Gantz: La Razionalità dell'Essere

I Grandi Filosofi del WA

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    Aku Soku Zan !

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    I Grandi Filosofi del WA
    A cura di The BluesMan


    GANTZ






    Hai un credo particolare e/o una religione?
    «Quasi tutti i giorni ringrazio Dio per avermi reso ateo.» (cit.)
    In realtà uso il termine ateo perché molti non sanno cosa significhi agnostico. Credo che il vero ateo non esista, come non esistono i veri credenti. Viviamo nell'eterno dubbio e nel continuo conflitto interiore, mutando e cambiando le nostre idee a seconda delle nostre esperienze.
    L'essere umano ha un enorme vantaggio rispetto le altre specie animali: l'intelligenza, ma è proprio questa ad essere il suo più grande punto debole. Dagli albori della civiltà, l'essere umano ha sempre cercato di dare risposte a domande che non hanno una risposta. Non che questa non esista, ma semplicemente non è alla portata delle capacità umane. Quando la risposta è irraggiungibile, arriva in aiuto la teologia con i suoi "perché" spicci e fantasiosi.
    Sono dell'opinione che non possa sussistere l'intelligenza senza la curiosità, ma quando la curiosità viene a mancare allora ci si trova davanti a delle costrizioni intellettuali, che spesso portano a rifugiarsi in un oblio di chiusura mentale.
    Con questo rispetto le credenze altrui (e anche i comodini), ma per me "credere" in qualcosa non significa divagare con la fantasia. Il mio unico credo è la scienza (e anche divulgare il verbo di Kira, in modo errato). Amo la scienza perché essa è mutevole, ma soprattutto limitata a quelle che sono le nostre attuali conoscenze ed imposte dal mondo fisico che ci circonda. Anche se come tutti, spesso, questa conoscenza scientifica non mi soddisfa pienamente e quindi finisco per pormi delle domande a cui non so rispondere (o a divagare con la fantasia, come se mi fossi fatto di LSD). Quando questo succede, di solito decido (di mia iniziativa) di ignorare la cosa (il dubbio, non il trip), unicamente perché il ragionamento diventa fine a se stesso, tanto da creare una speculazione che a sua volta porterà ad altre domande senza risposta.

    Cosa pensi di coloro che seguono una religione/sono atei?
    Per me chi segue una religione è sostanzialmente una persona insicura, che ha bisogno di "credere" in qualcosa di metafisico solo per colmare i propri dubbi esistenziali. Mentre una persona che si definisce atea è qualcuno che non ha ben chiaro cosa significhi il termine ateo. Questo perché non è nella natura umana credere in niente; tutti abbiamo bisogno di fantasticare e divagare con la nostra mente.
    Francamente non ho bisogno di credere in una vita oltre la morte, perché nulla è eterno a questo mondo (tranne l'energia). Se però si preferisce optare per uno spirito fatto di pura energia che, immortale e eterno, continua la sua esistenza all'infinito (anche dopo che NonhoCampo ti ha seppellito), allora mi viene naturale pensare che io sono semplicemente un corpo fatto di carne e ossa, e non l'energia che lo alimenta. Quando un giorno trapasserò (anche se sono immortale), la mia coscienza smetterà di esistere insieme al mio corpo (im)mortale e l'energia che mi alimenta (aka "lo spirito") tornerà a unirsi a madre natura, trasformandosi e divenendo, a sua volta, un'altra di energia.
    Per quanto riguarda le varie divinità credo solo in Dio Kira e in Silvio (mi consenta, ma è lui ad averci creati tutti - tranne Chuck Norris), ma unicamente perché sono entrambi mortali. Credere in qualcosa di superiore è un'illusione percettiva indotta dalla mente umana. Siamo consci di non essere in grado di colmare le nostre incertezze e quindi ci creiamo un "qualcosa" che ci fornisca la percezione che non siamo in grado di padroneggiare. Un po' come un bambino asociale si crea un amico immaginario, per colmare i limiti della propria empatia.

    Quali sono per te i valori più importanti nella vita??
    Non credo di essere in grado di dare un valore a qualcosa di specifico nella vita. Per me "i valori" cambiano nel tempo e a seconda delle varie situazioni (e spesso anche dell'umore). Di sicuro essendo una persona fondamentalmente materiale, per me, l'unica cosa che è sempre al primo posto è la conoscenza. Vivo per apprendere, ogni giorno, qualcosa di nuovo. Dopo tutto noi esseri umani abbiamo capacità limitate, ma dal canto nostro abbiamo anche l'enorme dote di saper divulgare le nostre conoscenze alle generazioni future. Da quel punto di vista siamo su un gradino superiore alle altre specie animali che, a differenza di noi, si limitano solo ad appendere gli insegnamenti necessari per sopravvivere e riprodursi (preservare la specie).

    Moralità e codici di vita: cosa ne pensi di queste due?
    La moralità è legata ai codici imposti da una società civilizzata. Da perfetto asociale (quale sono... e ne vado fiero) non condivido appieno le regole che vengono imposte dalla società moderna, specialmente di regole create da persone che sono vissute centinaia di anni prima di noi e che non si sono mai evolute nel tempo. Però comprendo che siano la base portante di un convivenza forzata tra persone, soprattutto quando la stessa società è formata da individui con idee, usanze e atteggiamenti completamente differenti tra di loro. L'unica regola che condivido è il rispetto della vita altrui. Tra simili non ci si dovrebbe mai uccidere e soprattutto farsi del male gratuito. Per il resto non sopporto questo assurdo modo di forzare la gente a essere tutta uguale... non siamo fatti per essere gli uni uguali altri altri. La mia etica non è la tua etica e il mio codice di vita non è il tuo codice di vita.
    Detto ciò, sono una persona estremamente impulsiva, che ha difficoltà ad interagire con gli altri e soprattutto a controllare la rabbia. Per me la società perfetta è quella in cui nessuno mi rompe le balle. Quindi i codici di vita possono anche andare a farsi... un giringiro.

    Ora un attimo di pausa che vado a fumare una sigaretta... ah già, non era necessario avvisare.

    Possono essere utili nella vita o servono solo per le persone con poca autostima?
    Secondo me abbiamo tutti poca autostima, ci fingiamo forti e sicuri di noi solo perché è la società che vuole la distinzione. Naturalmente però è una distinzione a ceti sociali, dove alla fine solo i migliori (in un certo campo - senza ™) rientrano in una determinata categoria; ma alla fine dei conti, nel piccolo di ogni singolo gruppo, si finisce di nuovo per unificare le masse ed essere tutti uguali. Quindi diversi per categoria, ma uguali nella massa. È la nostra natura, vogliano distinguerci dal resto della gente, per essere importanti o essere notati, ma alla fine vogliamo che gli altri siano tutti uguali tra loro, così da non temere le diversità ed evitare i contrasti.
    Succede questo perché pensiamo tutti nella stessa maniera. Anche perché è più facile vivere con questo stile di vita, che doversi sempre scontrare con il prossimo per ogni piccolezza; ma anche perché non vogliamo essere inferiori agli altri, al massimo essere loro pari, ma niente di meno (e tutto di più). Ed è questo modo di pensare che non mi è mai piaciuto. Se mi devo distinguere dagli altri è perché sono fatto così, non perché voglio apparire diverso o unicamente per sentirmi speciale. Alla fine si crea un circolo vizioso (circhiolo, non angulo) e si finisce per comportarsi, pensare e vivere tutti sullo stesso piano sociale (tutti uguali, manco fossimo fatti con lo stampino).
    La moralità sociale serve solo a controllare le masse, come ha fatto la religione in passato e sta facendo la (pseudo)politica oggi giorno (sfruttando appunto la stessa moralità). Un controllo mentale mascherato da autopreservazione, quando in realtà sarebbe bastato creare una società adatta ad ogni stile di vita e di pensiero (ma ormai è troppo tardi).

    Parliamo ora della filosofia della conoscenza (Gnoseologia): credi che si conosca qualcosa solo per esperienza diretta?
    Ci sono esperienze ed esperienze. Se dovessi basare tutte le mie conoscenze sull'esperienza diretta, molto probabilmente sarei una persona estremamente ignorate e chiusa in se stessa (non che sia poi così aperto). Da parte mia ho la fortuna di avere una mente fotografica (termine assai errato): ogni cosa che leggo, vedo o apprendo mi rimane come bagaglio culturale per lunghissimo tempo. A volte mi ricordo di informazioni lette, per puro caso, a distanza di anni. Non a caso sono riuscito ad arrivare al diploma senza neanche aprire un libro di testo (a parte quelli tecnici e grammaticali).
    Poi la conoscenza è mutevole, quello che per me è importante oggi non lo sarà domani, oppure potrebbe essere sostituito da una conoscenza nuova e più approfondita della precedente. Per me la conoscenza è la linea di demarcazione tra uomo (intelligente) e animale (atto a nutrirsi e riprodursi).
    Nonostante questo ci sono dei limiti. Non credo che le famose "domande senza risposta" possano rientrare nella concezione di conoscenza. Quando qualcosa supera di gran lunga le mie capacità di comprensione, mi limito a dire "no, questo non fa per me" e ne lascio il concetto in disparte. Dopo tutto mi sembra illogico e irrazionale addentrarsi in tematiche che esulano la nostra comprensione. Siamo semplici esseri fatti di carne e ossa, non siamo in grado di capire il funzionamento di ogni singola forma di energia che compone l'universo. Cercare di spiegare l'impossibile e come cercare di essere superiori al concetto di Dio (sempre che esista).

    L'economia, una materia attuale, sempre in evoluzione: come credi sarà il nostro prossimo futuro?
    La storia ci insegna che per rendere forte (economicamente) una nazione, un'altra (o spesso anche più di una) deve soccombere alla sua supremazia. Dalla fine dello scorso secolo, il mondo si è avviato verso la totale globalizzazione. Questo ha portato inevitabilmente alla crisi economica mondiale (non a caso il primo passaggio verso la globalizzazione è stato quello monetario). Dopo tutto se non c'è nessun grosso paese che si impone schiacciando quelli più piccoli, è normale che tutto il sistema collassi su se stesso.
    Il futuro mi sembra alquanto chiaro, avremo continui alti e bassi (come è sempre stato, del resto), ma gli alti saranno sempre più irrisori e i bassi sempre più marcati. Quando si raggiungerà il limite, e per limite intendo il fondo del barile per le supremazie passate (gli altri l'hanno già toccato), scoppierà un'altra guerra mondiale. L'unico metodo per dividere equamente la torta, in modo che qualcuno possa abbuffarsi, è eliminare tutta la concorrenza debole dalla portata principale.
    Gli Stati Uniti sono gli unici ad essersi accorti di come funzionano le cose e infatti sono gli unici a continuare con i conflitti in medio oriente, così da mantenere quel minimo di controllo (e di facciata) sul dominio economico mondiale. Arriveremo a un punto che le supremazie dovranno decide quale altra potenza media schiacciare per poter continuare ad esistere; e noi (Europa, ma soprattutto Italia), come al solito, saremo nel bel mezzo del conflitto.

    Che opinione hai del rapporto tra politica interna ed estera nel nostro paese? E che aspettative hai per lo scenario politico contemporaneo?
    Non seguo la politica, specialmente quella italiana. Ormai la politica nel nostro paese è basata su menzogne, corruzione, promesse non mantenute e gossip da quattro soldi. La politica italiana segue l'evoluzione mediatica, dove l'interesse per l'insolito è divenuto interesse per il frivolo (trash). Penso che la politica rientri in quella parte di conoscenza che non è di mia competenza.
    Nonostante questo, ogni tanto, mi addentro in qualche argomentazione di carattere politico e, ogni volta, stranamente, c'è qualcosa che non mi quadra.

    L'Italia è una repubblica fondata sul lavoro. Se il lavoro viene a mancare, allora l'azienda fallisce. Non ci sono molte aspettative.

    La Musica e le Arti: per te sono un qualcosa di fondamentale?
    L'Arte, in ogni sua forma, è una delle tante cose che distinguono la specie umana dalle altre. Senza l'arte saremmo sicuramente più poveri, sia a livello sociale che a livello intellettuale. Purtroppo il mio concetto di arte non rientra nei normali canoni della metrica comune. Non sono capace di legarmi a un genere musicale, a uno stile di scrittura o a un modo di dipingere. Seguo quello che è il mio gusto al momento (dettato dalle emozioni e dai miei interessi giornalieri).
    La musica è forse l'arte che mi piace di più, anche se ho difficoltà ad ascoltarla senza associarla a qualcosa di visivo. Il solo ascoltare la musica, senza che venga abbinata a un ballo o una presentazione, mi porta a dissociarmi dalla canzone stessa. Spesso guardo un video musicale e mi innamoro di quella canzone, poi mi rendo conto che l'ho già sentita altre volte per radio e l'avevo a mala pena notata.
    Amo molto il disegno e la pittura, anche se sono anni che ho abbandonato le due cose, forse perché non abbastanza motivato nell'approfondire i due argomenti. Da anni mi sono immerso nella scrittura, ma ogni giorno mi rendo conto di essere troppo rigido nel mio giudizio, finendo per cestinare quasi tutto quello che realizzo.
    Un uomo senza arte è un uomo senza sostanza. (cit.)


    Cambiamo argomento e passiamo a materie più complesse: tu e Kira vi beccate come solevano fare Heisen e Bagger (forse peggio): nasce per caso o è parte del regno del nonsense?
    Eh? Ma che c'entra con la tematica dell'intervista?
    Dio Kira († sempre sia lodato †) è il mio unico dio, peccato che Kira-coso stramaledetto sia la sua brutta copia mortale. Il nostro punzecchiarci e prenderci in giro è cominciato circa a Gennaio/Febbraio di quest'anno (2015), a causa di una terza persona (che non cito altrimenti il suo ego esplode e poi mi tocca pulire). In Kira vedo molti dei miei modi di fare di quando avevo la sua età (e anche qualche anno in meno), ma per il resto è più un gioco provocatorio. Se mai ci incontrassimo per strada, penso che ognuno ignorerebbe l'altro senza battere ciglio (a meno che uno dei due non sia armato).
    Ci sfottiamo a vicenda, ma non c'è nessun rapporto e nessun astio (a parte che lui è amato da Lore e invece io non sono amato da nessuno). La cosa brutta è che Kira è conosciuto da mezzo circuito (ha amanti ghey in ogni porto), quindi ignorarlo diventa difficile. Per giunta è uno stalker... nel mio Profile Tracker non scende mai sotto la quinta posizione.

    Accetteresti un Celebrity Death Match con Kira in diretta streaming?
    Sì, ma all'ultimo darei forfait. Anche perché io sono immortale, ma lui no. Eppoi bisogna essere Celebrità per partecipare a un CDM, io non ho neanche il profilo feisbuk o un canale Iutubbo. Eppoi sarebbe uno scontro impari, perché a lui basterebbe parlare per 3 ore di OP e io finirei per entrare in coma pur di non ascoltarlo.
    Buona notte e buone botte. (cit.)


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    The BluesMan | Special Thanks to: GANTZ



    Edited by The BluesMan - 18/11/2015, 22:13
     
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    Sono il pazzo tra i pazzi
    In questi strani palazzi
    Che hanno piani infiniti
    Ma che sono crollati.

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    Ehi, io ti saluterei se ci incontrassimo per strada. :v

    Comunque non sono d'accordo, io ho punzecchiato Gantz la prima volta un giorno in cui sul forum del gay definitivo ha preso sul serio una mia frase ironica. Sinceramente in quel momento ho pensato che fosse uno dei soliti dementini sempre rigidi, seri, chiusi mentalmente, senza ironia e che prendono tutto sul serio che girano sui forum e su internet in generale... Dai, ammetto che un po' avevo esagerato nel giudizio, anche se non molto, eh. :v

    Poi beh, dal canto mio in seguito mi hanno dato fastidio certi comportamenti scatenati dalla famosa terza persona di cui parlava anche lui, ma in realtà per poco tempo, poi ho cominciato a punzecchiarlo in modo "amichevole" come faccio con tutti.
    Veramente non mi dispiace nemmeno, anche se in alcune cose lo vedo un po' troppo inquadrato. Certo, io sono centomila volte superiore, ma questo è un altro discorso. :v
     
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1 replies since 31/10/2015, 23:10   135 views
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