I have a dream: concludere la Dakar

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    I have a dream: concludere la Dakar


    Gianluca Tassi, diversamente abile dal 2003, sogna di portare a termine la massacrante Dakar. Non ha più gambe funzionanti, ma la sua folle determinazione lo spinge oltre i pregiudizi, i limiti fisici e psicologici. L'obiettivo è sostenere i portatori di handicap in tutte le loro attività

    Sport e disabili: un connubio che non trova mai visibilità sui mezzi di comunicazione se non quando si disputano le Paralimpiadi. La promozione dello sport per disabili è estremamente faticosa, soprattutto per una mancanza culturale e una disattenzione generale. Associazioni e cooperative in tante parti d’Italia stanno facendo molto, ma restano esperienze frammentate. All’estero - come ha detto la campionessa di sci e portabandiera italiana alle Paraolimpiadi di Torino, Melania Corradini - la disabilità è una normalità: ci sono molte più informazioni, uguaglianza tra le federazioni, attenzione da parte dei media e anche della gente comune allo sport per disabili. Ancora troppa è la disattenzione da parte dei politici italiani sempre più "benvoluti" dai propri elettori.

    IL SOGNO DI TASSI - Oggi, però, vogliamo raccontarvi una storia stupenda e scoperta davvero per caso: quella di Gianluca Tassi, diversamente abile dal 2003, che ha un sogno nel cassetto: portare a termine la massacrante “Dakar”, impresa sino ad oggi mai riuscita ad alcun disabile e ambizione di tutti i piloti del mondo. L’obiettivo è quello di dare a tutti i portatori di handicap fisici un concreto segnale di speranza e sostenere il loro inserimento e la partecipazione a tutte le attività.

    "LA VOLONTA’ NON HA LIMITI" - E’ questo lo slogan lanciato forte da Tassi, da sempre appassionato di velocità e motori, è stato campione di enduro e moto rally sino a quando un banale incidente lo ha inchiodato su una carrozzella rendendolo paraplegico. "Uno di Noi" è il nome del progetto interamente dedicato al sostegno di Tassi in questa incredibile impresa, che è stato svelato alla 4x4Fest e presentato anche al Motorshow di Bologna: "E’ una sfida che mi sento pronto a vivere fino in fondo - ha spiegato Tassi - con l’aiuto di tutti coloro che vorranno supportare il mio sogno e di tutte le carrozzelle che con il pensiero accompagneranno il mio Mitsubishi Pajero sino al traguardo finale. Io mi sento forte grazie alla fiducia e all’affetto che la gente mi dimostra, e voglio riuscire in questa impresa per dare un messaggio di speranza a tutti i disabili che si sono dimenticati che là fuori c’è un mondo da vivere".

    FINANZIAMENTI E UN CONCORSO - Ma la partecipazione alla Dakar 2012 è molto onerosa e necessita di finanziamenti. Per questo è stata istituita una nuova e originale forma di sostegno economico, detta "Sponsorizzazione Popolare": tutti possono contribuire alla realizzazione di questo sogno, aiutando Gianluca nella sua impresa. In palio c’è anche un’indimenticabile vacanza di 5 giorni a Buenos Aires dove il vincitore potrà partecipare alla presentazione ufficiale della Dakar 2012. Tra i Partners che hanno sposato il progetto, Guidosimplex, che fornirà i dispositivi speciali per il Mitsubishi Pajero T2/D preparato da R Team Ralliart Off Road Italy, con cui il pilota Gianluca Tassi e l’esperto navigatore toscano Massimiliano Catarsi potranno partecipare alla corsa.

    LA STORIA DI GIANLUCA - Nato a Perugia, Tassi inizia a correre a 14 anni e vince molti campionati regionali umbri di enduro. Nel 1982, agli Europei di enduro, entra nella nazionale italiana per poi passare ai moto rally e ai grandi raid africani dove vince una tappa al Rally di Tunisia. Partecipa a gare come il Nevada Rally, il Rally dei Faraoni e la Parigi-Dakar 1999. Trionfa in 16 campionati e titoli italiani motorally e nel 2002 vince l’Europeo. Nel 2003, a seguito di una caduta nel corso di un evento motoristico in Perù, riporta la lesione della spina dorsale e diviene paraplegico. Un trauma tremendo, ma passo dopo passo "ritorna alla vita", con l'accettazione dei nuovi limiti fisici, delle numerose difficoltà quotidiane ma anche con la voglia di ricominciare e di essere un esempio per gli altri, perchè la volontà può arrivare dove altro si ferma. Torna all'attività sportiva e, dal 2007, a correre in auto. Nel 2009 diventa il primo pilota diversamente abile a vincere una tappa tricolore ed è stato l'unico degli undici italiani in gara a portare a termine la massacrante Baja Espana Aragon 2010.

    IL FASCINO DELLA DAKAR - Non ha bisogno di presentazioni: un raid ambientato nei deserti e nelle steppe più impervie del mondo per mettere alla prova la resistenza fisica e psicologica di ogni partecipante, con le interminabili giornate di gara, il caldo, la sabbia e le insidie dei percorsi. E’ da sempre una corsa aperta a professionisti ma anche e soprattutto agli amatori: spesso si contano le vittime, ma tutti coloro che vi hanno partecipato almeno una volta riescono a dare forse un senso alla loro vita. La Dakar è una sfida al mondo e ai propri limiti, è sinonimo di libertà, una libertà che non si trova in altre gare. Una sfida dura per tutti e ancor più difficile per un disabile che, rispetto ad un normodotato, ha difficoltà di gran lunga maggiori. Ma Gianluca ha scelto di provarci, trasformando un ostacolo in un’opportunità. Non ha più gambe funzionanti, ma la sua folle determinazione lo spinge oltre i pregiudizi, i limiti fisici e psicologici. Equilibrio mentale, forza d'animo e tanta voglia di essere un esempio per tutti i diversamente abili. In bocca al lupo campione.
     
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