Posts written by Brian O'Conner

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    Chris Evert, 56 anni e non sentirli


    Un breve ritratto della campionessa statunitense che il 21 dicembre ha compiuto 56 anni. "Il tennis mi ha dato tanto, mi ha aiutato a trovare un’identità e mi ha fatto sentire qualcuno", ha dichiarato tempo fa

    "Il tennis mi ha dato tanto, mi ha aiutato a trovare un’identità e mi ha fatto sentire qualcuno", ha detto tempo fa Chris Evert. Lei, la leggendaria campionessa statunitense è la protagonista della nostra rubrica "Il Rovescio della medaglia". Solo tre giorni fa Chris ha compiuto 56 anni. Nata il 21 dicembre 1954, il tempo passa anche per la leggendaria fidanzatina d'America, da molti ricordata come l'avversaria dell'altrettanto grande Martina Navratilova, ma da considerare, invece, un'autentica fuoriclasse. Basti solamente pensare al suo palmares in cui rientrano 2 Australian Open (1982, 1984), 7 Roland Garros (1974, 1975, 1979, 1980, 1983, 1985, 1986), 3 Wimbledon (1974, 1976, 1981) e 6 US Open (1975, 1976, 1977, 1978, 1980, 1982). Ben 157 sono i tornei vinti dalla campionessa a stelle e strisce, cifre da capogiro.

    Era il 1972 quando una 18enne Evert fa il suo ingresso nel circuito mondiale professionista. Ma non era una novellina. Già nel 1970 la Evert era stata protagonista di una grande vittoria sulla campionessa australiana Margaret Court, reduce dal Grande Slam, imponendosi in semifinale a Charlotte. E l'anno successivo raggiunse addirittura le semifinali degli US Open. Un traguardo importante che ripeterà per altri 19 anni consecutivamente, senza mai perdere prima dei quarti di finale. Un vero e proprio record, non c'è che dire. Ma d'altronde che il tennis era il destino di Chris era già scritto. Figlia di un ex tennista che nel 1943 raggiunse l'11esima posizione in classifica e che le ripeteva sempre: "Porta la racchetta indietro, girati lateralmente ed entra in campo quando colpisci la palla", la Evert non avrebbe potuto diventare altro che una campionessa della racchetta. E, forse, non è un caso che nella vita del "piccolo ghiacciolo", com'è stata anche soprannominata per la sua tranquillità, per i nervi saldi e un certo atteggiamento glaciale, siano entrati due tennisti. Prima con il connazionale Jimmy Connors con cui ebbe una relazione, poi con il collega britannico John Lloyd che, addirittura, sposò e di cui prese il cognome, venendo chiamata Chris Evert Lloyd. Un matrimonio che durò dal 1979 al 1987, anno del divorzio. Nel 1988 si risposò con lo sciatore statunitense Andy Mill da cui ebbe tre figli e dal quale divorziò nel 2006, salvo poi legarsi per la terza volta al golfista australiano Greg Norman. Una vita sentimentale un po' travagliata, a cui fa da contraltare una carriera sportiva sicuramente più regolare. Dal 1972 al 1989, anno in cui si ritirò dalla scene, Chris occupò sempre i vertici della classifica mondiale. Basti solo pensare che il suo peggior risultato in termini di ranking fu la quarta piazza... in molti tennisti e tenniste di oggi farebbero carte false per raggiungere anche solo la metà dei risultati della giocatrice che, come ha ricordato Adriano Panatta, "ha saputo giocare i passanti come nessun altro nella storia".

    Il suo rovescio bimane ha fatto la storia del tennis e le atlete di oggi devono sicuramente tanto alla statunitense che oggi si occupa dell’Accademia aperta a Boca Raton con il padre e il fratello John, frequentata anche dalla giovane promessa statunitense (ma di origini italiane) Beatrice Capra, da molti definita la nuova Capriati. 56 anni e non sentirli, è proprio il caso di dirlo per una straordinaria atleta come Chris Evert, che a 21 anni da suo ritiro, sulla scena del tennis è più attiva che mai.
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    Boxing Day: tutti contro lo United


    Niente vacanze per la Premier League: domenica subito in campo per il Boxing Day. Il Manchester United ospita il Sunderland, mentre il City va sul campo del Newcastle. Lunedì sera,infine, il big match tra Arsenal e Chelsea

    Come da tradizione la Premier League non fa soste nemmeno per Natale e si prepara a scendere in campo il 26 dicembre, nel consueto boxing day britannico. Il Manchester United capolista ospiterà il Sunderland domenica pomeriggio in una sfida che può nascondere diverse insidie per gli uomini di Sir Alex Ferguson

    "Steve Bruce sta facendo molto bene, e noi siamo stati anche abbastanza fortunate perché li abbiamo affrontati a inizio stagione, e in quell’occasione riuscimmo a strappare un punto - spiega Sir Alex - Mi ricordo bene, fu una trasferta molto difficile. Si tratta di una sfida molto dura, e anche per il campionato non sarà una passeggiata. Qualcuno si è detto sorpreso di vederci nelle parti alte della classifica? Io invece sono sorpreso che la gente sia sorpresa di questo, perché tutte le big hanno perso punti importanti quest’anno. Queste persone non si sono rese cono che la Premier è un campionato sempre più complicato."

    Manchester capolista e ovviamente favorito ma I Red Devils non potranno certo sottovalutare l’impegno contro un Sunderland motivato e con ben poco da perdere. "Sappiamo benissimo che il Manchester sta cominciando a esprimersi al meglio solo ora, e quindi è veramente incredibile notare come nonostante questo non abbiano perso ancora una partita - spiega Steve Bruce - Ovviamente loro sono i favoriti, anche se in molti sostengono che non sono al top della forma ma io li ho visti piuttosto in ripresa nelle ultime uscite, anche perché sono un team umile oltre che fortissimo"

    Lo United è primo con due punti di vantaggio su Arsenal e City, ma con una e due partite da recuperare rispetto a Gunners e Citizens. Ferguson potrà inoltre contare su un Anderson particolarmente motivato; il centrocampista brasiliano ha infatti prolungato il suo matrimonio coi Red Devils fino al 2015.

    Il programma della PREMIER:

    Domenica 26/12

    Fulham-West Ham

    Newcastle-Manchester City

    Manchester UTD-Sunderland

    Everton-Birmingham

    Wolverhampton-Wigan

    Bolton-WBA

    Blackpool-Liverpool

    Blackburn-Stoke City

    Aston Villa-Tottenham

    Lunedì alle 21:00

    Arsenal-Chelsea
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    Il Gremio vuole regalarsi Ronaldinho


    In Francia o in Brasile, per Dinho pare scontato un ritorno al passato. Rumors lo vedono vicino ai francesi che lo avevano lanciato in Europa per favorire l'assalto del Milan al difonsore Sakho. Ma per il presidente del Gremio l'acquisto del Gaucho è cosa fatta

    Le versioni sono diverse e tutte a loro modo suggestive; il denominatore comune è che Ronaldinho è sempre più vicino all’addio ai colori rossoneri. Dopo l’anno di grazia sotto l’egida del buon Leonardo – ora a un passo dalla guida tecnica dei cugini nerazzurri – il n°80 rossonero è evidentemente tornato alle pessime condizioni psico-fisiche che avevano contraddistinto il suo primo anno italiano non troppo positivo nell’ultima stagione di Carletto Ancelotti.

    La soluzione forse più suggestiva sarebbe un clamoroso ritorno del Gaucho in Francia, al PSG. Con i transalpini aveva mosso i primi passi nel calcio europeo. Pur senza vincere nulla, a Parigi si fece notare dal Barcellona, squadra in cui poi trovò la definitiva consacrazione. Tra i francesi, Sessegnon è dato in partenza (andrebbe in Inghilterra) e l’illustre riserva rossonera potrebbe rimpiazzarlo favorendo inoltre l’assalto rossonero – previsto per il mercato estivo – a Sakho.

    IL GREMIO SI REGALA DINHO? – Una delle possibilità più quotate però rimane quella che vedrebbe il brasiliano ritornare a giocare nel proprio paese. Flamengo? Palmeiras? Secondo le ultime indiscrezioni, basate soprattutto sulle dichiarazioni del presidente del Gremio Paulo Odone, il fuoriclasse sarebbe più vicino al club di Porto Alegre. Il patron ha dicharato: “Abbiamo trovato l'accordo, c'è intesa su tutto, e si può dire che, in un certo senso, stiamo formando una partnership con Ronaldinho - dichiara in un'intervista al canale Tv Bandeirantes - stiamo riportando a casa un partner commerciale, non solo un grande campione. Quando guadagnerà lui, guadagnerà il Gremio e viceversa. Sarà un grande regalo di Natale per i nostri tifosi”.
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    Il Brasile che delude, assieme all'Italia


    E' stato un anno da dimenticare per il trio brasiliano Adriano, Amauri e Ronaldinho, destinati a lasciare i rispettivi club. Ma anche il rossonero Oddo, e i nerazzurri Materazzi e Moratti hanno poco da stare allegri. Per non parlare della "Tessera del Tifoso" e dell'ennesima pazzia di Cassano

    ADRIANO - Accolto a Roma come una star, l'attaccante brasiliano in arrivo dal Flamengo era la grande scommessa di Rosella Sensi. Una scommessa persa in partenza, vien da dire. Il regno dell’Imperatore è finito: escluso dal Mondiale sudafricano, ci ha messo settimane per smaltire i troppi chili in eccesso. In giallorosso ha giocato davvero col contagocce chiuso da gente come Borriello, Totti, Vucinic e soprattutto Menez, che è il futuro di questa quadra. Bisogna ammetterlo: quello ammirato all'Inter era un altro giocatore. Ranieri lo ha messo in disparte e il suo futuro nella capitale è segnato. Il fatto che abbia vinto il "Bidone d'oro" non è un caso.

    RONALDINHO - Perso il Mondiale col Brasile, ha lentamente perso anche il Milan. Avrebbe dovuto riconfermarsi e dimostrare sul campo di non essere un giocatore finito, invece riconquista solo la Nazionale in amichevole contro l'Argentina, unico acuto di poi se ne perde traccia. E quando lui sparisce dall'undici titolare, il Milan con il trio Boateng-Robinho-Ibra comincia a spiccare il volo. Il giocatore dei tempi d'oro del Barça ormai non c'è più. La classe resta ma da sola non fa più la differenza in un calcio così veloce: San Siro non lo ha mai visto così lento, impacciato e nervoso. Ora può tirare l'alba immergendosi nelle feste di Porto Alegre, in attesa che il Gremio annunci ufficialmente il suo ritorno.

    AMAURI- Dopo la prima buona stagione in bianconero, ha vissuto un altro anno horribilis. Tanti proclami, poi solo infortuni e tre golletti in quell'Europa League che per la Juve è stata una disfatta. I tifosi non sanno più cosa dire: l'attaccante brasiliano ha subito un'involuzione progressiva e disarmante negli ultimi anni. Statico, impreciso e nervoso, l'investimento di 23 milioni di euro fatto dalla società bianconera sembrano Sarà la pubblicità delle crociere, ma Amauri è in alto mare e qualcuno vorrebbe che un viaggetto lontano da Torino lo facesse a titolo definitivo...

    ANTONIO CASSANO - Fantantonio torna a fare i conti con le sue Cassanate. Prima i fuochi d’artificio con la Samp e con gli azzurri di Prandelli, poi gli insulti gratuiti a Garrone che ha deciso di perdere soldi piuttosto che perdonarlo. Allontanato dalla rosa, finirà al Milan: vedremo se sotto la Madonnina dimostrerà di essere una persona cambiata: l'entoruage rossonero confida nei suoi gol e nei suoi assist che, oltre al Milan, possono far volare anche l'Italia. E' lui l'ultima scommessa di Berlusconi. Per il pibe di Bari, invece, questo è l'ultimo treno.

    MASSIMO ODDO (in rappresentanza della categoria calciatori) - Meno male che alla fine lo sciopero non è stato fatto, perchè altrimenti avremmo rasentato il ridicolo. Alcuni punti andavano rivisti e la Serie A ha bisogno di radicali cambiamenti, ma molti giocatori hanno dimostrato di voler continuare a vivere su un altro pianeta come l'illlustre rappresentante Oddo, che invece di ringraziare il Milan (ancora lo strapaga nonostante la sua carriera in declino), ha suscitato scalpore con le sue dichiarazioni: parole come "razzismo del lavoro" difficilmente saranno dimenticate soprattutto da chi sta facendo gli scioperi, quelli veri, per non morire di fame. E non per il fatto di allenarsi in palestra o cambiare casacca allo stesso stipendio.

    MARCO MATERAZZI - Vince il ballottaggio con Santon, che ha rischiato di finire nei flop. Matrix non ha dato nessun contributo al Triplete nerazzurro e nelle uniche due apparizioni in campionato di quest'anno ha fatto rabbrividire i tifosi: l'abbattimento di Ibra nel derby (che in casa l'Inter non perdeva da anni) e i due gol con cui il Parma ha fatto tremare l'Inter. Ma soprattutto fanno sempre discutere le sue dichiarazioni, dalle frecciate a Ibra a quelle a Balotelli, a volte davvero senza senso. Che abbia bisogno solo di queste per trovare ancora un po' di spazio sui media? Di buono c'è stata solo la presunta pace con Zidane.

    MASSIMO MORATTI - Diciamola tutta! Senza quello squadrone e un Mourinho in grado di tenerlo unito e spremerlo a fondo avrebbe festeggiato tutti questi titoli? I numeri della sua gestione parlano da soli: 14 allenatori in 16 anni la dicono lunga sugli errori commessi da lui e dalla dirigenza. Dopo il Triplete avrebbe dovuto fare cassa con Maicon e Milito, puntare su un allenatore giovane e intraprendere un nuovo progetto. Invece si è privato del giocatore più talentuoso senza rimpiazzarlo e ha fatto i conti con una squadra inevitabilmente scarica di motivazioni per poi inscenare un insignificante teatrino con Benitez, che ha dimostrato sì qualche limite, ma 2 titoli su 3 intanto glieli ha messi in bacheca. Alla fine ha dovuto strapagare lo spagnolo, e ora deve ricominciare tutto daccapo. Idee e strategie latitano, meno male che i soldi non gli mancano....

    TESSERA DEL TIFOSO - Nel calcio italiano da tempo malato ci mancava giusto "Tesseropoli". L'Uefa l'aveva bocciata, e il suo flop è finora a dir poco clamoroso nonostante nessuno lo voglia ammettere. Gli incidenti avvengono fuori lo stadio ma con questo mostriciattolo burocratico è più facile che succedano dentro gli impianti perché chi non ha la tessera può mischiarsi tranquillamente con la tifoseria opposta (Osservatorio permettendo). Prima limitano l'accesso a partite tra squadre le cui tifoserie sono gemellate poi spalancano tornelli anche ai delinquenti tutti in una gara ad alto tasso di pericolosità. La violenza quando sarà davvero combattuta? E intanto, per l'ennesima volta, ci viene negata l'organizzazione dell'Europeo...
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    L'incredibile 2010 di Rafa Nadal


    Ripercorriamo insieme la splendida cavalcata del campione spagnolo: "La vittoria al Roland Garros ha cambiato la mia stagione, lì ho capito di essere tornato..."

    Il 2010 è stato sicuramente un anno magico per Rafa Nadal, attuale numero uno del tennis mondiale, che nonostante un avvio deludente è stato poi capace di rialzarsi andando a conquistare con pieno merito il tetto del mondo. Ripercorriamo allora insieme l’annata di Nadal, che si era aperta con la sconfitta a Doha, nel primo torneo del 2010, quando lo spagnolo si era arreso in finale al russo Davidenko. Poi gli Austalian Open, dove il maiorchino si presenta in condizioni fisiche precarie ed è costretto addirittura al ritiro durante la sfida contro Murray ai quarti di finale. Il solito problema ai tendini delle ginocchia, infatti, sembra poter compromettere la carriera di Nadal

    "E’ sempre meglio uscire da un torneo per una sconfitta piuttosto che per un infortunio. Quando perdi hai sempre l’occasione di poterti riscattare nel torneo successivo, ma quando sei costretto a fermarti per un infortunio devi pazientare prima di poter tornare in campo. Inoltre lasciare il campo per infortunio è sempre molto triste e difficile, anche per rispetto del tuo avversario e soprattutto per il pubblico… "

    Nadal, a causa dell’infortunio, è costretto a un lungo stop dove cambia metodo di allenamento e cerca di ritrovare la giusta forma per ripresentarsi al top in vista dei tornei sulla sua terra, sulla terra battuta. La riscossa del maiorchino, in pratica, ricomincia a MonteCarlo dove in finale supera il connazionale Verdasco e si aggiudica il suo sesto torneo del Principato. Decide poi di non giocare a Barcellona, mentre scende in campo a Roma dove vince in finale contro Ferrer. Si arriva così al Masters di Madrid, dove Rafa ancora una volta si conferma il numero uno sulla terra battuta vincendo in finale contro Federer. L’ultima prova sulla terra è ovviamente il Roland Garros, secondo Slam dell’anno, che Nadal si era fatto scippare proprio da Federer nel 2009. Ma questa volta, in finale, a sorpresa non c’è l’elvetico ma lo svedese Soderling che si deve inchinare allo strapotere di Nadal che si impone con un netto 6-4 6-2 6-4 e vince il suo quinto Roland Garros, chiudendo con l’ impressionante record di zero set persi nel corso di tutto il torneo parigino. Un successo che gli riconsegna anche il primato nel ranking mondiale.

    "E’ stato il momento più importante della stagione. Grazie a quelle vittorie ho ritrovato sicurezza e tranquillità, anche perché arrivavo da un lungo periodo di pressioni dove tutti mi chiedevano di giocare bene, di vincere e di vincere ovviamente il titolo. Così quel successo mi ha aiutato moltissimo per la successiva parte di stagione."

    Un trampolino di lancio importante per Nadal che si presenta a Wimbledon come uno dei grandi favoriti. Il maiorchino gioca bene e, sfruttando anche il periodo di appannamento di Federer, vola in finale dove supera con estrema facilità Thoma Berdych (6-3, 7-5, 6-4). Lo spagnolo conquista così il secondo Slam dell’anno e vola a New York convinto di poter vincere anche gli US Open, l’ultimo Slam della stagione. E in effetti, Nadal vince anche la Grande Mela battendo Novak Djokovic in finale, centrando così un formidabile tris di Slam

    "Vincere tre Slam in un solo anno è una cosa che capita raramente, e si tratta di una cosa difficilissima, ve lo posso assicurare. Si tratta di una cosa incredibile, pazzesca per un giocatore. Lui però non ha vinto solo lì, ha dominato quei tornei, anche perché poi ha vinto anche molti altri titoli. In alcuni tornei è arrivato in forma pazzesca, era letteralmente imbattibile, incredibile. Devo ammettere che ha fatto una stagione veramente… incredibile" - questi i complimenti di ROGER FEDERER!

    Il nuovo numero uno del mondo riceve così anche i complimenti del suo grande rivale, che si prende solo la rivincita a fine anno quando Federer supera Nadal nel Masters di fine anno, l’unico titolo che manca allo spagnolo. Chissà che il 2011 non sia dunque l’anno buono…
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    Tutte le trattative del 24 dicembre



    Il tema dominante è stato quello di Leonardo all'Inter. Il presidente Moratti aveva affermato che si sarebbe saputo qualcosa tra il 26 e il 27 ma verso le 19.00 è arrivata l' ufficialità. Sempre in casa Inter è quasi fatta per Ranocchia. Preziosi conferma. Milan: Ronaldinho conteso tra PSG e Gremio

    FIORENTINA

    Dopo Salifu, arriva Henrique? A proposito del club gigliato, in viola arriverà anche Amidu Salifu. Il 18enne centrocampista ghanese è in forza al Vicenza, ma passerà alla corte di Mihajlovic per circa 2,5 milioni di euro. Intanto c'è un ritorno di fiamma per Henrique: il 25enne centrocampista del Cruzeiro è seguito da tempo e ora Bernardo Da Silva, l'emissario sudamericano della Viola, apre al suo trasferimento già a gennaio. Anche se c'è solo un posto da extracomunitario.

    Il noto procuratore Claudio Pasqualin ha dichiarato "Fossi un tifoso della Fiorentina mi allarmerei per Gilardino. Ci sono tante manovre su di lui, potrebbe muoversi, se non a gennaio per la prossima estate"

    GENOA

    Il club del presidente Enrico Preziosi ha bloccato per gennaio il 23enne centrocampista slovacco dello Sparta Praga, Juraj Kucka.

    INTER

    Leonardo è il nuovo allenatore dell'Inter. Ha firmato un contratto di un anno e mezzo, ovvero fino al giugno del 2012. A darne l'ufficialità è stato il sito del club nerazzurro che ha salutato il nuovo allenatore con queste parole: “A Leonardo il più sincero e grande in bocca e lupo convinti che saprà mettere la sua classe a disposizione della società. E' stato scelto per ottenere gli obiettivi che tutti gli interisti ancora vogliono”

    Un'altra notizia di stamattina è che Walter Zenga ha rescisso il contratto che lo legava al club saudita dell'Al-Nasr, dopo non aver percepito lo stipendio per diversi mesi.

    Oltre all'arrivo di Leonardo, in casa Inter si è svolta una riunione tra Stefano Capozzucca, ds del Genoa, l'amministratore delegato nerazzurro Rinaldo Ghelfi, Marco Branca ed il procuratore di Andrea Ranocchia, Tullio Tinti. Si stanno definendo gli ultimi dettagli dell'operazione che porteranno il difensore genoano in nerazzurro, in cambio dell'intero cartellino di Destro, la comproprietà di Natalino e un conguaglio economico da definire.

    Il presidente del Genoa ha confermato che la trattativa per portare il difensore all'Inter procede. . "Loro hanno il problema di Samuel, ma anche per noi è difficile dare via Ranocchia. Spero che dopo Natale si possa addivenire ad un'intesa, ma Santon non rientra nell'affare"

    Sempre l'Inter starebbe stringendo i tempi per Riccardo Montolivo. Il 25enne metronomo della Fiorentina non ha rinnovato il proprio contratto, in scadenza nel 2012: per non perderlo a parametro zero, la Viola dovrebbe venderlo a giugno e Moratti è in pole-position.

    Arrivano importanti parole da Madrid da parte del dg delle merengues: "Kakà sta lavorando bene e si è unito al gruppo dei compagni e a inizio anno sarà a disposizione. L’allenatore lo farà rientrare e il suo ritorno darà ancora più classe e qualità alla squadra”. Smentite di rito o un no deciso al sogno dei nerazzurri di riportare a Milano il Bambino d'oro?

    JUVENTUS

    Il club bianconero pensa sempre a uno scambio sull'asse Torino-Firenze: Amauri per Gilardino. Ma Pazzini e Mario Gomez restano nomi molto attuali.

    In un'intervista concessa al quotidiano torinese "La Stampa", l'allenatore della Juventus ha risposto per le rime alle voci su una possibile partenza del numero 1: "Niente è stato fatto affinchè venga ceduto, Buffon è un patrimonio in cui crediamo".

    LAZIO

    LAZIO, SFUMA UN OBIETTIVO PER L'ATTACCO - La punta portoghese Hugo Almeida lascia il Werder Brema e, per 2 milioni di euro, si accasa al Besiktas. Ha firmato un triennale e raggiunge i connazionali Simao e Quaresma. Era seguito anche da Lazio e Real Madrid.

    MILAN

    Arrivano voci clamorose da Oltralpe circa il futuro del trequartista brasiliano: per lui non ci sarebbe alcuna ipotesi brasiliana all'orizzonte, bensì un ritorno nella prima squadra europea che lo ingaggiò dal Gremio. Il Paris Saint Germain sta pensando a Ronaldinho per sostutire il partente Sessegnon.

    NAPOLI

    Dopo Federico Fernandez prelevato dall'Estudiantes, il ds azzurro Bigon prova a portare al San Paolo un sogno di De Laurentiis: Gokhan Inler. Lo svizzero di origine turca è all'Udinese dal 2007: Pozzo ha confermato i primi contatti con l'agente del calciatore. Il 26enne centrocampista potrebbe approdare nella città partenopea già a gennaio.

    Possibile scambio di prestiti tra Napoli e Genoa per i due centrocampisti: Blasi, ormai ai margini della rosa, passerebbe in rossoblu, mentre l'argentino andrebbe ad infoltire la pattuglia dei sudamericani a disposizione di Mazzarri.

    Il presidente azzurro ha confermato ai propri tifosi che, alla fine dell'attuale stagione, metterà a disposizione due ulteriori rinforzi, uno per il centrocampo e uno per l'attacco. Per gennaio si segue Britos, anche se l'affare non è facile

    ROMA

    Secondo il tabloid britannico "Daily Mail", il club giallorosso starebbe pensando all'estremo difensore del Manchester City, tagliato da Roberto Mancini. Operazione da circa 2 milioni di euro, arriverebbe per rimpiazzare il partente Doni e sopperire ai continui guai fisici di Julio Sergio e Lobont.

    = SERIE B=

    TORINO

    Robert Acquafresca non vede l'ora di tornare a piedi a Torino, (è nato nell'hinterland del capoluogo piemontese). Al Cagliari, Matri è orami intoccabile al centro dell'attacco e l'attaccante in prestito dal Genoa è nelle mire del Torino: Cairo lo vorrebbe già a gennaio, come spalla di Rolando Bianchi. Ma su di lui c'è anche la Juventus e Cellino è già pronto ad alzare il prezzo del giocatore e a metterlo sul mercato.

    In casa granata si pensa soprattutto ai rinforzi per continuare la scalata in classifica ma le sirene per il capitano, Rolando Bianchi, continuano ad essere d'attualità. Se Bianchi decidesse di accettare la corte della Fiorentina, i granata potrebbero rimpiazzarlo con Maccarone, che non rientra nei piani di Rossi a Palermo

    =CALCIO ESTERO=

    GERMANIA

    BAYER LEVERKUSEN: ARRIVA IL GIAPPONESE HOSOGAI - Il club tedesco ha prelevato Hajime Hosogai dall'Urawa Red Diamonds: il 24enne difensore ha firmato un contratto fino a giugno 2015 ed è stato girato in prestito all'Augsburg, club bavarese che milita in seconda divisione. Hosogai ha già debuttato in Nazionale sotto la gestione di Alberto Zaccheroni.

    INGHILTERRA

    LIVERPOOL: HODGSON CHIAMA HUTH - I Reds puntano a rinforzare la difesa. Secondo il Daily Mirror, il tencnico Roy Hodgson ha messo sul piatto 5 milioni di sterline allo Stoke City per assicurarsi le prestazione del tedesco Robert Huth, ex Chelsea e Middlesbrough.

    SPAGNA

    DEMICHELIS SI ACCASA AL MALAGA - Secondo la Bild, il primo colpo di mercato del club andaluso è quello del 30enne difensore argentino del Bayern Monaco. Martin Demichelis era stato accostato anche a Juve e Fiorentina, ma dovrebbe sbarcare in Spagna per circa di 3 milioni di euro: la formula è quella del con opzione per l'acquisto definitivo a giugno. La squadra allenata da Pellegrini è sulle tracce anche di Julio Baptista, che a Roma fatica a vedere il campo.

    LUKAKU VUOLE SOLO IL REAL - Ormai sembrano non esserci più dubbi sul futuro del promettente bomber dell'Anderlecht: il belga ha espresso a chiare lettere di vestire la casacca blanca e di essere allenato da Josè Mourinho.

    TURCHIA

    BESIKTAS SCATENATO: PRIMA SIMAO, ORA TRATTA BOJINOV - Dopo quasi tre anni di militanza con l’Atletico Madrid, Simao Sabrosa si trasferisce al Besiktas. Il giocatore portoghese si è voluto accomiatare, con grande commozione, dai tifosi che in questo periodo gli hanno dimostrato affetto. "Tiferò sempre per questa squadra e questo club" ha detto piangendo in conferenza stampa. Intanto, il club turco è anche sulle tracce di Valeri Bojinov. L'attaccante bulgaro del Parma sta valutando l'offerta.
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    Hai Appena ucciso un Pinguino, tre Elefanti, un Porcellino d'India, un Pikachu, una Super Nonnetta, Giggi la Trottola, il Grande Puffo, Il fidanzato di Megan Fox, Chuck Norris, .Ken e poi ti sei suicidato.
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    Hai Appena ucciso un Pinguino, tre Elefanti, un Porcellino d'India, un Pikachu, una Super Nonnetta, Giggi la Trottola, il Grande Puffo, Il fidanzato di Megan Fox, Chuck Norris, .Ken e poi ti sei suicidato.
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    Rafa & Roger, leader senza riserve



    Anche nel 2010 il maiorchino e lo svizzero si sono confermati i più forti giocatori del circuito. Tra le donne, promosse Clijsters, Wozniacki e Zvonareva. E gli italiani? 10 in pagella alla Schiavone, mentre gli azzurri hanno vissuto, ancora una volta, una stagione senza acuti

    TOP

    Roger Federer - Australian Open e Masters di Londra: il campione di Basilea ha iniziato il suo 2010 con il botto e lo ha chiuso allo stesso modo. Nel mezzo è incappato in qualche passo falso di troppo, ma sarebbe riduttivo riassumere la stagione di Re Roger ricordandosi soltanto di quanto fatto a Melbourne e alla O2 Arena.

    E' vero che gli Slam contano più di tutto il resto, e gli altri tre se li è accaparrati Nadal, ma se qualcuno pensa che a 29 anni, e dopo 66 titoli in bacheca, lo svizzero possa ancora dettare legge ovunque e comunque, forse è sulla strada sbagliata. Quando è in forma, Federer resta l'uomo da battere (assieme a Nadal), e difatti non è un caso che il suo dopo-Wimbledon sia stato un trionfo (quasi) continuo, tant'è che non è mai uscito prima delle semifinali. Fed-Express ha adottato la 'cura-Annacone' perché ha ancora voglia di lottare e migliorarsi, e all'occorrenza di cambiare tattica, forzando l'indole e gli schemi del suo tennis se l'avversario lo richiede...e l'avversario non può essere che Rafa, come si è visto ai Championships.

    Nel 2010 il maiorchino e lo svizzero si sono confermati i più forti - 2 Rafael Nadal - La classifica e i risultati parlano da soli: prima posizione mondiale, frutto di sette titoli in stagione, tra i quali tre Slam e altrettanti Masters 1000. Chi lo vedeva già sul viale del tramonto per via dei suoi problemi alle ginocchia sarà rimasto deluso.

    Scalzarlo dal trono sarà dura, perché il mancino di Manacor ha dato prova, se mai ce ne fosse ancora bisogno, di essere fenomeno un po' dappertutto, non soltanto sull'amata terra rossa. Ecco, proprio le sue ginocchia rappresentano il solo, possibile, appiglio per la maggior parte degli avversari. Se non è al top, diventa vulnerabile. In caso contrario, il suo 2011 rischia di essere la fotocopia dell'anno che sta volgendo al termine.

    Djokovic e la Serbia - Va bene, Nole non ha vinto alcuno Slam, con Pechino e Dubai rimaste le sole note liete nel circuito, e la finale di Flushing Meadows un'altra impresa rimasta a metà. Nel corso della stagione qualcosa, è innegabile, è andato storto, anche dal punto di vista tecnico (il servizio, per esempio, ha fatto le bizze...) ma The Djoker è stato bravo a riprendersi.

    Poi è arrivato il trionfo in Davis, merito (anche) dei sei set vinti a zero contro Simon e Monfils. Con una nota di merito al suo Paese che senza grosse tradizioni tennistiche ha piazzato tre rappresentanti nei primi 50 e ha conquistato l'Insalatiera. Aggiungiamoci Jankovic e Ivanovic in campo femminile, e la nostra invidia aumenta...A Nole e all'amico Troicki, un applauso in più per la spassosa imitazione della coppia Nadal-Shakira, anche se allo spagnolo non ha fatto ridere per nulla. E ancora complimenti a Nole per le altre trovate, quando entra in campo travestito con baffi e occhiali, o con la benda da pirata dopo i guai con le lenti a contatto: burlone sì, ma soprattutto campione.

    Claudio Pistolesi - Scusate la digressione, ma quando un coach italiano arriva ad allenare un top-ten bisogna fargli i complimenti. Il romano affiancherà Robin Soderling. Un campione, finalmente. Ha allenato comprimari e buone speranze, e da tutti loro ha saputo tirare fuori il meglio; ora è arrivato il giusto premio. L'ex di Suzuki, Berrer, Sanguinetti, Bolelli, Sugyama e Smashnova (tanto per citarne alcuni) ha una bella chance da sfruttare, ma come si fa a portare lo svedese più in alto di quanto non abbia già fatto Norman? Tanti auguri.

    Nel 2010 il maiorchino e lo svizzero si sono confermati i più forti - 3 Francesca Schiavone e il tennis italiano- La terra rossa di Parigi regala al nostro tennis un risultato storico: battendo in finale l’australiana Samantha Stosur, Francesca Schiavone diventa la prima azzurra a conquistare una prova del Grande Slam. E se consideriamo anche il settore maschile, bisogna tornare indietro di 34 anni, all’impresa di Andriano Panatta a Parigi, per ritrovare il nome di un italiano nell’albo d’oro del Roland Garros.

    A 29 anni la milanese diventa anche l’azzurra con la miglior classifica di sempre, balzando al numero 6 del ranking. Il capolavoro della Schiavone al Roland Garros – straordinario e probabilmente irripetibile - suggella il felicissimo momento del tennis tricolore; l'Italtennis in gonnella non era stata a guardare prima, con l'ingresso nella top-ten di Flavia Pennetta, e nemmeno dopo, con il terzo trionfo in Fed Cup e il successo della stessa Flavia al Masters di doppio, in coppia con Gisela Dulko. Purtroppo, è un capolavoro solo al femminile...

    Clijsters, Wozniacki e Zvonareva - Nel calendario WTA il nome delle vincitrici dei singoli tornei si è alternato con apprezzabile continuità, anche se metà degli Slam è finita nelle mani di Serena Williams. Che non ci sia l'americana sul nostro podio può apparire dunque un controsenso, ma è un peccato che una tennista ancora n° 1 'in potenza' finisca per cedere lo scettro a causa dello status di 'mezza-pensionata' che lei stessa ha voluto crearsi.

    I suoi infortuni sono sempre all'ordine del giorno, sarà iellata...(sul taglio al piede avvenuto in un ristorante, resta ancora un alone di mistero), ma Serena, di fatto, ha deciso che a contare sono solo gli Slam. Tutto il resto è noia. Brave ad approfittarne le varie Clijsters, Wozniacki a Zvonareva. Complimenti a Vera e alle sue due finali di Slam, eccezionale mamma-Kim ad imporsi a Flushing Meadows, benissimo anche Caroline, capace, a soli vent'anni, di chiudere l'anno al n° 1.

    FLOP

    Justine Henin - La WTA l’ha eletta ‘Comeback Player of the Year’ (rientrante dell’anno), noi invece la annoveriamo tra i flop internazionali. Sembra un paradosso, ma ci possono stare entrambi gli attestati. In effetti, l’ex numero 1 del mondo è tornata alle competizioni in grande stile, conquistando subito le finali di Brisbane e (soprattutto) dell’Australian Open. Ma a conti fatti i titoli nel 2010 sono soltanto due (Stoccarda e ‘s-Hertogenbosch) e non valgono certo uno Slam.

    A onor del vero, Justine ha saltato praticamente per intero la seconda parte di stagione, a causa di un infortunio al gomito. Mettiamola così: il suo 2010 è deludente se rapportato ai risultati ottenuti dalla connazionale Kim Clijsters: il comeback di mamma Kim ha conosciuto ben altre fortune. Ma non dobbiamo gettare la croce addosso alla Henin, perché se ha vinto poco non è stata tutta colpa sua.

    Nel 2010 il maiorchino e lo svizzero si sono confermati i più forti - 4 Venus Williams - Le critiche sono quelle già avanzate alla sorella Serena. Con una sottile differenza: se l'unico pensiero sono gli Slam, allora bisognerebbe vincerne qualcuno. I titoli di Dubai (battuta in finale la Azarenka) e Acapulco (messa ko la Hercog) sono poca cosa per una come lei. Sul futuro tennistico della Venere Nera (e sulle condizioni del suo ginocchio) si addensano numerosi punti interrogativi. Ancor più di Serena, è lei la maggiore incognita dell'anno che verrà.

    Simone Bolelli - La più grande speranza del nostro tennis si è pian piano (ma neanche troppo) inabissato in un vortice di risultati e classifica, dal quale fatica tremendamente a uscire. Soltanto due anni fa, Simone faceva l'ingresso nei primi 40 del mondo e in molti erano pronti a scommettere su un suo futuro da top ten. Poi sono giunti i problemi con la Federtennis, la separazione consensuale con coach Caludio Pistolesi e l'inizio della collaborazione con Riccardo Piatti, che si è già conclusa.

    I troppi ko nel 2010 e una classifica anonima (attualmente è fuori dai primi 100) fanno a pugni con le sue potenzialità. Speriamo possa trovare la forza di reagire perché il tennis italiano ha bisogno di lui.

    ...e il tennis italiano - Per fortuna, generalizzando, non è andato tutto storto, come è accaduto a Simone; qualcosa di buono si è visto, un po' a sprazzi, con i vari Fognini, Starace e Seppi. In particolare il primo, ha dimostrato di possedere qualità tecniche e atletiche importanti, e le maratone vinte contro Monfils e Verdasco devono convincerlo che la strada intrapresa è quella giusta. Ma è ancora troppo poco. Quello che manca, ai nostri giocatori, è la continuità di risultati. Per questo la classifica è impietosa, e nei primi 40 non si vede l'ombra di un azzurro.

    Nel 2010 il maiorchino e lo svizzero si sono confermati i più forti - 5 Andy Roddick - Miami (titolo) e Indian Wells (finale) sono state soltanto due fortunate parentesi in una stagione al di sotto delle aspettative. I limiti di A-Rod (è la parte 'sinistra', come si sa, o se vogliamo, tutto ciò che non contempla lo schema servizio-diritto) ogni tanto riemergono finendo per punirlo oltremodo. Rischiano di sfiduciarlo eccessivamente. A Londra non ha vinto una sola partita del Round Robin...non il modo migliore per chiudere il 2010.

    Un po' più in basso troviamo Fish, Querrey e Isner: tra top e flop, il tennis americano resta nel limbo. Per tutti loro il 2010 è stato infatti l'anno del best ranking, per Isner resterà soprattutto quello della battaglia dei record sull'erba di Wimbledon. Ma gli Stati Uniti che cercano un nuovo top ten dovranno pazientare ancora. Nell'attesa, hanno potuto ammirare le gesta del giovane Ryan Harrison che agli US Open ha sfiorato - tra i rimpianti dei match point falliti con Stakhovski - il 3° turno dopo essere partito dalle qualificazioni. Giovani promesse crescono, mentre Taylor Dent appende definitivamente la racchetta al chiodo. Mancherà a tutto il tennis, non solo agli USA.
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    Benitez è "paperone", grazie a Moratti


    Con il benservito a Benitez, Moratti ha fatto un bel regalo di Natale al tecnico spagnolo che in 176 giorni di lavoro sulla panchina nerazzurra ha incassato 5 milioni e 300mila euro: oltre 30.000 euro al giorno! E grazie al Liverpool ha messo in cassa più di 14 milioni di euro in un anno

    Si dice che a Natale siamo tutti buoni. Forse non la pensa così Massimo Moratti che ha dato il benservito al tecnico delll'Inter Rafa Benitez proprio nel giorno dell'antivigilia. Ma, così facendo, il ricco patron nerazzurro ha cosparso d'oro l'allenatore spagnolo, che troverà sotto l'albero un bonifico da ben 5 milioni e 300mila euro: davvero niente male per soli 176 giorni di lavoro sulla panchina nerazzurra.

    Benitez ha portato a casa quasi un milione di euro al mese, la bellezza di oltre 30mila euro al giorno! Che per la "povera" società Inter, tra imposte e contributi, equivalgono al doppio. Il suo ingaggio per il primo anno era di 4milioni e 750mila euro: proporzionati al tempo trascorso sulla panchina nerazzurra e sommati alla buonuscita di 2 milioni e 800 mila euro, si arriva alla cifra di 5 milioni e 300mila euro.

    Lo spagnolo si regalerà dunque un dolcissimo Natale, arricchito da due trofei, e in attesa tornare ad allenare il Liverpool, si consola anche con la parziale rivincita su Josè Mourinho. Se consideriamo i soldi incassati dal Liverpool (anche ad Anfield prese una lauta buonuscita oltre allo stipendio), ha messo in cassa più di 14 milioni di euro in un anno. Soltanto due in meno del tecnico portoghese.

    Per quanto riguarda Moratti, ancora una volta si è dimostrato un presidente molto generoso, nonchè spendaccione e davvero poco incline ai calcoli. A questo punto si spiegano anche le parole di addio di Benitez da vero gentleman in cui ha ringraziato il mondo intero e anche il suo vecchio (fortuna sua) presidente. A queste cifre, e di questi tempi, chi non vorrebbe diventare l'allenatore dell'Inter....
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    Il nuovo Bologna riparte dalle critiche


    Primo ostacolo nel nuovo corso rossoblu. Baraldi "Presto un faccia a faccia con giocatori e tifosi". Intanto il presidente promette una società modello alla propria città

    Parte tra le polemiche la nuova gestione del Bologna di Massimo Zanetti (Nella foto AP/LaPresse). Quella che avrebbe dovuto essere una serata di festa e di auguri di buon auspicio per la ripresa dopo la sosta natalizia, raggiunta non senza affanni e preoccupazioni, finisce per essere una falsa partenza o, se non altro, una partenza con l’handicap.

    “L’HO SCELTO IO” – Di fronte ai tifosi e a parte della squadra il nuovo presidente ha presentato il nuovo amministratore delegato: Luca Baraldi. Pare che tra i sostenitori rossoblu e alcuni senatori dello spogliatoio il nome del nuovo ad non abbia destato troppo entusiasmo, anzi. Tuttavia il patron si dice convinto della sua designazione: “L’ho scelto io. Baraldi è un uomo di fiducia del sottoscritto, sarà l'amministratore delegato, a lui poi verranno affiancati altri manager e grandi nomi del calcio. I giocatori sono dei dipendenti e comunque non mi risulta che tutti siano contro questa scelta, anche perché sono stati tutti disposti a ritirare la messa in mora, a parte tre (un portiere, un difensore, un attaccante). E' una situazione che cercheremo di risolvere”.

    BARALDI SI DIFENDE – Immediata la replica da parte dell’oggetto delle critiche. Baraldi è sicuro: se non otterrà il bene del Bologna, valuterà la sua posizione ma – nel frattempo – metterà la sua esperienza a disposizione del club: “Ho lavorato in grandi club e vinto pure coppe, ho la sensibilità come persona per capire che se sono eventualmente un fattore negativo per il Bologna, posso decidere tra quindici giorni di andarmene, senza poi chiedere nulla. Sono venuto qui con un contratto a giorni, il mio stipendio sarà di poco superiore a quello della scorsa stagione, ma se ci sono state incomprensioni chiederò eventualmente scusa, ci sarà quanto prima un faccia a faccia con i giocatori e poi se lo vorranno anche un confronto con i tifosi. Gestiremo il Bologna in maniera manageriale, io sono già concentrato su questo nuovo incarico”.

    UNA SOCIETA’ MODELLO – Massimo Zanetti ha assunto il 40 % della proprietà del club, altri imprenditori copriranno il resto con le loro associazioni, tra le quali ne compare una di tifosi che potreanno intervenire tramite l’azionariato popolare. Il nuovo patron spiega cosa lo ha spinto a scendere in campo: "L'ho fatto per Bologna. Vivo qui dal 1973, sono diventato tifoso quando incontrai Pascutti in un bar del centro, sono stato vice presidente ai tempi di Corioni, mi sembrava brutto che una società gloriosa come il Bologna potesse svanire. E' la città che salva il Bologna, la squadra non è del presidente ma dei tifosi, saremo una società modello. Sono già state approntate le prime operazioni con le banche, il 27 i giocatori avranno gli stipendi pagati, come è già partita la rata per il pagamento di Ramirez".

    Infine le parole del nuovo presidente onorario, Gianni Morandi: "Oggi il Bologna poteva avere una fine ingloriosa, invece grazie a queste persone ora è salvo, speriamo possa essere un segnale di buon auspicio per tutti gli altri settori della città".
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    Wade non c'è, ma gli altri due...


    Miami vince con una prova stellare del duo James-Bosh, in attesa che il compagno di trio rientri nella sfida natalizia più attesa: quella contro i Lakers. Continua a perdere Sacramento, mentre Orlando strapazza gli Spurs

    ORLANDO-SAN ANTONIO 123-101

    Orlando torna a vincere dopo l'ultima battuta d'arresto e lo fa contro San Antonio, con un risultato abbastanza netto: 123-101. La stampa statunitense sottolinea la prova di Gilbert Arenas (14-6-9) visto che il giocatore si era trovato un appunto scritto da coach Stan Van Gundy sulla sua postazione in spogliatoio, che recitava "Vai là fuori e fai il tuo gioco. Fai girare la palla". Arenas l'ha fatto, ma come sempre è decisiva la prestazione di Dwight Howard (29-14-1), fondamentale soprattutto per lanciare i Magic e stabilire un distacco consistente che gli Spurs non riusciranno mai a colmare.

    SACRAMENTO-MILWAUKEE 79-84

    I Sacramento Kings perdono in casa contro I Milwaukee Bucks 79-84 e spofondano sempre di più, con una striscia negativa di sette sconfitte consecutive. Fino a 5’30” dalla fine i Kings tengono il passo: sul 75-75, però, gli avversari crescono e per Sacramento non c’è più nulla da fare. Il top scorer della gara è Earl Boykins, con 19 punti, 2 rimbalzi e un assist. Una doppia doppia per parte: sia per Andrew Bogut, sia per Samuel Dalembert.

    PHOENIX-MIAMI 83-95

    In attesa del big match natalizio con i Lakers, gli Heat scaldano i motori e lo fanno con la vittoria di 12 punti su Phoenix all'US Airways Center. Non c'è Dwayne Wade, a riposo precauzionale per un problema a un ginocchio (ma dovrebbe esserci contro Kobe Bryant e compagni), ma Chris Bosh e LeBron James fanno in due più di metà dei punti dell'intera squadra e non fanno rimpiangere la sua presenza solo in tribuna e in borghese. 36 punti, 6 rimbalzi e 4 assist per Il Prescelto. doppia doppia per il compagno (23-11-2) non fanno però sfigurare, dall'altra parte, l'ottima prova di Jared Dudley, a segno con 33 punti e 12 rimbalzi, figlia di una gara estremamente generosa di Steve Nash: il veterano dei Suns tira pochissimo e quindi mette in cassaforte solo 4 punti, ma ha all'attivo ben 18 assist. Nonostante ciò, Miami passa in vantaggio all'inizio del secondo quarto sul 25-24 e non si farà mai più rimontare.

    Nella notte della vigilia non si giocherà, ma nella sera di Natale attenzione in particolare a questi tre match: LA Lakers-Miami, New York-Chicago e Orlando-Boston.
3975 replies since 25/6/2008
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