Platone

Platone



Platone nasce ad Atene nel 328 a.C e muore sempre ad Atene nel 348/347 a.C.
Fu l'allievo di SOCRATE e tutta la filosofia platonica viene fortemente influenzata dal maestro, gran parte di ciò che sappiamo oggi di Socrate è giunta sino a noi grazie agli scritti di Platone.
La vita di Platone si divide in tre fasi:
1) Fase socratica
2) Fase della maturità
3) Fase della vecchiaia
Nella prima fase troviamo opere come l'"Apologia" e i l"Cratilo" dove difende Socrate ed espone le proprie idee al riguardo affermando che Socrate ha fatto la cosa migliore accettando la morte piuttosto che rinnegare le proprie idee.
Anche l'allievo come metodo d'"insegnamento" (non è proprio corretto usare il termine "insegnare" con Platone e Socrate) il Dialogo, ma a differenza del maestro, accetta di scrivere le proprie idee rendendo la propria filosofia accessibile a tutti.

Nella seconda fase Socrate incomincia a dare qualcosa di nuovo alla filosofia dell'epoca, ovvero espone una sua teoria sulle "Idee". Anche se Socrate era già stato condannato, l'allievo sosteneva che se fosse ancora vivo sarebbe giunto alla stessa conclusione dell'allievo dal momento che il maestro ha sempre sostenuto che prima di morire sarebbe giunto alla verità. Le Idee, secondo Platone, risiedevano nell'"Iperuranio" (oltre il cielo), entità perfette ed immutabili che suddivide in due categorie: idee-MATEMATICHE (canoni, teoremi, ecc...) e idee-VALORI, ossia l'etica perfetta.
Secondo Platone il nostro mondo, ossia il mondo fisico, è una copia imperfetta e mutabile del mondo delle idee, ma qual è il nesso tra i due mondi?
Platone individua tre motivazioni:
1) MIMESI: ovvero l'imitazione della perfezione.
2) METESSI: ossia la partecipazione, ad esempio, una cosa non può essere bella se non partecipa all'idea stessa del "bello".
3) PARUSIA: il valore dell'idea, attenzione, da non confondere con l'idea-VALORE.
Se pensate che questi tre punti siano incomprensibili non vi preoccupate, Platone stesso ne era dubbioso, ma con "Il mito della caverna" possiamo rendere un po' più comprensibile ciò che l'allievo esplicava nelle sue tesi.

Il mito della caverna



Come abbiamo detto precedentemente, secondo Platone, le idee hanno origine nell'Iperuranio, dunque noi saremmo solo usa sorta di "copia" di ciò che si trova in questa caverna. Infatti, secondo l'allievo prediletto di Socrate nella caverna ci sono dei prigionieri incatenati, costretti a guardare solo dinanzi a sè. In fondo alla caverna si vedono delle ombre, ombre di statuette che sono poste dietro ai prigionieri e sono visibili grazie ad un fuoco posto anch'esso dietro ai prigionieri. Essendo costretti a guardare solo le ombre delle statuette (che rappresentano tutto ciò che esiste nel mondo fisico), i prigionieri sono convinti che le ombre degli oggetti siano la realtà stessa. Se uno dei prigionieri riuscisse a a spezzare le catene e voltarsi, vedrebbe i portatori delle statuette, e se riuscisse a superare il muro vedrebbe anche che le statuette non sono altro che l'imitazione della realtà. Il prigioniero, inoltre, abituato al buio della caverna non riuscirebbe a godere della bellezza del sole, abituando i suoi occhi gradualmente allo splendore dell'astro ne apprezzerebbe appieno lo splendore. Consapevole di una nuova realtà cercherebbe di tornare nella caverna per rendere partecipi a tanto splendore i compagni prigionieri ma verrebbe deriso e accusato di avere gli occhi "guasti" e verrebbe ucciso dai compagni di schiavitù nel tentativo di spezzare le loro catene e portarli fuori dalla caverna.
E' di facile intuizione ciò che Platone vuole esprimere tramite questo mito.
La caverna simboleggia il nostro mondo, gli schiavi rappresentano gli uomini, le catene l'ignoranza, le ombre delle statuette simboleggiano come l'uomo vede le cose, ovvero in un modo superficiale, il fuoco, tanto caro ai filosofi presocratici mediante il quale spiegano l'origine di tutto (archè).
Inoltre mediante questo mito, Platone spiega la missione che ogni filosofo ha nei confronti della società; lo schiavo che osserva il sole e ne rimane meravigliato simboleggia la verità suprema che il filosofo raggiunge, mentre l'uccisione dello schiavo rappresenta un po' la sorte che è toccata al maestro essendo riuscito a giungere ad essa, cercando di spezzare le catene del bigottismo dell'uomo viene deriso e condannato a morte.

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.-Anastasia-