Cunego in giallo, Kruijswijk: una stella?

Giro di Svizzera

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    Cunego in giallo, Kruijswijk: una stella?

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    L'olandese della Rabobank vince per distacco la 6a tappa del Giro di Svizzera davanti a Leipheimer e a Cunego. Bravo Caruso (Katusha), quinto a 21''. La maglia gialla resta sulle spalle di Cunego, che adesso dovrà guardarsi soprattutto da Leipheimer in vista della cronometro finale. Si ritira Soler

    Abbiamo imparato a conoscerlo al Giro d’Italia, quando nel corso dell’undicesima tappa, quella con arrivo a Castelfidardo, fu ripreso a 2.5 km dall’arrivo. Il 19esimo posto a Macugnaga ci aveva poi fornito altre conferme, e così aveva fatto la lunga battaglia per la maglia bianca con Roman Kreuziger. Steven Kruijswijk è un corridore forte, completo (discreto anche a cronometro) e al Giro di Svizzera sta confermando quanto di buono ha mostrato nel corso del Giro d’Italia più duro degli ultimi anni.
    La sesta tappa della 75esima edizione della corsa elvetica premia il suo coraggio, ma soprattutto la sua intelligenza: il saper scattare nel momento giusto e con la convinzione necessaria per staccare i rivali. Cunego, che si conferma leader della classifica generale, è terzo al traguardo: ci si aspettava qualcosina di più dal veronese, ma tutto sommato va bene così. Secondo è Leipheimer che proprio a Cunego rosicchia nove secondi (più l’abbuono) e lo avvicina in classifica generale: e questa in ottica cronometro finale non è una buona notizia. Bravo Caruso, quinto a 21 secondi. Chi frana invece è Franck Shleck (di Andy non parliamo nemmeno), che cede nella salita finale dopo aver messo la sua squadra a tirare per tutto il giorno e che poi diventa un fantasma lungo l’ascesa con arrivo a Malbun.
    In precedenza la tappa era stata caratterizzata dalla fuga di tre uomini, Gorka Izagirre, Sylvain Chavanel e Angel Madrazo. I battistrada, partiti a 82 km dal traguardo, arrivano a guadagnare anche quasi cinque minuti sul gruppo maglia gialla guidato sempre dai Lampre di Damiano Cunego. Poco prima, quando di km ne erano stati percorsi circa 50, da segnalare c’è il ritiro del colombiano Mauricio Soler, ex maglia gialla della corsa e alla vigilia di questa tappa secondo in classifica generale a 54 da Cunego. Caduto al 12esimo km, Soler prova comunque a restare in gara, ma – nonostante la corsa sia addirittura fermata per tre minuti a 100 km dall’arrivo per dare a lui e agli altri "caduti" la possibilità di essere curati – il colombiano della Movistar è costretto ad alzare bandiera bianca per via delle troppe contusioni procurate dallo scivolone di inizio giornata.
    Con l’arrivo che si avvicina è il Team Leopard a mettersi davanti a menare per Frank Schleck. A fare il ritmo quella moto di Cancellara, che in pochi km dimezza lo svantaggio: ai piedi della salita, quando davanti resta solo Izagirre, il distacco del gruppetto maglia gialla ormai ridotto a una ventina di unità è di circa un minuto e mezzo. L’ascesa che porta all’arrivo di Malbun, in Liechtenstein, è una salita vera, durissima, la più impegnativa di questa edizione del Giro di Svizzera: 14.4 km con un dislivello di 1000 metri e una pendenza media del 9% con punte anche del 12.
    A 6 km dall’arrivo, Danilo Di Luca perde le ruote dei migliori dove a fare l’andatura c’è sempre un bravissimo Monfort (Team Leopard), a 5 viene ripreso e staccato l’ultimo dei fuggitivi all’attacco, Izagirre, quindi ai meno 4 dall’arrivo la strada spiana leggermente per poi tornare a salire nei 2 km finali: e qui la pendenze diventano davvero impegnative. Il primo a muoversi tra i big della classifica è Mollema, ad andargli dietro è Damiano Cunego che poi riparte con decisione. Ma il veronese non riesce a fare la differenza come in occasione della terza tappa: quindi contro-attacca Kruijswijk a 2 km dall’arrivo. Lo scatto dell’olandese della Rabobank è violento, dietro non lo tengono: Frank Schleck sparisce, Ten Dam fatica, mentre Cunego – che cerca di staccarsi di dosso la sagoma di Leipheimer - nel finale cede invece qualcosa all’americano della RadioShack che taglierà il traguardo con una decina di secondi di vantaggio sul veronese della Lampre.
    Mentre Tejay Van Garderer perde posizioni e convinzione sulle rampe finali, davanti la copertina di giornata è tutta per un bravissimo Steven Kruijswijk, che a Malbun conquista la prima vittoria della carriera. Un successo meritatissimo, che conferma quanto di buono mostrato dall’olandese nell’ultimo Giro d’Italia. La maglia gialla resta sulle spalle di Damiano Cunego; Mollema sale al secondo posto a 1’23’’. Domani altra tappa (molto lunga, oltre 200 km) in "trasferta"; si scollina in Austria, il percorso è tutt’altro che agevole, ma piuttosto nervoso e con due salite di prima categoria, la seconda negli ultimi km della corsa. L’arrivo non è in quota, ma non è detto che non succeda comunque qualcosa...



    Andrea TABACCO / Eurosport
     
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