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Berkeley Dusk.
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Domanda che mi faccio almeno da un anno a questa parte, a cui non ho ancora trovato una risposta e su cui ormai vedo che non riesco ad avere un'opinione chiara, ferma e convinta, considerando entrambe le cose molto importanti, soprattutto se dietro c'è impegno, sacrificio e dedizione assolute.
Sentendo certe volte parlare le persone delle loro esperienze, ho potuto sempre più notare quanto sia difficile conciliare le due sfere, specie e soprattutto se la carriera impone a uno dei due di trasferirsi definitivamente o di stare distante qualche mese e questo implica non vedersi spesso e stringere i denti.
Purtroppo lavorare è d'obbligo per non essere mantenuti a vita dalla propria famiglia e costruirsi la propria esistenza autonomamente; quindi pensare di non farlo per amore, può anche precludere la possibilità di realizzare alcuni progetti di coppia, come magari appunto casa, figli, convivenza/matrimonio, animali domestici ecc.
Però anche la situazione in cui uno se lavora, si vede precludere la vita sentimentale perchè magari si vuole costruire appunto il proprio futuro, non la vedo come la più ottimale, non perchè penso sia d'obbligo avere una relazione, ma perchè credo che sia un piacere a cui non si dovrebbe rinunciare se lo si ha.
Quindi si prende l'occasione della vita, magari a posta per un futuro relazionale migliore, sacrificando quindi un po' il proprio presente, oppure per l'amor altrui tanto vale rinunciare per non separarsi da chi si ama e quindi trovare qualcos'altro, che spesso equivale ad accontentasi di quel che si trova?
Voi cosa ne pesate?
Mi rimetto alle vostre libere opinioni.. -
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Bella domanda, me la son fatta anch'io alle volte
E sono arrivato alla conclusione che mi porta a pensare che dipenda dalla situazione.
Se si trova una persona per cui vale la pena sacrificare un minimo la carriera, può anche starci, ma ragazzi non è assolutamente facile, specialmente oggi, con le varie situazioni di precariato che ci sono, sapete quanti casi ho sentito di ragazzi che abbandonano il loro impegno (sia che si tratti di lavoro e ci metto anche lo studio in mezzo) per poi ritrovarsi dopo un paio di mesi, lasciati dalla persona per cui hanno abbandonato tutto? È una questione tosta questa, ripeto per me dipende dal soggetto, e se ce la sentiamo o no di rischiare.. -
Berkeley Dusk.
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sapete quanti casi ho sentito di ragazzi che abbandonano il loro impegno (sia che si tratti di lavoro e ci metto anche lo studio in mezzo) per poi ritrovarsi dopo un paio di mesi, lasciati dalla persona per cui hanno abbandonato tutto?
Questo risvolto qui in particolare mi fa molto dubitare sul cosa dare la priorità, proprio perchè uno pensa di fare una delle scelte migliori della sua vita per poi pentirsene amaramente e dover ripiegare su ciò che ha perduto per rimettersi in piedi e magari alcune occasioni di studio o carriera avrebbero potuto dare un salto notevole alla relazione, oltre che alla persona che le ha colte al volo, però appunto è un salto ad occhi chiusi, perchè nessuno sa le circostanze come evolveranno; si possono fare solo stime.
Una cosa brutta di questo dilemma è che in un modo o nell'altro si avranno dei rimorsi e dei rimpianti.... -
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Basta dare il giusto valore alle cose, la scelta verrà da se, in un caso o nell'altro mai pentirsi delle proprie scelte e portarle avanti fino alla fine . -
Berkeley Dusk.
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Basta dare il giusto valore alle cose, la scelta verrà da se, in un caso o nell'altro mai pentirsi delle proprie scelte e portarle avanti fino alla fine
E se sono entrambe importanti che vorresti portarle avanti, ma la vita ad un certo punto ti mette di fronte ad una decisione?
esempio, sei in una relazione che va benissimo, ma magari dal pov lavorativo non tanto per nessuno dei due, vieni chiamato altrove e ti pare una grande occasione e ci vedi una possibilità per avere tanti progetti insieme, ma l'altra persona magari ha il suo posto lavorativo o di altro tipo lì dov'è o anche a lei si presentano occasioni da tutt'altra parte, sempre tutto in funzione di dare un futuro alla coppia, non solo al proprio singolo futuro.
Cosa si fa? Cosa scegliere?
Io sarei pietrificata...non saprei proprio come comportarmi. -
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Beh a quel punto ci si siede insieme, e si decide sempre insieme quale dei due debba accettare la proposta andando insieme in quel posto e costruendo lì il proprio futuro...
So che ho una visione un po' troppo addolcita della cosa, nella realtà questi casi sono più unici che rari. -
Lelouch Vi Britannia.
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Fidati che per amor proprio si tende a scegliere il posto di lavoro che di questi tempi è un miraggio soprattutto in prospettiva di una stabilità. L'istinto di autoconservazione è insito nella natura umana quindi vuoi per egoismo o sopravvivenza si sceglie ciò che è meglio per sé. Tra l'altro se uno dei due si sacrifica,raggiunge l'altro e non riesce a trovare lavoro perché non è semplice,che fa?la coppia campa d'amore? In primis nasce il cosiddetto 'rinfaccio' della serie 'mi son spostato a causa tua e ho lasciato un lavoro'...finale...la coppia scoppia e lo sfortunato di turno tra i due rimane con un pugno di mosche,senza compagna e senza un lavoro perché nel frattempo sarà stato rimpiazzato...mi spiace tirar fuori la filosofia spicciola di un amico che una volta mi disse :'le storie nascono,finiscono e ricominciano...,il lavoro quando ti lascia non torna più'...probabilmente è troppo radicale come assunto ma rende l'idea . -
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Non è che, semplicemente, ti sei posta la domanda sbagliata?
Vale la pena crearsi due sponde, entrambe a senso chiuso, a mo' di doppia sciabola curva?
Il punto ultimo, la fine, è sempre quella.
Ricadi sempre nello stesso tranello.
Ma perché, invece, non chiedersi quanto può essere utile e se può essere utile, perseguire due cose di ugual misura come lavoro e amore? Sono d'identica fattura, se non con una minima differenza l'uno dall'altro.
Ecco, ciò che ti voglio dire è che è inutile tediarsi per ciò. Di per sé, lavoro e amore hanno la stessa faccia, che si voglia o meno. Può essere ch'io esageri, ma anche al colmo della felicità sia dalla parte dell'amore sia da quella del lavoro, mi immagino sempre nella stessa posizione.
Se ti dicessi di ricercare qualcosa di più alto che il semplice e temporale duo, -amore e lavoro- come mi risponderesti?
Può essere che io sia un qualche imbecille un po' fantasioso, ma aspetto la tua risposta.
Sono sempre pronto a cambiare opinione sui due elementi che, per un uomo qualsiasi, raggiungerne l'apice significherebbe, come si suole dire, "realizzarsi".
Vediamo un po', sono curioso.. -
Berkeley Dusk.
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Probabile che mi sia posta la domanda sbagliata, però mi sono resa conto più e più volte che ad un certo punto si arriva ad una scelta fra i due, anzichè riuscire a integrarli in un'unica cosa nella propria vita; entrambi richiedono il loro tempo e molto investimento di energie e pochi hanno la grande fortuna di riuscire a portarli avanti entrambi, senza dover essere costretto a fare una scelta drastica o a togliere troppo ad uno.
Ricercare qualcosa di più alto in che senso? Un connubio fra i due e più sfere della vita? Scusa ho perso il filo del discorso.. -
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Urca, perdona la risposta più che mai tardiva.
Per sommi capi non intendo niente di più che il ricercare qualcosa al di fuori e, perché no, qualcosa di "superiore", come lo si voglia intendere, al di là dell'amore e, relativamente, al lavoro.
Come ti ho già detto, non riesco a concepire, durante un percorso, una scelta doverosa tra i due, quasi che fossero due dei "fattori" a cui la vita deve, per così dire, render conto, o meglio, dare un ultimo fine.
Quel "ricercare qualcosa di più alto", vuole essere un modo per dirti che, a parer mio, amore e lavoro altro non sono che, ripeto, "fattori" prettamente secondari, che alla vita vera e propria, in un certo senso, niente hanno a che fare se non in minima parte.
Ecco, questo "qualcosa" espresso in precedenza non saprei proprio definirlo, giacché tutto ciò che ho scritto fino ad ora deriva dalla mia esperienza e, dirti cosa dovrebbe essere questo "qualcosa", sarebbe un po' come dirti di vivere la vita in tal modo, cosa impossibile per ovvie ragioni.
Quindi, definendo un epilogo, di consigli non saprei proprio darti, se non una mia ultima opinione, più che un consiglio: L'amore, così come il lavoro, non sono da rendere "effettivi" nella propria vita, non sono cioè "proprietà", chiamiamole così, che potranno definire un uomo qualsiasi "realizzato".
Non sono da rendere "vie a senso unico", bensì piccoli pezzi di un'enorme via, o strada.
La cosiddetta "via", si compone di ben altre cose ancor più grandi, superiori, in questo caso, a lavoro e amore.
Delle "altre cose", come già spiegato sopra, non ne sono a conoscenza così come non saprei dare a tal proposito una definizione adeguata.
E con ciò, concludo.. -
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Vengono prima i soldi, che domande sono. . -
sheenba.
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Beato te che non hai dubbi 
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Berkeley Dusk.
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Levels diventerà un Paperon De Paperoni mi sa 
Per rispondere a Raikiri: direi però che a questo punto si passa a un'autorealizzazione di sè stessi che può comprendere qualsiasi cosa ed è un punto di vista relativo, visto che la rason d'etre di ognuno di noi è diversa, perchè siamo noi che la vediamo in qualcosa e non è lei che viene da noi ad un certo punto della vita.
Anche perchè se noi andiamo avanti nel nostro percorso di vita, per cosa lo facciamo? La società in cui viviamo ci pone degli obiettivi fondamentali (Lavoro=stare bene ed essere stabile; Amore= sposarsi e procreare) che è vero, al fine della vita stessa non sono che cose non prettamente fondamentali, ma allora cosa è fondamentale per noi?
Magari si, non sono cose importanti al tal punto, se vivessimo in altro modo non ci porremo manco il problema e vivremmo bene comunque, ma sbattendoci la faccia praticamente ogni giorno, ad un certo punto la domanda ti sorge spontanea..., proprio perchè forse siamo indotti a considerarli importanti.... -
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Ma guarda io per soldi farei qualsiasi cosa 
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Berkeley Dusk.
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Anche attività illecite o poco "rispettabili"? XD.
