Posts written by Brian O'Conner

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    Van Bommel "Sì, piaccio al Milan"


    Il centrocampista del Bayern ammette l'interesse rossonero, ma racconta anche che ci sono altri club pronti ad acquisirlo. Lui, per il momento, non ci pensa e valuta se restare fino a giugno, data di scadenza del contratto, o partire ora

    C'è aria di Milan in casa Van Bommel. Già nei giorni scorsi se n'era parlato, ma ora lo stesso giocatore del Bayern Monaco esce allo scoperto e ammette l'interesse dei rossoneri nei suoi confronti.

    In un'intervista rilasciata all'emittente radiofonica olandese "Radio 538", il centrocampista parla della sua posizione attuale nei confronti della società di via Turati. "Stiamo parlando con loro - ha dichiarato Van Bommel - ma al momento non voglio pensarci finché l'interesse non si trasformerà in qualcosa di concreto".

    Il Milan però non è l'unica squadra interessata al giocatore. "Ho richieste anche da società inglesi e olandesi - svel - tra queste c'è anche il Psv Eindhoven. Non ho ancora deciso nulla, né parlato direttamente con nessun club, ho tempo per scegliere, potrei andar via adesso o a giugno".

    In effetti giugno potrebbe essere un'opzione più golosa per i club interessati: il contratto di Van Bommel è in scadenza e a giugno potrebbe quindi liberarsi a parametro zero.
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    La paura di Alonso? Schumacher


    Il pilota della Ferrari vede nel tedesco l'avversario più pericoloso nel 2011: "L'avversario più forte? A gennaio dico Schumacher: è un pilota super e se avrà una macchina a posto, sarà il contendente che dovremo temere di più". Intanto, il suo compagno di team, Massa concorda ma promette battaglia

    LOTTARE PER VINCERE - Calato il sipario sulla passata stagione, il Mondiale 2010 vinto dalla Red Bull è ormai un ricordo e i piloti pensano solamente al nuovo anno. L'obiettivo è sempre lo stesso, vincere. La lotta sarà serrata e in prima fila ci sarà anche la Ferrari di Fernando Alonso. E' proprio lo spagnolo, nella conferenza stampa di presentazione al Wroom 2011 di Madonna di Campiglio, a parlare della voglia di riscatto della Rossa dopo il titolo iridato sfumato proprio nell'ultimo Gran Premio di Abu Dhabi. "Per quel che riguarda Abu Dhabi, si vince e si perde insieme: in quel momento per noi le scelte erano giuste, ma adesso non voglio pensarci più. Continuare a farlo, significa dare un vantaggio agli avversari - spiegaAlonso che ha le idee piuttosto chiare -. Il nostro obiettivo è lottare per due titoli, quello piloti e quello costruttori. Sarebbe bello poter ripetere quello che abbiamo fatto durante l'ultima stagione e cercare di vincere il Mondiale".

    ALONSO NON SI SENTE UN LEADER E PUNTA SU SCHUMI - Si parla della concorrenza all'interno della scuderia di Maranello. Alonso è una presenza ingombrante per il suo compagno di team, Felipe Massa che soffre la concorrenza e il fatto che lo spagnolo possa essere il leader della squadra. Ma il pilota iberico spegne subito il fuoco di un'eventuale polemica: "Mi sento un leader, ma non 'il' leader". Alonso preferisce concentrarsi sulla corsa al titolo 2011. Tra gli avversari, l'ex pilota Renault teme soprattutto Michael Schumacher, uno che ha fatto la storia della Formula 1 e della Ferrari in particolare: "L'avversario più forte? A gennaio dico Schumacher: è un pilota super e se avrà una macchina a posto, sarà il contendente che dovremo temere di più. Spero comunque che la Ferrari sia competitiva e che il mio avversario principale sia Felipe Massa".

    IL DOTTORE? E' IL MIGLIORE - Infine, Alonso regala una battuta su Valentino Rossi. L'asturiano non ha dubbi: "Valentino lo conosco da un po' di tempo, ho avuto modo, poi, di conoscerlo l'anno scorso quand'è venuto a Maranello. E' un ragazzo eccezionale, il miglior pilota della storia".

    MASSA PROMETTE BATTAGLIA - Ma mai fare i conti senza l'oste. Alonso vuole lottare nella nuova stagione, ma Massa promette altrettanto per riscattare un 2010 che non l'ha visto protagonista. "Se posso guidare come voglio, so che per il titolo mondiale posso dire la mia - afferma il brasiliano a Madonna di Campiglio -. So di non avere disputato una buona stagione l'anno scorso, ho avuto problemi soprattutto con i pneumatici anteriori perchè non sono mai riuscito a trovare il giusto grip, ma questa è una nuova stagione, con una macchina nuova ed il feeling è già buono".

    Su un punto concorda con il suo compagno di squadra. "L'avversario più forte? Schumacher per quello che ha vinto è sempre il numero uno, ma io sono pronto per la battaglia, anche con Alonso. Non mi sento sotto esame, in Ferrari è sempre stato così", conclude.
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    ATP, Auckland - Ferrer e Nalbandian non steccano


    Ad Auckland, come da pronostico, i favoriti avanzano in semifinale. Lo spagnolo batte Kohlschreiber e affronterà il colombiano Giraldo. L'argentino, invece, supera Isner e se la vedrà con lo spagnolo Almagro

    ATP AUCKLAND

    Attendendo l'inizio degli Australian Open, si gioca anche ad Auckland dove, i pronostici, sono tutti rispettati. Si è delineato il quadro delle semifinali che vede opposti da una parte David Ferrer, testa di serie numero 1 e Santiago Giraldo, dall'altra, invece, il numero 6 del seeding David Nalbandian e il numero 2 del tabellone Nicolas Almagro.

    Ferrer fatica un po' per avere la meglio sul numero 8 del tabellone, il tedesco Philipp Kohlschreiber. Servono tre set allo spagnolo per sconfiggere il tennista teutonico. 6-3, 7-6(4), 6-3, il risultato dei parziali a favore dell'iberico. Sulla sua strada, ora, c'è il colombiano Santiago Giraldo, vincente in due set sul brasiliano Thomaz Bellucci, Davvero poco da dire su un match che vede Giraldo superare nettamente l'avversario, come dimostra il risultato dei parziali: 6-2, 6-4.

    Premesse positive per quanto riguarda l'altra semifinale che vede opposti l'argentino Nalbandian e lo spagnolo Almagro. Il sudamericano fatica soprattutto nel secondo parziale per avere la meglio sullo statunitense John Isner. Dopo aver vinto il primo set per 6-4, Nalbandian si gioca il secondo al tie break dove s'impone per 7-4. Lo spagnolo, invece, ha bisogno di tre set per eliminare il qualificato francese Adrian Mannarino per 7-6 (3) 6-7 (1) 6-2.

    WTA HOBART

    Si gioca anche ad Hobart dove Giove Pluvio, in questi giorni, l'ha fatta da padrone, costringendo, dunque, gli organizzatori del torneo a rivedere la programmazione. Brutte notizie, purtroppo, per i colori azzurri, scoloriti dalla pioggia. Sara Errani e Roberta Vinci, infatti, escono di scena ai quarti, mentre Alberta Brianti al secondo turno. La prima si arrende alla cinese Shuai Peng per 6-1, 6-3, la seconda, invece, cede alla numero 40 del mondo, l'australiana Jarmila Groth per 6-1, 6-2. La Brianti, proveniente dalle qualificazioni, infine, cade appunto al secondo turno contro la numero 5 del seeding, la ceca Klara Zakopalova per 1-6, 6-4, 6-2.

    Di seguito gli altri risultati dei quarti di finale:

    K. Zakopalova (5) b. M. Bartoli (1) 6-4 6-2

    B. Mattek-Sands b. A. Kerber 6-4 6-4
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    Griffin stende Miami, Beli infortunato


    I Clippers fermano a 13 la striscia di vittorie consecutive esterne di Miami, con la 30esima doppia-doppia consecutiva del rookie Blake Griffin. Boston resuscita dopo il ko con Houston strapazzando Sacramento, i Lakers passano faticando in trasferta contro Golden State

    LA CLIPPERS-MIAMI 111-105

    Con 24 punti e 14 rimbalzi, Blake Griffin scrive a referto la sua 24esima doppia-doppia consecutiva (e la 30esima in stagione), ma quello che più interessa, per una volta tanto in cui si parla dei Clippers, è il risultato finale. La seconda squadra di LA spezza infatti la striscia aperta di 13 vittorie esterne consecutive degli Heat, scalzando in contemporanea la squadra di LeBron James dal primo posto nella Eastern Conference, ripreso dai Celtics. A dar manforte al candidato principe per il "Rookie of the Year", ci sono Eric Gordon, che ne mette 26 con 8/15 dal campo, e Baron Davis, che partecipa con 20 punti e 9 assist. Occhio, perché i Clippers ne hanno vinte 8 delle ultime 11, e se non fosse stato per quel terrificante inizio stagionale (1-13), la situazione in classifica sarebbe ora leggermente differente. Dwyane Wade è il top-scorer per gli Heat con 31 punti, cui seguono James (27) e Bosh (26): dopo la partita, LeBron si è sottoposto a una radiografia per controllare una caviglia leggermente distorta, ma l’esito è stato negativo: il suo status è day-to-day. "Ci hanno sorpreso sin dall’inizio – commenta coach Erik Spoelstra riferendosi al primo quarto da 44 punti (season-high) e da 77% dal campo dei Clippers, che hanno poi chiuso a quota 68 all’intervallo – sembrava di essere in un pantano. È stato troppo difficile riuscire a recuperare".

    Si ferma a 13 la striscia di successi esterni consecutivi degli Heat - 2 NEW ORLEANS-ORLANDO 92-89 OT

    La partita di Marco Belinelli dura soltanto un minuto, il tempo di raccogliere un rimbalzo e di distorcersi la caviglia destra. Coach Monty Williams guarda la panchina e vede Marcus Thornton, reduce da un imbarazzante 6/33 dal campo nelle 7 gare precedenti. Ci pensa su qualche secondo, poi si fida: "Vai". E Thornton, questa volta, non delude: 22 punti e 9 rimbalzi in 32 minuti, compresi due canestri dal perimetro decisivi nel tempi supplementari e i due tiri liberi della staffa a 11" dalla sirena: gli Hornets interrompono così la striscia di 9 successi consecutivi degli avversari, letteralmente rivitalizzati dopo la trade che ha portato in squadra Arenas, Turkoglu e Richardson. Ai Magic non basta la grande prova di Dwight Howard (29 punti e 20 rimbalzi), che commenta così a fine partita: "Abbiamo sbagliato tanti tiri liberi e questo ci è costato, così come abbiamo gestito male diversi possessi decisivi – dice Superman riferendosi ai soli 89 punti messi a referto da una squadra che viaggiava oltre i 107 nelle precedenti 7 gare – abbiamo commesso una lunga serie di errori che non ci ha messo nelle condizioni di vincere".

    Si ferma a 13 la striscia di successi esterni consecutivi degli Heat - 3 GOLDEN STATE-LA LAKERS 110-115

    Dopo la passeggiata di ieri notte contro Cleveland, sotterrata di 55 punti, i Lakers centrano il sesto successo consecutivo faticando, però, non poco per spezzare le reni di Golden State. All’Oracle Arena di Oakland è necessario un super Kobe Bryant da 17 punti negli ultimi 5’49" (alla fine chiuderà a quota 39) e una tripla di Ron Artest (su assist dello stesso Black Mamba) allo scoccare del 46’. Gli Warriors, con strettissima rotazione a 8 giocatori, non riescono a conservare un vantaggio di 14 lunghezze costruito a inizio partita, e soccombono difensivamente subendo 46 punti nell’ultimo parziale: non bastano i 38 punti di Monta Ellis così come i 27 di Dorell Wright, che spara anche 5/11 dall’arco. "Abbiamo controllato meglio il ritmo della partita nel secondo tempo - dice coach Jackson dei suoi letargici Lakers - siamo riusciti a limitare il numero delle palle perse, abbiamo preso tiri migliori e servito di più Pau Gasol (24 punti e 11 rimbalzi per il catalano, ndr). Poi, Kobe ha chiuso la partita da solo".

    Si ferma a 13 la striscia di successi esterni consecutivi degli Heat - 4 BOSTON-SACRAMENTO 119-95

    Paul Pierce e Ray Allen mettono subito in chiaro che i Celtics non intendono più farsi sorprendere come successo l’altra notte, quando la squadra di Doc Rivers venne battuta contro ogni pronostico dagli Houston Rockets privi di Yao Ming e Kevin Martin, sconfitta che costò il primato nella Eastern Conference. I biancoverdi non scherzano con Sacramento e, complice il ko di Miami allo Staples Center contro i Clippers, tornano in vetta a Est, sospinti dai 25 punti di Paul Pierce, dai 14 di Allen e dalla doppia-doppia da 10 punti e 13 assist di Rajon Rondo. "Ci siamo allenati molto duramente martedì. E i risultati si sono visti sul campo - il commento di coach Doc Rivers, che con la 309esima vittoria sulla panchina biancoverde sorpassa KC Jones al terzo posto nella speciale graduatoria -. Speravamo che la partita contro Houston fosse soltanto un passaggio a vuoto, e così è stato". Per i Kings, ancora senza Tyreke Evans e con Pooh Jeter in cabina di regia in quintetto, ci sono 17 punti di Carl Landry in uscita dalla panchina e 16 di Beno Udrih.

    Si ferma a 13 la striscia di successi esterni consecutivi degli Heat - 5 INDIANA-DALLAS 102-89

    Era dal 30 novembre che i Pacers non vincevano due partite consecutive (Los Angeles + Sacramento): e dopo aver spezzato un lungo digiuno esterno ieri notte con il successo a Philadelphia, la squadra di Jim O’Brien torna alla Conseco Fieldhouse sorprendendo anche i Dallas Mavs ancora orfani di Dirk Nowitzki, ai box per l’ottava partita consecutiva. E in otto gare senza il tedescone, Dallas ha raccolto soltanto due successi, vedendo tristemente rovinarsi il record che la mantiene ancora, al pelo, al secondo posto nella Western Conference. Il mattatore dei Mavs è il rookie Paul George, che esplode il suo season-high di 16 punti con due triple consecutive che lanciano i Pacers sul +12 (83-71) a 10’ dalla sirena: da quel momento in poi, Indiana riuscirà ad amministrare il vantaggio non scendendo mai sotto i 6 punti di margine. "Non risponderò a nessuna domanda su Nowitzki - dice un affranto Rick Carlisle in conferenza stampa nel dopo-gara - non può giocare, dunque non è un argomento di discussione. Dobbiamo vincere con i giocatori che abbiamo". Ma ai Mavs non sono bastati i 18 di Jason Terry dalla panchina e i 13 a testa di Kidd e Chandler.

    Si ferma a 13 la striscia di successi esterni consecutivi degli Heat - 6 TORONTO-ATLANTA 101-104

    Dopo aver trascorso tutto il martedì a girovagare attorno alla Philips Arena per poi scoprire che il match contro Milwaukee era stato posticipato per le avverse condizioni meteo, gli Hawks partono in nottata per il Canada, destinazione Toronto. Provata come se avesse realmente giocato in back-to-back, Atlanta fatica non poco contro i Raptors, e ci vuole tutto il talento di Jamal Crawford (36 punti, season-high) per tenere la squadra della Georgia a contatto prima che Mike Bibby piazzi la tripla decisiva della vittoria con poco più di 8" ancora da giocare. Ai Raptors non serve dunque il season-high di Leandro Barbosa, a referto con 26 punti in uscita dalla panchina, così come i 26 con 12/22 dal campo del Mago Bargnani, che fallisce la tripla del possibile pareggio sulla sirena.

    Si ferma a 13 la striscia di successi esterni consecutivi degli Heat - 7 CHARLOTTE-CHICAGO 96-91

    Decisamente impronosticabile, ma dopo l’esonero di coach Larry Brown i Bobcats stanno giocando bene. Molto bene. E con Paul Silas è arrivata la quarta vittoria consecutiva con annessa risalita all’ottavo posto nella Eastern Conference: ma la sterzata è arrivata da parte di Michael Jordan in persona, che ha presenziato all’ultimo allenamento della squadra dando indicazioni ai giocatori in vista della partita contro la sua ex-squadra. E in particolare, MJ si è rivolto a DJ Augustin, motivandolo a dismisura per il confronto diretto con Derrick Rose. E la point-guard dei Bobcats ha risposto alla grande, con una prestazione da 22 punti e 12 assist (carrer-high), costringendo, dall’altra parte, Rose a una misera serata da 5/17 al tiro. Tanta roba anche da Tyrus Thomas, che strapazza la sua ex-squadra con una doppia-doppia da 17 punti e 13 rimbalzi in uscita dalla panchina, così come positivo è stato il rientro di Gerald Wallace: 14 punti e 7 rimbalzi in 41 minuti.

    Si ferma a 13 la striscia di successi esterni consecutivi degli Heat - 8 DETROIT-MEMPHIS 99-107

    Nonostante il nuovo starting-five e la panchina pura per Richard Hamilton, al centro di tante voci di mercato negli ultimi giorni, il trend negativo dei Pistons non cambia. E mentre Rip sempre allontanarsi, Detroit viene affossata proprio da un giocatore che è stato accostato a lungo alla franchigia del Michigan: Zach Randolph. L’ex-Portland realizza 34 punti con 17 rimbalzi, piazzando la sua nona doppia-doppia in carriera contro i Pistons, squadra che, evidentemente, lo ispira parecchio, così come spiega anche Rudy Gay (26 punti per lui): "Z-Bo ci ha reso le cose molto più facili. É complicato giocare contro di lui, crea tanti mismatch perché ha una presenza enorme in post-basso. Raccoglie un sacco di rimbalzi ed è sempre nella posizione giusta per segnare". Per i Pistons, che affondano sotto un parziale di 30-18 subito nel terzo quarto dopo aver chiuso in vantaggio all’intervallo lungo, ce ne sono 16 di McGrady e 25 di Ben Gordon dalla panchina.

    Si ferma a 13 la striscia di successi esterni consecutivi degli Heat - 9 MILWAUKEE-SAN ANTONIO 84-91

    Con qualche difficoltà superiore al previsto, San Antonio si libera anche di Milwaukee per la quarta vittoria consecutiva (record migliorato a 33-6) e pesca in Matt Bonner un protagonista inaspettato. È lui che, con 17 punti nel secondo tempo, lancia il parziale di 11-2 con il quale gli Spurs allungano sul +7 all’inizio del quarto periodo, ed è ancora lui a ricacciare indietro gli ultimi tentativi di riavvicinamento dei Bucks nel finale. Buono anche l’impatto di Manu Ginobili, a referto con 23 punti e 7 rimbalzi, così come quello di Tim Duncan, che segna 16 punti raccogliendo 8 rimbalzi in 33 minuti. Milwaukee, alla sesta sconfitta nelle ultime 8 uscite, ha 17 punti da John Salmons e una doppia-doppia da 15 punti e 14 rimbalzi da Andrew Bogut.

    Si ferma a 13 la striscia di successi esterni consecutivi degli Heat - 10 HOUSTON-OKLAHOMA CITY 112-118

    Dopo 11 sconfitte consecutive esterne a Houston, i Thunder trovano finalmente il modo per avere la meglio sui Rockets, ancora privi di Kevin Martin per un problema al polso destro. La squadra di coach Brooks mostra finalmente qualche lampo difensivo nella ripresa, un’arma che il tecnico chiede a gran voce da tempo ai suoi giocatori, ma che non sempre riesce a ottenere: nonostante i 70 punti subiti in vernice (season-high per Houston), OKC tiene Luis Scola (top-scorer con 31 a referto) a zero nel quarto periodo, e vola via con i 30 punti di Kevin Durant e i 23 di Russell Westbrook. "Dobbiamo riuscire ad approcciare le partite con maggiore concentrazione e cattiveria - commenta lo stesso Durant - e preoccuparci maggiormente di quello che succede nella nostra metacampo piuttosto che in quella offensiva".

    Si ferma a 13 la striscia di successi esterni consecutivi degli Heat - 11 PHOENIX-NEW JERSEY 118-109 OT

    Dopo essere stati strapazzati a Denver sotto 34 pesantissimi punti di scarto, i Suns rischiano grosso anche contro New Jersey, quando il tabellone dice -15 all’inizio del quarto periodo. Ma, trascinata da Steve Nash (23 punti e 16 assist) e Vince Carter (23 punti, la sua miglior prestazione dopo la trade con Orlando), Phoenix ritrova una inusuale compattezza difensiva per forzare la partita all’over-time: e lì sarà ancora Nash, con 10 punti su 15, a portare i suoi a un successo ristoratore, benché arrivato contro una delle franchigie più disastrate della Lega. "Questa era la tipica partita che dovevamo vincere - dice Nash - per riprendere fiducia, ed è esattamente quello che siamo riusciti a fare. Ultimamente non stavamo giocando bene, ma oggi abbiamo fatto un bel passo avanti. Ed è quello che voleva anche il nostro coach".

    Si ferma a 13 la striscia di successi esterni consecutivi degli Heat - 12 UTAH-NEW YORK 131-125

    Affrontare New York può portare anche i puristi del gioco a rivoluzionare il proprio stile. Ed è quello che ha fatto Jerry Sloan lasciando ai suoi carta bianca in attacco e briglie sciolte nella sparatoria da 256 punti complessivi dell’Energy Solutions Arena. "Abbiamo vinto anche in passato contro New York giocando una pallacanestro molto veloce - spiega Deron Williams - sono una squadra che corre tantissimo in attacco ma un po’ vulnerabile in difesa. E abbiamo usato la loro stessa arma come un nostro vantaggio". I Jazz chiudono con il 58% abbondante dal campo con 10/22 dall’arco, ispirati da 31 assist di squadra (12 di Williams) e da uno strepitoso CJ Miles da 24 punti in uscita dalla panchina. I Knicks, cui non basta un ottimo 14/29 da tre punti, hanno grandi prestazioni dai panchinari Williams (25) e Walker (23) e 22 punti da uno Stoudemire che parte fortissimo per poi ritrovarsi frenato dai problemi di falli.
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    Mourinho chiama Adebayor o Klose


    L'arrivo di Dzeko al City spalanca le porte alla cessione - già ampiamente preventivabile - dell'attaccante togolese da parte del City. Il Real è alla finestra, cerca un sostituto del Pepita

    Mourinho lo aveva ampiamente previsto lo aveva detto con largo anticipo: “Higuain non tornerà a disposizione nè a marzo nè in aprile”, e così sarà. L’operazione all’ernia del disco dell’argentino è perfettamente riuscita e, grazie alle capacità di ripresa del suo giovane e robusto fisico, sarà disponibile nel mese di maggio.

    IDEA ADEBAYOR – Ora però c’è da coprire il buco nel reparto offensivo e allora la prima scelta sarebbe Emmanuel Adebayor. Il 26enne attaccante togolese è da tempo in rotta con i citizens e col il relativo coach Roberto Mancini. L’acquisto di Edin Dzeko ha definitivamente compromesso la permanenza dell’ex Gunner a Manchester e dunque potrebbe essere proprio lui ad indossare la camiseta blanca per far compagnia a Benzema, unico superstite come punta di ruolo nella rosa dei galacticos.

    Per avere un nuovo numero 9 il Real è pronto a prenderlo in prestito oneroso (1,2 milioni di euro) con diritto di riscatto a fine stagione; l’ostacolo – come spesso accade – è rappresentato dal suo ingaggio oneroso: si parla di 8 milioni di euro a stagione.

    KLOSE L’ALTERNATIVA – Proprio per questo motivo il club spagnolo sta sondando altri terreni. Altra suggestiva soluzione potrebbe infatti essere quella che porterebbe al tedesco Miroslav Klose. Il 32enne attaccante del Bayern Monaco (in scadenza di contratto a giugno), vista l'amicizia tra Mourinho e Van Gaal, arriverebbe al "Bernabeu" senza problemi.

    Sono vive anche le piste che portano a Valdez, protagonista fin qui con la maglia dell'Hercules e valutato 5 milioni di euro, e all'ungherese Szalai, che il Real in estate ha ceduto al Mainz e che potrebbe riprendersi per un milione e mezzo di euro, come previsto dalla clausola dell'accordo stipulato con il club tedesco. Meno percorribili le ipotesi Lisandro Lopez e Mario Gomez.
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    Il Gran Premio di Roma non s'ha da fare


    Il boss della Formula 1 Bernie Ecclestone scrive al sindaco di Roma e boccia il progetto. Lo riporta il quotidiano La Repubblica: "nessuno in Formula Uno vuole due Gran Premi in un solo Paese. E l'Italia ha già Monza, gara che tutti, a tutti i livelli, considerano storica e intoccabile"

    ECCLESTONE BOCCIA IL GP DI ROMA - Il dado è tratto e la questione è chiusa: il Gran Premio di Roma non s'ha da fare. Parafrasando Manzoni, anche se non è il caso di scomodare giganti della letteratura italiana. Basta fermarsi a quelli della Formula 1, in particolare a chi, del circus, è il boss, Bernie Ecclestone che, senza mezzi termini nette fine al sogno di un Gran Premio nella capitale. Già il presidente della Ferrari, Luca Cordero di Montezemolo, aveva spiegato che la strada di due gran premi in uno stesso paese non era percorribile. Ecclestone, a distanza di un mese o poco più, da quelle dichiarazioni, ribadisce il concesso espresso dal patron della Rossa. E lo fa con una lettera indirizzata direttamente al sindaco di Roma Gianni Alemanno, come riporta il quotidiano La Repubblica.

    MONZA E' INTOCCABILE - "Nella lettera - si legge - Ecclestone scrive che nessuno in Formula Uno vuole due Gran Premi in un solo Paese. E l'Italia ha già Monza, gara che tutti, a tutti i livelli, considerano storica e intoccabile. Tanto che lo stesso Alemanno si era recentemente detto disponibile a un passo indietro nel caso in cui si dovesse arrivare a una scelta secca fra i due eventi".

    E, infatti, il primo cittadino della capitale, qualche giorno fa, pur esprimendo la propria convinzione che in Italia "ci sia spazio a sufficienza perchè i due eventi si sorreggano a vicenda", avrebbe rinunciato alla corsa a Roma "perché è giusto che il GP d’Italia rimanga a Monza e nessuno vuole levarglielo". Dunque, le sue parole sono state ascoltate. E se sul Gp di Roma, ormai, è calato il sipario, se i titoli di coda chiudono un film che, in realtà, non è mai iniziato, iniziano le polemiche nei confronti del sindaco capitolino.

    ROMA NE ESCE SCONFITTA - Da tutta questa storia, alla fine, è la città a pagare le conseguenze di una vicenda che poteva essere affrontata in un altro modo. "Se fosse confermato quanto riportato oggi da Repubblica sul GP di Roma, si tratterebbe dell'ennesima pessima figura a cui Alemanno ha esposto la città - dichiara in una nota Giovanna Melandri del Partito Democratico -. Dopo mesi segnati da baldanzosi proclami e controversi progetti, cadrebbe finalmente il velo su di una vicenda gestita male e conclusasi peggio. E' una triste parentesi per la città: Roma non merita davvero tutto questo", conclude.

    "Alemanno registra l'ennesimo flop: il ben servito di Bernie Ecclestone. A dimostrazione che il primo cittadino e Flammini, annunciando in questi mesi trionfalmente il Gp a Roma, indicandone addirittura già la data precisa dello svolgimento della gara e organizzando la presentazione del progetto alla stampa per giovedì hanno fatto i conti senza l'oste - rincara la dose il capogruppo Pd di Roma Capitale Umberto Marroni -. Dopo l'ennesima brutta figura ai danni della nostra città ci auguriamo che il sindaco, se ne sarà capace, decida finalmente di occuparsi delle vere priorità di Roma e della crisi che colpisce le famiglie e le imprese che è la realtà che abbiamo di fronte, rimettendo nel cassetto un inconcludente progetto Millennium ed il sogno di Flammini".
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    No alla Lazio: Santa Cruz al Blackburn


    Roque Santa Cruz torna a vestire la maglia del Blackburn, squadra dove è esploso nella stagione 2007-08 realizzando 23 reti: no, dunque, alla Lazio, che l'aveva da tempo nel mirino

    Roque Santa Cruz resterà in Inghilterra. L’attaccante del Manchester City, a lungo corteggiato dalla Lazio la scorsa estate e ri-sondato all’apertura della sessione di mercato invernale, è in procinto di trasferirsi al Blackburn, rinunciando così a un’esperienza in Italia.

    La scelta dell’attaccante paraguayano è stata "di cuore": la sua famiglia, infatti, si è ormai ambientata molto bene in Inghilterra, e il passaggio al Blackburn, dove aveva disputato la sua miglior stagione in carriera nel 2007-08 realizzando 23 reti, spera di potergli donare una seconda giovinezza.

    Santa Cruz, chiuso nel folto organico a disposizione di Mancini al City, si trasferirà ai Rovers con la formula del prestito e sarà il primo innesto della nuova gestione Steve Kean, che ha sostituito Sam Allardyce sulla bollente panchina di Ewood Park. L’attaccante paraguyano potrebbe già debuttare sabato prossimo contro il Chelsea.

    Certo, Santa Cruz rappresenta un’alternativa un po’ meno appariscente rispetto al presunto tentativo di avvicinare Ronaldinho, ma il Blackburn potrà sicuramente godere in maniera riflessa della sua popolarità, essendo un giocatore ancora molto apprezzato dalla tifoseria.
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    ATP, Sydney - Lezione di tedesco per Starace


    Il tennista azzurro perde ai quarti dell'ATP di Sydney contro il tedesco Florian Mayer che s'impone per 6-4, 6-1. Per quanto riguarda le donne, invece, la finale del WTA di Sydney sarà Clijsters-Li

    ATP SYDNEY

    Si ferma contro il muro tedesco eretto da Florian Mayer l'avventura di Potito Starace che all'ATP di Sydney cade ai quarti di finale arrendendosi per 6-4, 6-1 al termine di un match che non può non lasciare qualche rammarico al campano. Starace, infatti, nel primo parziale si PORTA avanti di un break sia nel primo che nel settimo gioco, salvo poi farsi recuperare nel sesto e nell'ottavo gioco e, come se non bastasse, dopo aver avuto a disposizione alcune palle game. Nel decimo gioco Potito subisce il break che gli costa il primo set. Nel secondo, invece, il numero 1 d'Italia getta la spugna, come dimostra l'unico gioco racimolato. Strappa, così, il pass per le semifinali Mayer che, ora, se la vedrà con il serbo Viktor Troicki vincente con un doppio 6-4 sul francese Richard Gasquet.

    L'altra semifinale, invece, vedrà opposto il francese Gilles Simon, che elimina per 6-4, 6-3 sul talentuoso ucraino Alexandr Dolgopolov e il numero 3 del seeding, il lettone Ernests Gulbis che ha la meglio su un altro ucraino, Sergiy Stakhovsky con un doppio 6-4.

    WTA SYDNEY

    Per quanto riguarda le donne, invece, sarà Clijster-Li la finale. La belga, infatti, accede all'ultimo atto del WTA di Sydney dopo una maratona di oltre due ore e trenta minuti contro la russa Alisa Kleybanova, sconfitta 4-6, 6-3, 7-6(1): se nei quarti era stata una passeggiata contro la numero 10 del mondo Viktoria Azarenka battuta per 6-3, 6-2, in semifinale la Clijsters suda fino al tie break del terzo set per conquistare la prima finale dell'anno, sprecando ben nove palle break

    Ora, l'ultimo scoglio è rappresentato dalla cinese Na Li contro cui ha perso una sola volta, tre anni fa a Miami, su cinque precedenti totali. L'ultimo agli US Open di due anni fa. "Ho giocato contro di lei qui, penso che qualche anno fa, nel 2005, ed era 7-5 nel terzo set, e penso di dover incontrare un'avversaria difficile domani - spiega la Clijsters -. Però, si sa, è un campo, giocheremo di fronte a una folla divertente, e sono felice per le ultime due posizioni di classifica:quindi cercherò di conquistare il titolo".

    Riuscirà la numero 3 del mondo a mettere le mani sul 41esimo titolo della carriera? Dipenderà tutto dalla Li, numero otto del seeding, che supera Bojana Jovanovski per 7-6(5), 6-3. La 19enne tennista serba, proveniente dalle qualificazioni, esce comunque a testa alta dalla competizione australiana, dopo aver battuto l'estone Kaia Kanepi, la francese Aravane Rezai e la nostra Flavia Pennetta nei quarti di finale. E chissà come sarebbe finito il match contro la tennista asiatica se nel primo set la Jovanovski non avesse sprecato ben sei palle break... Nella seconda frazione la Li prende, invece, in mano la situazione e, complice anche un servizio deludente da parte dell'avversaria, chiude i conti in un'ora e quaranta minuti di gioco.
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    Armstrong lascia "E' stato un bel percorso"


    Lance Armstrong è vicino alla definitiva chiusura della propria gloriosa carriera. Il texano parteciperà la prossima settimana al Tour Down Under prima di dire addio al 'gruppo'

    Il 39enne corridore texano si appresta a ritirarsi a livello internazionale: il Tour Down Under della prossima settimana sarà l'ultima gara che lo vedrà in sella fuori dagli Stati Uniti. "Lascio sapendo di aver dato il meglio di me e che non ho bisogno che qualcuno mi dia una targa o mi faccia una statua - le parole del sette volte vincitore del Tour de France - Mi è andato tutto bene a diversi livelli, è stato un bel percorso".

    Armstrong, nonostante l'età, dice ancora di stare bene fisicamente e guardando alla sua carriera ritiene di aver dato un contributo importante alla 'rivoluzione' nel ciclismo. "Ho vinto per sette volte il Tour e credo di esserci riuscito perché abbiamo cambiato il modo di fare ciclismo - continua - Abbiamo proposto un nuovo approccio a questo sport, abbiamo rivoluzionato il modo in cui i corridori si allenavano, il modo di costruire l'etica all'interno delle squadre, il modo di affrontare la vigilia delle corse, di correre, di raccontare la storia al mondo".

    Ma per Armstrong è il momento di lasciarsi tutto alle spalle: "sarebbe un errore ricordare quello che ho fatto in bici quando le cose che ho davanti sono ancora più grandi".
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    Massa "Anche io posso dire la mia..."


    Felipe Massa risponde alle critiche proponendosi per un ruolo da grande protagonista per la stagione 2011: risolti i problemi con le gomme e testata l'affidabilità della nuova monoposto, il brasiliano si candida per vincere il titolo

    Quello che ha corso nel 2010 al fianco di Alonso sulla Ferrari non era il fratello gemello di Felipe Massa. E il brasiliano (nella foto Ap/LaPresse), a due settimane dalla presentazione ufficiale della nuova Rossa, ci tiene a precisare ai tifosi che l’anno prossimo ci sarà anche lui per la lotta al Mondiale, obiettivo dichiarato della scuderia di Maranello.

    "Ho soltanto avuto una stagione negativa - ammette Massa - di questo sono cosciente, ma non sono il fratello gemello di Felipe. Anzi, se so di poter guidare come so io, posso dire la mia nella lotta per il titolo".

    Le difficoltà che hanno costretto Massa a una stagione decisamente incolore nel 2010, rivela il brasiliano, erano dovute alla difficoltà di adattamento agli nuovi pneumatici: ma il pilota della Rossa afferma che le prime sensazioni al volante della nuova monoposto sono più che positive.

    "Ho lottato per tutta la stagione con le gomme - rivela Felipe - soprattutto con quelle anteriori. Erano diverse rispetto a quelli del 2009 ed è stato molto difficile. Adesso, però, c'è una stagione nuova, macchina nuova con la quale il feeling è già buono. Insomma, la motivazione è molto alta. Personalmente non mi sento sotto esame. In Ferrari è sempre stato così. Anzi, sono pronto per la battaglia, contro tutti gli altri. Anche con Alonso? Certo, sarebbe bello combattere con lui, vorrà dire che la Ferrari sarà competitiva. Sarà un campionato molto combattuto. Le pressioni ci sono e si sentono, ma non è questa la cosa più importante".

    Fa poi una carrellata dei suoi compagni di scuderia in Ferrari e del suo rapporto con loro. "Schumacher, Raikkonen e Alonso, sono grandi piloti, tutti competitivi, l'unica differenza per quel che mi riguarda è che l'anno scorso io non ero a mio agio con la macchina, ripeto, soprattutto con le gomme. Adesso però Pirelli, che è una grande azienda, sa come sviluppare i pneumatici, da asciutto e da bagnato".

    "Concorrenza interna" con Alonso a parte, Felipe Massa riconosce in Michael Schumacher l’avversario più pericoloso per la lotta al titolo nella prossima stagione. Lo stesso nome fornito anche da Fernando Alonso, segno che il sette-volte campione del mondo, nonostante l’età e un rientro non particolarmente brillante, incute ancora tanta paura. "Dico Schumacher, è un pilota incredibile. E' bravo e veloce. Ha avuto una stagione difficile, ma ha vinto più di tutti e può tornare a combattere per il titolo".
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    Hai Appena ucciso un Pinguino, tre Elefanti, un Porcellino d'India, un Pikachu, una Super Nonnetta, Giggi la Trottola, il Grande Puffo, Il fidanzato di Megan Fox, Chuck Norris, .Ken e poi ti sei suicidato.
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    Hai Appena ucciso un Pinguino, tre Elefanti, un Porcellino d'India, un Pikachu, una Super Nonnetta, Giggi la Trottola, il Grande Puffo, Il fidanzato di Megan Fox, Chuck Norris, .Ken e poi ti sei suicidato.
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