitati.
    Ancora perfettamente lucido dopo 2 Gin Lemon yeeeaaah. O forse no; boh :asd:
     
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    Lo Zen per passivo intende che tutte le faccende, sia umane che non, sono parte del ciclo della natura e pertanto è meglio lasciarle al loro destino. E' questo quello che non va bene secondo me. Bisogna interessarsi (tutti) delle questioni che ci riguardano, per lottare per un futuro migliore. Se ci fossimo arresi 300 anni fa, non avremmo tutto ciò che abbiamo oggi. Per quanto riguarda la razza bianca di specie Homo Sapiens, è comparsa prima della razza nera: infatti i primi Homo Sapiens erano nativi dell'Africa (razza nera), e solo in seguito ad una "fusione" con l'uomo di Neanderthal venne fuori l'uomo bianco. Curioso il fatto che i Sapiens Africani uccidessero i Neanderthal colpendoli alla base posteriore della nuca, avessero querre in corso, mentre i Neanderthal erano molto più pacifici. Hai ragione a dire che è la meno pura, è stata corrotta con l'avanzare del tempo del progresso nelle condizioni di vita.

    Sembra un modo un po' egoista, pero in parte sono d'accordo lo stesso: secondo me ognuno di noi è responsabile di se stesso e non deve sperare che qualcuno l'aiuti, si deve aiutare da solo. Sono ovviamente pro all'aiuto del prossimo, ma solo se richiesto. Come ho già detto per migliorare questa società è sufficiente migliorare se stessi. Lottare contro un sistema sbagliato è controproducente, se è questo che intendi; bisogna creare qualcosa di nuovo, di diverso, ma bisogna essere uniti come specie.
    Non credo nella teoria della "scimmia", l'uomo di Neanderthal eccetera... Penso che anticamente l'uomo discenda da un serpente marino, come riportato su un reperto Maya: il così detto "Serpente Piumato". Anticamente gli uomini erano verdi, poi comparsero quelli rossi, poi quelli gialli, i neri ed infine i bianchi; il come sfugge alla mia comprensione (ovviamente è una teoria, non ce niente che reputo certo). Credo sia più plausibile il sapere di una delle razze più antica del pianeta, per quanto riguarda il passato, poi i Maya erano molto avanti, li stimo molto come popolo, come quello dell'Antico Egitto.

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    Non ci saremo realmente bruciati fino a quando arriverà il conto dalla natura e solo quando ogni singolo uomo sulla Terra penserà che siamo stati dei folli, stupidi ed ignoranti potremo parlare di dolore.

    L'essere umano ha sempre cercato, nel corso della sua storia, un benessere maggiore di quello che possiede già.

    La natura non penso che punisca nessuno, se no dovrebbe riempire di uragani W. DC XD ... Siamo tutti qui per imparare, questa esistenza è un po' come una scuola che ti vuole insegnare a farti camminare con le tue gambe, per prendere in mano il proprio destino.
    L'essere umano egoista può anche essere, comunque non tutti nascono nel benessere ed è normale che lo cerchino; ognuno di noi lo vorrebbe e lo ricerca.

    CITAZIONE
    Ognuno deve apparire come vuole apparire, non come è intimato dalla società (in termini di moda). Non è che penso a me stesso, ho usato me stesso come esempio (so che può far ridere ma è così). Ci sono 2 tipi di persone che vengono giudicate: quelle che tengono all'opinione degli altri e a quelli che non gliene importa nulla. Chi giudica altro non è che una persona che non è in grado di decidere per se stessa, e per questo si rifà sugli altri.
    C'è da sottolineare il fatto che la massa tende a conformare tutti ad essa: per il proprio modo di essere si può anche venire perseguitati.

    Sono d'accordo. Ho capito. Comunque molte persone giudicano in maniera innocente, inconsapevole di quello che ne potrebbe conseguire. Tutti noi giudichiamo in qualche modo, è inevitabile, nessuno è perfetto. Se si giudica però bisogna anche accettare di essere a nostra volta giudicati.
    Concordo, per elevarsi al di sopra della mentalità generica ci vuole coraggio, poiché il "diverso" spicca, ergo, si è più soggetti a giudizi, invidie, ma anche ad apprezzamenti, ammirazioni.

    CITAZIONE
    Ancora perfettamente lucido dopo 2 Gin Lemon yeeeaaah. O forse no; boh :asd:

    Generalmente quando bevi un po' e ti senti lucido vuol dire che sei già alticcio...
     
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    Lottare contro un sistema sbagliato è controproducente, se è questo che intendi; bisogna creare qualcosa di nuovo, di diverso, ma bisogna essere uniti come specie.

    E' controproducente solo nel caso in cui si combatta da soli. Considerare la lotta contro un sistema sbagliato controproducente è di per se una contraddizione se poi si vuol creare qualcosa di nuovo. Per creare un nuovo ordine bisognerà sempre cancellare quello esistente.


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    Non credo nella teoria della "scimmia", l'uomo di Neanderthal eccetera... Penso che anticamente l'uomo discenda da un serpente marino, come riportato su un reperto Maya: il così detto "Serpente Piumato". Anticamente gli uomini erano verdi, poi comparsero quelli rossi, poi quelli gialli, i neri ed infine i bianchi; il come sfugge alla mia comprensione (ovviamente è una teoria, non ce niente che reputo certo). Credo sia più plausibile il sapere di una delle razze più antica del pianeta, per quanto riguarda il passato, poi i Maya erano molto avanti, li stimo molto come popolo, come quello dell'Antico Egitto.

    Questa non la sapevo.... mah, non mi esprimo, non ne so nulla, anche se è particolare ed interessante.
    Beh, avanti... strappare il cuore pulsante da una persona per sacrificarla ailoro dei e mangiarselo crudo non è che fosse una gran bella cosa, ma sono usanze; sul punto di vista astronomico erano molto avanti, non c'è che dire, come gli egiziani dal canto loro. Comunque i greci erano il massimo, le sedute politiche le facevano completamente "fatti" di cannabis :asd: .

    CITAZIONE
    Generalmente quando bevi un po' e ti senti lucido vuol dire che sei già alticcio...

    Non è vero, non lo ero (per due gin lemon poi, figurati). Ci sono 3 fasi quando sei alticcio: Fase 1, stordimento; Fase 2: Acquisizione di parlantina ed abilità retoriche; Fase 3: Sonno.
     
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    E' controproducente solo nel caso in cui si combatta da soli. Considerare la lotta contro un sistema sbagliato controproducente è di per se una contraddizione se poi si vuol creare qualcosa di nuovo. Per creare un nuovo ordine bisognerà sempre cancellare quello esistente.

    E' anche vero questo. Non è una contraddizione se si vuole creare qualcosa di opposto, o contrario. Si, per cancellarlo, sostanzialmente, esistono due modi: quello positivo e quello negativo; evidentemente quello positivo lo si conosce poco, o è ritenuto poco utile/pratico.

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    Questa non la sapevo.... mah, non mi esprimo, non ne so nulla, anche se è particolare ed interessante.
    Beh, avanti... strappare il cuore pulsante da una persona per sacrificarla ailoro dei e mangiarselo crudo non è che fosse una gran bella cosa, ma sono usanze; sul punto di vista astronomico erano molto avanti, non c'è che dire, come gli egiziani dal canto loro. Comunque i greci erano il massimo, le sedute politiche le facevano completamente "fatti" di cannabis :asd: .

    Più che altro vi era la credenza che mangiare gli organi interni del nemico o di chi che sia aumentasse a sua volta il livello di stato dell'organo stesso, inerente, di chi si nutre di esso. Però lo consideravano, almeno così si dice, anche come una specie di esorcizzazione di forze negative che portava con sé l'opponente, ma anche come una inglobalizzazione della forza del nemico: tutto ciò tramite la pratica del cannibalismo (po' rudi lo erano è da sto lato...).

    CITAZIONE
    Non è vero, non lo ero (per due gin lemon poi, figurati). Ci sono 3 fasi quando sei alticcio: Fase 1, stordimento; Fase 2: Acquisizione di parlantina ed abilità retoriche; Fase 3: Sonno.

    Diciamo che eri in fase "Zen" allora... :P
     
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    Diciamo che eri in fase "Zen" allora... :P

    Un tutt'uno con l'universo :asd:

    Dov'è finito il tuo avatar?? Quel gatto era mitico :asd:
     
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    Un tutt'uno con l'universo :asd:

    Dov'è finito il tuo avatar?? Quel gatto era mitico :asd:

    Hahahaha... Ce l'ho salvato sul PC il gatto; mi andava di cambiare avatar: è un mio vecchio avatar.

    Mi hai fatto venire in mente una cosa che spesso dicono quelli che praticano meditazione o quel che è: il fatto di entrare in contatto con l'Universo. Allora...nessuno sul pianeta, secondo me, è in grado di percepire l'immensità soltanto del sistema Solare, figuriamoci dell'Universo... Quello che si può intendere come universo è l'universo personale che vive dentro di noi, semmai, che sostanzialmente è come un universo in miniatura, un microcosmo, quello si che puoi sperimentarlo e percepirlo. E' molto interessante riuscire a comprendere l'utilità di armonizzare i centri energetici: ogni centro è collegato ad una sfera psichico-emotiva, che, se stimolata attraverso l'intenzione può incrementare il livello/brillamento dei suddetti centri in questione; essi sono plagiati e trasformati attraverso il pensiero, che può determinare le distorsioni degli stessi, facendone aumentare il brillamento o l'opacimento. A determinare ciò, è il tipo di pensiero/azione che uno ha/fa: pensieri/azioni positivi - aumento brillamento dei centri inerenti a quel determinato pensiero, o azione; pensieri/azioni negativi - aumento opacimento e in casi gravi spegnimento dei centri inerenti a quel determinato pensiero, o azione. Porgo un esempio pratico che chiunque, sicuramente, sperimenta: quando si ha una paura, o si sta subendo una distorsione psicofisica, generalmente si tende alla fuga, al riparo, ciò è naturale. Ogni tipo di distorsione può essere compresa anche come una prova, una sfida che si presenta, accettandola quando ci si presenta è essenziale per riuscire ad armonizzare il centro che sta subendo la distorsione. Esempio: se si ha un tipo di paura legato all'azione in generale a subire la distorsione sarà il 3° centro primario (giallo); se è legata alla comunicazione sarà legata al 5° centro (blu); se è legata alla sessualità al 2° (arancione); se è legata alla sopravvivenza al 1° (rosso); eccetera... Ma non è detto, ci può essere delle distorsioni che sono legate a dei centri specifici secondari: i sub-centri, essi si trovano in tutto il resto del corpo e la loro funzione è inerente/simile ai centri di base vicino a loro. Il top che ricercano tutti quelli che sperimentano il potenziale della meditazione è il completamento dell'evoluzione/brillamento di tutti i centri energetici del corpo: così facendo si raggiunge "l'illuminazione", o l'"estasi mistica", o il risveglio completo della Kundalini. Quest'ultima, per risvegliarla bisogna essere in grado di assimilare l'energia intelligente per accelerare l'energia vitale dei centri a partire dal primo; il così detto "serpente" si "snoda" ed inizia a salire illuminando gradualmente ogni centro: bisogna aver ben chiaro il concetto di magnetismo, poiché si attua una attrazione di due energie, una maschile e una femminile. Quando si raggiunge il top, presumo che il totale, o l'intensità/brillamento del colore viola (il compresso dei 6 centri energetici) determini il grado evolutivo animico pronto per evolvere come anima, mentalmente e spiritualmente. Si avrà bisogno in seguito di un corpo diverso, di luce, per intraprendere una nuova esperienza in una dimensione/densità superiore a quella sino ad ora sperimentata: la quarta densità sarà quella che si sperimenterà in seguito all'evoluzione animica, o all'essere raccolti. Quindi, concludendo, la consapevolezza che porta la comprensione dei centri energetici del corpo determina, in parte, l'evoluzione in sé, diciamo che da una marcia in più.

    - Tutto ciò non è essenziale, tutto quello che ci serve per evolvere lo sappiamo già, chi più, chi meno. Questo è un sapere in più che va oltre questa vita terrena, è un lavoro che si farà oltre, ma, diciamo, non guasta di certo...
    - Tutto ciò da me espresso è ridotto e minimizzato dalla mia consapevolezza/comprensione singolare. Per comprendere meglio la totalità del creato bisogna condividere/vivere un complesso di mente collettiva.

    Per restare in tema vi saluto in modo "Zen": Namastè. U_U

    Edited by $imø - 2/9/2014, 02:07
     
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    del come tu abbia fatto a tirar fuori un post così partendo da 5 parole e uno spoiler mi è del tutto ignoto.
    Torno a scrivere il mio libro, che è meglio...
     
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    Mi sono dilungato volutamente per rientrare in tema, poiché stavamo andando leggermente OT. U_U
    - Io la massima ispirazione l'ho sempre trovata dalle 4 alle 7 di mattina, più o meno, se parliamo di scrivere.

    Comunque chiudo qui l'OT, che poi la Sensei ci sgrida. U_U
     
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