La dittatura fascista in Italia

La dittatura fascista in Italia
Riassunto di storia la dittatura fascista in Italia
Arrivato nel 1925 al potere Mussolini, costituì un regime totalitario privo di ogni libertà. La funzione legislativa fu assegnata direttamente al "duce", la libertà di espressione fu limitata, fu istituito un tribunale speciale per giudicare gli avversari politici, fu ripristinata la pena di morte, furono abolite le libere elezioni e al posto del sindaco fu istituita la figura del Podestà, nominato dal governo. Gli scioperi furono dichiarati illegali e sindacati furono sostituiti dalle corporazioni, che riunivano datori di lavoro e lavoratori, togliendo autonomia a questi ultimi e tutelando gl'interessi dei grandi gruppi industriali e agrari. In campo economico fu seguita una politica liberista, ma dopo la crisi del 1929 fu attuato il protezionismo. Il governo creò l'IMI (Istituto Mobiliare Italiano), istituto di credito pubblico che sosteneva le industrie in crisi, e l'IRI (Istituto per la Ricostruzione Industriale), che rese il governo azionista di alcune tra le maggiori imprese italiane. L'agricoltura fu sostenuta mediante la "battaglia del grano" che fornì incentivi per la produzione di cereali e la "bonifica integrale" che permise la messa a coltura di zone in precedenza malsane. Nell’insieme, le condizioni di vita della popolazione erano scadenti, i salari di operai e agricoltori erano bassi, mentre erano migliori quelli dei dipendenti statali. La politica economica del fascismo mirava a far raggiungere all'Italia l'autosufficienza produttiva e alimentare. Questa scelta portò però all'aumento del prezzo del grano e al calo del consumo medio. A partire dal 1935 l'indipendenza economica fu legata una politica di rafforzamento militare e di espansione territoriale. Il fascismo diede grande importanza all'aumento del consenso interno, mediante un'ampia opera di propaganda: furono fondate l'EIAR, ente statale che gestiva la radio, e l'Istituto luce, che produceva cinegiornali. Il contenuto dei giornali fu controllato in modo da escluderne le notizie negative, fino all'abolizione della libertà di stampa. La scuola fu al centro dell'opera di propaganda, proponendo nella figura di Mussolini un ideale modello di riferimento. Mussolini stipulò con la Santa sede i "patti lateranensi" (febbraio 1929), una serie di accordi che chiusero le controversie tra la Chiesa e lo Stato italiano. Al pontefice fu riconosciuta la sovranità sulla città del Vaticano. Il cattolicesimo fu dichiarata religione di Stato e al matrimonio cattolico furono riconosciuti effetti civili, le proprietà ecclesiastiche furono esentati dal pagamento di tasse e gli ecclesiastici dispensati dal servizio militare. In cambio la Santa sede riconobbe il regno d'Italia con Roma capitale. Questi accordi accrebbero il consenso di cui Mussolini godeva tra i cattolici, fino al 1925 fu possibile esercitare apertamente il dissenso, dopo, l'opposizione poteva esistere solo clandestinamente. Molti antifascisti si rifugiarono in Francia, dove tentarono di ricostruire i partiti e di portare avanti le loro idee politiche. L'ideologia e il sistema di governo fascista si affermarono anche in altri paesi europei, sia per gli sviluppi politici interni sia per intervento diretto di Mussolini. Movimenti politici a carattere autoritario si affermarono anzitutto nella penisola iberica. In Spagna un colpo di Stato portò al potere il generale Francisco Franco che vinse la guerra civile che seguì grazie all'appoggio delle forze fasciste italiane ed europee. In Portogallo emerse la figura di Salazar, che assunse i pieni poteri e il controllo totale dello Stato sopprimendo i sindacati, le libertà civili e le opposizioni politiche. In Austria le istituzioni democratiche ressero fino al governo Dollfuss, che nel 1933 sciolse il parlamento. In Ungheria si era creato un regime reazionario e autoritario. L'instaurazione di governi autoritari si estese anche a Bulgaria, Polonia, Lituania, Jugoslavia, Romania, Lettonia e Grecia, ma la più spietata forma dittatoriale antidemocratica, il nazismo, si formò in Germania.

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Kirito