Rafa & Roger, leader senza riserve

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    Rafa & Roger, leader senza riserve



    Anche nel 2010 il maiorchino e lo svizzero si sono confermati i più forti giocatori del circuito. Tra le donne, promosse Clijsters, Wozniacki e Zvonareva. E gli italiani? 10 in pagella alla Schiavone, mentre gli azzurri hanno vissuto, ancora una volta, una stagione senza acuti

    TOP

    Roger Federer - Australian Open e Masters di Londra: il campione di Basilea ha iniziato il suo 2010 con il botto e lo ha chiuso allo stesso modo. Nel mezzo è incappato in qualche passo falso di troppo, ma sarebbe riduttivo riassumere la stagione di Re Roger ricordandosi soltanto di quanto fatto a Melbourne e alla O2 Arena.

    E' vero che gli Slam contano più di tutto il resto, e gli altri tre se li è accaparrati Nadal, ma se qualcuno pensa che a 29 anni, e dopo 66 titoli in bacheca, lo svizzero possa ancora dettare legge ovunque e comunque, forse è sulla strada sbagliata. Quando è in forma, Federer resta l'uomo da battere (assieme a Nadal), e difatti non è un caso che il suo dopo-Wimbledon sia stato un trionfo (quasi) continuo, tant'è che non è mai uscito prima delle semifinali. Fed-Express ha adottato la 'cura-Annacone' perché ha ancora voglia di lottare e migliorarsi, e all'occorrenza di cambiare tattica, forzando l'indole e gli schemi del suo tennis se l'avversario lo richiede...e l'avversario non può essere che Rafa, come si è visto ai Championships.

    Nel 2010 il maiorchino e lo svizzero si sono confermati i più forti - 2 Rafael Nadal - La classifica e i risultati parlano da soli: prima posizione mondiale, frutto di sette titoli in stagione, tra i quali tre Slam e altrettanti Masters 1000. Chi lo vedeva già sul viale del tramonto per via dei suoi problemi alle ginocchia sarà rimasto deluso.

    Scalzarlo dal trono sarà dura, perché il mancino di Manacor ha dato prova, se mai ce ne fosse ancora bisogno, di essere fenomeno un po' dappertutto, non soltanto sull'amata terra rossa. Ecco, proprio le sue ginocchia rappresentano il solo, possibile, appiglio per la maggior parte degli avversari. Se non è al top, diventa vulnerabile. In caso contrario, il suo 2011 rischia di essere la fotocopia dell'anno che sta volgendo al termine.

    Djokovic e la Serbia - Va bene, Nole non ha vinto alcuno Slam, con Pechino e Dubai rimaste le sole note liete nel circuito, e la finale di Flushing Meadows un'altra impresa rimasta a metà. Nel corso della stagione qualcosa, è innegabile, è andato storto, anche dal punto di vista tecnico (il servizio, per esempio, ha fatto le bizze...) ma The Djoker è stato bravo a riprendersi.

    Poi è arrivato il trionfo in Davis, merito (anche) dei sei set vinti a zero contro Simon e Monfils. Con una nota di merito al suo Paese che senza grosse tradizioni tennistiche ha piazzato tre rappresentanti nei primi 50 e ha conquistato l'Insalatiera. Aggiungiamoci Jankovic e Ivanovic in campo femminile, e la nostra invidia aumenta...A Nole e all'amico Troicki, un applauso in più per la spassosa imitazione della coppia Nadal-Shakira, anche se allo spagnolo non ha fatto ridere per nulla. E ancora complimenti a Nole per le altre trovate, quando entra in campo travestito con baffi e occhiali, o con la benda da pirata dopo i guai con le lenti a contatto: burlone sì, ma soprattutto campione.

    Claudio Pistolesi - Scusate la digressione, ma quando un coach italiano arriva ad allenare un top-ten bisogna fargli i complimenti. Il romano affiancherà Robin Soderling. Un campione, finalmente. Ha allenato comprimari e buone speranze, e da tutti loro ha saputo tirare fuori il meglio; ora è arrivato il giusto premio. L'ex di Suzuki, Berrer, Sanguinetti, Bolelli, Sugyama e Smashnova (tanto per citarne alcuni) ha una bella chance da sfruttare, ma come si fa a portare lo svedese più in alto di quanto non abbia già fatto Norman? Tanti auguri.

    Nel 2010 il maiorchino e lo svizzero si sono confermati i più forti - 3 Francesca Schiavone e il tennis italiano- La terra rossa di Parigi regala al nostro tennis un risultato storico: battendo in finale l’australiana Samantha Stosur, Francesca Schiavone diventa la prima azzurra a conquistare una prova del Grande Slam. E se consideriamo anche il settore maschile, bisogna tornare indietro di 34 anni, all’impresa di Andriano Panatta a Parigi, per ritrovare il nome di un italiano nell’albo d’oro del Roland Garros.

    A 29 anni la milanese diventa anche l’azzurra con la miglior classifica di sempre, balzando al numero 6 del ranking. Il capolavoro della Schiavone al Roland Garros – straordinario e probabilmente irripetibile - suggella il felicissimo momento del tennis tricolore; l'Italtennis in gonnella non era stata a guardare prima, con l'ingresso nella top-ten di Flavia Pennetta, e nemmeno dopo, con il terzo trionfo in Fed Cup e il successo della stessa Flavia al Masters di doppio, in coppia con Gisela Dulko. Purtroppo, è un capolavoro solo al femminile...

    Clijsters, Wozniacki e Zvonareva - Nel calendario WTA il nome delle vincitrici dei singoli tornei si è alternato con apprezzabile continuità, anche se metà degli Slam è finita nelle mani di Serena Williams. Che non ci sia l'americana sul nostro podio può apparire dunque un controsenso, ma è un peccato che una tennista ancora n° 1 'in potenza' finisca per cedere lo scettro a causa dello status di 'mezza-pensionata' che lei stessa ha voluto crearsi.

    I suoi infortuni sono sempre all'ordine del giorno, sarà iellata...(sul taglio al piede avvenuto in un ristorante, resta ancora un alone di mistero), ma Serena, di fatto, ha deciso che a contare sono solo gli Slam. Tutto il resto è noia. Brave ad approfittarne le varie Clijsters, Wozniacki a Zvonareva. Complimenti a Vera e alle sue due finali di Slam, eccezionale mamma-Kim ad imporsi a Flushing Meadows, benissimo anche Caroline, capace, a soli vent'anni, di chiudere l'anno al n° 1.

    FLOP

    Justine Henin - La WTA l’ha eletta ‘Comeback Player of the Year’ (rientrante dell’anno), noi invece la annoveriamo tra i flop internazionali. Sembra un paradosso, ma ci possono stare entrambi gli attestati. In effetti, l’ex numero 1 del mondo è tornata alle competizioni in grande stile, conquistando subito le finali di Brisbane e (soprattutto) dell’Australian Open. Ma a conti fatti i titoli nel 2010 sono soltanto due (Stoccarda e ‘s-Hertogenbosch) e non valgono certo uno Slam.

    A onor del vero, Justine ha saltato praticamente per intero la seconda parte di stagione, a causa di un infortunio al gomito. Mettiamola così: il suo 2010 è deludente se rapportato ai risultati ottenuti dalla connazionale Kim Clijsters: il comeback di mamma Kim ha conosciuto ben altre fortune. Ma non dobbiamo gettare la croce addosso alla Henin, perché se ha vinto poco non è stata tutta colpa sua.

    Nel 2010 il maiorchino e lo svizzero si sono confermati i più forti - 4 Venus Williams - Le critiche sono quelle già avanzate alla sorella Serena. Con una sottile differenza: se l'unico pensiero sono gli Slam, allora bisognerebbe vincerne qualcuno. I titoli di Dubai (battuta in finale la Azarenka) e Acapulco (messa ko la Hercog) sono poca cosa per una come lei. Sul futuro tennistico della Venere Nera (e sulle condizioni del suo ginocchio) si addensano numerosi punti interrogativi. Ancor più di Serena, è lei la maggiore incognita dell'anno che verrà.

    Simone Bolelli - La più grande speranza del nostro tennis si è pian piano (ma neanche troppo) inabissato in un vortice di risultati e classifica, dal quale fatica tremendamente a uscire. Soltanto due anni fa, Simone faceva l'ingresso nei primi 40 del mondo e in molti erano pronti a scommettere su un suo futuro da top ten. Poi sono giunti i problemi con la Federtennis, la separazione consensuale con coach Caludio Pistolesi e l'inizio della collaborazione con Riccardo Piatti, che si è già conclusa.

    I troppi ko nel 2010 e una classifica anonima (attualmente è fuori dai primi 100) fanno a pugni con le sue potenzialità. Speriamo possa trovare la forza di reagire perché il tennis italiano ha bisogno di lui.

    ...e il tennis italiano - Per fortuna, generalizzando, non è andato tutto storto, come è accaduto a Simone; qualcosa di buono si è visto, un po' a sprazzi, con i vari Fognini, Starace e Seppi. In particolare il primo, ha dimostrato di possedere qualità tecniche e atletiche importanti, e le maratone vinte contro Monfils e Verdasco devono convincerlo che la strada intrapresa è quella giusta. Ma è ancora troppo poco. Quello che manca, ai nostri giocatori, è la continuità di risultati. Per questo la classifica è impietosa, e nei primi 40 non si vede l'ombra di un azzurro.

    Nel 2010 il maiorchino e lo svizzero si sono confermati i più forti - 5 Andy Roddick - Miami (titolo) e Indian Wells (finale) sono state soltanto due fortunate parentesi in una stagione al di sotto delle aspettative. I limiti di A-Rod (è la parte 'sinistra', come si sa, o se vogliamo, tutto ciò che non contempla lo schema servizio-diritto) ogni tanto riemergono finendo per punirlo oltremodo. Rischiano di sfiduciarlo eccessivamente. A Londra non ha vinto una sola partita del Round Robin...non il modo migliore per chiudere il 2010.

    Un po' più in basso troviamo Fish, Querrey e Isner: tra top e flop, il tennis americano resta nel limbo. Per tutti loro il 2010 è stato infatti l'anno del best ranking, per Isner resterà soprattutto quello della battaglia dei record sull'erba di Wimbledon. Ma gli Stati Uniti che cercano un nuovo top ten dovranno pazientare ancora. Nell'attesa, hanno potuto ammirare le gesta del giovane Ryan Harrison che agli US Open ha sfiorato - tra i rimpianti dei match point falliti con Stakhovski - il 3° turno dopo essere partito dalle qualificazioni. Giovani promesse crescono, mentre Taylor Dent appende definitivamente la racchetta al chiodo. Mancherà a tutto il tennis, non solo agli USA.
     
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