Posts written by zokuzokuPuri

  1. .
    Psycho. :D
  2. .
    A questo punto allora direi che abbiamo trovato un punto di accordo, su questa cosa la penso come te :)
  3. .
    CITAZIONE (Queenmillennia @ 6/4/2014, 10:49) 
    Anche sul pensiero del Guicciardini ho delle perplessità. Forse l'egoismo muove la maggioranza, o forse come ogni forma di prevaricazione risulta più evidente di altre realtà. Non so se dipende dal mio punto di vista, talora eccessivamente idealista e ottimista, ma in caso di difficoltà e bisogno, ad esempio quando si verificano disastri e calamità, gli uomini riescono ad essere collaborativi e solidali in modo sorprendente e a dir poco commovente. Qual è allora la vera natura dell'uomo? Perché nel benessere persegue il proprio tornaconto, ma nel malessere cerca l'appoggio dei propri simili? Se si trattasse solo di opportunismo, la richiesta d'aiuto cadrebbe nel vuoto e nessuno presterebbe aiuto, spirituale o materiale che sia. Invece la solidarietà è un aspetto importante della nostra natura. A questo punto non è possibile generalizzare, gli uomini non sono tutti egoisti e neppure tutti altruisti, ma nemmeno è possibile fare una distinzione netta in buoni e cattivi, perché l'una o l'altra natura emergono nella singola persona a seconda della situazione. E' un discorso davvero molto complesso. Ma spostando l'attenzione sul singolo vado OT, dato che il fenomeno analizzato qui è la massa. E il discorso si fa ancora più complesso, trovandoci davanti a un fenomeno per me inspiegabile, per cui ogni soggetto, preso singolarmente, è apparentemente "buono" e capace di ragionare con la propria testa, ma poi, inserito nella massa o nel branco, diventa capace delle cose più nefande e atroci. Questo farebbe pensare che l'uomo sia un animale aggressivo e vigliacco, esattamente come lo è un cane, che da solo scappa e in branco attacca, sentendosi sicuro, in quanto spalleggiato dai compagni. Ma allora l'altruismo, la solidarietà, la grande generosità, la creatività, il coraggio, l'eroismo, di cui siamo capaci, cosa sono? La risposta che mi sono data, scervellandomi nel trovarne una, è che il genere umano sia assolutamente eterogeneo e mentre una parte è rimasta mediamente più vicina allo stadio animale, un'altra parte si evoluta maggiormente dal punto di vista civile.
    Ma l'aspetto istintivo e animale e quello più civile e razionale possono coesistere nella stessa persona, prevalendo ora l'uno, ora l'altro, a seconda delle circostanze. Una di queste circostanze potrebbe essere il sentirsi più al sicuro, spalleggiati e protetti all'interno di una massa.

    Forse è il mio pensiero ad essere pervaso da un forte pessimismo; però io la vedo in maniera abbastanza opposta alla tua su questo punto. Nemmeno io condivido appieno il pensiero di Guicciardini; ma comunque ritengo che l'egoismo sia insito nella natura umana. E' evidente che non tutti gli individui si comportano nel medesimo modo, di conseguenza il perseguimento del proprio particulare, che ci è tipico, si manifesta con diversa "intensità" da persona a persona. E' vero che di fronte a una situazione difficile gli uomini sono molto più solidali, ma perché questa solidarietà non dovrebbe essere subordinata al mero egoismo? Io, con un certo negativismo ammetto, sono portato a sostenere che la solidarietà sia comunque trascesa dall'interesse personale, e che sia adottata in funzione di esso. Talvolta i motivi egoistici non sono evidenti a primo impatto, ma se si guarda con attenzione un qualsiasi gesto, una qualsiasi azione, si può sempre trovare un, magari apparentemente celato, scopo di soddisfacimento personale. Sono d'accordo con te che la solidarietà sia un aspetto importante della nostra natura, ma non credo che essa sia avulsa dall'egoismo. Per quanto invece riguarda la definizione di "buoni" e "cattivi", così come lo sarebbe quella di "bene" e "male" ritengo che siano dei concetti davvero molto astratti. Quando un'azione è giusta? Quando è condivisa dalla maggior parte delle persone? Quando deriva da un ragionamento corretto? E chi stabilisce che quel ragionamento è corretto? E se per altri non lo fosse? Come vedete al riguardo io preferisco non dare pareri troppo rigidi. Sul fatto poi che l'essere umano sia assolutamente eterogeneo hai la mia totale approvazione.
  4. .
    Mio trovo in accordo con te Queen. :)
    Però più che a Hobbes, il quale sostiene come l'uomo sia malvagio e sia lupo per gli altri uomini (Homo Homini Lupus); mi sono rifatto al pensiero di Guicciardini, il quale non sostiene che l'uomo sia malvagio ma semplicemente che esso persegue il fine personale e guarda solo al suo particulare.
    Detto ciò forse sì Queen, per certi versi una guerra civile sarebbe l'unico modo per migliorare le cose. Ripartire da zero. In una situazione come quella in cui ci troviamo ora la restaurazione non può essere funzionale. "Renovatio", come dice Queen, potrebbe essere la risposta alla crisi.
    Le tue risposte sono davvero sempre molto pertinenti e interessanti Queen. :) Non nego che mi piacerebbe molto avere un faccia a faccia con te per un confronto filosofico. ^^
  5. .
    Secondo me quello non è il motivo, è la scusa. Il motivo in realtà non c'è, è come se fosse un postulato...
  6. .
    Ecco, questo è quello che io definisco un ragionamento superficiale e che fa acqua da tutte le parti.
    1) Anche ammettendo che sia una questione di abilità, allora potremmo asserire che la colpa è degli uomini che si fanno soggiogare da quattro sorrisi no?
    2) Detto questo che una ragazza non farebbe alcuna fatica è una tua idea molto personale, io non faccio sesso con ragazze a caso solo perché è una cosa facile.
    3) Esistono ragazzi facili e ragazze facili, così come esistono ragazzi con cognizione di causa e ragazze che ne hanno altrettanta.
    Fare una differenziazione sulla medesima azione solo perché compiuta da persone di sesso, religione o orientamento sessuale diverso non è che una demagogia razzista davvero di cattivo gusto che denota una scarsa capacità cognitiva.
    P.S: ci tengo a chiarire che il commento non è una critica a te Genjo, ci mancherebbe altro, è solo una critica a questo tipo di ragionamento. :)
  7. .


    La demagogia populistica italiana



    (Giorgio Gaber)

    Sulla base della concezione naturalistica e meccanicistica che, come detto nella prima parte, investe tutta la realtà umana, Hobbes riprende la teoria del contrattualismo sociale per spiegare sia l'origine dello stato, sia le norme che ne favoriscono il funzionamento. riprendendo le teoria del giusnaturalismo, Hobbes considera anche lui lo stato di natura come una condizione di aggressività permanente tra gli uomini ("bellum omnium contra omnes = guerra di tutti contro tutti"), in cui ogni uomo, secondo il celebre detto del filosofo latino Plauto, è lupo per ogni altro uomo: ciascuno è "homo homini lupus". E' una condizione di costante aggressione e di paura: infatti mentra, da una parte, l'uomo è portato a nuocere al suo simile, seguendo il proprio istinto aggressivo, dall'altra parte è succube di una condizione di terrore, cioè dalla paura di restare, a sua volta, vittima dell'altrui spirito aggressivo. Questa condizione di guerra permanente tra gli uomini può aver termine solo con la costituzione dello stato. Lo stato civile nasce, quindi, per Hobbes, dalla necessità di superare la condizione di guerra permanente dello stato naturale, impedendo e reprimendo il ricorso alla violenza individuale. Mentre lo stato di natura è una condizione di istintività, lo stato civile è un'opera della ragione, ed è l'antitesi di uno stato di natura. Per raggiungere la pace, gli uomini si dispongono a rinunciare alle leggi di natura che mancano di garanzia contro i violenti nonché di un'autorità che le renda esecutive, per cui, stipulando il patto, rinunciano a tutto. Lo stato che sorge conseguentemente, comporta quindi la rinuncia di tutti a tutto e un reciproco rispetto del patto, ma si rende necessario pure creare un entità superiore che garantisca l'osservanza del patto stesso. Ecco allora la necessità che ognuno, abdicando alla propria libertà individuale, renda possibile il potere di un sovrano che, garantendo l'osservanza del patto, assicuri ad ognuno la vita e il godimento dei beni. Tale sovrano deve, però, rimanere estraneo al patto: egli conserva tutti i poteri e, sostanzialmente, non ottiene nulla che già non abbia. Effettivamente mantiene il suo diritto su tutti. Ciò legittima l'assolutismo monarchico e, sulla base del principio contrattualistico, esclude qualsiasi legittimazione di origine divina da parte dello stato e del sovrano. Il patto che da origine allo stato civile non può essere revocato perché, come sostiene Hobbes, per revocare il patto stipulato occorrerebbe il consenso di tutti i contraenti, compreso colui al quale è deferito l'uso del potere, il che diventa pressoché irrealizzabile. Le esigenze di sicurezza e di pacifica convivenza spingono gli uomini a stipulare il patto sociale, rimettendo ad un sovrano quella parte di libertà a cui essi rinunciano: nasce così la suprema autorità dello stato, rappresentata dal sovrano, autorità che lo stato, una volta costituito, esercita sui suoi sudditi in modo esclusivo, senza condizionamenti né condivisioni con altre forze come ad esempio la chiesa. Il potere politico per Hobbes deve essere assoluto: o chi comanda ha in sé tutto il potere, e allora lo stato esiste, oppure i poteri sono divisi, e allora lo stato non esiste, essendoci al suo posto l'anarchia. Il popolo italiano è da sempre stato oggetto di critiche tanto esterne quanto, soprattutto, interne. Questo innegabile fatto è semplicemente dovuto a null’altro che ad una radicata tendenza del nostro popolo che consta in un inattaccabile e quasi totalitario disinteresse, da parte di tutte le classi sociali, nei confronti delle condizioni socio-economiche dei propri concittadini. Attualmente il nostro paese sta vivendo una difficile e difficilmente superabile crisi tanto economica quanto sociale; in parte certamente dovuta ad un sistema bancario e monetario capace di sfiorare l’autocrazia; ma altrettanto ad un grande problematicismo ormai attecchito nel pensiero degli italiani come un’erbaccia difficilmente estirpabile. Questo controproducente modus ponens divenne già il centro di una accanita satira negli anni novanta, gli anni in cui il grande Giorgio Gaber prese di mira proprio questa demagogia polemica che aveva colpito già da tempo sia la classe politica che il popolo. La satira di Gaber raggiunse il culmine del suo climax nella canzone “Io non mi sento italiano” che venne pubblicata nel 2003 (poco dopo la sua morte) nella quale palesò questa tipicamente italiana tendenza con i versi “persino in parlamento c’è un’aria incandescente, si scannano su tutto, e poi non cambia niente” [cit. Io non mi sento italiano, Giorgio Gaber, 2003]. Volendo essere pragmatici, il fulcro del problema che affligge il nostro paese è proprio questo: una innaturale e populistica tendenza a polemizzare su qualsiasi proposta senza controproporne una migliore. Dal lato del popolo questa sopracitata corrente tende a sfociare in una accanita critica politica, spesso fatta senza essere in possesso delle corrette informazioni. Lampante dimostrazione ne è l’attuale critica mossa nei confronti del Premier Matteo Renzi, così come, se pur solo in parte, quella passata contro l’ex cavaliere Silvio Berlusconi; polemiche fatte su basi decisamente più personali e private che politiche e sociali. Quello italiano è un popolo ideologicamente portato al mancato superamento di una crisi come quella attuale, proprio per il suo insito interesse al perseguimento del mero particulare personale, come sostenuto nel sedicesimo secolo dal filosofo, scrittore e politico italiano Francesco Guicciardini. All’interno del saggio “Manifesto capitalista. Una rivoluzione liberale contro un’economia corrotta” scritto da Luigi Zingales, viene argomentato come la crisi che ha colpito un gran numero di paesi nel mondo benché ardua sia superabile da paesi, come gli Stati Uniti, che hanno insiti nel loro DNA “i geni per intraprendere una riforma” [cit.] mettendoli poi in antitesi con altri scrivendo: “a differenza di altri Paesi in cui il populismo è sinonimo di demagogia e di dittature autocratiche” [cit.]. Sicuramente e fortunatamente la dittatura autocratica non rispecchia il caso dell’Italia, ma al contrario la demagogia sì; quello italiano è un popolo che sostiene continue differenziazioni tra le medesime azioni se compiute da diversi individui, che polemizza su qualsiasi scelta politica solo in quanto tale e che si occupa solo del perseguimento del fine personale e non di quello collettivo; in questo modo la crisi tanto temuta e odiata non avrà mai una fine se non con il crollo di tutte le istituzioni e dell’economia; ma in tal caso non sarebbe che l’inizio di una nuova conduzione del popolo stesso al medesimo risultato.





    @World Archive | RIPRODUZIONE RISERVATA ©

  8. .
    Sì il maschilismo esiste, ed è inoltre molto radicato nella nostra mentalità. La parte ironicamente terribile è che è spesso sono le donne stesse a essere maschiliste.
    Mi sembra un po' scontato fare questo esempio ma rende bene l'idea: Perché nella mente di moltissime persone, un uomo che va con tante donne è figo e una donna che va con tanti uomini è una meretrice? Non ha senso, eppure tanti esseri ragionano così. Sia uomini, sia donne.
  9. .
    Bella. Trovo più scorrevole la prima strofa, la seconda si strascica un po' di più nelle lettura, però mi piace, bravo kira.
  10. .
    CITAZIONE (Queenmillennia @ 3/4/2014, 06:30) 
    Per quanto complicato e non sempre attuabile, dà le sue soddisfazioni anche vivere controcorrente, purché non si sfoci nel fanatismo, nel "contro" a tutti i costi, nella ribellione cieca. Anche - e forse soprattutto - l'opposizione a certi modelli deve essere ragionata, imparando a discernere dove ci conviene glissare e dove sarebbe, invece, il caso di intervenire, prima di tutto con il proprio comportamento, ma anche nel tentativo di risvegliare le coscienze. Chiudere un occhio ogni tanto, farsi andar giù qualcosa che non ci piace, per quieto vivere, non è segno di stupidità o debolezza, ma di adattamento. Nel frattempo si possono ideare nuove strategie di condotta e di sopravvivenza. La consapevolezza e la mancata uniformazione agli squallidi modelli imposti e/o proposti dall'attuale società sono già un ottimo passo verso l'indipendenza e la libertà individuale.

    Mi trovo assolutamente in accordo con ciò che hai scritto. :*si.:

    No Calliope, io non penso che fra poco inizierà un'inesorabile discesa, io penso che questa discesa sia già iniziata da un bel po'. E' innegabile che i nostro modi di vestire, di parlare ma sopratutto di relazionarci tra noi e di pensare siano incredibilmente influenzate dai modelli che ci vengono più o meno celatamente imposti. Pensandoci bene la cosa è molto evidente: le nostre considerazioni, la nostra accezione di ciò che è giusto e cosa è sbagliato, di cosa spudorato e di cosa no; sono in gran parte dovute all'assimilazione dei modelli che abbiamo.
  11. .
    Che l'Italia sia un paese socialmente influenzato dalle istituzioni ecclesiastiche è vero, ma questo vale comunque per le vecchie generazioni. Le nuove generazioni (non voglio generalizzare ma mi sto riferendo a una rilevante percentuale) tendono a sbattersene le palle di tutto e di tutti e si può dire che siano influenzati da 2000 cose ma non dalla chiesa. Detto ciò ritengo opportuno osservare come sia ovvio il fatto che una coppia omosessuale possa nutrire il desiderio di avere un figlio, e io lo condivido e lo approvo. Il punto è, il bambino sarà in grado di crescere esattamente come tutti gli altri? Credo che, come per la maggior parte delle cose, la risposta sia "dipende"; sopratutto dall'ambiente in cui nasce e dalla larghezza di vedute delle persone con cui si relaziona. Ritengo che l'adozione di un bambino da parte di una coppia omosessuale sia una cosa da approvare, tuttavia mi riservo di dire che nella misura in cui ci sia la possibilità di fare adottare un cucciolo di umano sia da una coppia omosessuale sia da una coppia eterosessuale, la precedenza vada data alla seconda.
  12. .
    Un calorosissimo benvenuto a te e alla ragazza che si è rotta il cervelletto :D Mi dispiace davvero moltissimo per lei :cry:
    Se ti interessa qualche lezione di photoshop io sono disponibilissimo ;)
  13. .
    Voto Eren :)
  14. .
    Hai ragione; nella società in cui viviamo, anche per chi se ne rende conto, è impossibile avere una vita avulsa da influenze mediatiche. L'importante però, a mio avviso, è non vivere nell'illusione che non sia così.
  15. .

    Il nuovo oscurantismo



    La storia dell’uomo è costellata di epoche buie e di terrore, in cui assumeva un’importanza vitale sottostare a insensate imposizioni tiranniche banalmente giustificate da astratti e insensati princìpi teologici e falsamente religiosi. L’oscurantismo commisto al proibizionismo è sempre stato una potentissima e temibile arma nelle mani di pochi e potenti eruditi manipolatori e soggiogatori, i quali facevano largo uso della loro influenza sulle menti del popolo, che non aveva le basi necessarie per potere rendersi conto di essere oggetto di una mirata manipolazione, al fine di assoggettarlo a scopi personali fino ed elevarsi ad una condizione di totale superiorità avulsa da qualsiasi ostacolo.
    Il proibizionismo tuttavia non può sussistere per lunghi archi temporali, l’uomo è naturalmente portato a cercare una falsa libertà edonistica, quasi a volersi smarrire in un dedalo di false concessioni e libertà, al contempo nondimeno, non può esistere una società trascendente a qualsiasi forma di soggiogamento e controllo; questi princìpi non hanno quindi portato all’estinzione dell’oscurantismo, ma al contrario ad una sua metamorfosi ed evoluzione in ciò che si può sicuramente considerare la forma più infida: quella dell’oscurantismo edonistico; il quale dovendosi adattare ai pilastri del ventunesimo secolo, non consta più in una manipolazione del popolo basata sulla privazione dei diritti e su una forte e mirata, ma al contempo palese e identificabile censura, bensì in un celato giogo di finte concessioni di gran lunga più temibile. Come scrive Pier Paolo Pasolini in Scritti Corsari: “Si può affermare che la “tolleranza” della ideologia edonistica voluta dal nuovo potere, è la peggiore delle repressioni della storia umana.”; realisticamente infatti, questa ragionata tolleranza che sfrutta gli attuali idoli sociali, non è mirata a null’altro che ad un controllo della popolazione dato da una forte conformizzazione ai modelli imposti; processo che porta ad un auto inebriamento della “massa”, la quale sguazza nel suo piacere indotto, noncurante del resto, rendendola facilmente assoggettabile e manipolabile. Il popolo è quindi controllato da tutti quei suoi stessi bisogni tramutati in vizi e diventati oggetto di divertimento quali: il cibo, il sesso, il gioco e altri ancora; ma il fatto di essere controllati dalle nostre debolezze indotte non è l’unico prezzo da pagare per sopperire a ciò che la società sta compiendo, infatti, citando le parole di Remo Bodei in Destini Personali: “L’acclimatazione a questo sistema di potere e di cultura si paga con l’anestetizzazione e la banalizzazione dell’esperienza, anche a causa dell’inflazione dei desideri così scatenata e del corrispondente bisogno di gestire le inevitabili frustrazioni.”. Infatti lentamente ma inesorabilmente, quello che è il limite di ciò che potremmo definire il “pudore sociale” va ad allargarsi sempre più, sfociando all’interno dell’oblio della decenza, e questo non è che un altro accurato e studiato metodo per fare regredire l’identità dell’individuo fondendola al mero e superficialmente conformistico modus ponens collettivo. Il complesso di tutto ciò che rende tale l’assoggettamento della società ai modelli imposti è quello che si potrebbe definire nuovo oscurantismo, ed è la più grande minaccia della società, ma ancor più della personalità soggettiva che sia mai esistita; l’unico modo per fermare questa apparentemente inarrestabile corrosione della soggettività consta nell’acculturamento dell’individio e nella capacità del singolo di dare vita a un pensiero scisso dai postulati mediatici e inclusivo di una sensibilità umanistica tipica della nostra natura.

1440 replies since 22/7/2011
.